Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) rappresenta uno strumento fondamentale per il miglioramento della gestione della salute in Italia. Secondo il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Alessio Butti, intervenuto all’evento La Salute che vorrei: quale percorso per la Sanità del futuro, “Il Fascicolo Sanitario Elettronico rappresenta una rivoluzione copernicana nel modo in cui gestiamo i dati sanitari. Non è solamente il veicolo di informazioni sempre aggiornate, consultabili dal personale medico e utilizzabili per cure personalizzate ed efficaci; diventa la vera e propria base di qualsiasi innovazione: l’intelligenza artificiale, la telemedicina, gli ospedali virtuali”.
Utilizzo reale del FSE: un fact checking sulla base dei dati del Ministero della Salute
Pur condividendo le affermazioni del sottosegretario sull’utilità del FSE, progettato per consentire ai cittadini di accedere a documenti clinici e servizi sanitari, migliorando l’efficienza del sistema sanitario e l’accessibilità alle informazioni personali, non possiamo assolutamente essere d’accordo sull’enfasi riguardo al grado di utilizzo dello strumento che, poi, è l’aspetto fondamentale per i cittadini. A tale scopo è utile fare un fact checking sulla base dei dati resi pubblici dallo stesso Ministero della Salute.
Analizzando i dati più recenti, aggiornati al maggio 2024, è possibile delineare un quadro dettagliato e problematico dello stato di avanzamento del FSE nelle diverse regioni italiane.
L’adozione del FSE è stata, infatti, caratterizzata da importanti disparità tra le regioni italiane, sia in termini di disponibilità di documenti che di servizi. Alcuni documenti, come la lettera di dimissione ospedaliera, le prescrizioni farmaceutiche e i referti di laboratorio, sono disponibili in tutte le regioni, mentre altri, come il profilo sanitario sintetico e la scheda di vaccinazione, mostrano una presenza limitata in molte aree del Paese.
I numeri del Fascicolo Sanitario Elettronico: un confronto tra le regioni
Entrando più nel dettaglio, i dati aggiornati al primo trimestre del 2024 mostrano una significativa differenza nell’adozione del FSE tra le regioni italiane.
A livello nazionale, solo il 18% dei cittadini ha effettuato almeno un accesso al proprio Fascicolo nei 90 giorni precedenti alla rilevazione. Tra le regioni con la più alta partecipazione troviamo l’Emilia-Romagna, con il 40% dei cittadini che hanno utilizzato l’FSE, seguita dalla Provincia Autonoma di Trento con il 64%, e il Friuli Venezia Giulia con il 34%. Al contrario, regioni come la Calabria (1%) e la Sicilia (1%) mostrano un bassissimo utilizzo del FSE.
Questi dati evidenziano come, nonostante la disponibilità del FSE su tutto il territorio nazionale, l’effettiva adozione da parte dei cittadini varia notevolmente. Ciò può essere attribuito a diversi fattori, tra cui la digitalizzazione delle strutture sanitarie locali, la familiarità con l’uso di strumenti digitali e la consapevolezza dell’importanza del FSE.
Il ruolo dei medici e delle strutture sanitarie
L’utilizzo del FSE non si limita ai cittadini, ma coinvolge anche i medici e le aziende sanitarie. A livello nazionale, il 96% dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta ha effettuato almeno un’operazione sul FSE nel primo trimestre del 2024, con regioni come l’Emilia-Romagna, la PA di Trento e il Piemonte che registrano il 100% di partecipazione. Dal lato delle aziende sanitarie, il 74% dei medici specialisti è abilitato all’utilizzo del FSE, con notevoli differenze regionali. Ad esempio, in Lombardia e nella Provincia Autonoma di Bolzano, il 100% dei medici è abilitato, mentre in Calabria e Abruzzo si registra una percentuale significativamente più bassa, rispettivamente del 20% e del 17%.
Le disparità tra Nord e Sud
Uno degli aspetti più evidenti dell’analisi dei dati sull’FSE è la disparità tra le regioni del Nord e quelle del Sud Italia. Regioni come l’Emilia-Romagna, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, la Lombardia e il Piemonte sono tra le più avanzate in termini di disponibilità di documenti e servizi sanitari. In Emilia-Romagna, ad esempio, i cittadini possono accedere a una vasta gamma di documenti, tra cui il profilo sanitario sintetico e la scheda di vaccinazione, oltre a numerosi servizi digitali come le esenzioni, la prenotazione di visite e la scelta/revoca del medico. Al contrario, regioni come il Molise e la Calabria presentano carenze significative. In Calabria, la scheda singola di vaccinazione non è disponibile e mancano documenti cruciali come il profilo sanitario sintetico. Dal punto di vista dei servizi, la regione offre solo funzionalità di base come il certificato digitale Covid-19 e le notifiche, mentre mancano servizi essenziali come le esenzioni e la prenotazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
L’adeguamento dei software delle aziende sanitarie agli standard del FSE
Secondo quanto dichiarato dal sottosegretario Butti, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale sta accompagnando le 21 Regioni e Province Autonome nel processo di adeguamento tecnologico della sanità. A tal fine, i software installati presso le aziende sanitarie pubbliche, private accreditate e private autorizzate, sono in fase di aggiornamento, così da renderli conformi ai nuovi standard nazionali del FSE.
Il percorso sarebbe stato completato al 70%, con 440 software aggiornati, oltre 2.500 installazioni, e 230 fornitori di tecnologia ICT coinvolti.
Redazione
Opportunità di miglioramento
Le regioni meno avanzate potrebbero imparare dalle best practice delle regioni più digitalizzate. Ma su questo versante poco o nulla è stato fatto. L’adozione uniforme del FSE su tutto il territorio nazionale è cruciale per migliorare l’efficienza e la qualità dell’assistenza sanitaria.
È fondamentale che le regioni del Sud investano maggiormente nella digitalizzazione delle loro strutture sanitarie, migliorino l’accessibilità ai servizi e sensibilizzino i cittadini sull’importanza dell’utilizzo dell’FSE. Un ulteriore ambito di miglioramento riguarda la sensibilizzazione e la formazione sia dei cittadini che degli operatori sanitari. Le campagne informative potrebbero giocare un ruolo cruciale nell’aumentare la consapevolezza dell’utilità dell’FSE, soprattutto nelle regioni con tassi di utilizzo più bassi. La collaborazione tra enti locali, operatori sanitari e istituzioni centrali potrebbe contribuire a colmare il divario digitale e garantire un accesso equo ai servizi sanitari digitali per tutti i cittadini italiani. Ma anche su questo versante ben poco è stato fatto!
Adozione uniforme del FSE, una sfida da vincere
Nonostante le disparità regionali, l’FSE rappresenta un passo importante verso una sanità più moderna, efficiente e accessibile. La digitalizzazione dei servizi sanitari non solo riduce i tempi di attesa e semplifica la gestione delle pratiche burocratiche, ma consente anche un monitoraggio più accurato della salute dei cittadini, con benefici significativi in termini di prevenzione e cura.
La sfida principale per il futuro sarà garantire un’adozione uniforme dell’FSE su tutto il territorio nazionale, superando le barriere infrastrutturali e culturali che ancora limitano l’utilizzo in alcune aree.
La collaborazione tra le regioni e il governo centrale sarà essenziale per raggiungere questo obiettivo, promuovendo l’innovazione e l’efficienza nel settore sanitario.
Il Fascicolo Sanitario Elettronico rappresenta una risorsa chiave per il futuro della sanità in Italia, ma il suo pieno potenziale potrà essere raggiunto solo attraverso un impegno costante per colmare le disparità regionali e promuovere l’adozione diffusa di questo strumento essenziale.
Regione | Percentuale di cittadini che hanno usato FSE | N. Cittadini per cui è stato pubblicato un documento, che hanno effettuato un accesso al FSE nei 90 giorni precedenti | N. Cittadini per cui è stato pubblicato un documento |
---|---|---|---|
Media nazionale | 18% | 3.650.878 | 20.853.701 |
Abruzzo | 2% | 5.295 | 250.835 |
Basilicata | 2% | 1.000 | 58.132 |
Calabria | 1% | 1.525 | 134.267 |
Campania | 21% | 296.225 | 1.433.057 |
Emilia-Romagna | 40% | 924.514 | 2.289.541 |
Friuli Venezia Giulia | 34% | 163.091 | 476.399 |
Lazio | 4% | 144.415 | 3.838.268 |
Liguria | 2% | 7.679 | 371.792 |
Lombardia | 23% | 993.281 | 4.245.735 |
Marche | 1% | 9.804 | 1.011.848 |
Molise | 2% | 4.010 | 202.067 |
P.A. Bolzano | 22% | 33.495 | 151.384 |
P.A. Trento | 64% | 174.662 | 273.546 |
Piemonte | 18% | 255.616 | 1.404.087 |
Puglia | 3% | 17.282 | 597.449 |
Sardegna | 8% | 54.006 | 654.972 |
Sicilia | 1% | 4.250 | 694.609 |
Toscana | 20% | 240.190 | 1.188.040 |
Umbria | 3% | 7.899 | 237.701 |
Valle d’Aosta | 36% | 38.928 | 108.569 |
Veneto | 22% | 273.711 | 1.231.403 |
Tab.1.- Cittadini che hanno utilizzato il Fascicolo Sanitario Elettronico nei 90 giorni precedenti alla data di rilevazione. Fonte: rilevazione dati regionale
Regione | Percentuale di medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta per regione | N. MMG/PLS con almeno un’operazione su FSE nel periodo di riferimento | N. MMG/PLS Titolari |
---|---|---|---|
Media nazionale | 96% | 43.183 | 44.876 |
Abruzzo | 88% | 1.064 | 1.205 |
Basilicata | 100% | 479 | 479 |
Calabria | 94% | 1.493 | 1.582 |
Campania | 99% | 4.113 | 4.148 |
Emilia-Romagna | 100% | 3.141 | 3.141 |
Friuli Venezia Giulia | 97% | 801 | 825 |
Lazio | 98% | 4.490 | 4.575 |
Liguria | 99% | 1.134 | 1.142 |
Lombardia | 97% | 6.459 | 6.661 |
Marche | 92% | 1.022 | 1.110 |
Molise | 100% | 250 | 250 |
P.A. Bolzano | 99% | 352 | 356 |
P.A. Trento | 100% | 396 | 398 |
Piemonte | 100% | 2.964 | 2.964 |
Puglia | 98% | 2.921 | 2.978 |
Sardegna | 100% | 1.036 | 1.036 |
Sicilia | 92% | 4.242 | 4.618 |
Toscana | 83% | 2.712 | 3.285 |
Umbria | 99% | 725 | 729 |
Valle d’Aosta | 100% | 86 | 86 |
Veneto | 100% | 3.303 | 3.308 |