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Fascicolo Sanitario Elettronico bloccato dalle disparità regionali: la verità sui numeri



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Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è un pilastro per l’innovazione sanitaria in Italia, ma l’adozione varia significativamente tra le regioni. Con un utilizzo limitato al 18% dei cittadini, le disparità tra Nord e Sud sono evidenti. Investimenti in digitalizzazione e sensibilizzazione sono cruciali per un’implementazione equa e diffusa

Pubblicato il 4 ott 2024

Domenico Marino

Università Degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria



Fascicolo Sanitario Elettronico (1)

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) rappresenta uno strumento fondamentale per il miglioramento della gestione della salute in Italia. Secondo il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Alessio Butti, intervenuto all’evento La Salute che vorrei: quale percorso per la Sanità del futuro, “Il Fascicolo Sanitario Elettronico rappresenta una rivoluzione copernicana nel modo in cui gestiamo i dati sanitari. Non è solamente il veicolo di informazioni sempre aggiornate, consultabili dal personale medico e utilizzabili per cure personalizzate ed efficaci; diventa la vera e propria base di qualsiasi innovazione: l’intelligenza artificiale, la telemedicina, gli ospedali virtuali”.

Utilizzo reale del FSE: un fact checking sulla base dei dati del Ministero della Salute

Pur condividendo le affermazioni del sottosegretario sull’utilità del FSE, progettato per consentire ai cittadini di accedere a documenti clinici e servizi sanitari, migliorando l’efficienza del sistema sanitario e l’accessibilità alle informazioni personali, non possiamo assolutamente essere d’accordo sull’enfasi riguardo al grado di utilizzo dello strumento che, poi, è l’aspetto fondamentale per i cittadini. A tale scopo è utile fare un fact checking sulla base dei dati resi pubblici dallo stesso Ministero della Salute.

Analizzando i dati più recenti, aggiornati al maggio 2024, è possibile delineare un quadro dettagliato e problematico dello stato di avanzamento del FSE nelle diverse regioni italiane.

L’adozione del FSE è stata, infatti, caratterizzata da importanti disparità tra le regioni italiane, sia in termini di disponibilità di documenti che di servizi. Alcuni documenti, come la lettera di dimissione ospedaliera, le prescrizioni farmaceutiche e i referti di laboratorio, sono disponibili in tutte le regioni, mentre altri, come il profilo sanitario sintetico e la scheda di vaccinazione, mostrano una presenza limitata in molte aree del Paese.

I numeri del Fascicolo Sanitario Elettronico: un confronto tra le regioni

Entrando più nel dettaglio, i dati aggiornati al primo trimestre del 2024 mostrano una significativa differenza nell’adozione del FSE tra le regioni italiane.

A livello nazionale, solo il 18% dei cittadini ha effettuato almeno un accesso al proprio Fascicolo nei 90 giorni precedenti alla rilevazione. Tra le regioni con la più alta partecipazione troviamo l’Emilia-Romagna, con il 40% dei cittadini che hanno utilizzato l’FSE, seguita dalla Provincia Autonoma di Trento con il 64%, e il Friuli Venezia Giulia con il 34%. Al contrario, regioni come la Calabria (1%) e la Sicilia (1%) mostrano un bassissimo utilizzo del FSE.

Questi dati evidenziano come, nonostante la disponibilità del FSE su tutto il territorio nazionale, l’effettiva adozione da parte dei cittadini varia notevolmente. Ciò può essere attribuito a diversi fattori, tra cui la digitalizzazione delle strutture sanitarie locali, la familiarità con l’uso di strumenti digitali e la consapevolezza dell’importanza del FSE.

Il ruolo dei medici e delle strutture sanitarie

L’utilizzo del FSE non si limita ai cittadini, ma coinvolge anche i medici e le aziende sanitarie. A livello nazionale, il 96% dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta ha effettuato almeno un’operazione sul FSE nel primo trimestre del 2024, con regioni come l’Emilia-Romagna, la PA di Trento e il Piemonte che registrano il 100% di partecipazione. Dal lato delle aziende sanitarie, il 74% dei medici specialisti è abilitato all’utilizzo del FSE, con notevoli differenze regionali. Ad esempio, in Lombardia e nella Provincia Autonoma di Bolzano, il 100% dei medici è abilitato, mentre in Calabria e Abruzzo si registra una percentuale significativamente più bassa, rispettivamente del 20% e del 17%.

Le disparità tra Nord e Sud

Uno degli aspetti più evidenti dell’analisi dei dati sull’FSE è la disparità tra le regioni del Nord e quelle del Sud Italia. Regioni come l’Emilia-Romagna, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, la Lombardia e il Piemonte sono tra le più avanzate in termini di disponibilità di documenti e servizi sanitari. In Emilia-Romagna, ad esempio, i cittadini possono accedere a una vasta gamma di documenti, tra cui il profilo sanitario sintetico e la scheda di vaccinazione, oltre a numerosi servizi digitali come le esenzioni, la prenotazione di visite e la scelta/revoca del medico. Al contrario, regioni come il Molise e la Calabria presentano carenze significative. In Calabria, la scheda singola di vaccinazione non è disponibile e mancano documenti cruciali come il profilo sanitario sintetico. Dal punto di vista dei servizi, la regione offre solo funzionalità di base come il certificato digitale Covid-19 e le notifiche, mentre mancano servizi essenziali come le esenzioni e la prenotazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Opportunità di miglioramento

Le regioni meno avanzate potrebbero imparare dalle best practice delle regioni più digitalizzate. Ma su questo versante poco o nulla è stato fatto. L’adozione uniforme del FSE su tutto il territorio nazionale è cruciale per migliorare l’efficienza e la qualità dell’assistenza sanitaria.

È fondamentale che le regioni del Sud investano maggiormente nella digitalizzazione delle loro strutture sanitarie, migliorino l’accessibilità ai servizi e sensibilizzino i cittadini sull’importanza dell’utilizzo dell’FSE. Un ulteriore ambito di miglioramento riguarda la sensibilizzazione e la formazione sia dei cittadini che degli operatori sanitari. Le campagne informative potrebbero giocare un ruolo cruciale nell’aumentare la consapevolezza dell’utilità dell’FSE, soprattutto nelle regioni con tassi di utilizzo più bassi. La collaborazione tra enti locali, operatori sanitari e istituzioni centrali potrebbe contribuire a colmare il divario digitale e garantire un accesso equo ai servizi sanitari digitali per tutti i cittadini italiani. Ma anche su questo versante ben poco è stato fatto!

Adozione uniforme del FSE, una sfida da vincere

Nonostante le disparità regionali, l’FSE rappresenta un passo importante verso una sanità più moderna, efficiente e accessibile. La digitalizzazione dei servizi sanitari non solo riduce i tempi di attesa e semplifica la gestione delle pratiche burocratiche, ma consente anche un monitoraggio più accurato della salute dei cittadini, con benefici significativi in termini di prevenzione e cura.

La sfida principale per il futuro sarà garantire un’adozione uniforme dell’FSE su tutto il territorio nazionale, superando le barriere infrastrutturali e culturali che ancora limitano l’utilizzo in alcune aree.

La collaborazione tra le regioni e il governo centrale sarà essenziale per raggiungere questo obiettivo, promuovendo l’innovazione e l’efficienza nel settore sanitario.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico rappresenta una risorsa chiave per il futuro della sanità in Italia, ma il suo pieno potenziale potrà essere raggiunto solo attraverso un impegno costante per colmare le disparità regionali e promuovere l’adozione diffusa di questo strumento essenziale.

RegionePercentuale di cittadini che hanno usato FSEN. Cittadini per cui è stato pubblicato un documento, che hanno effettuato un accesso al FSE nei 90 giorni precedentiN. Cittadini per cui è stato pubblicato un documento
Media nazionale18%3.650.87820.853.701
Abruzzo2%5.295250.835
Basilicata2%1.00058.132
Calabria1%1.525134.267
Campania21%296.2251.433.057
Emilia-Romagna40%924.5142.289.541
Friuli Venezia Giulia34%163.091476.399
Lazio4%144.4153.838.268
Liguria2%7.679371.792
Lombardia23%993.2814.245.735
Marche1%9.8041.011.848
Molise2%4.010202.067
P.A. Bolzano22%33.495151.384
P.A. Trento64%174.662273.546
Piemonte18%255.6161.404.087
Puglia3%17.282597.449
Sardegna8%54.006654.972
Sicilia1%4.250694.609
Toscana20%240.1901.188.040
Umbria3%7.899237.701
Valle d’Aosta36%38.928108.569
Veneto22%273.7111.231.403

Tab.1.- Cittadini che hanno utilizzato il Fascicolo Sanitario Elettronico nei 90 giorni precedenti alla data di rilevazione. Fonte: rilevazione dati regionale

RegionePercentuale di medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta per regioneN. MMG/PLS con almeno un’operazione su FSE nel periodo di riferimentoN. MMG/PLS Titolari
Media nazionale96%43.18344.876
Abruzzo88%1.0641.205
Basilicata100%479479
Calabria94%1.4931.582
Campania99%4.1134.148
Emilia-Romagna100%3.1413.141
Friuli Venezia Giulia97%801825
Lazio98%4.4904.575
Liguria99%1.1341.142
Lombardia97%6.4596.661
Marche92%1.0221.110
Molise100%250250
P.A. Bolzano99%352356
P.A. Trento100%396398
Piemonte100%2.9642.964
Puglia98%2.9212.978
Sardegna100%1.0361.036
Sicilia92%4.2424.618
Toscana83%2.7123.285
Umbria99%725729
Valle d’Aosta100%8686
Veneto100%3.3033.308

Tab. 2.- Utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico da parte di medici di medicina generale (MMG) e pediatri di libera scelta (PLS).

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