Negli ultimi anni il campo tecnologico ha compiuto passi rivoluzionari per bilanciare le disparità di genere sino a creare un settore di mercato – denominato FemTech – costituito da numerose startup e aziende tecnologiche che stanno creando prodotti per soddisfare le esigenze di assistenza sanitaria delle donne unitamente al loro benessere generale.
Il settore dell’industria FemTech è in forte crescita e, secondo i dati pubblicati da PitchBook (società americana di ricerca e dati finanziari), nei primi mesi del 2019 ha generato entrate globali pari a 820,6 milioni di dollari oltre a ricevere 592 milioni di dollari in investimenti. Inoltre, la società di ricerca e consulenza strategica americana Frost & Sullivan ritiene – come si evince dallo studio pubblicato lo scorso marzo 2020 – che i ricavi del settore FemTech raggiungeranno 1,1 miliardi di dollari entro il 2024. Un dato da tenere in considerazione se consideriamo che le donne spendono circa 500 miliardi di dollari all’anno in spese mediche.
Il settore FemTech ha iniziato ad attingere a tale potere di acquisto creando una moltitudine di app e aziende tecnologiche in modo da soddisfare le esigenze femminili in termini di monitoraggio delle mestruazioni e della fertilità, di offerta di soluzioni per gravidanza, allattamento al seno, menopausa, prevenzione e gestione di malattie gravi come il cancro.
Tuttavia, nonostante l’universo femminile rappresenti la metà della popolazione del pianeta, è doveroso ricordare che solo il 4% dei finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo nel settore sanitario è destinato alla salute delle donne.
Origini del termine FemTech
Il termine “FemTech”, ovvero la female technology (letteralmente: tecnologia femminile) è stato coniato da Ida Tin, la fondatrice danese di Clue, che nel 2013 ha progettato un’app per il monitoraggio del ciclo e dell’ovulazione.
Il settore FemTech comprende software, prodotti e servizi che utilizzano la tecnologia per migliorare o semplicemente analizzare la salute delle donne. Alla base della nascita di questo settore risiede il fatto che, sino ad oggi, la tecnologia non si è dedicata ai bisogni femminili essendo la ricerca scientifica basata prevalentemente sul corpo maschile. Emblematico il caso dell’americana Food and Drug Administration che, nel 1977, ha escluso le donne in età fertile dalla partecipazione alle sperimentazioni sui farmaci. Da allora, le donne sono state sottorappresentate negli studi farmacologici a causa della convinzione che le fluttuazioni causate dai cicli mestruali potessero influenzare i risultati della sperimentazione senza contare che, se una donna fosse rimasta incinta dopo aver assunto un farmaco di prova, il farmaco avrebbe potuto avere effetti collaterali sul feto.
Tutto ciò ha comportato che molti trattamenti risultassero essere meno efficaci per le donne e, ad oggi, questo approccio continua a persistere in termini di tecnologia sanitaria. Di fatto, i set di dati utilizzati dall’ AI sono basati solo su una porzione della popolazione globale e secondo un approccio “mentech”; pertanto, gli algoritmi vengono alimentati in modo distorto non tenendo in considerazione la popolazione femminile e le relative peculiarità ed esigenze.
Ecco che le startup FemTech si concentrano principalmente su temi quali la gravidanza, il ciclo e la menopausa, apportando l’innovazione tanto necessaria in aree che sono state a lungo ignorate dagli investitori (ancora in gran parte maschi) e dalle società tecnologiche. Solo di recente il settore si esteso ad altre aree della salute poiché, come sottolineato, la ricerca ha mostrato quanto le prove cliniche e la diagnosi, per la maggior parte delle malattie, siano man-oriented e tendano a ignorare come i corpi delle donne siano diversi e possano reagire differentemente.
Fattori che contribuiscono alla crescita del settore FemTech
Diversi aspetti hanno contribuito alla crescita del settore FemTech, uno fra tutti, il fatto che sempre più donne stanno assumendo ruoli “tecnologici” che erano tradizionalmente ricoperti dagli uomini. Inoltre, la crescita della “rappresentanza” femminile contribuisce alla diffusione di una maggiore consapevolezza dei problemi di salute che colpiscono principalmente il “gentil sesso”.
Interessante notare come i vari attori del settore sanitario, a livello globale, hanno continuato a sviluppare in parallelo strategie atte a migliorare il proprio posizionamento soprattutto nei paesi a medio e basso reddito in cui si registra una continua insorgenza di malattie infettive, in prevalenza tra le donne, con conseguente aumento di finanziamenti, donazioni e sovvenzioni che mirano a “digitalizzare” la salute femminile. Pertanto, si può affermare che è grazie al settore FemTech che le donne di tutto il mondo hanno iniziato ad accedere a numerosi servizi e prodotti.
Alcune tra le società FemTech più interessanti
Elvie, un’azienda con sede a Londra, ha recentemente commercializzato un tiralatte indossabile e un traine/app per esercizi pelvici, entrambi utilizzando una tecnologia intelligente.
Ava, fondata nel 2014 in Svizzera, ha raccolto fino a oggi ben 42 milioni di euro, grazie al suo braccialetto multi-sensore che, sincronizzato con una app, consente alle donne di prevedere i giorni fertili raccogliendo i dati durante la fase di sonno e rielaborarli.
MobileODT – una start-up con sede a Tel Aviv – ha creato un prodotto Interessante, a tal proposito, che utilizza smartphone e intelligenza artificiale per lo screening del cancro cervicale. Grazie a un colposcopio intelligente, un dispositivo di imaging portatile che è una volta e mezza le dimensioni di uno smartphone, è possibile scattare una fotografia della cervice di una donna da una distanza di circa un metro, L’immagine viene, quindi, trasmessa al cloud tramite uno smartphone, dove viene utilizzata l’intelligenza artificiale per identificare reperti cervicali normali o anormali. La diagnosi viene consegnata in circa 60 secondi rispetto alle settimane necessarie per ricevere i risultati di un pap-test (che, nei paesi in via di sviluppo, si estende a mesi).
Lattice Medical, start-up francese che ha sviluppato una protesi mammaria cava stampata in 3-D – ancora in fase di sperimentazione e si prevede sarà messa sul mercato entro il 2025 – che favorirà la rigenerazione dei tessuti dopo una mastectomia. Ovvero, un piccolo lembo di grasso è prelevato dall’area immediatamente intorno al seno della donna e, successivamente, posizionato all’interno della bioprotesi stampata in 3D. Il pezzo di tessuto cresce all’interno dell’impianto sin tanto da riempire il guscio stampato in 3D che viene riassorbito completamente dal corpo dopo 18 mesi.
L’Inglese Kheiron Medical Technologies e l’americana iBreastExam, invece, sono due startup di tecnologia medica che, utilizzando l’intelligenza artificiale, aiutano i radiologi a rilevare il cancro al seno in anticipo, e in pochi minuti.
Un altro filone di FemTech noto come “MenoTech” si rivolge alle donne in menopausa e mira a migliorarne lo stile di vita, fornendo accesso alla telemedicina, alle informazioni e ai dati di cui le donne possono necessitare.
Il futuro del FemTech
Attualmente, ci sono alcune centinaia di startup nel mercato FemTech il cui obiettivo principale è, appunto, quello di offrire un’assistenza modulata sulle problematiche femminili e una percentuale significativa – e in continuo aumento – di queste attività imprenditoriali è di proprietà e gestita da donne. Inoltre, si prevedono più investimenti di venture capitalist nel settore sanitario che contribuiranno alla crescita del settore che sarà sempre più in grado di offrire crescenti vantaggi, quali: rendere l’assistenza sanitaria meno invasiva, più pratica e personalizzata in base alle esigenze della paziente; migliorare l’efficienza dello screening e della diagnosi alimentato da tecnologie all’avanguardia come intelligenza artificiale, big data e analisi.
Conclusioni
Il settore FemTech è destinato a svilupparsi sempre di più nei prossimi anni. Inoltre, anche il settore sanitario, in questo momento storico, deve necessariamente evolversi per adeguarsi a soddisfare le nuove esigenze relative alla salute femminile.
È doveroso ricordare che le problematiche sanitarie che colpiscono le donne sono spesso del tutto peculiari e diverse da quelle che riguardano gli uomini, considerando anche il fatto che il sistema sanitario e il comparto tecnologico sono stati fino adesso entrambi improntati solo sulle esigenze maschili e, pertanto, non possono rappresentare una soluzione per l’universo al femminile.
La nuova tecnologia combina il mondo digitale con quello fisico, ovvero: le app sono accessibili a milioni di persone in tutto il mondo tramite pochi tocchi su un dispositivo tenuto a portata di mano. Non solo le applicazioni semplificano la vita di tutti i giorni, ma rappresentano uno strumento prezioso in termini di prevenzione.
La tecnologia FemTech sta avanzando e influenzando il modo in cui viviamo; essa è in grado di offrire nuove opportunità per migliorare la fornitura di prodotti e l’assistenza sanitaria rivolti alle donne. Tuttavia, nelle aziende tecnologiche c’è bisogno di una maggiore parità di genere dal momento che una maggiore presenza femminile consentirebbe di sviluppare maggiori prodotti FemTech che rispondano davvero alle esigenze femminili ed in grado di generare un valore di oltre 50 milioni di dollari nel 2025.