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Il benessere psicologico nell’era tech: i programmi di salute digitale



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L’ubiquità della tecnologia digitale ha reso la nostra vita per certi aspetti più semplice e interconnessa, ma ciò non è privo di effetti collaterali sulla nostra salute mentale. Vediamo perché i programmi di salute digitale rivestono un’importanza fondamentale

Pubblicato il 22 set 2023

Graziella Bilotta

Ceo Paginemediche

Roberta Bombini

Psicoterapeuta e Direttore Scientifico Paginemediche



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Il benessere psicologico è un concetto complesso e profondo, che sin dai tempi antichi l’essere umano ha tentato di esplorare attraverso le varie correnti filosofiche o religiose, per identificarne le peculiarità e discernere i percorsi più efficaci per raggiungerlo.

Nell’era tecnologica odierna, la digitalizzazione ha permeato ogni aspetto della nostra vita, rendendo il mondo più connesso e accessibile. Tuttavia, nonostante i numerosi vantaggi che la tecnologia assicura, emergono nuove sfide e problematiche, specialmente per la nostra salute mentale. l’uso eccessivo o disregolato della tecnologia può infatti avere un impatto negativo sul nostro benessere psicologico, concorrendo a problemi come ansia, depressione, isolamento sociale e il cosiddetto fenomeno FOMO (Fear of Missing Out).

I programmi di salute digitale, a maggior ragione quelli incentrati sul benessere psicologico, rivestono un’importanza fondamentale poiché possono attenuare o migliorare diverse condizioni psicologiche.

Sempre più aziende di telemedicina e salute digitale stanno sviluppando tali programmi, in quanto rappresentano una transizione significativa dal modello tradizionale incentrato esclusivamente sulle cure, verso un approccio più empatico e proattivo basato sul prendersi cura di sé e degli altri.

L’influenza negativa della tecnologia digitale sulla salute mentale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito il benessere psicologico come una condizione in cui “l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni”.

L’ubiquità della tecnologia digitale ha reso la nostra vita per certi aspetti più semplice e interconnessa, ma ciò non è privo di effetti collaterali sulla nostra salute mentale.

Affrontare il mondo digitale rappresenta una sfida complessa. Innanzitutto, poiché gli effetti sulla salute possono variare da individuo a individuo, la capacità di “mettere in pausa” l’uso digitale dipende dall’abilità di riconoscere personalmente gli effetti negativi.

In secondo luogo, l’impatto della tecnologia digitale può essere diametralmente opposto a seconda del modo in cui viene utilizzata: un utilizzo scorretto può danneggiare la nostra salute, mentre un uso consapevole e corretto può apportare benefici notevoli.

Il riconoscere i propri limiti ci permette di trarre solo vantaggi dal mondo digitale, mentre ignorarli può portare a spiacevoli disagi, anche se temporanei.

Tra questi disagi si possono citare:

  • Sovrastimolazione sensoriale dovuta all’eccessivo input visivo e uditivo dei dispositivi digitali.
  • Alterazione del senso di tempo e spazio, perdendo la percezione del reale.
  • Disturbo del ritmo tra attività e riposo, a causa della costante presenza digitale.
  • Riduzione dell’attenzione e della produttività dovute alle distrazioni digitali.
  • Calo del rendimento scolastico o lavorativo a causa dell’eccessivo utilizzo dei dispositivi.
  • Diminuzione dell’interesse nelle relazioni sociali, preferendo l’interazione online rispetto al contatto umano diretto.

Effetti negativi dei social media sulla salute mentale della Gen Z, gli studi

Secondo uno studio condotto dal McKinsey Health Institute, è emerso che la generazione Z presenta una maggiore propensione, rispetto alle altre generazioni, a sperimentare emozioni negative attraverso l’uso dei social media.

Il rapporto ha evidenziato che un quarto dei membri della generazione Z, nati tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, trascorre molto tempo su queste piattaforme, causando un impatto negativo sulla loro salute mentale.

Il campione di partecipanti all’indagine è stato composto da circa 42.000 individui provenienti da 26 paesi di tutti i continenti e sono stati valutati quattro parametri di salute: mentale, fisica, sociale e spirituale. In tutte queste categorie, la generazione Z è risultata essere quella con i risultati peggiori.

Anche il rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), intitolato “L’educazione nell’era digitale: Bambini sani e felici”, ha messo in luce la correlazione tra benessere fisico e l’utilizzo delle tecnologie digitali, prendendo in considerazione l’attività fisica, la qualità del sonno e il rischio di obesità. Alcuni punti rilevati dal documento includono:

  • Dedicare molto tempo ai servizi digitali riduce il tempo trascorso nell’attività fisica, incoraggiando comportamenti più sedentari tra i bambini.
  • Il tempo trascorso davanti agli schermi può influenzare negativamente la qualità del sonno.
  • L’uso delle tecnologie digitali può essere associato all’obesità, sia perché riduce l’attività fisica sia perché promuove l’abitudine di mangiare senza un reale bisogno durante l’uso degli schermi.

Il rapporto dell’OCSE ha evidenziato un aumento, a partire dal 2000, di comportamenti tra i bambini e i giovani che possono influenzare negativamente il loro benessere psico-fisico.

L’ampio utilizzo delle tecnologie digitali e l’accesso a Internet anche per i bambini è un fenomeno relativamente recente, ma ha portato a nuove preoccupazioni riguardo alle sue implicazioni sulla salute mentale e il benessere emotivo. Ci sono prove che suggeriscono una possibile correlazione tra l’uso della rete e problemi legati al benessere mentale dei bambini e dei giovani. Pur offrendo opportunità per migliorare la coesione sociale ed emotiva, promuovendo relazioni, comunicazione e istruzione a distanza, il digitale è diventato una potenziale “minaccia” per il benessere emotivo dei più giovani.

L’importanza dei programmi di salute mentale


È fondamentale evidenziare che le problematiche psicologiche correlate all’eccessivo utilizzo della tecnologia digitale non sono limitate unicamente ai più giovani, ma interessano altresì gli adulti. L’ampia diffusione delle tecnologie digitali ha coinvolto individui di tutte le età, determinando sfide analoghe per diverse fasce generazionali. Gli adulti, similmente ai bambini e ai giovani, possono sperimentare ansia, stress, isolamento sociale e altre questioni connesse al panorama digitale contemporaneo.

Il crescente grado di dipendenza da dispositivi digitali, l’eccessiva esposizione ai social media e la connettività costante possono generare impatti negativi sulla salute mentale e il benessere emotivo degli adulti, spingendoli spesso verso uno stile di vita iperconnesso e frenetico.

Affrontare le problematiche psicologiche correlate all’utilizzo della tecnologia digitale costituisce una sfida condivisa da tutte le generazioni e richiede uno sforzo consapevole per individuare un giusto bilanciamento tra le risorse offerte dalla tecnologia e la salvaguardia del benessere mentale. La riflessione e l’implementazione di strategie adeguate possono contribuire a mitigare gli effetti negativi e promuovere un utilizzo più consapevole e responsabile delle tecnologie digitali.

Molti adulti si trovano ad affrontare una crescente difficoltà nel distaccarsi dagli schermi, spesso a causa delle esigenze lavorative e delle ansie correlate. Il contesto lavorativo contemporaneo, caratterizzato dalla costante connettività, può esporre gli adulti a elevate pressioni per essere sempre raggiungibili e disponibili, contribuendo a un senso di dipendenza dai dispositivi digitali.

Inoltre, l’ansia derivante dalla paura di perdere informazioni o opportunità importanti, nota anche come “Fear of Missing Out” (FOMO), può spingere gli adulti a restare costantemente connessi e a controllare frequentemente i social media, alimentando ulteriormente l’ipersensibilità verso le notifiche e gli aggiornamenti digitali.

Questo continuo stato di attenzione verso le tecnologie digitali può avere un impatto negativo sulla salute mentale e il benessere emotivo degli adulti, portando a un aumento dello stress, della stanchezza e dell’ansia.

Per affrontare questa realtà complessa, è necessario incoraggiare una maggiore consapevolezza sull’uso delle tecnologie digitali e la pratica di tecniche di gestione dello stress.

Una soluzione italiana

Su questa scia abbiamo sviluppato un programma digitale dedicato al “Disturbo dell’iperconnessione – FOMO”.

Il programma affronta il disturbo dell’iperconnessione, e le sue varianti più sfumate, offrendo supporto per comprendere meglio le proprie emozioni, gestire lo stress e l’ansia, migliorare le relazioni interpersonali e adottare uno stile di vita sano ed equilibrato. Attraverso questionari di screening accurati e l’orientamento di esperti, “Disturbo dell’iperconnessione – FOMO” aiuta a identificare i livelli di FOMO di ciascun individuo, fornendo un percorso personalizzato verso il benessere mentale.

In base alle risposte, il programma fornirà accesso a video-lezioni e contenuti mirati, progettati per aiutare a comprendere meglio la situazione e fornisce gli strumenti necessari per affrontare il Disturbo dell’iperconnessione.

Se necessario, il programma indirizzerà verso uno psicologo esperto, per una prima valutazione clinica ed un eventuale inizio di percorso psicoterapeutico, in presenza e/o in telemedicina.

FOMO è rivolto alle seguenti categorie di persone:

  • Genitori con figli adolescenti: il programma aiuta i genitori a comprendere e affrontare il FOMO sia per sé stessi che per i loro figli adolescenti, promuovendo una comunicazione aperta e uno scambio costruttivo.
  • Adolescenti: FOMO offre supporto diretto agli adolescenti per gestire lo stress e le pressioni derivanti dalla crescente interconnessione digitale, promuovendo una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e una sana autostima.
  • Persone tra i 25-40 anni: Questa fascia di età è spesso particolarmente colpita dal FOMO, poiché cerca di bilanciare responsabilità personali e professionali con la pressione della connettività costante. FOMO aiuta a trovare un equilibrio e una gestione efficace delle aspettative.

Conclusioni

Il benessere psicologico è una componente fondamentale della nostra salute complessiva, e nell’era digitale, è essenziale affrontare le sfide connesse all’uso della tecnologia digitale. Con il giusto equilibrio tra la tecnologia e le pratiche per promuovere la salute mentale, possiamo godere dei vantaggi della rivoluzione digitale senza compromettere il nostro benessere psicologico. Può risultare a tratti un ossimoro, ma investire in programmi di salute mirati può aiutare a creare una società digitale più sana, in cui l’utilizzo consapevole della tecnologia ci permette di prosperare sia online che offline.

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