Sull’innovazione della Sanità italiana con il nuovo Governo le premesse sembrano buone, anzi direi ottime. Un Consiglio dei ministri con l’età media più bassa nella storia dei Governi della Repubblica italiana.
Non siamo ancora ai nativi digitali ma probabilmente sanno come configurare una smartphone, la tesi di laurea o almeno la tesina della maturità l’hanno fatta con il PC, magari prenotano le vacanze da un portale on line e sanno usare bene il pacchetto office. Le basi ci sono tutte ma ministro giovane non fa automaticamente ministro con capacità di Leadership nell’innovazione e nei governi precedenti abbiamo avuto esempi sfortunati in questo campo. Da Baby Boomer “atipico” mi sento di dare qualche consiglio, sull’innovazione che vorrei nel sistema salute, interpretando anche quella “maggioranza silenziosa” di colleghi contenti e cornuti, che vincono ogni anno premi sull’innovazione digitale con splendidi progetti e che non riescono neppure ad avere un posto di responsabilità nella propria azienda sanitaria.
Un progetto per la silver economy
Un ministro dell’Innovazione, chissà se riuscirà a far capire al MISE che ha finanziato il sostegno alle aziende per realizzare progetti di innovazione digitale dimenticando completamente i profili sanitari, che dico sanitari, ha dimenticato anche quelli sociosanitari, che il SSN con i suoi 114 miliardi all’anno di spesa pubblica e 1.200 euro annui che escono dalla tasche di ogni famiglia italiana, ha necessità assoluta ed urgente di progetti relativi alla “silver economy”?
Questi progetti e questi modelli non devono necessariamente essere a carico del SSN; le famiglie italiane, che sostengono un esercito di oltre un milione di badanti, se ci fossero strumenti validi, certificati, di telecontrollo del paziente anziano, strumenti che evitano o riducono il ricorso urgente al pronto soccorso, sarebbero disposte a pagarli o a contribuire di tasca propria o con forme di assistenza integrativa. Le persone con disabilità, in continua crescita hanno bisogno di innovazione tecnologica: finanziare e regolamentare l’innovazione nel sistema sociosanitario consente di supportare anche queste famiglie.
Innovazione e sicurezza in sanità
Innovazione e sicurezza in sanità, un altro dei temi chiave per un ministro dell’innovazione. Gli inglesi hanno fato un CARECert, un centro unico per la sicurezza del SSN, da noi probabilmente servirebbe una rete di CERT sanitari regionali ma si tratta di un tema ineludibile nell’innovazione digitale in sanità, innovazione digitale che dovrebbe essere ben più rappresentata in AGID, oggi lontana del SSN.
Un ministro della Salute nuovo che speriamo vada a fare una ricerca sul sito del Ministero della Salute con le parole chiave “digitale” oppure “telemedicina” , in modo da accorgersi che sta finanziando con € 17.432.447,00 nel 2019 ed altrettanti nel 2020 e nel 2021 l’obiettivo strategico “Promozione delle azioni prioritarie, previste dal Patto per la sanità digitale e identificate dalla Cabina di Regia NSIS integrata, per il conseguimento degli obiettivi di efficienza, trasparenza e sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, attraverso l’impiego sistematico dell’innovazione digitale in sanità.” e nel dettaglio la “la Mappatura delle esperienze di telemedicina sul territorio nazionale in coerenza con quanto definito nelle linee di indirizzo in materia di telemedicina” . Fino ad oggi la mappatura non è stata completata per “Mancata collaborazione delle amministrazioni e organismi coinvolti”.
Tutto bene, peccato che le linee di indirizzo per la telemedicina siano state approvate nel 2014-2015, e verificare nel 2019 le attività in base a quelle regole sia piuttosto superato e che una commissione abbia lavorato per tre anni sulle criticità e sugli aggiornamenti delle linee di indirizzo sulla Telemedicina e abbia chiesto di incontrare il Ministero nel 2018 senza mai avere neppure un appuntamento, segnalando proprio come criticità la mancata collaborazione degli organismi regionali e la necessità di aggiornamento delle linee di indirizzo!
Nei LEA, le Regioni sono state giudicate “adempienti” su questi temi avendo fatto cose che non sono neppure citate nelle linee di indirizzo per la Telemedicina perché la Telerefertazione non è telemedicina! Sembra chiedere troppo immaginare che delle linee di indirizzo dal 5 anni fa, che sono presenti in ogni legge regionale debbano essere aggiornate, secondo quanto previsto nella stessa delibera di approvazione? Che i LEA sul tema vadano verificati da esperti che conoscono queste linee di indirizzo?
L’aggiornamento delle regole sul Fascicolo Sanitario Elettronico
L’aggiornamento delle regole sul Fascicolo Sanitario Elettronico, FSE, un altro punto chiave che viene chiesto a gran voce “dal basso”. Lo vogliamo chiamare FSE 2.0. servizi di fascicolo, o Big Data. Il CNR, che è stato uno dei primi estensori delle regole tecniche del fascicolo chiede a gran voce un tavolo per aggiornarlo con regole che ne consentano un uso nel mondo del Big Data, con i servizi di fascicolo.
Onorevole Ministro della salute, non varrebbe la vale pena di rivedere questa “cabina di regia integrata” rivedendo i Tavoli Tecnici ed i Gruppi di lavoro?
Conclusioni
Riassumendo nella mia letterina a Babbo Natale/nuovo governo che cosa chiedo?
Al ministro dell’Innovazione un supporto vero, efficace alle industrie che fanno innovazione nel sistema socio sanitario e una attenzione alla cyber security nel SSN , security by design e non solo GDPR, di cui oggi tutti parlano.
Al ministro della Salute chiedo di continuare un percorso iniziato nel 2012 con le linee di indirizzo nazionali sulla Telemedicina, oggi arrugginite ma ancora strumento indispensabile per lo sviluppo della telemedicina del SSN e di riprendere un discorso di riprogettazione del FSE nell’era dell’intelligenza artificiale, della Telemedicina e del Big Data. Rivedere la Cabina di Regia NSIS integrata, i tavoli tecnici e gruppi di lavoro collegati potrebbe essere una buona idea per una vera innovazione digitale
Onorevoli Ministri, un punto che reputo chiave per tutti: scegliete chi vi sosterrà in queste percorsi di innovazione sulla base del curriculum, scegliete chi queste cose le fa e non chi ne chiacchiera. Siamo un paese di santi, di eroi, di naviganti, di allenatori di calcio e di esperti di innovazione digitale in sanità, ed i risultati, purtroppo, si vedono.
Comunque vada, onorevoli ministri, io sto diventando vecchio, speriamo che me la cavo!