Negli ultimi anni, il settore delle interfacce cervello-computer (BCI) ha visto uno sviluppo significativo, con numerose aziende e istituzioni che lavorano per sfruttare il potenziale di questa tecnologia rivoluzionaria.
Oltre a Neuralink di Elon Musk, altre aziende hanno sviluppato e stanno tuttora sviluppando soluzioni innovative per aiutare le persone con disabilità motorie o di comunicazione.
Synchron e Motif Neurotech: metodi non invasivi per impiantare dispositivi nel cervello
Tra queste, Synchron ha sperimentato un metodo meno invasivo per impiantare dispositivi nel cervello senza necessità di chirurgia a cranio aperto.
Questa tecnologia promette di restituire capacità motorie a persone gravemente disabili. Paradromics e Blackrock Neurotech, invece, stanno lavorando su dispositivi ad alta larghezza di banda che richiedono un intervento chirurgico più invasivo, ma che offrono una maggiore precisione nella raccolta dei segnali neurali.
Motif Neurotech si concentra, invece, su dispositivi per trattare i disturbi dell’umore posizionati sopra il cervello, evitando interventi invasivi.
Un esempio notevole è quello di un paziente che ha riacquistato la capacità di camminare grazie a elettrodi impiantati lungo il midollo spinale. Questa tecnologia ha consentito di bypassare le lesioni spinali, ripristinando la comunicazione tra il cervello e i muscoli delle gambe. Il paziente, che aveva perso l’uso delle gambe dopo un grave incidente, ora è in grado di camminare con l’ausilio di un deambulatore, migliorando ogni giorno grazie alla rigenerazione dei nervi e al rafforzamento muscolare.
Le prospettive del mercato BCI
Il mercato delle BCI potrebbe crescere notevolmente nei prossimi anni, raggiungendo un valore dell’ordine di decine di miliardi di dollari. Queste interfacce non solo migliorano la qualità della vita di persone con disabilità, ma potrebbero anche trovare applicazioni in ambito sanitario per trattare condizioni come la perdita di vista e udito, il dolore cronico e i disturbi psichiatrici.
Si può quindi evincere che la domanda per queste tecnologie è enorme. Oltre a restituire la capacità di comunicare e muoversi, le BCI potrebbero migliorare il trattamento di vari disturbi neurologici e psichiatrici, fornendo ai medici un quadro dettagliato di ciò che avviene all’interno del cervello.
Neuralink, ad esempio, ha l’obiettivo di sviluppare una tecnologia generalizzata per collegare il cervello umano ai computer, potenzialmente fondendo l’intelligenza umana con quella artificiale. Questo potrebbe consentire una comunicazione e un’assimilazione delle informazioni molto più rapide, superando i limiti attuali della mente umana rispetto all’intelligenza artificiale.
Progressi che potrebbero avere conseguenze a lungo termine, cambiando il modo in cui interagiamo con la tecnologia e persino alterando le nostre capacità cognitive.
Un altro esempio significativo è quello di una paziente affetta da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) che ha ricevuto un impianto BrainGate. Questo sistema decodifica la sua attività neurale per tradurla in fonemi, permettendole di comunicare attraverso un’interfaccia computerizzata. L’algoritmo di intelligenza artificiale impara a distinguere i pattern associati alla formulazione dei fonemi, trasformandoli in parole visualizzate su uno schermo o pronunciate da una voce sintetica.
Le aziende europee attive nel settore BCI
In Europa, aziende come Onward Medical e Neurosoft Bioelectronics stanno sviluppando tecnologie avanzate in collaborazione con istituzioni accademiche di rilievo. Onward, ad esempio, sta testando dispositivi che possono ripristinare il movimento nei pazienti paralizzati, mentre Neurosoft sta sviluppando elettrodi ultrasottili che si adattano alla superficie cerebrale senza penetrarla.
Le sfide tecniche e le implicazioni etiche
Le interfacce attualmente impiegate nei laboratori permettono di attivare computer e altri dispositivi con segnali cerebrali, una realtà che fino a poco tempo fa sembrava fantascienza.
Tuttavia, le sfide tecniche ed etiche sono notevoli. La raccolta, l’interpretazione e l’esportazione dei segnali neurali sono ancora in una fase iniziale, e la chirurgia invasiva limita l’uso di queste tecnologie a pazienti con gravi disabilità. Inoltre, le implicazioni etiche di tali tecnologie sollevano domande significative su come dovremmo regolare e utilizzare questi avanzamenti, soprattutto in ambiti non medici.
La possibilità di manipolazione dei pensieri e delle emozioni
Uno dei principali rischi etici, ad esempio, è rappresentato dalla possibilità di manipolazione dei pensieri e delle emozioni degli individui. La capacità di influenzare direttamente il cervello umano solleva preoccupazioni riguardo alla privacy mentale e all’autonomia personale. Inoltre, vi è il pericolo che queste tecnologie possano essere utilizzate per scopi non etici, come il potenziamento cognitivo in individui sani, che potrebbe portare a disuguaglianze sociali e a una pressione indebita su chi decide di non utilizzare tali tecnologie e sollevando ulteriori questioni etiche su come queste tecnologie dovrebbero essere regolamentate e utilizzate.
La sicurezza e l’affidabilità degli impianti
Un’altra questione etica riguarda la sicurezza e l’affidabilità degli impianti. Poiché questi dispositivi interagiscono direttamente con il cervello, eventuali malfunzionamenti potrebbero avere conseguenze gravi per la salute mentale e fisica dei pazienti. È quindi essenziale che vengano stabiliti rigorosi protocolli di sicurezza e che le tecnologie siano sottoposte a test approfonditi prima di essere immesse sul mercato.
Le implicazioni dell’uso di BCI per il trattamento di malattie psichiatriche
Inoltre, l’uso di BCI per il trattamento di malattie psichiatriche solleva ulteriori domande etiche. Sebbene queste tecnologie possano offrire nuove possibilità di trattamento, è importante considerare il rischio di sovradiagnosi e l’uso eccessivo di tali tecnologie in assenza di necessità mediche.
Il futuro delle BCI
Negli Stati Uniti, la già citata Synchron è una delle aziende che potrebbe essere la prima a commercializzare un impianto BCI perché il suo dispositivo, simile a uno stent, viene inserito in un vaso sanguigno sopra la corteccia motoria e non richiede chirurgia a cranio aperto. Questo potrebbe accelerare l’approvazione da parte della FDA e rendere la tecnologia disponibile più rapidamente ai pazienti.
Si può quindi tranquillamente affermare che le interfacce cervello-computer rappresentano una frontiera promettente della tecnologia medica e dell’intelligenza artificiale, con il potenziale di trasformare radicalmente la nostra interazione con il mondo e le nostre capacità cognitive.
Conclusioni
È fondamentale che i trattamenti siano sempre guidati da principi etici e che i pazienti siano adeguatamente informati sui potenziali rischi e benefici. È essenziale affrontare con cautela le sfide tecniche ed etiche per garantire un uso sicuro e benefico di queste innovazioni. Le questioni etiche legate alle BCI richiedono una riflessione approfondita e un quadro normativo robusto per proteggere i diritti e la dignità degli individui.