La Legge di Bilancio 2020 ha dato una nuova interpretazione alla figura del farmacista, abilitato ad assumere sia un ruolo attivo nel supporto relazionale con il paziente cronico (Educazione/Formazione, Feedback e Strategie Comportamentali), sia nel supporto alla gestione del piano di cura in collaborazione con il medico di base al fine di migliorare l’aderenza del paziente allo stesso.
Questa evoluzione va letta nel contesto della crisi pandemica del Covid-19 che è riuscita senza dubbio a cristallizzare le difficoltà dei sistemi sanitari nazionali, ma allo stesso tempo ha saputo anche dare un impulso alla transizione e all’innovazione digitale nel settore della sanità: la necessità contingente ha, infatti, reso ben chiara l’importanza delle tecnologie digitali nella loro accresciuta capacità di raccolta, distribuzione, analisi dei dati e di condivisione della conoscenza risultante.
Tali vantaggi, unitamente alla possibilità di dare vita a nuovi modelli operativi e a nuovi servizi a valore per il cittadino, risultano fondamentali nel perseguire la strada tracciata con il “Patto della Salute 2019-2021” (Rep. Atti n.209/CSR del 18 Dicembre 2019), che esprime la necessità della riorganizzazione dell’assistenza territoriale per favorire modelli organizzativi integrati. Questa previsione risulta di estrema rilevanza, con particolare riferimento alla gestione della cronicità, considerato l’impatto atteso di tale fenomeno nel prossimo futuro: l’OMS stima che oltre l’80% dei costi in sanità è assorbito dalla cronicità e le proiezioni di OsservaSalute 2019 indicano che tra 10 anni, nel 2030, il numero di malati cronici in Italia salirà a oltre 26,5 milioni, mentre i multicronici saranno circa 14,6 milioni.
Il rinnovamento del modello assistenziale, un obbligo non più un’opzione
Il rinnovamento del modello assistenziale, pertanto, a partire dai modelli organizzativi, dalle competenze, fino alle tecnologie di supporto, non è solo auspicabile, bensì obbligatorio per la sostenibilità dell’intero servizio sanitario nazionale. Tecnologie digitali, abilitanti la creazione di servizi integrati, segnerebbero così la transizione da un modello attuale di “touch point”, nel quale l’onere del coordinamento tra le parti è lasciato all’autonomia del paziente, al modello del “patient journey”, che garantirebbe al sistema sanitario i vantaggi già dimostrati in altri settori: una migliore efficacia e personalizzazione degli interventi di prevenzione e di cura dei pazienti cronici e una migliore capacità di programmazione e allocazione delle risorse.
Il modello esemplificativo prestato dai recenti casi emergenziali di Digital Health è quello di un sistema di orchestrazione realizzato su architetture aperte e interoperabili: tale modello vede l’interazione di una molteplicità di soggetti attraverso una piattaforma comune di scambio dati, interoperabile, basata su API e sistemi IoT di interazione con il campo. Nello scenario italiano, lo strumento che più si avvicina a questa funzionalità è il Fascicolo Sanitario Elettronico, le cui potenzialità si possono intuire guardando all’esperienza inglese, in cui NHS Digital è già entrata nella fase di sperimentazione di sviluppo di API per l’interoperabilità di servizi. Nel candidarsi come sistema accentratore delle informazioni e orchestratore dei processi, tuttavia, particolare attenzione deve essere posta al bilanciamento degli interessi di innovazione, di privacy, di sistema di servizio (quali processi ci sono a monte e a valle e come si attuano) e di sicurezza informatica dei dati.
Il ruolo delle farmacie nella progettazione di servizi digitali integrati
Questa transizione risulta fondamentale per abilitare nuovi scenari specifici per le peculiarità della gestione della cronicità, tra cui spicca senza dubbio il tema dell’aderenza terapeutica. A tal riguardo, la Legge di Bilancio 2020 ha formalizzato la possibilità di creare nuovi modelli di supporto, finalizzati proprio all’aderenza terapeutica, che si fondano sulla stretta collaborazione tra MMG e Farmacista per migliorare il livello di servizio a favore del paziente cronico e/o del Caregiver.
Benché il testo legislativo intraveda nel Dossier Farmaceutico (come parte del FSE) lo strumento digitale di riferimento per abilitare la collaborazione, è anche fatta libertà del MMG di intrattenere ogni forma di collaborazione con le farmacie prescelte dal paziente per l’erogazione dei servizi.
Si ritiene che questa previsione definisca un nuovo spazio anche per la progettazione di servizi digitali integrati, che possano supportare un processo di gestione dell’aderenza terapeutica, abilitando di fatto un modello di utilità per tutti gli attori in questione.
I benefici per i pazienti
Il paziente potrebbe beneficiare di una rafforzata continuità assistenziale anche in una fase del percorso di cura tipicamente demandato all’autonomia individuale, con effetti positivi anche sull’aderenza alla terapia e sulla qualità di informazioni restituite al MMG. Facendo leva sulla capillarità territoriale, la farmacia giocherebbe un nuovo ruolo all’interno del sistema di supporto, godendo dei vantaggi derivanti dalla transizione da un puro modello transazionale/economico al modello relazionale/assistenziale, supportando e fidelizzando il paziente e innovando così il proprio modello di servizio. Il MMG si vedrebbe supportato nella gestione dei piani di cura dei numerosi assistiti, specialmente con riferimento alle prescrizioni ripetute e alla migliore capacità di azione “evidence-based”, cioè basata su dati reali e certi di cura e di risultati. In ottica sistemica, questa relazione virtuosa, inoltre, potrebbe portare ad una migliorata aderenza terapeutica da parte dei sempre più numerosi pazienti cronici, una migliore capacità di pianificazione e di appropriatezza prescrittiva nella Medicina Generale, con benefici facilmente prevedibili sul piano della spesa per il SSN (figura 1).
Figura 1
I risvolti pratici
I possibili risvolti pratici di questa visione sono innumerevoli, con riferimento alle potenzialità di creazione e condivisione di informazioni fino ad oggi non utilizzate. Un primo ambito di applicazione è senza dubbio il monitoraggio delle condizioni cliniche e dell’aderenza al piano di cura, dove il tradizionale self-reporting può essere integrato da tecnologie quali Wearable e Dispostivi IoT, in cui il supporto al paziente può essere erogato anche attraverso interazione multicanale (es. Assistenti Vocali).
Un’altra sfera di servizio è rappresentata dalla gestione dei farmaci, che può essere demandata ad algoritmi previsionali del fabbisogno, per instaurare attività più efficienti nel processo prescrittivo, con il conseguente risultato di diminuzione dello spreco di farmaci e massimizzazione dell’adeguatezza prescrittiva. I dati raccolti, nel rispetto delle normative vigenti, possono essere infine utilizzati per il monitoraggio epidemiologico e la programmazione degli interventi per un efficientamento nella gestione delle risorse.
I limiti evidenti del contesto
Guardando invece alle limitazioni più cogenti, è necessario menzionare la scarsa interoperabilità delle soluzioni ad oggi in uso, e, soprattutto, la bassa diffusione di soluzioni di gestione delle relazioni col paziente (Patient Relationship Management) che rappresentano lo strumento principe per affrontare il percorso di digitalizzazione dei processi sopra richiamati; fondamentale sarà, inoltre, l’intervento sulle soft skill, sul fronte delle competenze organizzative, di gestione del servizio, di change management, abilitanti un corretto percorso di adozione delle tecnologie digitali da parte di tutti gli attori in gioco.
Una catena di valore patient-based
Perché, tuttavia, il modello win-win di relazione si concretizzi in questo contesto, l’implementazione di soluzioni innovative deve tener conto dell’essenzialità di tutti i soggetti coinvolti e di conseguenza non essere progettata per sottrarre parti della catena del valore attuale in cui si trovano i 3 attori, bensì per valorizzarla e per renderla più “paziente-centrica”.
Per far ciò, è fondamentale partire da un approccio “patient-based” ascoltando le necessità dei pazienti e analizzando la catena di touchpoint di interazione tra il paziente e i diversi soggetti di supporto nel piano di cura, al fine di comprendere come le tecnologie digitali possano semplificare e armonizzare il processo di creazione di utilità e valore.
Il progetto di ricerca “Farmacia Presidio del Territorio” di SDA Bocconi
Esattamente su queste due direttrici si è fondata l’attività del progetto di ricerca “Farmacia Presidio del Territorio” di SDA Bocconi, dapprima con la creazione di un modello delle relazioni e interazioni al fine di comprenderne le sequenze più rilevanti per un paziente cronico, e poi con la validazione dello stesso attraverso l’ascolto diretto dei pazienti (indagine in corso). Per quanto concerne il modello del “Chronic Patient Loop”, esso si basa sulla ciclicità iterativa che caratterizza il percorso di cura di un paziente cronico, suddivisibile nel sotto-processo di erogazione del farmaco e in quello terapeutico vero e proprio (figura 2): la sequenza è infatti reiterata fino al sopraggiungere di una modifica del piano di cura o di un cambiamento delle condizioni cliniche.
Per quanto tale modellizzazione nasca dall’integrazione in un unico modello delle funzionalità ad oggi presenti in un mondo di soluzioni digitali ancora molto frammentato, si è ritenuto necessario comprendere quanto esso sia in grado di rappresentare efficacemente i processi percepiti critici da parte dei pazienti stessi. A tal fine, è in corso una verifica attraverso un questionario presso le associazioni del network di Cittadinanzattiva per indagare quali siano, da parte dei pazienti o dei caregiver, le difficoltà percepite all’interno del percorso di cura e sondare la propensione all’utilizzo di tecnologie digitali per supportare al meglio l’aderenza alla terapia.
Figura 2 – Chronic Patient Loop
Il modello del Chronic Patient Loop, inoltre, è stato utilizzato per l’analisi dei servizi disponibili ad oggi sul mercato e in grado di coprire funzionalmente una o più delle fasi rappresentate nel loop: lo scenario nazionale attuale presenta sporadiche soluzioni digitali (web o mobile app soprattutto), concentrate specialmente sul perimetro dei processi commerciali del farmaco, supportate in modalità diverse dai principali attori o fornitori del settore. Si assiste, inoltre, a limitate sperimentazioni da parte delle farmacie, spesso con un approccio volutamente locale e con evidenti limiti di scalabilità. Certamente un elemento limitante ulteriore è l’inerzia del legislatore italiano, anche se la recente legge sulla telemedicina è stato un primo segnale di progresso.
Il bisogno di innovazione, tuttavia, si fa oggi più pressante davanti alle possibilità che il PNRR può offrire. L’investimento nella medicina di iniziativa, supportato da un percorso di digitalizzazione dei processi è ormai un passaggio inevitabile e congruente con i trend futuri attesi. La strada risulta già tracciata, lo spazio imprenditoriale e di innovazione digitale è pressoché inesplorato e le opportunità che ne possono derivare sono senza dubbio di estremo valore, primo fra tutti, per il “paziente”.
Email del progetto: farmacie@sdabocconi.it