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L’IA per gestire le cronicità: il progetto che rimette al centro il medico di base

L’ottimizzazione della gestion e dei pazienti cronici tramite la creazione e diffusione di una nuova conoscenza per i medici di base è l’obiettivo del progetto Link dell’Università Parthenope, al cui interno si colloca il VIMASS Lab, in collaborazione con Novartis e con la scuola di specializzazione CFSMG di Napoli

Pubblicato il 12 Nov 2021

Sharon Castagna

Università degli Studi di Napoli Parthenope

Francesco Schiavone

professore Associato in “Economia e Gestione delle Imprese” Università degli Studi di Napoli Parthenope

digital-medicine

Il ruolo dei Medici di Medicina Generale (MMG) è «centrale» nella gestione delle patologie croniche (screening, referral allo specialista, follow-up), ma a oggi il loro reale impatto è purtroppo ancora limitato a causa di diverse criticità.

Proprio per superare questi ostacoli nasce il progetto Link che si pone l’obiettivo di guidare i medici nella gestione a distanza dei pazienti affetti da patologie croniche, sfruttando l’intelligenza artificiale di IBM.

Tale intelligenza consente di migliorare il percorso di cura del paziente, utilizzando strumenti ed informazioni utili al medico.

L’assistenza ai malati cronici

Per inquadrare bene il problema non si può non partire dai numeri. L’assistenza ai malati cronici rappresenta uno dei problemi più complessi da affrontare per il nostro sistema sanitario. Si stima che circa il 70-80% delle risorse sanitarie mondiali siano ormai utilizzate per la gestione delle malattie croniche; inoltre, questo dato desta maggiore preoccupazione alla luce delle ultime previsioni epidemiologiche, secondo cui le malattie croniche rappresentano l’80% di tutte le malattie del mondo nel 2020.

Dai dati emerge che le malattie croniche raggiungono numeri importanti già nei pazienti dopo i 65 e prima dei 75 anni, e più della metà delle persone convive con queste patologie, quali ad esempio insufficienza respiratoria, insufficienza cardiaca, disturbi del sonno e diabete che, spesso, si verificano nello stesso individuo. Inoltre, con l’avanzare dell’età le malattie croniche rappresentano ormai la principale causa di disabilità, morbilità e mortalità, e la maggior parte delle cure e dell’assistenza al paziente cronico non è tempestiva ma, anzi, si concentra negli ultimi anni di vita dello stesso. Tale situazione epidemiologica ha indubbiamente pesanti ricadute in termini di quantità e qualità della vita, nonché rappresenta un enorme onere economico per i singoli individui, le loro famiglie, i sistemi sanitari e la società. Pertanto, l’aumento dei malati cronici determina la necessità di garantire il perfezionamento della continuità assistenziale e un maggior supporto al sistema sanitario nel suo processo di adeguamento. Attualmente la letteratura a nostra disposizione evidenzia l’esistenza di un gap di conoscenza e di diagnosi del sistema attuale, il quale comporta una frammentazione delle cure per il paziente, non garantendo un continuum nel percorso assistenziale dello stesso.

Le criticità che limitano il ruolo dei MMG nella gestione delle cronicità

Alcune delle criticità che impattano sul ruolo dei MMG per la gestione delle cronicità hanno una natura sistemica (es. assenza di modelli organizzativi e percorsi chiari e ben definiti), mentre altre sono più strettamente correlate alle caratteristiche ed esperienze dei MMG. Ad esempio, tra queste: approccio «reattivo», età media molto elevata (>50 anni la media), attitudine non sempre spinta verso l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali.

Di fatto, la digitalizzazione rappresenta ancora oggi un tema spinoso riguardo la gestione del patient journey, con particolare riferimento ad accesso, diagnosi, cura e follow up dei pazienti cronici, da parte dei MMG. Date tali premesse, quindi, diventano di primaria importanza la progettazione e la validazione di un modello di valutazione che consenta di comprendere pienamente il fenomeno e di formulare indicazioni utili per la gestione e il monitoraggio del paziente cronico tramite le nuove tecnologie digitali. Tali risultati sarebbero di massimo interesse per tutti i MMG, i manager sanitari, i clinici e i soggetti istituzionali impegnati nel facilitare l’integrazione tra ospedale e territorio in quanto riguardano, indubbiamente, non soltanto la vita del paziente e l’efficacia dei servizi sanitari regionali, ma impattano anche sull’efficienza e, dunque, sulla sostenibilità dell’intero sistema sanitario. Fondamentale per la realizzazione del modello di valutazione descritto poc’anzi, è la messa a disposizione al medico di famiglia di tutte le informazioni relative alle diverse patologie da trattare, nonché l’offerta di un supporto per l’identificazione della sintomatologia che caratterizza questi pazienti. Garantendo le suddette condizioni, il medico di famiglia sarà in grado di indirizzare i pazienti nei centri più vicini e idonei a effettuare i trattamenti necessari. Tutto ciò si rifletterà nell’ottimizzazione del tempo di gestione del paziente, destinato a un centro sufficientemente attrezzato a effettuare le prestazioni sanitarie necessarie, evitando di indirizzarlo inopportunamente verso strutture specialistiche e diminuendo il numero di risorse richieste per tale tipologia di paziente.

Il progetto “Link”

Alla luce di quanto spiegato fino a ora, per rispondere al bisogno crescente dei pazienti e restituire centralità ai MMG, l’Università Parthenope, al cui interno si colloca il VIMASS Lab, in collaborazione con Novartis e con la scuola di specializzazione CFSMG di Napoli, ha avviato il progetto “Link”, il cui obiettivo principale è l’ottimizzazione dei pazienti cronici tramite la creazione e diffusione di una nuova conoscenza per i MMG. Questo progetto mira a dimezzare i tempi di accesso al percorso di diagnosi e trattamento più appropriato per il paziente, tramite la collaborazione e l’integrazione tra ospedale e territorio, assicurando la continuità assistenziale, e migliorando la capacità di gestione della malattia.

Si identifica il MMG come l’attore primario della presa in carico del paziente affetto da cronicità, impedendo la frammentazione della cura globale. Per fare ciò è previsto l’inserimento e la formazione digitale e clinica/specialistica di tre MMG Junior riguardo le principali patologie trattate da Novartis quali: scompenso cardiaco, psoriasi, spondilite anchilosante, asma grave allergica, orticaria, emicrania. A tal fine sarà necessaria una completa formazione sui principali applicativi informatici (come Millewin, KappaMed, ecc.), che facilitino l’individuazione e la gestione dei pazienti cronici e l’utilizzo di tecnologie digitali attraverso l’adozione di soluzioni innovative negli studi di MMG. In tal senso, sono svariate le possibilità sviluppatesi in campo medico-sanitario e che offrono ai medici un supporto tecnologico innovativo.

L’app Cardio sound

Tra queste troviamo l’app Cardio sound che può fungere come aiuto per la diagnosi e come strumento di aggiornamento. L’app compara i battiti cardiaci del paziente con una vasta libreria di battiti precaricati e aiuta il medico a individuare eventuali anomalie. Adr-CFSMG-Aifa, invece, è la prima App per MMG dedicata alla farmacovigilanza e alla consultazione delle banche dati. Questa soluzione si propone come nuovo strumento per la segnalazione delle reazioni avverse ai farmaci e ai prodotti a base di piante officinali e integratori alimentari.

Il progetto, quindi, mira a rafforzare il modello della cura centrata sul paziente a supporto dei MMG nel fornire cure longitudinali per una più ampia gamma di condizioni e nel ridurre la frammentazione della cura. In aggiunta a questi risultati, inoltre, si ritiene che la realizzazione di questa ricerca contribuirà indirettamente ad innescare meccanismi di autovalutazione e suggerire nuove procedure e routine organizzative essenziali per il buon funzionamento dell’assistenza territoriale dei MMG.

“Link” può, dunque, rappresentare un tassello importante nel processo di riorganizzazione della sanità territoriale. Iniziative simili sono un supporto a un cambiamento che, attualmente, è percepito come una necessità non solo dal paziente, ma anche da istituzioni e policy maker. Se i risultati di tale progetto si riveleranno positivi, sarà ipotizzabile la riproposizione su larga scala di tali procedure, conducendo a un cambiamento concreto della sanità, al fine di renderla più accessibile, agile e soprattutto più sostenibile, attraverso una migliore allocazione delle risorse.

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Questo è il sesto contributo della rubrica realizzata per Agenda Digitale dal VIMASS, laboratorio di ricerca in management e innovazione in sanità dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope. Ogni mese sarà pubblicato un contributo sui temi più importanti e attuali nel campo della sanità digitale, con particolare riferimento ai temi legati alle attività di ricerca del laboratorio.

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