medicina

Dolore nociplastico, l’IA per gestione e trattamento



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Il dolore nociplastico non ha un’origine evidente: è caratterizzato da una sensibilità aumentata o da una risposta alterata agli stimoli. La gestione e il trattamento possono essere complesse e multi-dimensionali, ma l’IA può essere d’aiuto

Pubblicato il 20 ott 2023

Domenico Marino

Università Degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria



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Nel 2017 l’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore ha definito una nuova forma di dolore cronico: il dolore nociplastico. Si ritiene che il dolore nociplastico si manifesti quando la rete di elaborazione del dolore del corpo viene riconfigurata per reagire eccessivamente agli stimoli. Il dolore nociplastico, quindi, è una manifestazione complessa legata al malfunzionamento del sistema nervoso.

L’intelligenza artificiale ha il potenziale di offrire strumenti avanzati per la diagnosi e il trattamento.

Cos’è il dolore nociplastico

Diversamente dal dolore nocicettivo, che scaturisce da un danno reale o potenziale ai tessuti, o dal dolore neuropatico, che emerge da danni specifici ai nervi, il dolore nociplastico nasce da anomalie nella percezione del dolore. Appartiene a questa categoria il dolore cronico, indipendentemente da come viene percepito dalle persone. A differenza del dolore acuto, che è una reazione breve a un evento dannoso, il dolore cronico è generalmente definito come un dolore che dura per tre mesi o più. Spesso non ha un motivo evolutivo o un fattore scatenante identificabile. È meglio considerarlo come una malattia, che colpisce circa il 30% della popolazione mondiale con significativi costi economici. Si stima che uno su dieci di coloro che ne soffrono abbia un dolore invalidante. Oltre ai sintomi fisici, il dolore cronico porta con sé vari problemi psicologici, come depressione e isolamento.

Le sindromi post-covid

Il numero di persone che soffrono di dolore cronico sta aumentando. Poiché molte malattie che un tempo potevano essere mortali, oggi possono essere trattate, lasciando, tuttavia, pazienti vivi, ma con dolore. Anche la pandemia di Covid-19 ha avuto un grande impatto su questo aspetto: si stima che 65 milioni di persone soffrano di sindromi post-covid, di cui un quarto avverte dolore. Nella pratica clinica, identificare questo tipo di dolore può rappresentare una sfida. Ciò accade perché, mentre il dolore nocicettivo può essere legato a segni visibili come gonfiore o arrossamento e il dolore neuropatico può essere correlato a lesioni nervose specifiche, il dolore nociplastico non ha un’origine evidente. Tuttavia, è caratterizzato da una sensibilità aumentata o da una risposta alterata agli stimoli, che può manifestarsi in assenza di segnali tipici di infortunio o malattia. La sua natura insidiosa può portare le persone a cercare molteplici opinioni mediche, sottoporsi a numerosi test o provare varie terapie nella speranza di trovare sollievo.

La gestione e il trattamento del dolore nociplastico

Questo può rendere la gestione e il trattamento del dolore nociplastico un processo complesso e multi-dimensionale, che richiede un approccio olistico e personalizzato per affrontare non solo il dolore fisico, ma anche le componenti psicologiche e sociali associate. Non è solo il sistema nervoso ad essere in causa. Studi del 2021 hanno dimostrato che gli anticorpi possono attaccare erroneamente i nervi del paziente, suggerendo che variazioni nel sistema immunitario possano contribuire al dolore nociplastico. Fattori fisici, emozionali e sociali giocano tutti un ruolo nella percezione del dolore. Gli effetti avversi durante l’infanzia o condizioni come depressione e ansia possono aumentare la probabilità di sviluppare dolore nociplastico. Non esiste una farmaco per risolvere il dolore nociplastico. Molte forme comuni di sollievo dal dolore, come oppioidi o antinfiammatori, sono inefficaci o hanno effetti collaterali indesiderati. Tuttavia, interventi di supporto psicologico possono fare la differenza. Attualmente, l’interesse si concentra sulla neuroplasticità e sul potenziale di sostanze come la psilocibina nel trattare il dolore nociplastico. I test di valutazione come il Quantitative Sensory Testing (QST) si sono rivelati molto utili nel guidare i pazienti verso approcci terapeutici più appropriati. Tuttavia, esiste una preoccupazione riguardo la dipendenza eccessiva da biomarcatori per la diagnosi del dolore e, poiché, non esiste una misura oggettiva del dolore, l’esperienza individuale del paziente rimane fondamentale.

L’IA per la diagnosi e il trattamento del dolore nociplastico

L’intelligenza artificiale ha il potenziale di offrire strumenti avanzati per la diagnosi e il trattamento del dolore nociplastico.

Utilizzando modelli di apprendimento profondo e algoritmi di riconoscimento dei pattern, l’IA può analizzare dati dei pazienti per individuare segni precoci o sottili che potrebbero essere trascurati dagli esseri umani. Questo comprende la valutazione di segni clinici, sintomi riportati dai pazienti e risultati di esami di imaging medico.

Inoltre, l’IA può aiutare nella personalizzazione del trattamento. Analizzando i dati storici del paziente, le risposte a precedenti terapie e le informazioni genetiche, l’IA può individuare quale approccio terapeutico potrebbe funzionare meglio per un individuo specifico. L’intelligenza artificiale può anche svolgere un ruolo nel monitoraggio continuo dei pazienti.

Dispositivi indossabili dotati di IA possono tracciare vari parametri fisiologici e segnalare anomalie o fluttuazioni che indicano un cambiamento nel dolore del paziente. Questo potrebbe permettere una risposta più tempestiva da parte dei medici. Un altro ambito in cui l’IA potrebbe dimostrarsi utile è nella ricerca. L’analisi di grandi set di dati relativi al dolore nociplastico potrebbe portare alla scoperta di nuovi legami biologici o connessioni precedentemente non riconosciute, fornendo anche nuove prospettive per il trattamento. Inoltre, l’IA può offrire soluzioni educative per pazienti e professionisti. Modelli di simulazione basati sull’IA possono aiutare a formare medici su casi complessi, mentre piattaforme di apprendimento personalizzato possono fornire ai pazienti informazioni e strategie per gestire il loro dolore.

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