Microsoft sta preparando la sua “entrata trionfale” nel settore healthcare con l’acquisizione della Nuance Communications, azienda di Burlington, Massachusetts (USA), specialista del settore del riconoscimento vocale e dell’intelligenza artificiale.
Nuance Communications, a fronte di un acquisto di ben sedici miliardi di dollari, permetterà all’azienda fondata da Bill Gates di ottenere un caposaldo importante nel settore cruciale della sanità digitale.
Per comprendere di cosa parliamo, facciamo un parallelo con Siri di Apple o ad Alexa di Amazon: ci si può dettare la lista della spesa, chiedere di mettere un sottofondo musicale, fare domande di cultura generale. Ma il software di Nuance – su cui sono stati investiti tempo e denaro nel corso degli anni – capta e trascrive il (difficile) linguaggio specializzato della medicina. In sostanza, “ascolta” le conversazioni medico-paziente e le trascrive digitalmente in maniera organizzata; e questo spiegherebbe (in parte) l’onerosità dell’acquisto. Acquisto che apre le porte a tutte le potenzialità ed eventualità del futuro.
Rispetto a Siri e Alexa, quindi, Nuance gioca semplicemente “un’altra partita”.
Sfide e potenzialità del riconoscimento vocale in sanità
Basti pensare al portafoglio clienti che Nuance “porta in dote” a Microsoft. La tecnologia di trascrizione vocale dell’azienda di Burlington è utilizzata da più di trecentomila medici e da più di diecimila aziende sanitarie in tutto il mondo. Questo straordinario portafoglio paga appieno i soldi spesi da Microsoft per entrare in un mercato che promette di valere miliardi di dollari l’anno.
L’assistenza sanitaria è ampiamente vista come un settore chiave per le molte possibilità dell’Intelligenza Artificiale “applicata”. Numerosi studi di ricerca mostrano il potenziale degli algoritmi di intelligenza artificiale per individuare le malattie partendo da immagini o estrarre informazioni dalle cartelle cliniche per formulare ipotesi sui diversi percorsi di trattamento. Tuttavia, rimangono vive alcune sfide, come l’ottenere la fiducia dei medici nella tecnologia in esame o prevenire i pregiudizi (famosi “bias” dell’intelligenza artificiale) che si insinuano quando i dati utilizzati per addestrare gli algoritmi in ambito sanitario non sono sufficientemente diversificati, andando a colpire sul lato etnico e sulla differenza di genere.
Educhiamo l’algoritmo alla diversità per eliminare i pregiudizi
Il riconoscimento vocale e la comprensione del linguaggio naturale sono migliorati notevolmente negli ultimi anni, grazie ai progressi dell’Intelligenza Artificiale. Pur essendo una tecnologia che esiste da decenni, solo negli ultimi anni i nuovi metodi di apprendimento automatico (Machine Learning) hanno reso più facile addestrare le macchine a un riconoscimento vocale affidabile. Ed è proprio su questo punto che insiste la Nuance Communications sin dalla sua fondazione nel 1992, affrontando la crescente concorrenza di aziende come Google e Amazon mediante un’esperienza collaudata in ambito tecnologico e un selling in mercati di nicchia con clientela qualificata.
Oltre ai software di assistenza sanitaria, Nuance Communications adotta una piattaforma per costruire chatbot dotati di tecnologia di autenticazione basata sulla voce e di strumenti per il monitoraggio delle conversazioni dei call center. E anche questo è utile per comprendere le reali dimensioni dell’affare di Microsoft. Quest’ultima può scommettere che forme più sofisticate di intelligenza artificiale saranno alla fine in grado di fare il triage dei pazienti prima che vedano il medico, od offrire ai professionisti sanitari consigli qualificati in tempo reale. In pratica, si punterà ad aumentare le abilità del medico aiutandolo in ogni modo possibile.
Microsoft e la Sanità digitale
Microsoft è da alcuni anni “sul pezzo”, ossia in campo sanitario. L’azienda che fu di Bill Gates ha anche assunto dirigenti con background “medico” per la ricerca di strumenti di apprendimento automatico e di Intelligenza Artificiale in ambito sanitario. Per coincidenza, uno degli uffici di Microsoft nell’area di Boston si trova proprio accanto ad una sede di Nuance.
Secondo Bloomberg, l’acquisto di Nuance Communications sarebbe la seconda più grande acquisizione di Microsoft, seconda solo all’acquisto di LinkedIn del 2016 con un valore azionario di oltre 26 miliardi di dollari. Microsoft è entrata nello “spazio” dell’Intelligenza Artificiale decenni fa con progetti di ricerca circa i modi per rendere più facile per le persone parlare con i computer usando un inglese “semplice”. L‘acquisto di Nuance completerà gli sforzi degli ultimi anni, dove Microsoft ha assegnato migliaia di dipendenti al settore dell’Intelligenza Artificiale e ha rilasciato strumenti che i clienti possono utilizzare per costruire applicazioni che comprendono e traducono i discorsi, riconoscono le immagini e ne rilevano le anomalie.
Big tech e Sanità digitale
L’acquisizione di Nuance Communications da parte di Microsoft è un gesto di sfida verso le altre Big Tech che da tempo investono nel settore healthcare, pur con gli evidenti limiti rappresentati dalla sicurezza delle informazioni e dalla protezione dei dati personali. I grandi attori tecnologici stanno inseguendo la supremazia del mercato sanitario in modi diversi, giocando sui loro rispettivi punti di forza. I dati dei pazienti sono una priorità (nonché una vera e propria “miniera d’oro”), siano essi raccolti presso i sistemi sanitari degli ospedali o direttamente dai pazienti stessi (“presso gli interessati”), anche attraverso dispositivi indossabili (come gli smartwatch).
Amazon e la Sanità digitale
Prendendo l’esempio di Amazon, l’azienda di Jeff Bezos sta investendo molto nell’e-commerce sanitario, basti pensare all’acquisto – nel 2019 – della farmacia online americana PillPack per un miliardo di dollari. Più di un mese fa il colosso di Seattle ha annunciato che offrirà servizi di telemedicina a livello nazionale, un servizio che si avvarrà della piattaforma di cloud-computing AWS (Amazon Web Services).
Apple
Per quanto riguarda Apple, l’azienda di Cupertino si concentra sulla vendita dei suoi dispositivi ai fornitori di assistenza sanitaria, così come l’offerta di APP che tracciano attività come quella fisica (es. il ritmo cardiaco, l’ossigenazione del sangue ecc.) attraverso l’iPhone e/o l’Apple Watch. Gli utenti Apple possono anche scaricare le cartelle cliniche elettroniche – ricevute dai medici o dagli ospedali – direttamente sul proprio dispositivo.
Sul fronte opposto invece, Google sta investendo fortemente nella ricerca healthcare, in concerto con due sistemi sanitari, per aiutare a rendere le cartelle cliniche più facilmente “ricercabili” dai medici.
Anche il Big di Mountain View ha la sua APP (Android, per quanto lapalissiano) per tracciare l’attività fisica, il sonno e altri dati relativi alla salute (anche grazie alla strategica acquisizione di Fitbit).
Negli ultimi anni, le mosse di Google per ottenere l’accesso ai dati sanitari attraverso accordi con i sistemi ospedalieri e con altri fornitori di assistenza sanitaria hanno attirato le critiche di alcune associazioni a difesa della privacy nonché di gruppi organizzati di pazienti.
IBM
Controcorrente all’avanzata delle Big Five nel settore healthcare è IBM la quale, nonostante il suo servizio di Intelligenza Artificiale Watson aiuti da tempo i medici a diagnosticare e curare il cancro, da febbraio scorso ha iniziato a esplorare il mercato alla ricerca di potenziali acquirenti.
______________________________