l’analisi

Mobilità sanitaria in Italia: tendenze, dati e strategie di intervento



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La mobilità sanitaria italiana, che coinvolge spostamenti tra regioni per cure, è cruciale per il Servizio Sanitario Nazionale. Il documento “La mobilità sanitaria – Edizione 2023” di Agenas esplora dettagliatamente il fenomeno, evidenziando le dinamiche economiche e geografiche, e sottolinea la necessità di correttivi regionali per migliorare l’efficienza del sistema sanitario

Pubblicato il 14 ott 2024

Domenico Mantoan

direttore generale Agenas



sanità

Il Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) è storicamente caratterizzato dal fenomeno della mobilità sanitaria interregionale, che coinvolge un elevato numero di pazienti nel nostro paese. In Agenas l’Ufficio statistico e flussi informativi sanitari – coordinato da Maria Pia Randazzo – da anni effettua un’osservazione del contesto che quest’anno, per la prima volta, è sfociata nella redazione di un documento di dettaglio “La mobilità sanitaria – Edizione 2023”.

Cos’è la mobilità sanitaria interregionale e perché è importante capirne i risvolti

Ma che cos’è la mobilità sanitaria interregionale e perché è così importante comprenderne i risvolti per individuare opportuni correttivi da parte delle Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano? Iniziamo con il dire che la mobilità sanitaria è caratterizzata da due elementi essenziali, ovvero il “movimento”, nel senso di spostamento dalla giurisdizione sanitaria di appartenenza a un’altra, e la prestazione sanitaria (ospedaliero o ambulatoriale) oggetto di tale spostamento. Per definizione la mobilità sanitaria è costituita da due componenti complementari fra loro:

  • mobilità attiva: descrive l’attrazione esercitata dalle strutture sanitarie, siano esse pubbliche o private accreditate, in favore di utenti che risiedono in altre Regioni/Province autonome;
  • mobilità passiva: descrive la “fuga” dei propri assistiti, verso strutture sanitarie, siano esse pubbliche o private accreditate, fuori dalla propria Regione/Provincia autonoma di residenza.

La mobilità ha un andamento geografico storico e risvolti economico/finanziari importanti.

La migrazione sanitaria dal Sud al Nord

Dall’osservazione dei dati a disposizione, le regioni del Sud sono oggetto prevalentemente di migrazione di pazienti, mentre le regioni del Nord e del Centro fungono da poli di attrattività. Ciò fa sì che le Regioni erogatrici della prestazione vantino un credito rispetto a quelle di residenza del cittadino che riceve la prestazione. Inoltre, occorre considerare che il Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, all’articolo 3, utilizza la mobilità sanitaria come uno degli elementi correttivi necessari al calcolo del fabbisogno di posti letto per mille abitanti a livello regionale, portando all’aumento o al decremento di questo parametro in base alle caratteristiche della mobilità.

L’importanza della mobilità e le sue ricadute

Fatte queste dovute premesse proviamo a osservare ciò che avviene a livello nazionale al fine di meglio comprendere l’importanza della mobilità e le sue ricadute.

I dati della mobilità

Se si considera il periodo dal 2017 al 2019, il volume di ricoveri in fuga è stato sempre di circa 720.000, mentre il costo complessivo era pari a circa 2,8 miliardi di euro.

Tali andamenti hanno subito una rilevante flessione verso il basso negli anni colpiti dal Covid-19, mostrando, però, già a partire dalla seconda parte del 2021, una tendenza crescente fino a tornare nel 2022 a valori molto vicini a quelli del periodo antecedente la pandemia.

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Fonte: AGENAS. La mobilità sanitaria – Edizione 2023

Allo stesso modo è possibile scomporre i dati della mobilità attraverso le determinanti che la caratterizzano, ovvero in mobilità apparente (ricoveri effettuati nella regione di domicilio del paziente quando quest’ultima non coincide con la regione di residenza), mobilità casuale (ricoveri effettuati in urgenza) e mobilità effettiva (componente sulla quale la regione potrebbe intervenire per contrastare il fenomeno della mobilità). Quest’ultima componente, a sua volta, può essere scomposta in ricoveri caratterizzati da DRG (Diagnosis Related Group) di alta complessità, DRG di media o bassa complessità e ricoveri classificati con DRG a rischio di inappropriatezza.

La spesa e il volume dei ricoveri in mobilità

La spesa e il volume dei ricoveri in mobilità effettiva rappresentano una quota significativa per l’Italia con un totale complessivo di due miliardi di euro, pari a circa l’80% della spesa e del volume per mobilità totale. Inoltre, si tenga in considerazione che due ricoveri su tre sono assorbiti da strutture private accreditate (66,92%), per un totale pari a 1,4 miliardi di euro.

Considerando esclusivamente il volume assoluto di ricoveri in mobilità attiva, nel 2022, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto sono risultate le regioni più attrattive, assorbendo il 56% dei ricavi complessivi di mobilità. Inoltre, osservando l’indice di fuga, quest’ultimo è più alto nelle regioni del Sud del paese valore che diminuisce risalendo lo stivale (Sud 13,36%; Centro 10,30%; Nord 8,85%).

Inoltre, negli ultimi sei anni c’è stata una diminuzione dei volumi di ricoveri in mobilità caratterizzati da DRG di media complessità (anno 2017: 56%; anno 2022: 52,2%). Analogamente, osservando la spesa per mobilità sostenuta nello stesso periodo c’è stato un incremento assoluto di 4 punti percentuali per i ricoveri classificati con DRG di alta complessità, che costituisce il 40,6% della spesa sostenuta nel 2022.

Immagine che contiene testo, schermata, Carattere, numeroDescrizione generata automaticamente Fonte: AGENAS. La mobilità sanitaria – Edizione 2023

Elementi che possono influenzare la mobilità

Uno degli elementi che può influenzare la mobilità è la distanza tra il luogo di residenza e il luogo di cura. Per questo il lavoro dell’Agenzia ha effettuato un’analisi rispetto agli spostamenti in mobilità sanitaria verso regioni di confine e verso strutture in prossimità, ovvero distanti meno di un’ora o meno di 50 km dal luogo di residenza.

Vale la pena ricordare che nel 2022, su un totale di circa due miliardi di euro scambiati in mobilità effettiva, più della metà sono stati scambiati tra regioni confinanti. In particolare, l’11,55% (244 milioni) degli scambi complessivi ha interessato ricoveri in strutture in prossimità del comune di residenza del paziente.

Nel Nord Italia la propensione a ricoverarsi in regioni di confine è di gran lunga più alta che nel resto d’Italia (83,69%), segue il Centro con il 69,20% e, infine, il Sud, che mostra la più bassa proporzione di fuga in mobilità di confine (27,82%).

Immagine che contiene testo, schermata, diagramma, CarattereDescrizione generata automaticamente Fonte: AGENAS. La mobilità sanitaria – Edizione 2023

Ci sarebbero molti altri dati da evidenziare e per questo invitiamo i vari stakeholder del settore della sanità a leggere le oltre quattrocento pagine del documento redatto da Agenas che contiene al suo interno anche un’analisi dettagliata per singola Regione e Provincia Autonoma.

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