Dal 25 gennaio scorso, ci sono nuove regole per viaggiare all’interno della Unione europea, relativamente al green pass. In estrema sintesi, ciò che rileva non sarà più il criterio del Paese di provenienza, come è stato sostanzialmente finora, bensì lo status vaccinale. Ma vediamo nel dettaglio le più rilevanti novità.
Viaggiare in Europa, green pass dal primo febbraio 2022
Dal primo di febbraio per viaggiare (liberamente) all’interno della UE occorrerà avere il lasciapassare verde. Al centro del sistema europeo approda dunque il Green pass base ottenibile attraverso:
- lo stato di vaccinazione
- il test
- il certificato di guarigione
In pratica, il possesso del Certificato verde consentirà di poter circolare senza restrizioni, ferma restando la prudenza di fondo: evitare di effettuare viaggi non essenziali tra le aree colorate di rosso scuro, cioè a maggior rischio sanitario.
Niente tampone né test per tornare in Italia col green pass dall’Europa
Un’ordinanza del ministero Salute del 23 febbraio ha fatto sì che i cittadini europei col green pass possono entrare o tornare in Italia senza più tampone né quarantena (di cinque giorni). Una precedente ordinanza di dicembre 2021 richiedeva invece tampone a chi aveva green pass. E tampone negativo e quarantena di 5 giorni a quelli senza green pass.
Viaggi in Europa? Un primo allentamento dal primo marzo anche per chi arriva dai Paesi extra UE
Già dal 1° marzo è più facile viaggiare, grazie all’ordinanza del ministero della Salute che ha stoppato la quarantena dai Paesi extra UE. Per l’ingresso sul territorio nazionale, come vedremo poco più avanti, da un mese basta il Green pass cd “base” (anche da tampone).
Le misure attualmente in vigore
Partiamo dalla quarantena preventiva ad oggi solo in assenza/mancata esibizione del Green pass, per 5 giorni e presso l’indirizzo indicato nel digital Passenger Locator Form, con l’obbligo del tampone alla fine di detto periodo.
La faq governativa
Ricordiamo la faq governativa sui viaggi in Europa, ricordando che per l’ingresso in Italia «…rimane ferma la validità dei certificai UE di vaccinazione prevista dai relativi Regolamenti europei di 9 mesi (270 giorni).
Nel memento, si legge ancora che «…chi viaggia o fa rientro da un Paese europeo in Italia e non ha un Green pass valido da vaccinazione o guarigione o tampone, ha l’obbligo di sottoporsi ad isolamento fiduciario di 5 giorni».
In ordine all’”accesso ad attività e servizi in Italia” poiché fa riferimento, come al momento è giusto che sia, al Green pass rafforzato, è verosimile che entro la fine del mese di aprile ci sia un aggiornamento ufficiale, alla luce dell’ultimo decreto Covid.
In ogni caso, per restare costantemente informati consultare qui ricordando che il Green pass «…non è un documento di viaggio. Le evidenze scientifiche sulla vaccinazione, sui test e sulla guarigione da COVID-19 continuano a evolversi, anche in considerazione delle nuove varianti del virus. Prima di metterti in viaggio, controlla le misure di salute pubblica applicate nel luogo di destinazione e le relative restrizioni» disponibili sull’apposito e ufficiale sito.
Le attuali deroghe, in Italia
Facciamo ora presente che «gli spostamenti da e per la Repubblica di San Marino e lo Stato della Città del Vaticano non sono soggetti a limitazioni nè a obblighi di dichiarazione […] Non sono tenuti alla presentazione del green pass ad esempio l’equipaggio dei mezzi di trasporto e il personale viaggiante; i lavoratori transfrontalieri in ingresso e in uscita dal territorio nazionale per comprovati motivi di lavoro e per il conseguente rientro nella propria residenza, abitazione o dimora; gli alunni e gli studenti per la frequenza di un corso di studi in uno Stato diverso da quello di residenza, abitazione o dimora, nel quale ritornano ogni giorno o almeno una volta la settimana».
Ingressi nel territorio nazionale, dal 1° aprile
A decorrere dal 1° aprile 2022 e fino al 31 dicembre 2022 nella fase post-emergenza, in considerazione dell’andamento epidemiologico, nell’ultimo decreto Covid viene stabilito che il ministro della Salute sentiti i Ministri competenti per materia, con propria ordinanza, abbia la facoltà di introdurre rectius ripristinare eventuali limitazioni agli spostamenti da e per l’estero nonché imporre misure sanitarie in dipendenza dei medesimi spostamenti.
Viaggi all’estero e il rientro in Italia, dal 1°maggio ulteriore allentamento: nuove regole in vista dell’estate
L’estate sta arrivando, e un allentamento ulteriore restrizioni pure.
Tuttavia, ciò nonostante, alcune regole per i viaggi verso l’estero e per il rientro in Italia restano ancora in vigore.
Prima di mettersi in viaggio
Per quanto si stia progressivamente tornando a viaggiare, prima di mettersi in viaggio, è bene sapere che:
- il ministro della Salute ha firmato l’ordinanza che proroga al 31 maggio alcune delle disposizioni per gli arrivi dai Paesi esteri;
- il passenger locator form — localizzazione del viaggiatore in caso di eventuale contagio da Covid durante lo spostamento — dal 1°maggio non sarà più necessario in Italia;
- circa l’obbligodi uso delle mascherine, le FFP2 servono ancora per:
- aeromobili
- navi e traghetti
- treni intercity, intercity notte e ad alta velocità
- autobus/scuolabus
- spettacoli al chiuso (teatri, sale da concerto, cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali assimilati, eventi e competizioni sportive)
Tali disposizioni di cui alle ordinanze a firma del ministro Speranza saranno in vigore fino al 15 giugno 2022.
In pratica dal 1° maggio, la novità
In concreto, da domenica 1° maggio non si dovrà più compilare il form finora richiesto per rientrare in Italia dopo un viaggio all’estero. Ma attenzione alle regole più restrittive che — rammentiamo — prevalgono sempre. Ne consegue che se il PLF fosse richiesto in altro Paese, quella regola più restrittiva troverebbe applicazione, nonostante che la nostra normativa l’abbia abolita; ben potendo l’altro Paese continuare a richiederlo.
La proroga del Green pass base, fino al 31 maggio
Per contro, viene deciso di prorogare fino al 31 maggio l’obbligo di green pass base per recarsi all’estero.
Si tratta di una deroga al nuovo impianto normativo del Governo italiano. Infatti, se il Green pass sia esso base o super viene eliminato ovunque in Italia, non può dirsi lo stesso per gli spostamenti da/per l’estero o meglio per viaggiare per tutto il mese di maggio ci vorrà ancora il Green pass nella forma base cioè a dire anche da tampone confermando di fatto l’ordinanza del 22 febbraio a mente della quale «tutti i viaggiatori che entrano in Italia hanno l’obbligo di presentare una certificazione verde Covid riconosciuta in Europa».
Ingressi in Italia da Paesi extra UE con o senza vaccino
Ingressi da Paesi extra UE
Un’ordinanza del ministro della Salute Speranza del 24 febbraio stabilisce che chi entra in Italia da Paesi extra UE dovrà fare solo un tampone con test negativo se ha un certificato vaccinale (green pass o equivalente anche cartaceo per cittadini non europei). Altrimenti, tampone e 5 giorni di quarantena.
In Israele
Dal 1° marzo ha eliminato il Certificato verde per l’accesso ai luoghi pubblici e ai posti di lavoro, cambiando anche le regole per visitare il Paese: sarà infatti necessario un tampone molecolare alla partenza e all’arrivo all’aeroporto della capitale; mentre per gli israeliani che dovessero farvi rientro, sarà necessario soltanto il tampone, sempre in areoporto.
Nel Regno Unito
Stop al Green pass e all’uso delle mascherine già dalla scorsa metà di gennaio, come vedremo più avanti nel focus dedicato.
In Svizzera
Dalla scorsa metà di febbraio la Svizzera è priva di lacci e lacciuoli anti-Covid. Niente più mascherine e Certificati verdi né per entrare nei negozi/ristoranti/centri culturali ovvero altre strutture aperte al pubblico e annesse manifestazioni.
Da aprile, non ci sarà più nemmeno l’obbligo delle mascherine sui trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie. L’isolamento dei positivi sarà ridotto a cinque (5) giorni.
Nuove regole Covid per viaggiare bene, sicuri e informati. I punti chiave
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) quotidianamente disegna e aggiornare la mappa settimanale dell’Europa con il sotteso intento di aumentare il numero dei vaccinati.
Figura 1 Mappa Ecdc aggiornata al 13.01.2022
A quasi due anni dall’inizio della pandemia, inizia a intravedersi un po’ di luce dal momento che l’Unione europea sta per abbandonare la cd “mappa del contagio” che ci accompagna da quel marzo 2020, in favore di un approccio “individuale”, nel senso che varrà lo status personale del cittadino – con vaccinazione completa, guarito dal Covid oppure dotato di tampone – e non più l’area di provenienza, in ottica di chiara semplificazione.
Il Green pass UE tra scadenze e resistenze
Per viaggiare in Europa occorre il Green pass che, secondo le ultime disposizioni, sarebbe valido 9 mesi. Tuttavia, all’interno dei rispettivi territori nazionali la durata varierebbe a seconda delle norme e relative scadenze da Paese a Paese.
Quanto vale il Green Pass in Europa e non solo
Facciamo di seguito una rapida e schematica carrellata, per poi approfondirla, in maniera discorsiva, più oltre.
uno sguardo verso il mondo | |
I Paesi che non utilizzano il Green Pass | Danimarca Irlanda Lituania |
I Paesi in cui il Green Pass vale 12 mesi | Finlandia |
I paesi in cui il Green Pass valido 9 mesi | Croazia Estonia Germania Grecia Liechtenstein Norvegia Paesi Bassi Polonia Romania Slovenia Spagna Svizzera Ungheria |
I Paesi in cui il Green Pass vale dai 3 ai 7 mesi
| Austria Belgio Francia Portogallo |
Mappa ECDC puramente informativa
Secondo la raccomandazione proposta, le persone con vaccinazione completa, ovvero guarite dalla malattia oppure ancora in possesso di un test negativo al Covid, non potranno più essere costrette ad altri tamponi o quarantene siano essere necessarie o fiduciarie, a prescindere dalla situazione epidemiologica del loro Paese di origine.
Ne consegue che la “mappa d’incidenza cumulativa dei casi bisettimanali” anzidetta assumerà carattere “puramente informativo”.
Ora, uno sguardo che ben fotografa, con occhio ufficiale, la situazione ad aprile.
Ciclo vaccinale, sempre di nove (9) mesi
Secondo l’ultima raccomandazione la validità del green pass ottenuto grazie al ciclo vaccinale resta di “nove mesi”. Parimenti, restano immutati anche i 180 giorni di libera uscita garantiti dal certificato di guarigione.
Tamponi rapidi, validi per sole 24 ore (non più 48)
Cambia, invece, la tempistica dei tamponi. Secondo la raccomandazione in questione se il risultato dei molecolari resterà valido per le 72 ore successive, muterà il tempo di validità dei tamponi cd “test antigenici” dimezzandolo a 24 ore.
Covid, nuove regole per viaggiare in Europa: basterà il Green pass
Dal 1° febbraio, stop ad altre restrizioni oltre al Green pass.
I viaggiatori, infatti, in possesso del certificato digitale Covid Ue valido «non
dovrebbero essere soggetti a ulteriori restrizioni alla libera circolazione. Le misure adottate per contrastare la pandemia devono essere basate sulla condizione della persona, e non sulla situazione a livello regionale, eccezion fatta per le aree dove il virus
circola a rischio molto elevato», si legge nella nota pacchetto di raccomandazioni.
In altri termini, muta l’approccio europeo sui viaggi, per quanto — pare che — il vicepresidente della Commissione abbia annunciato la possibilità di estendere il Green pass oltre giugno essendosi palesato uno strumento decisamente efficace.
Il Green pass come conditio sine qua non
Aperto resta il dibattito sul tema, specie in Italia, del Green pass come nuova normalità.
Parlare di “normalità” associandola a libertà compresse pare, e non solo a parere di chi scrive, un ossimoro, evocando il pensiero doppio orwelliano attesa la capacità di accogliere ad un tempo, mentalmente, due opinioni tra loro contrastanti. Pensate al famoso “gelato … caldo”.
Ma solo in Italia, come visto.
Viaggi in Ue: i paletti del Consiglio Europeo
Lo scorso 26 gennaio, il Consiglio Europeo per il tramite di una nuova raccomandazione che si fonda sostanzialmente su un approccio coordinato al fine di agevolare la libera circolazione in sicurezza in pandemia che tenga conto «…del notevole aumento della copertura vaccinale e alla rapida introduzione del certificato Covid digitale dell’UE».
In pratica, le misure contro il Covid-19 vanno applicate in considerazione principalmente di due fattori:
- stato di salute della persona piuttosto che della situazione epidemiologica a livello regionale a livello regionale, ad eccezione delle zone in cui la circolazione del virus è molto elevata (zone rosso scuro);
- certificato Covid digitale UE del viaggiatore, quale fattore determinante
Si tratta, lo precisiamo fin da subito, di una raccomandazione non (giuridicamente) vincolante. Infatti, spetta a ciascun Paese se introdurre o meno restrizioni in caso di viaggi. Resta essenziale, par ovvio, il coordinamento tra Stati.
Approccio fondato sulla persona
Stop alle ulteriori restrizioni alla libera circolazione per quei viaggiatori che sono in possesso del certificato Covid digitale UE in corso di validità.
Per essere valido occorre:
- il certificato di vaccinazione, trascorsi almeno 14 giorni e non più di 270 dall’ultima dose del ciclo di vaccinazione primario o se la persona ha ricevuto una dose di richiamo;
- il risultato negativo del test PCR ottenuto non più di 72 ore prima del viaggio o un test antigenico rapido negativo ottenuto non più di 24 ore prima;
- il certificato di guarigione attestante che non sono trascorsi più di 180 giorni dalla data del primo risultato positivo del test.
Le persone non in possesso di un certificato COVID digitale dell’UE potrebbero essere tenute a sottoporsi a un test prima dell’arrivo ovvero entro 24 ore dallo stesso.
I viaggiatori aventi una funzione o una necessità essenziale, i lavoratori transfrontalieri e i minori di età inferiore ai 12 anni sono/dovrebbero esentati da tale obbligo.
Mappa delle regioni dell’UE e il sistema “a semaforo”.
La raccomandazione prevede poi che il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) dovrebbe continuare a pubblicare una mappa delle regioni degli Stati membri che indichi il rischio potenziale d’infezione secondo un sistema “a semaforo” a seconda delle zone se esse siano: verde, arancione, rosso, rosso scuro. In quest’ultimo caso, e per chi dovesse provenire da esse, il Consiglio europeo «…scoraggia tutti i viaggi non essenziali e imporre alle persone provenienti da tali zone che non siano in possesso di un certificato di vaccinazione o di guarigione di sottoporsi a un test prima della partenza e a quarantena dopo l’arrivo».
Freno di emergenza
É stato rafforzato ancora il cd “freno di emergenza” al fine di rispondere alla comparsa di nuove varianti che destano preoccupazione o interesse. Quando uno Stato membro impone restrizioni in risposta all’emergere di una nuova variante, il Consiglio è chiamato a riesaminare la situazione in stretta cooperazione con la Commissione e con il sostegno dell’ECDC.
Scopri qui la Infografica elaborata dal Consiglio di Europa cd “A common approach to COVID-19 travel measures in the EU”
Viaggiare in Europa a Pasqua, con o senza Green pass (base)
e in estate?
Il Covid che parrebbe essere di nuovo in ripresa e quindi guastare le feste pasquale in arrivo. Vediamo come e dove si potrà viaggiare in Europa a metà aprile, salvo cambiamenti dell’ultima ora.
In generale, alla fine di febbraio, è stato dato un “Avviso a tutti i viaggiatori” del seguente tenore: «Dal 1 al 31 marzo 2022 , gli spostamenti da/per l’estero, per la normativa italiana COVID-19, sono disciplinati dall’Ordinanza 22 febbraio 2022, che semplifica la normativa precedente pur continuando a prevedere la necessità di una certificazione digitale Covid UE o equivalente per l’ingresso in Italia».
Per informazioni sull’ingresso/rientro in Italia rammentiamo di guardare al Questionario InfoCOVID.
Non sono più in vigore né applicabili le ordinanze relative ai voli Covid-tested né quelle relative ai cd “Corridoi turistici Covid-free”. Non sono più in vigore nemmeno le restrizioni agli spostamenti verso i Paesi (ex Elenco E).
Ciò non toglie che i Paesi di destinazione possano continuare, discrezionalmente, ad adottare una normativa restrittiva per gli ingressi dall’estero.
Il comunicato termina dicendo «Tutti coloro che intendano recarsi all’estero, indipendentemente dalla destinazione e dalle motivazioni del viaggio, devono considerare che qualsiasi spostamento può tuttora comportare un rischio di carattere sanitario o comunque connesso alla pandemia da COVID-19. Si raccomanda, pertanto, di pianificare con massima attenzione ogni aspetto del viaggio, contemplando anche la possibilità di dover trascorrere un periodo aggiuntivo all’estero, nonché di dotarsi di un’assicurazione sanitaria che copra anche i rischi connessi a COVID-19».
Ad oggi, diversi sono i Paesi europei che hanno rimosso le restrizioni da Covid, con un chiaro input: tornare alla (nuova) normalità, in vista dell’estate; anche grazie all’alto tasso di vaccinazione.
Ciò premesso, vediamo come paese per paese, la maggioranza dei Paesi UE si stanno adeguando.
Austria
L’Austria parrebbe ad oggi richiedere il vaccino e un tampone molecolare, a meno che non si abbia la terza dose cd booster, oltre alla presentazione del Green pass. In caso di assenza di una di queste tre circostanze si rende obbligatorio sottoporsi a isolamento fiduciario che si interrompe al test PCR molecolare negativo.
Più blande sono invece le norme per chi ha la terza dose di vaccino esonerando gli stessi dal test e da ogni quarantena.
Non solo. Oltre all’obbligo vaccinale, dal 1º febbraio la validità dei certificati di vaccinazione per uso nazionale e quindi per ristoranti, alloggi, strutture ricreative e sportive, ecc. è ridotta a 180 giorni (sei mesi), 210 (sette mesi) se si è minori di anni 18. Tutti coloro che hanno infine ricevuto la dose cd booster hanno un Green Pass valido per 270 gg (nove mesi).
Da inizio marzo, l’esecutivo austriaco ha deciso di sospendere la legge sull’obbligo vaccinale contro il Covid-19, con quanto per conseguenza.
Belgio
In Belgio hanno deciso di imporre un periodo di validità inferiore rispetto a quello valevole a seguito dei certificati di vaccinazione, riducendo la durata del Green pass da 270 a 150 giorni, a partire dal prossimo 1° marzo.
Più in generale, quali misure di contenimento resta l’obbligo di lavorare da casa, ogniqualvolta sia possibile. In caso contrario, il datore di lavoro dovrà rilasciare un certificato che lo dimostra. Bruxelles ha istituito un sistema a rotazione che consente, se necessario, di recarsi una volta la settimana sul luogo di lavoro mettendosi d’accordo con i colleghi/responsabili.
Bulgaria
La Bulgaria, contrariamente ai Paesi UE/Area Schengen, ha deciso di non inserire alcuna data di scadenza sul certificato di vaccinazione per coloro i quali riceveranno una dose aggiuntiva, in caso contrario varranno 12 mesi (un anno).
L’uso del Green pass è obbligatorio per quasi tutte le attività al chiuso, ma non per il lavoro, applicando laddove possibile lo smart working. In ogni caso la massima presenza fisica del personale deve essere inferiore nella misura della metà rispetto alla totalità dei lavoratori in relazione all’azienda di riferimento.
Croazia
In Croazia il Green Pass sarà valido per 9 mesi per circolare all’interno del loro territorio, con la conseguenza che chi ha ricevuto l’ultima dose di vaccino da più di 270 giorni dovrà ricevere la dose di richiamo (booster), per la validità del Green pass.
Danimarca
In Danimarca dal primo febbraio non vi sono più restrizioni Covid-19, quindi stop anche al Green pass.
Ad un tempo, in pari data, non ci sono più raccomandazioni nemmeno per lavorare da casa nei luoghi di lavoro sia pubblici che privati. Ai datori di lavoro è richiesto di valutare la situazione, per organizzare la gestione del personale sulla base dei contagi locali. Raccomandazioni specifiche sussistono, al momento, per il personale dedito all’assistenza anziani, negli asili nido, nella scuola primaria e più in generale nel settore dell’istruzione.
Estonia
Anche in Estonia, dal primo febbraio il Green pass da vaccinazione avvenuta vale per 9 mesi, e occorre per accedere in tutti gli spazi interni/luoghi al chiuso; con una possibile estensione a 15 mesi per i minori di età compresa tra i 12 e i 18 anni.
Finlandia
In Finlandia, il Green pass è valido per un periodo di 12 mesi. Anche in questo caso, il Green Pass, ad oggi, è obbligatorio per accedere a molte della attività al chiuso quali musei, spazi espositivi e altri consimili luoghi culturali.
Il suggerimento del governo è quello di prediligere il lavoro da remoto.
Francia
In Francia, cambiano le regole, e precisamente dal 24/01/2022 occorre avere il Super Green pass (all’italiana).
Ad oggi, è obbligatorio per tutti, minori compresi, compilare la dichiarazione di assenza di sintomi di cui al Ministero dell’Interno francese unitamente al modulo di localizzazione digitale (cd Passenger Locator Form) da presentare al momento dell’imbarco, e a chiunque preposto ad effettuare i controlli.
Ancora, superato il picco dei contagi, di recente è stato annunciato che, tra gli altri, dal 2 febbraio cadrà l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto.
Il cd “pass vaccinale” francese occorre per accedere a molti locali che offrono servizi al chiuso, con una validità pari a 7 mesi, con una riduzione prevista per metà febbraio, a 4 mesi.
Anche la Francia, a noi affine nella lotta contro il Covid, si è adeguata anticipando i tempi dallo stop al distanziamento e mascherine financo negli uffici e più in generale al chiuso, e questo dal 14 marzo, giorno in cui non sarà più valido il Green pass rafforzato.
Per maggiori informazioni sulle condizioni di ingresso in Francia consulta QUI.
Germania
In Germania il Green pass è d’obbligo per entrare nei posti al chiuso, e vale 9 mesi.
La Germania che, come noto, ha imposto la quarantena obbligatoria per i non vaccinati, a partire dal 1° gennaio 2022 per entrare nel Paese occorre:
- registrarsi sul seguente portale;
- a partire dai 6 anni, presentare una documentazione che dimostri di essere vaccinato, guarito o di esser risultato negativo a un tampone antigenico o molecolare nelle 48 ore precedenti l’ingresso nel Paese;
- obbligo di quarantena di 10 giorni per chi non è vaccinato o guarito che può essere ridotto a 5 giorni di isolamento effettuando un secondo test con risultato negativo.
La documentazione va inviata alle Autorità sanitarie competenti, in assenza di ciò la quarantena dura 10 giorni.
Dallo scorso 3 marzo, per l’ingresso in Germania dall’Italia è necessario alternativamente esibire il certificato di:
- vaccinazione(si considerano “vaccinate” le persone che hanno completato il ciclo vaccinale; maggiori informazioni sono disponibili qui)
- guarigione(si considerano guarite le persone asintomatiche e risultate positive ad un tampone non meno di 28 giorni e non più di 90 giorni prima);
- esito negativo di un test (tampone antigenico o molecolare effettuato nelle 48 ore precedenti l’ingresso in Germania).
Per ulteriori dettagli consulta qui.
Dal 20 marzo, il “freedom day” cioè a dire il giorno nel quale è scattato il piano per porre fine a (quasi) tutte le restrizioni anti-Covid per ristoranti, negozi e nelle abitazioni. Ancora obbligatorio, invece, l’obbligo di mascherine per ospedali, trasporti e scuole, ma solo più per poco.
Grecia
La Grecia “spinge” alla dose booster pena la revoca del Green pass, all’italiana e dal 1° febbraio, «chi non ha ricevuto la dose booster dopo 7 mesi (dalla seconda dose) sarà considerato non vaccinato». Ma a partire dal 21 febbraio, il Green pass durerà 9 mesi. Per coloro che si sono sottoposti alla terza dose la durata del documento è illimitata.
Dal 1° maggio, l’obbligo del Green pass da vaccinazione/guarigione da Covid-19 sarà totalmente revocato.
Irlanda
L’Irlanda abolisce quasi tutte le restrizioni anti Covid. Passato il picco della variante Omicron, stop a:
- Green Pass
- distanziamento
- chiusura obbligata di bar e ristoranti a mezzanotte
Lituania
In Lituania, dallo scorso 5 febbraio, i non occorre più nulla (certificati di vaccinazione, di recupero o di esito negativo del test) per entrare nei luoghi al chiuso.
Sul fronte Green Pass, è valido 9 mesi e occorre per entrare nel Paese dall’estero, e quindi per (poter) oltrepassare le frontiere.
Paesi Bassi
Nei Paesi Bassi, il Green Pass per entrare negli spazi al chiuso è obbligatorio. Ma non è tutto. Dallo scorso 1° febbraio sono (stati) riconosciuti i soli certificati di vaccinazione indicanti l’ultima dose di vaccino andando a ritroso negli ultimi 9 mesi.
Polonia, restrizioni revocate ma attenzione
In Polonia, da fine marzo, l’obbligo del Green pass è abolito dallo scorso 28 marzo 2022.
Tuttavia, a prescindere dal Paese di provenienza, chi viaggia in aereo dovrà compilare il Passenger locator form on-line.
Portogallo
In Portogallo, il Green pass rappresenta la completa vaccinazione avvenuta negli ultimi 180 giorni (6 mesi); validità che può essere estesa in caso di somministrazione di dose di vaccino aggiuntiva.
Repubblica Ceca, tutti possono viaggiare normalmente
Già dalla prima decade di aprile 2022, in Repubblica Ceca, per entrarvi, non occorre più alcuna Certificazione Verde.
Romania
Dal 9 marzo scorso, l’ingresso in Romania non è più soggetto ad alcuna restrizione.
Ai viaggiatori in entrata non sarà, infatti, richiesto alcun Certificato verde o digitale Covid-19 (Green pass) e non è previsto l’isolamento fiduciario.
Slovenia
In Slovenia, è necessario avere il Green pass per entrare rispettivamente nelle strutture culturali, ricreative e sportive, ristoranti e bar, strutture turistiche, fiere e conferenze al coperto, e casinò. Il certificato verde ha una validità pari a 9 mesi.
Spagna
In Spagna, la svolta: secondo le autorità locali è arrivato il momento di monitorare la pandemia in modo diverso, come una influenza, con rispetto parlando per i milioni di vittime che il Covid ha mietuto.
Svezia
Anche la Svezia allenta le regole della quarantena per il Covid nel senso che i positivi o coloro che vivono con un positivo dovranno isolarsi solo più per 5 giorni, mentre alcune categorie, come i sanitari o poliziotti, non dovrà (più) mettersi in isolamento, quand’anche fosse venuto in contatto con positivi.
Dal 1° aprile 2022 non occorre più presentare la Certificazione digitale Covid UE, a prescindere dal Paese di provenienza.
Il “Plan B” dell’Inghilterra, stop al Green pass
E così approdiamo extra UE in Inghilterra laddove è notizia ormai nota che il primo ministro abbia affermato che il governo inglese abbandonerà immediatamente lo smart working, passando velocemente al “Piano B” dichiarando che «…dobbiamo imparare a convivere con il Covid allo stesso modo in cui conviviamo con l’influenza».
Insomma, un chiaro allentamento delle restrizioni anche verso i viaggi, intendendo porre fine all’obbligo legale per le persone (risultanti) positive al Covid di auto-isolarsi.
In Italia, una graduale eliminazione del green pass
Se fossimo a teatro, potremmo proclamare un bel “…colpo di scena”. Stante il picco dei contagi che sta arrivando o forse sta passando e che prima o poi scomparirà come questo Covid, con l’ultimo DPCM del 21 gennaio scorso il Governo ha ridotto al minimo le attività consentite senza green pass, a differenza di altri Paesi, come vedremo più oltre ad esempio la Gran Bretagna, che hanno annunciato l’abbandono delle certificazioni verdi e l’allentamento o financo la fine delle restrizioni.
In Italia, oggi chi ha la terza dose booster ha diritto al Green pass “eterno”.
In Italia prevale una visione ideologica della prevenzione (da Covid-19)
Se nella maggioranza degli altri paesi europei, come abbiamo potuto constatare, o sono già state ritirate le norme più restrittive o si sono allentate di molto, da noi per dire addio a tutte le restrizioni dovremo ancora aspettare il 1° maggio.
Da quella data, frutto del graduale allentamento si dovrebbe tornare a una nuova normalità, sia pure tenendosi pronti a usarli all’occorrenza in caso di ripresa del virus.
L’Italia tuttavia facendosi promotrice, in passato, di una escalation — ricordando che siamo stati il primo Paese a istituire il Green pass — dà l’idea di essere sostanzialmente ideologicamente imprigionata da questo strumento, vista anche la graduale eliminazione. Certo, gli altri paesi che ci hanno bene o male seguito a ruota, si sganciano dal Green pass come se staccassero un interruttore della corrente senza farsi tanti, troppi problemi.
L’ultimo DPCM del 21 gennaio 2022
Dal 1° febbraio niente Green pass né base né super per accedere ai supermercati o le edicole nonché per usufruire dei servizi in ambito di salute, sicurezza e giustizia.
Occorrerà invece averlo ed esibirlo (quello base) per entrare nei tabaccai, librerie e alle Poste così come nelle banche, o finanziarie e tutti gli uffici pubblici.
Insomma, le solite stranezze del nostro Paese.
In pratica, detto altrimenti, le esigenze alimentari e di prima necessità, sanitarie, di sicurezza e di giustizia saranno sempre garantite, esattamente come nei periodi di lockdown. Mentre per tutti quei luoghi in cui sono in vendita anche prodotti non essenziali come ad esempio nei centri commerciali, no. Laddove peraltro verranno effettuati controlli a campione per evitare che, sull’onda del pensiero governativo, “i No vax approfittino delle poche attività consentite per farne altre”.
Ma sarà proprio questa la via giusta per convincere quei pochi ancora rimasti No vax, a sottoporsi al vaccino?
Non è forse peggio, con tutte queste restrizioni continue, per non dire accanimento incalzante, trovarsi ad avere gente (non ancora vaccinata e che non vuole in alcun modo vaccinarsi, per opinabili ragioni) che “spera” di contrarre il virus, nella variante più blanda di Omicron? Non è eticamente ben più preoccupante, a maggior ragione nei riguardi di quanti, specie nei riguardi dei parenti, deceduti: mediate gente, meditate (!)
L’immancabile FAQ governativa, tutta all’italiana
Non poteva mancare la FAQ governativa tutta all’italiana, spieghiamone il perché.
È semplice capire la poca coerenza, basta leggerne il tenore testuale: «Coloro che accedono agli esercizi commerciali esenti dal cd. green pass previsti dall’allegato del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 gennaio 2022 possono acquistare ogni tipo di merce in essi venduta? Sì, l’accesso ai predetti esercizi commerciali consente l’acquisto di qualsiasi tipo di merce, anche se non legata al soddisfacimento delle esigenze essenziali e primarie individuate dal citato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri».
In altri termini, quindi, dobbiamo rappresentarci che chi va al supermercato ove si potrà continuare ad entrare liberamente, potrà acquistare generi alimentari di prima necessità, ma anche, per esempio, vasi da giardino o complementi di arredo — non certo qualificabili come il pane e il latte — purché venduti all’interno dello stesso esercizio commerciale. Diversamente, se invece si entra in un centro commerciale, allora liberamente si potrà accedere nei locali che vendono alimentari o farmaci, ma non anche — sempre che si venga controllati a campione dagli esercenti stessi — in un altro che, ad esempio, vende abbigliamento (altro bene asseritamente non primario). In caso di controllo, ovviamente conseguono le sanzioni previste per il mancato possesso del Green Pass.
I negozi da Green pass free, come da elenco di cui al DPCM 21/01/22
Vediamo di seguito e in sintesi (tabellare), l’elenco di quei negozi ad accesso libero.
Luoghi ad accesso libero
Negozi di commercio
Ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati e altri esercizi al dettaglio di alimenti e bevande dove però non sarà mai consentito il consumo sul posto.
Negozi di commercio al dettaglio
- Negozi di commercio al dettaglio di surgelati
- Negozi di commercio al dettaglio di animali domestici e alimenti per animali
- Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati
- Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari
- Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi specializzati, farmacie e parafarmacie
- Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati
- Commercio al dettaglio di materiale per ottica
- Commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento
Come si può notare, è una lista molto più contenuta rispetto a quelle che i DPCM di Conte contenevano durante i periodi di lockdown.
Il Dpcm rammentiamo, regolamenta altresì l’accesso alle strutture sanitarie e sociosanitarie nonché veterinarie in cui è sempre consentito l’accesso senza Green pass «per ogni finalità di prevenzione, diagnosi e cura», il che vale anche per gli accompagnatori.
Parimenti è consentito l’accesso, senza certificazione verde, agli uffici aperti al pubblico delle Forze di polizia «per assicurare lo svolgimento delle attività istituzionali indifferibili e di prevenzione e repressione degli illeciti». Idem, per gli uffici giudiziari «per la presentazione indifferibile e urgente di denunce da parte di soggetti vittime di reati o di richieste di interventi giudiziari a tutela di persone minori di età o incapaci, nonché per consentire lo svolgimento di attività di indagine o giurisdizionale per cui è necessaria la presenza della persona convocata».
L’ultimo DL 24/22
L’ultimo decreto Covid, all’art. 3 si occupa di disciplinare i (pieni, a questo punto) poteri del ministro Speranza anche in materia di ingressi nel territorio nazionale. In pratica, richiamando quanto già sovra scritto, ribadiamo ora che a far data dal 1° aprile, sarà possibile, in virtà di ciò, rimettere sostanzialmente in discussione tutto, ivi comprese eventuali restrizioni, delle quali ci auguriamo vivamente di no, come da lettera b) art. 10bis del citato DL cd “di fine corsa” Covid.
Green pass e viaggia in Europa, servirà anche nel 2023
Il Consiglio dell’Unione europea ha approvato, di recente, la proroga del Digital Covid Certificate (cd Green pass) europeo per un altro anno, ovvero fino al giugno del 2023. Per la certezza di ciò, tuttavia, occorre ancora l’approvazione finale dell’estensione della validità bisognerà attendere il via libera del parlamento UE.
Green pass UE quindi durerà ancora
Come anticipato, per viaggiare in Europa sarà sufficiente avere il Green pass base.
Sulla durata e annessa validità, occorre distinguere tuttavia se:
- vaccino: scatta passati almeno 14 giorni e non più di 270 giorni (9 mesi) dall’ultima dose del primo ciclo vaccinale o dal booster;
- tampone: il certificato verde è ottenuto anche tramite il test, lo stesso resta valido nella misura in cui il tampone molecolare sia stato effettuato non oltre 72 ore prima del viaggio oppure, in alternativa, il test antigenico (rapido) con una validità a ritroso di non oltre 24 ore;
- guarigione: dura per massimo 180 giorni dalla data del test positivo eccezion fatta per i “viaggiatori essenziali”, pendolari transfrontalieri e bambini al di sotto dei 12 anni.
Covid-19, ormai abbiamo imparato a conviverci
Abbiamo ormai imparato a convivere con il Covid-19. A distanza di oltre due anni, purtroppo possiamo proclamarlo; col che la pacifica “convivenza” ha ormai imposto al mondo di “rimodulare la nostra quotidianità” e da qui una “nuova” normalità di vita. In tantissimi Paesi europei e non solo, le note restrizioni sono ormai, o lo saranno a breve … un lontano ricordo.