Che i sistemi sanitari globali si trovino di fronte a una tempesta perfetta di sfide crescenti lo si dice da qualche anno e la passata pandemia lo ha mostrato plasticamente.
Indice degli argomenti
Le sfide dei sistemi sanitari e gli ospedali virtuali come soluzione
L’invecchiamento demografico, con un aumento esponenziale delle patologie croniche correlate, unitamente alla persistente carenza di personale medico qualificato, sta spingendo le strutture sanitarie al limite delle proprie tradizionali possibilità.
Come migliorare l’accesso ai servizi sanitari con soluzioni innovative
In questo contesto di crescente pressione, gli ospedali virtuali stanno emergendo come una soluzione innovativa e necessaria, promettendo di rivoluzionare l’erogazione delle cure mediche, offrendo un’alternativa accessibile, efficiente ed economicamente vantaggiosa rispetto ai modelli di cura tradizionali.
Un ospedale virtuale rappresenta un cambio di paradigma nell’assistenza sanitaria in cui la cura sanitaria tradizionale, tipicamente erogata in una struttura fisica, viene ripensata e realizzata attraverso piattaforme digitali e tecnologie di telemedicina. In pratica, un ospedale virtuale sfrutta video-consulenze, monitoraggio remoto, sistemi avanzati di comunicazione e persino intelligenza artificiale per garantire un percorso di cura integrato senza la necessità di recarsi fisicamente in ospedale.
Non si tratta semplicemente di piattaforme e dispositivi tecnologici, ma di un modello integrato che consente di fornire cure acute e complete al di fuori delle mura fisiche dell’ospedale.
I vantaggi di questo approccio sono molteplici e di vasta portata:
Il concetto di ospedale virtuale e la trasformazione dell’assistenza sanitaria
In situazioni di emergenza o fronteggiando picchi di domanda, gli ospedali virtuali offrono la capacità di aumentare rapidamente il numero di posti letto disponibili. Questa flessibilità è cruciale per garantire che tutti i pazienti ricevano le cure necessarie, anche in contesti di risorse limitate. Il National Health Service (NHS) del Regno Unito, ad esempio, ha riconosciuto questo potenziale, impegnandosi ad espandere significativamente la capacità dei reparti virtuali, puntando a 40-50 posti letto virtuali ogni 100.000 abitanti nei prossimi anni.
L’assistenza domiciliare, abilitata dalla tecnologia degli ospedali virtuali, si allinea perfettamente con le preferenze di molti pazienti, che desiderano ricevere cure nel comfort e nella sicurezza del proprio ambiente domestico.
I vantaggi degli ospedali virtuali
Studi recenti supportano questa tendenza, evidenziando come l’assistenza virtuale e domiciliare possa essere non solo sicura ed efficace, ma anche in grado di produrre risultati clinici superiori. Tra questi, spiccano la riduzione dei tassi di riammissione ospedaliera, un miglioramento significativo della qualità della vita percepita dai pazienti, una diminuzione delle complicanze associate al ricovero ospedaliero tradizionale e una riduzione del tasso di mortalità in alcune patologie croniche.
Ottimizzazione dei costi sanitari
L’efficienza operativa degli ospedali virtuali si traduce in significativi risparmi sui costi; l’ottimizzazione del rapporto tra personale clinico e pazienti, resa possibile dal monitoraggio remoto e dalla telemedicina, consente di ridurre le spese operative senza compromettere la qualità dell’assistenza. Inoltre, la diminuzione dei ricoveri ospedalieri e delle relative complicanze contribuisce ulteriormente a contenere i costi sanitari complessivi.
Supporto e rilancio della medicina di famiglia
In aree geograficamente e socialmente remote dove è sempre più complicato procurare in presenza continuativa il tradizionale medico di famiglia si può garantire un presidio di cure primarie alternativo senza obbligare la popolazione a spostarsi per cure essenziali o, proprio per questo motivo, a rinunciarvi.
Esempi di ospedali virtuali nel mondo e funzionalità principali
Di case study interessanti ce ne sono ormai diversi che supportano l’idea che l’ospedale virtuale potrebbe essere effettivamente il game changer di quell’inseguimento decennale all’integrazione ospedale-territorio.
Il più famoso è forse il Mercy Virtual Hospital operativo negli USA dal 2015, cui si affianca l’ospedale del metaverso del Thumbay Group ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti. Ma esiste anche un primo pilota italiano pianificato a Viareggio in Toscana e altri due ipotizzati a Como e Cosenza.
Ma a incuriosire sulle possibilità di questo modello innovativo basterebbe da solo l’esempio emblematico dell’RPA Virtual Hospital australiano, istituito nel febbraio 2020 come primo ospedale virtuale del paese. Questo ospedale opera 24 ore su 24, 7 giorni su 7, fornendo assistenza medica a distanza grazie a un team multidisciplinare di medici, infermieri e professionisti sanitari. Utilizzando tecnologie di videoconferenza e dispositivi indossabili per il monitoraggio remoto, RPAvirtual offre cure di alta qualità ai pazienti direttamente nelle loro abitazioni, riducendo la necessità di ricoveri ospedalieri tradizionali, superando le performance degli ospedali tradizionali in termini di capacità di assistenza, contenimento dei costi e soddisfazione del paziente.
In Australia non si tratta dell’unica esperienza ma di una tra molte, avendo il Paese deciso di investire su questo paradigma anche a motivo dei vasti spazi geografici di cui dispone che rendono costose le cure in presenza. Le stime indicano che, in Australia, circa l’11% dei ricoveri ospedalieri potrebbe essere gestito efficacemente attraverso un modello di assistenza per acuti virtuale. Un singolo fornitore di servizi ospedalieri virtuali, operante in una grande città australiana, avrebbe la capacità di curare virtualmente fino a 9.500 pazienti ogni anno, liberando ben 130 posti letto negli ospedali tradizionali e risparmiando 90 milioni di dollari australiani in infrastrutture ospedaliere “mattone e cemento” (poco più di 50 milioni di euro).
Applicazioni avanzate della telemedicina negli ospedali virtuali
Le esperienze pilota in corso offrono con diversi livelli di implementazione (è ancora presto per parlare di maturità) e variamente combinate funzioni quali:
- Triage e prevenzione delle emergenze: sistemi digitali avanzati – supportati da conversational intelligence e AI Chat – consentono di eseguire una prima valutazione dei sintomi a distanza, aiutando a determinare l’urgenza del caso e indirizzando i pazienti al percorso terapeutico più adeguato con una migliore gestione delle emergenze e riduzione delle attese.
- Virtual Ward: dopo la fase acuta, i pazienti vengono “dimessi virtualmente” e monitorati a distanza, prolungando il raggio di azione del reparto ospedaliero a casa del paziente e riducendo la possibilità di ricovero in caso di complicazioni e liberando risorse ospedaliere.
- Virtual Intensive Care Units (vICU): un team di medici intensivisti può monitorare in remoto le unità di terapia intensiva, supportando il personale in loco e intervenendo rapidamente in caso di emergenza e ottimizzando la gestione delle risorse professionali scarse nelle situazioni critiche.
- Consultazioni specialistico-cliniche: i pazienti possono ricevere diagnosi e consigli terapeutici in settori come cardiologia, neurologia, psichiatria e altre specialità, eliminando le barriere geografiche, gli stessi professionisti sanitari possono ricevere una second opinion da un collega più esperto su casi clinici un po’ complessi.
- Gestione di pazienti cronici: il workflow clinico-assistenziale delle patologiche croniche può giovarsi della concentrazione di tecnologie costose e di professionalità multidisciplinari per coordinare e integrare il patient journey delle persone affette da condizioni come il diabete, l’ipertensione o le malattie respiratorie combinando gli episodi clinici in presenza con quelli da remoto grazie a dispositivi connessi e a team multiprofessionali ampi e a geometria variabile in base alle esigenze del singolo paziente.
- Supporto post-operatorio e riabilitazione: dopo interventi chirurgici, i pazienti possono essere monitorati virtualmente per seguire il processo di recupero, ricevere indicazioni di fisioterapia e avere un controllo costante della loro condizione, migliorando i tempi e la qualità della ripresa.
- Telerefertazione: campioni diagnostici raccolti sul campo anche da tecnici delle professioni sanitarie (retinografie, immagini istologiche e radiografiche, spirometrie, tracciati elettrocardiografici, tracciati holter) possono essere refertati centralmente da medici specialisti scarsi come radiologi, pneumologi, dermatologi, anatomo-patologi e cardiologi sfruttando anche le possibilità di migliore accuratezza diagnostica dell’intelligenza artificiale.
- Telecooperazione: gli interventi sul campo di operatori dell’emergenza o degli operatori domiciliari possono trovare complemento da control room centrali per la relativa decisione clinica; si pensi al riguardo alla visita domiciliare condotta da infermiere per piaghe complicate video-assistita dal chirurgo vascolare o alle istruzioni di primo soccorso e in tempo reale fornite da un neurologo su una chiamata per sospetto ictus.
- Telementoring: sale operatorie biunivocamente collegate possono servire a chirurghi e anestesisti in formazione di seguire interventi particolarmente complessi eseguiti in centri clinici di alta specializzazione o, viceversa, ricevere supervisione formativa sulle loro procedure da clinici esperti collegati da remoto.
Modelli organizzativi per lo sviluppo degli ospedali virtuali
Trattandosi di un modello ancora tutto da scoprire e collaudare sono diverse le traiettorie organizzative di nascita e sviluppo dello stesso. Al momento quelle che ritengo più fattibili sono:
- Ospedale fisico senza muri:la struttura decide di ottimizzare e ampliare la propria capacità clinico-assistenziale “aggiungendosi” il domicilio del paziente dimesso.
- Hub totalmente virtuale di servizi a supporto della rete ospedaliera e delle cure di comunità: un provider privato che decide di “vendere” i propri servizi virtuali a ospedali e centri clinici tradizionali o una Regione che decide di istituire un polo specialistico al servizio della propria rete clinica pubblica.
- Gemello virtuale di ospedale fisico con finalità prevalenti di attrazione: il modello di erogazione della cura rimane quello tradizionale e l’ospedale virtuale è la vetrina digitale promozionale di quello fisico cui attrarre nuovi pazienti o, al massimo, una piattaforma di servizi on-line di base.
- Centro di coordinamento del patient journey: esterno all’ospedale fisico ma appartenente alla rete assistenziale un’autorità sanitaria locale di cui diventa la centrale di regia dei percorsi clinico-assistenziali dei pazienti serviti da tutti i setting di quella rete locale; è lo sviluppo più pratico e più interessante per le nostre aziende sanitarie territoriali che possono far evolvere le attuali Centrali Operative Territoriali, aggiungendo alle funzioni di continuità assistenziale previste per legge quelle di coordinamento e gestione delle cure domiciliari, quelle di Centro Servizi delle attività digitali e quelle innovative di orchestrazione del patient journey digitalmente abilitato.
Quali che siano le traiettorie di sviluppo scelte e l’identità del soggetto che ne promuove la realizzazione ci sono pochi ma irrinunciabili prerequisiti che devono essere soddisfatti per fornire il più ampio campo di sviluppo. Vediamo quali sono.
L’accesso universale alla sanità elettronica è un obiettivo cruciale per garantire che tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro posizione geografica o condizione socio-economica, possano usufruire dei servizi di telemedicina e degli ospedali virtuali. Per raggiungere questo scopo, è fondamentale implementare programmi di finanziamento e incentivi che assicurino l’accesso alla banda larga e alle tecnologie digitali necessarie.
Un altro aspetto fondamentale riguarda l’interoperabilità e la standardizzazione dei sistemi. È essenziale promuovere la creazione di standard comuni per la trasmissione e l’archiviazione dei dati sanitari. Questo permetterebbe ai diversi sistemi e piattaforme utilizzati dagli ospedali virtuali di comunicare e interagire in modo efficiente, garantendo una gestione fluida e sicura delle informazioni.
Infine, la qualità e la sicurezza dei servizi rappresentano pilastri imprescindibili nella sanità digitale. È necessario definire standard di qualità rigorosi e stabilire meccanismi di controllo per monitorare l’operato degli ospedali virtuali. Solo così si potrà garantire che i pazienti ricevano cure sicure, efficaci e appropriate, senza compromessi sulla loro salute.
Gli ospedali virtuali rappresentano una promessa concreta per affrontare le sfide pressanti che gravano sui sistemi sanitari moderni. Grazie alla loro capacità di espandere la capacità, migliorare i risultati clinici e ridurre i costi, gli ospedali virtuali hanno il potenziale per trasformare radicalmente il modo in cui viene erogata l’assistenza sanitaria.
Sfide e opportunità per il futuro degli ospedali virtuali
Tuttavia, è fondamentale affrontare in modo proattivo le sfide legate all’accesso, all’equità e all’integrazione, per garantire che tutti i pazienti, senza distinzioni, possano beneficiare di questo modello di cura innovativo. Solo in questo modo sarà possibile realizzare appieno il potenziale degli ospedali virtuali e costruire un futuro sanitario più equo, accessibile ed efficiente per tutti.
Come la Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT) può migliorare la sanità italiana