La Regione Toscana, con il suo settore Sanità digitale e innovazione, ha iniziato un percorso che l’ha portata, prima in Europa, a essere apripista nel settore dei PGHD (Patient Generated Health Data) ovvero i dati raccolti e prodotti direttamente dai pazienti.
La Toscana infatti integra i sensori flash per la misurazione dei livelli di glucosio nel sangue, con il taccuino del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). L’obiettivo è quello di rendere i dati visibili al proprio medico di medicina generale ed allo specialista diabetologo per migliorare la presa in carico e l’assistenza dei pazienti diabetici. Ecco come funziona e quali vantaggi offre.
Regione Toscana: apripista nei PGHD
I PGHD integrano i dati clinici esistenti, colmando alcune lacune informative e fornendo un quadro più completo della salute attuale dei pazienti. I PGHD possono:
- fornire informazioni su come stanno i pazienti tra una visita medica e l’altra;
- raccogliere informazioni su base continuativa, anziché solo in un determinato momento;
- offrire informazioni rilevanti per la gestione delle cure preventive e croniche;
- migliorare la sicurezza dei pazienti, ad esempio raccogliendo informazioni sui farmaci assunti e sulle allergie.
I pazienti forniscono già informazioni mediche rilevanti agli operatori sanitari durante il ricovero o quando discutono la risposta al trattamento. I cambiamenti nelle condizioni o nei sintomi di un paziente, che tipicamente si verificano al di fuori di un incontro medico tradizionale, possono indurre un cambiamento nell’approccio terapeutico.
Si tratta di una scelta importante ed in un certo senso obbligata, considerato che il Fascicolo Sanitario Elettronico è uno degli investimenti più importanti della MISURA 6 del PNRR che impegna le Regioni italiane nel raggiungimento dei target europei e che le linee guida nazionali per l’attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, prevedono l’integrazione dei dati generati da dispositivi indossabili direttamente nel taccuino del cittadino.
Per non parlare poi di quello che accadrà a breve con l’avvio dell’investimento PNRR Telemedicina e quindi con l’utilizzo di dispositivi di telemonitoraggio direttamente a domicilio del paziente.
La Toscana ha dunque anticipato i tempi, di oltre due anni sulle scadenze del PNRR. Ha analizzato e studiato il mondo dei sensori indossabili, realizzando l’integrazione [figura 1] con uno dei player internazionali presenti nel settore del diabete, perché i diabetici toscani sono oggi circa 250.000 soggetti (intorno al 6 % della popolazione) e di questi oltre 12.000 già utilizzano i sensori flash forniti dal Servizio Sanitario Regionale toscano.
Il modello toscano
Il modello messo a punto è allo stesso tempo semplice, sicuro e veloce. E soprattutto compliance alla normativa sulla protezione dei dati.
Il cittadino diabetico indossa il sensore ed attiva la app di terze parti fornita con lo il dispositivo di wearable tech. Dopodiché entra nel proprio Fascicolo sanitario elettronico, con SPID/CIE o CNS, va nella sezione Il mio taccuino e seleziona la voce Automonitoraggio glicemico.
A questo punto, una volta letta l’informativa, sceglie di attivare la connessione con il suo dispositivo e viene reindirizzato alla pagina di rilascio del consenso alla condivisione dei dati, messa a disposizione dal fornitore, attivando così l’opzione.
Da questo momento in poi ogni giorno sul proprio FSE (sia nella timeline che per comodità anche in un calendario, come indica la Figura 2) l’assistito troverà una serie importante di dati che lo riguardano:
- intervalli di glucosio per target;
- valore medio del glucosio;
- indicatore di gestione del glucosio (GMI) in % e mmol/mol;
- variabilità del glucosio;
- profilo di glucosio ambulatoriale (AGP);
- profili giornalieri di glucosio degli ultimi 14 giorni;
- grafico dell’andamento qualitativo della media glicemica settimanale.
I vantaggi per il cittadino
Se il cittadino ha fornito il consenso alla consultazione dei dati e documenti presenti nel FSE da parte dei soggetti e degli esercenti le professioni sanitarie che la prendono in cura, questi dati saranno visibili al proprio medico di medicina generale ed allo specialista diabetologo per una migliore presa in carico ed assistenza.
Il cittadino può in ogni momento interrompere la condivisione dei valori del glucosio tra la piattaforma di monitoraggio ed il Fascicolo Sanitario Elettronico della Regione Toscana, in completa autonomia [Figura 3].
L’interruzione della condivisione dei dati ha validità immediata. Dunque a partire dal giorno stesso i dati del sensore non saranno più condivisi. Nel caso volesse ripristinare la condivisione, l’assistito può procedere ripetendo i passaggi eseguiti per attivare la condivisione.
Il diabete e le nuove tecnologie
La lotta al diabete è riconosciuta come una delle tre emergenze sanitarie mondiali, secondo l’ONU e l’OMS. Gli italiani con diabete sono circa 4 milioni con trend in forte crescita, ma la tecnologia sta offrendo un valido aiuto per affrontare questa problematica e migliorare l’approccio terapeutico in ottica data-driven.
Nuovi farmaci e nuovi sensori indossabili sono ottimi alleati in questa lotta. Ma è l’integrazione sempre più spinta fra dispositivi ed infrastrutture tecnologiche sanitarie ad abilitare la circolarità dei dati. Diventa quindi elemento essenziale per gli specialisti e la medicina generale per continuare a garantire e migliorare i livelli qualitativi dell’assistenza diabetologica e gli outcome di salute
Conclusioni
Quanto messo a punto consente di chiudere il cerchio, ovvero di assicurare quella assistenza sanitaria coordinata e senza interruzioni, garantendo la continuità di cura, nonostante tutte le complessità del sistema sanitario e il coinvolgimento di operatori sanitari differenti in ambiti di cura diversi, triangolando sul FSE.
Sicuramente la soluzione è migliorabile, ampliabile ed adattabile, sia ad ulteriori dispositivi e sensori medici indossabili, utilizzati per il monitoraggio del proprio stato di salute e benessere che ad eventuali standard di rappresentazione dei dati (contenuto informativo e strutturazione CDA2) che il Ministero vorrà in futuro rilasciare, ma la strada è tracciata. Quella realizzata in Toscana è un’anteprima di ciò che sarà la sanità del futuro.