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PNRR missione “Salute”: così prende forma il futuro della nostra Sanità

Cosa è stato fatto negli ultimi mesi e quali sono i passi da compiere nell’immediato futuro al fine di assicurare il rispetto delle scadenze e degli obbiettivi già fissati nell’ambito della Missione 6 del PNRR. Come va delineandosi il nuovo assetto della Sanità

Pubblicato il 17 Ott 2022

Elisa Stefanini

Partner di Portolano Cavallo

Claudio Todisco

associate, Portolano Cavallo

L’IA è al centro della trasformazione digitale della sanità: le tre sfide principali

Negli scorsi mesi l’implementazione delle misure contenute nella Missione n. 6 del PNRR, che stanzia oltre 15 miliardi di euro per il settore salute, è entrata nel vivo con l’adozione di una serie di atti che vanno a delineare sempre più nello specifico i contenuti delle due macroaree di intervento, ovvero le “componenti” della missione, la prima dedicata alla riorganizzazione della medicina sul territorio ed alla telemedicina, la seconda focalizzata sui temi dell’innovazione e della ricerca e sull’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Servizio Sanitario Nazionale.

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Salute, il nuovo assetto che si sta delineando

In particolare, nell’ambito della prima componente, le linee guida pubblicate lo scorso 24 maggio contenenti il “Modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare” e il Decreto ministeriale n. 77/2022 che definisce i modelli e gli standard per lo sviluppo dell’assistenza sanitaria sul territorio, hanno fornito indicazioni precise sul nuovo assetto che va delineandosi, incentrato sulla costruzione di una rete di assistenza alternativa agli ospedali da sviluppare a livello locale, vicino al cittadino, incentivando l’utilizzo di strumenti digitali e la presa in carico dei pazienti direttamente al loro domicilio.

Riguardo invece agli interventi collocati nella seconda componente della missione n. 6, lo scorso 3 agosto è stata finalmente pubblicata la legge delega per il “riordino” della disciplina sugli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), che conferisce al Governo la delega ad adottare, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la revisione e l’aggiornamento dell’assetto regolamentare e del regime giuridico degli Istituti.

Sempre nell’ambito della componente n. 2, l’11 luglio 2022 sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale le linee guida di attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, al fine di fornire un indirizzo strategico unitario per lo sviluppo del FSE sul territorio nazionale.

Infine, di particolare rilevanza l’avvenuta sottoscrizione dei Contratti istituzionali di sviluppo fra il Ministero della Salute e le singole Regioni e Province autonome per l’attuazione delle misure del PNRR, veri e propri accordi che disciplinano gli impegni dei singoli enti territoriali e definiscono il piano operativo per ciascuna delle attività previste.

Vediamo ora più nello specifico cosa è stato fatto negli ultimi mesi e quali sono i passi da compiere nell’immediato futuro al fine di assicurare il rispetto delle scadenze e degli obbiettivi già fissati.

Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale

Gli interventi previsti dalla componente I intendono rafforzare le prestazioni sanitarie e assistenziali erogate sul territorio grazie al potenziamento delle strutture esistenti e alla creazione di nuovi presidi territoriali, promuovendo l’assistenza domiciliare e l’utilizzo della telemedicina, nonché una più efficace integrazione fra tutti i servizi socio-sanitari.

La riorganizzazione territoriale e dell’assistenza

Sul fronte della riorganizzazione territoriale e dell’assistenza, il Decreto del Ministero della Salute del 23 maggio 2022, n. 77 ha individuato standard strutturali e organizzativi comuni per l’erogazione delle prestazioni sanitarie sul territorio a partire dai distretti sanitari, articolazioni organizzativo-funzionali delle Aziende sanitarie locali con una popolazione stimata di circa 100.000 soggetti. All’interno dei singoli distretti è garantita la presenza di presidi minimi (quali le Case della Comunità e gli Ospedali della Comunità), la cui composizione in termini di attori/professionisti coinvolti e relativi servizi erogati è anch’essa dettagliata nel decreto. Particolare attenzione è data all’implementazione di strumenti di telemedicina secondo i requisiti minimi e gli standard di servizio già definiti all’interno delle “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazione in telemedicina” approvate dalla Conferenza Stato Regioni il 17 Dicembre 2020.

Il potenziamento dell’assistenza domiciliare

Sullo specifico tema del potenziamento dell’assistenza domiciliare mediante i nuovi strumenti digitali, in accordo al principio della “casa quale primo luogo di cura”, le linee guida portate dal Decreto del Ministero della Salute del 29 aprile 2022 hanno definito l’implementazione dei diversi servizi di telemedicina (quali il teleconsulto, la televisita) nel setting domiciliare, a partire dalle modalità di accesso al servizio e dalla presa in carico del paziente, sino ai ruoli e alle responsabilità degli attori coinvolti.

L’effettiva attuazione dei predetti interventi spetta ora alle singole Regioni e Province autonome, e sul punto lo stesso Decreto ministeriale n. 77/2022 prevede che ciascun ente debba adottare, entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto e dunque entro il mese di gennaio 2023, un documento generale di programmazione dell’assistenza territoriale coerente con gli indirizzi delineati dal Governo. Le Regioni che non riusciranno ad adeguarsi rischiano di perdere una quota parti al 2-3% del finanziamento integrativo del Fondo sanitario nazionale.

Innovazione, ricerca e digitalizzazione del sistema sanitario nazionale

Le misure incluse in questa componente si concentrano sul rinnovamento e l’ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali del SSN, sul completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico oltre che sulla valorizzazione ed il potenziamento della ricerca scientifica condotta nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale.

Le linee guida di attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE)

Fra i principali interventi, lo scorso 11 luglio sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale le linee guida di attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) di cui al decreto ministeriale 20 maggio 2022, al fine di fornire un indirizzo strategico unitario per lo sviluppo del FSE sul territorio, secondo quattro direttive principali: (i) garantire servizi di sanità digitale omogenei e uniformi; (ii) uniformare i contenuti in termini di dati e codifiche adottate; (iii) rafforzare l’architettura per migliorare l’interoperabilità del FSE e (iv) potenziare la governance nell’attuazione del FSE. Le linee guida sul FSE rappresentano uno strumento indispensabile per il conseguimento degli obbietti del PNRR, che mira ad una diffusione capillare del fascicolo fra i medici di base entro il 2025 (almeno l’85%) e ad una sua piena adozione su tutto il territorio nazionale entro il 2026. Come già previsto dall’art. 21 del Decreto Legge n. 4/2022, sarà ora compito delle Regioni e delle Province autonome adottare dei piani di adeguamento ad hoc entro tre mesi dalla pubblicazione delle linee guida, avvenuta in data 11 luglio, che ad oggi ancora mancano.

Il riordino della disciplina degli IRCCS

Di particolare rilevanza, inoltre, la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge n. 129 del 3 agosto 2022 contenente la delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), strutture di primaria importanza nell’ambito della ricerca biomedica, che andrà a riscrivere il D.Lgs. n. 288/2003. La legge è composta da un unico articolo e conferisce delega al Governo ad adottare, entro sei mesi dalla sua entrata in vigore, uno o più decreti legislativi di “riordino” degli Istituti, sulla base dei principi e dei criteri direttivi ivi indicati. L’obiettivo è rafforzare il rapporto tra ricerca, innovazione e cure sanitarie, attraverso la revisione e l’aggiornamento dell’assetto regolamentare e del regime giuridico degli Istituti, nonché delle politiche di ricerca di competenza del Ministero della Salute. La riforma mira inoltre facilitare lo scambio di competenze specialistiche tra gli Istituti e le altre strutture del SSN.

Fra i punti chiave della legge delega troviamo il potenziamento del ruolo degli IRCCS quali istituti di eccellenza di rilevanza nazionale e internazionale, la revisione dei criteri per la procedura di riconoscimento, di revoca o conferma del carattere scientifico degli Istituti, la facilitazione dei processi che permettono di giungere alla registrazione di brevetti ed alla produzione e commercializzazione dei relativi prodotti, nonché una nuova disciplina in tema di tutela della proprietà intellettuale e di rapporti con le imprese coinvolte nelle attività di ricerca.

I contratti istituzionali di sviluppo

Infine, con un mese di anticipo rispetto alla roadmap tracciata dal PNRR, nel mese di maggio 2022 sono stati siglati tutti i contratti nazionali di sviluppo (CIS) fra il Ministero della Salute e le Regioni e le Province autonome italiane, disponibili sul sito del Ministero al seguente link.

I CIS sono veri e propri contratti che, ai sensi dall’art. 56 del D.L. 77/2021, obbligano Regioni e le Province autonome a portare avanti l’implementazione delle misure del PNRR secondo i piani operativi allegati ai singoli accordi stessi, che definiscono nel dettaglio le modalità e le tempistiche dei vari interventi, dall’istituzione dei nuovi presidi territoriali all’ammodernamento del parco tecnologico e digitale.

Nell’ambito delle attività che gli enti territoriali saranno chiamati a svolgere per dare esecuzione ai CIS sottoscritti a livello regionale, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa, conosciuta come Invitalia, è stata individuata quale soggetto deputato a fornire supporto economico, tecnico e finanziario alle amministrazioni nonché a svolgere le funzioni di centrale di committenza e stazione appaltante. Nel mese di luglio sono già stati aperti alcuni bandi – per un valore di oltre 3.2 miliardi di euro – al fine di realizzare numerosi interventi infrastrutturali (ben 1189) per potenziare i presidi socio-sanitari territoriali e per migliorare il patrimonio immobiliare dal punto di vista antisismico, disponibili sul sito web di Invitalia, il cui termine per la presentazione delle offerte è scaduto il 14 settembre scorso.

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