La trasformazione digitale ha ormai coinvolto ogni settore, spingendo a una rivoluzione dei processi e delle infrastrutture che li supportano. Nel caso del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), la pandemia di Covid-19 ha evidenziato l’urgenza di questa transizione, rendendo necessari investimenti strutturali per un sistema sanitario più resiliente e tecnologicamente avanzato.
Il Pnrr e l’innovazione in sanità
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta la risposta del Governo italiano a questa esigenza, con un focus specifico sull’innovazione in ambito sanitario. A metà di questo percorso, tuttavia, non esistono evidenze robuste in merito allo stato dell’arte del processo di digitalizzazione e persistono difficoltà gestionali che rallentano l’adozione delle nuove tecnologie nelle aziende sanitarie pubbliche.
Nel contesto del PNRR, la digitalizzazione sanitaria è prevista principalmente nell’ambito della Missione 6, che punta a potenziare le reti sanitarie, i presidi ospedalieri, le piattaforme per la telemedicina e il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Tra gli investimenti principali, spiccano 2,8 miliardi di euro destinati alla digitalizzazione ospedaliera per adeguare le strutture ai più alti standard internazionali. Parallelamente, sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro per la telemedicina con l’obiettivo di dotare tutti i sistemi regionali delle infrastrutture necessarie a garantire l’erogazione di prestazioni sanitarie da remoto, e 1,38 miliardi per il potenziamento del FSE. L’obiettivo di quest’ultimo investimento è rendere il FSE il principale strumento di accesso ai servizi sanitari, con la piena interoperabilità tra le diverse regioni italiane.
Lo studio sul livello di digitalizzazione delle aziende sanitarie pubbliche
Il Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale (CERGAS) di SDA Bocconi, con la collaborazione di FIASO (Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere), ha condotto uno studio volto ad analizzare il livello di digitalizzazione delle aziende sanitarie pubbliche tramite una survey condotta tra le aziende associate a FIASO.
Questo questionario ha esplorato quattro aree principali: il livello di digitalizzazione attuale, con specifico riferimento agli ambiti per cui il PNRR ha previsto investimenti dedicati; i fondi e budget disponibili; le soluzioni organizzative messe in atto per il processo di digitalizzazione; le strategie aziendali a favore della digitalizzazione.
Hanno partecipato 54 aziende, la maggior parte situate al Nord Italia (inserire numero). Tra le aziende rispondenti, 31 sono aziende territoriali, 11 sono IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) e 10 sono aziende ospedaliere. Questa diversità ha permesso di effettuare una panoramica rappresentativa del panorama sanitario italiano. Di seguito vengono riportate le principali dimensioni di analisi affrontate nella survey e vengono descritti i risultati osservati. Il presente articolo è un estratto in anteprima del capitolo del rapporto OASI, in pubblicazione a Dicembre 2024.
L’attuale livello di digitalizzazione
Sebbene molte aziende sanitarie abbiano implementato sistemi informativi avanzati (come soluzioni di cybersecurity, disponibili nel 98% delle aziende rispondenti, e sistemi informativi clinici per la gestione del laboratorio di analisi e della radiologia, presenti nel 96% delle aziende), la maturità digitale delle strutture ospedaliere rimane generalmente bassa.
Secondo il modello EMRAM (Electronic Medical Record Adoption Model), utilizzato per misurare il livello di digitalizzazione, solo una ridotta percentuale dei presidi ospedalieri ha raggiunto un livello di maturità tecnologica superiore al 5 su una scala da 0 a 7. Questa lentezza è particolarmente evidente nelle strutture del Centro-Sud, dove molte aziende si trovano ancora agli stadi iniziali del percorso digitale.
La telemedicina rappresenta un’altra area in fase di sviluppo, con l’83% delle aziende che ha adottato piattaforme dedicate. Tuttavia, la maggior parte di queste si trova ancora in fase sperimentale e solo il 43% delle aziende ha implementato la telemedicina su piattaforme operative a regime, riflettendo un processo ancora incompleto. Per quanto riguarda i Sistemi Informativi Territoriali, il 53% delle aziende dichiara di avere una soluzione integrata per la gestione dei servizi, ma rimangono sfide significative nell’integrazione e nell’interoperabilità delle piattaforme a livello territoriale.
Un ulteriore aspetto chiave della digitalizzazione riguarda l’alimentazione del FSE, che consente di centralizzare i dati sanitari e facilitare la continuità assistenziale. Fra le varie tipologie di documenti caricabili sul fascicolo, i referti di laboratorio e di radiologia sono già sottomessi in formato FSE 2.0 dalla quasi totalità delle aziende rispondenti, la maggioranza delle quali invece sottomette documenti di dimissione e referenti di specialistica ambulatoriale ancora in formati con compatibili con quanto previsto dal recente Decreto. Anche in questo caso persistono alcune differenze territoriali fra le aziende del Nord Italia e quelle del Centro-Sud.
Fondi e capacità di spesa
La seconda sezione del questionario ha approfondito le risorse degli investimenti del PNRR che sono state direttamente attribuite alle aziende rispondenti, per ognuno dei sub-investimenti analizzati. I fondi del PNRR ricevuti dalle aziende sanitarie sono concentrati principalmente nell’ambito della digitalizzazione ospedaliera.
Le aziende hanno ricevuto in media 7,9 milioni di euro per adeguare i presidi ospedalieri, ma solo il 17% di queste risorse è stato effettivamente speso al momento della rilevazione. Altri ambiti, come il FSE e la telemedicina, hanno ricevuto risorse notevolmente inferiori perché i destinatari di questi investimenti finora sono stati quasi esclusivamente i livelli regionali.
Strategia regionale e soluzioni organizzative aziendali per la digitalizzazione
A livello regionale, quasi tutte le amministrazioni hanno avviato processi strategici per indirizzare il percorso di digitalizzazione delle aziende sanitarie. La maggior parte delle aziende segnala l’esistenza di un documento regionale che formalizza la strategia, sebbene alcune riportino che tale documento non sempre orienta effettivamente le decisioni aziendali.
Gli interventi organizzativi aziendali adottati per supportare la digitalizzazione variano considerevolmente tra le aziende. La maggioranza ha attribuito la responsabilità della digitalizzazione ai sistemi informativi aziendali, di solito senza un incremento di risorse umane. Solo due aziende hanno istituito una struttura organizzativa specifica per la digitalizzazione, collocata in staff alla Direzione Generale per coordinare gli interventi associati al PNRR.
Altri interventi includono la nomina di responsabili formali della digitalizzazione, presenti a livello aziendale o nei singoli dipartimenti e l’attivazione di gruppi di lavoro multidisciplinari.
Tuttavia, quattro aziende segnalano di non avere interventi organizzativi formalizzati, e in questi casi ogni dipartimento si occupa autonomamente delle iniziative di propria competenza.
Innovazione in Sanità: progressi e sfide
L’analisi sul processo di digitalizzazione delle aziende sanitarie del SSN evidenzia progressi significativi, soprattutto in un contesto complesso e dinamico come quello della sanità pubblica. Nonostante le sfide, le aziende hanno intrapreso importanti passi verso l’adozione di tecnologie digitali avanzate, dalla telemedicina al Fascicolo Sanitario Elettronico, mostrando un impegno crescente nell’integrare soluzioni innovative per migliorare la qualità dei servizi.
Le aziende si trovano di fronte a sfide significative legate alla gestione dei fondi e all’implementazione delle tecnologie, in particolare nelle regioni del Centro-Sud, che restano più indietro rispetto al Nord. I progressi in ambito di telemedicina e FSE sono significativi, ma ancora lontani da un’adozione sistematica su scala nazionale. I dati della survey indicano che la digitalizzazione rimane spesso sperimentale e solo una frazione dei presidi ospedalieri ha raggiunto un buon livello di maturità digitale.
Questo scenario evidenzia la necessità di un rafforzamento della capacità gestionale e di un’integrazione tra competenze tecniche e manageriali, affinché gli investimenti portino a un reale cambiamento strutturale. Solo continuando a investire e rinnovando le strategie di governance si potrà raggiungere una trasformazione digitale completa e sostenibile.