Se siete tra coloro che, pur avendone diritto, non avete ancora ricevuto il Green pass (o certificato verde vaccinale) e attendete invano il codice via mail o sms, vi interesserà sapere perché e quali problemi devono essere risolti affinché possiate averlo.
E come risolvere.
I certificati di guarigione per il green pass che non arrivano
Sono i grandi assenti sulla piattaforma DGC. Al momento soltanto la regione Marche ha fatto molto su invio certificati di guarigione al sistema TS. Il problema che sta rallentando l’invio del pregresso è la presenza, nel tracciato, del codice fiscale del medico che ha accertato la guarigione. In passato questo campo molto spesso non è stato valorizzato o contiene codici non validi.
Altre regioni stanno pian piano entrando in regime.
A posteriori diventa molto difficile recuperare questa informazione, tanto è vero che l’escamotage che alcuni regioni hanno pensato di adottare è di inserire, come valore, il codice fiscale del direttore del distretto o del direttore sanitario. Il campo è obbligatorio e, senza questa informazione, non è possibile inviare il tracciato.
La situazione dovrebbe sbloccarsi nei prossimi giorni.
I tamponi non fanno ancora arrivare il “passaporto vaccinale”
In questo caso la situazione differisce in funzione del tipo di tampone: più critica per quelli antigienici, un po’ meglio per quelli molecolari.
Per i primi c’è il problema che alcuni tipi di test che sono utilizzati, ad esempio quelli nasali, non hanno una corrispondenza con la lista europea e non si sa quindi a che codice associarli. All’estero ci può essere un problema di riconoscibilità.
Un problema è costituito dalla obbligatorietà di indicare data e ora del prelievo che definisce l’inizio del periodo di validità. Non tutti i sistemi in uso prevedono l’obbligatorietà di questi campi e quindi c’è il problema di come alimentare il sistema TS.
Anche per quanto riguarda i molecolari i numeri sono bassi, lontani dal numero di tamponi che ogni giorno vengono effettuati.
Bambini e casi esteri, i nodi normativi
Non ci sono solo casi tecnici e procedurali – analizzati in quest’articolo – a minare l’operatività del green pass.
Come riportato da molti giornali, ci sono anche questioni normative ancora da sciogliere.
- I bambini da 2 a 6 anni non si sa come possono avere il green pass, se non sono tra quelli guariti dal covid. Sotto i due anni non ce n’è bisogno; solo sopra i 6 si può fare il tampone e solo sopra i 12 il vaccino, infatti. Almeno in Italia l’orientamento sembra quello di esentarli dal green pass; per l’estero si consiglia di verificare con il singolo Paese.
- Chi si è vaccinato fuori dall’Europa deve andare dalle rappresentanze diplomatiche italiane presenti nel paese del vaccino o da Usmaf, Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, per farsi riconoscere la certificazione e così ottenere il pass. Questo in teoria; in pratica nessuno ci sta riuscendo. Si attende un regolamento europeo che dovrebbe sistemare il tutto.
- Chi ha fatto la prima dose fuori dall’Italia ottiene la seconda solo se è registrato all’anagrafe Aire. Problema che non riguarda solo il pass, ovviamente, ma soprattutto il completamento del ciclo vaccinale.
A.L.
Fascicolo Sanitario Elettronico per il green pass? Macché
Rappresenta, al momento, il grande flop di tutta l’operazione. I certificati sono ancora poco presenti nel FSE, malgrado ciò che è stato annunciato e ciò che riporta il sito della piattaforma nazionale. A giugno sono state proposte alle regioni nuove specifiche sui metadati ma non è stata comunicata la data di messa in esercizio del meccanismo delle notifiche verso il FSE che è indispensabile per consentire ai cittadini di poter scaricare il proprio certificato.
Questo flop ha suscitato il disappunto delle regioni anche perché stanno ricevendo richieste e proteste di cittadini che, diversamente da quanto comunicato, non trovano sul loro FSE il proprio certificato.
A luglio alcune Regioni, come il Lazio, hanno cominciato a sbloccare la situazione.
Medici di famiglia e farmacisti
Anche in questo caso la comunicazione che è stata promossa, ossia la possibilità di ottenere il proprio certificato attraverso il medico di famiglia o il farmacista, non corrisponde alla realtà dei fatti. Poiché non è stato previsto alcun compenso per svolgere questa operazione, MMG e farmacisti hanno incrociato le braccia e non si prestano a svolgere questo ruolo.
Problemi del green pass anche con i vaccini
Ci sono anche casi di mancati green pass per i vaccini. A quanto riferiscono le Regioni, ci sono stati ritardi di aggiornamento dei software relativi ma ora i problemi sono soprattutto due
- dati errati in fase di input nei centri vaccinali o presso il medico di famiglia all’atto del vaccino
- dati mancanti sempre in fase di input
Queste due cause causano ritardi anche con i vaccini, ma pure per certificati di guarigione e tamponi, comunque afflitti anche da altri problemi (vedi sopra).
Un codice fiscale errato, un dato di regione mancante bloccano il processo.
Quando l’input è automatico, con scan della tessera, non dovrebbero esserci problemi. Ma centri privati e medici digitano spesso a mano.
Attenti alle truffe green pass
Il codice univoco deve arrivare via mail o sms con corretta intestazione del ministero della Salute; il messaggio non contiene link da cliccare. Se lo contiene, è una truffa e il link porta a qualche virus o pagina pensata per rubare i dati del paziente.
Attenzione anche a non metterli direttamente in giro: il Garante Privacy avvisa sui rischi di condividere il proprio qr code del green pass.
Attenzione infine a codice Qr-Code che arrivano via mail spacciandosi per green pass. Se li scansioniamo si attiva un link e finiamo su pagine pericolose. E’ il Qishing, phishing via qr-code, che riesce ad aggirare i normali sistemi anti-phishing, avvisa Innovery. Ovviamente i green pass non ci arrivano via mail; dobbiamo ottenerli inserendo noi il codice univoco sui canali istituzionali. Il solo modo per ottenere direttamente il pass è via app io.
A.L.
Il problema della mancata formazione
Non è stata erogata alcuna formazione al personale dei distretti delle ASL che dovrebbe, tramite il sistema TS, recuperare i certificati per i pazienti che non hanno pratica con siti e app, in alternativa a medici di famiglia e farmacisti, nonché modificare o inserire ex novo i certificati nei casi in cui per problemi tecnici questo non risultasse disponibile.
Questa mancanza sta provocando problemi e difficoltà al personale anche perché, in caso di problemi, il call center suggerisce di rivolgersi al proprio distretto
I casi particolari non ancora gestiti
Ci sono casi non ancora gestiti correttamente dal sistema. Tra questi i più numerosi sono quelli dei pazienti, guariti dal COVID, che hanno ricevuto una sola dose vaccinale, come previsto dal protocollo. Costoro non hanno ricevuto ancora il green pass perché non è indicata la data della seconda somministrazione mentre dovrebbero ricevere un certificato analogo a chi ha completato il ciclo vaccinale.
Non arriva il codice univoco via mail o sms per green pass: che fare?
Infine, se non vi arriva il codice univoco forse è perché il ministero non ha i vostri dati di contatto; almeno questo si risolve con un accesso Spid alla piattaforma o all’app IO oppure andando in farmacia per avere il codice (a patto che il farmacista sappia farlo, vedi problemi formazione sopra).
Se il pass non arriva nemmeno via spid e app io
Se non c’è il pass nemmeno così, forse c’è stato un problema di dati errati.
Si consiglia a questo punto di contattare chi ha fatto vaccino/tampone/certificato di guarigione per verificare il corretto input di dati.
Aspettiamo e speriamo
Le attività di sviluppo per il green pass sono insomma ancora in corso. Considerando la complessità dell’operazione è normale avere un periodo di rodaggio anche se è ugualmente comprensibile il disagio di coloro che aspettano il certificato per poter viaggiare o accedere agli eventi dove è previsto il possesso del green pass.
Staremo a vedere.