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Intelligenza artificiale in sanità: vantaggi e rischi secondo l’Ocse



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L’Ocse offre una panoramica completa dello scenario evolutivo dell’intelligenza artificiale nel settore della sanità, descrivendo il potenziale innovativo di tale tecnologia nel miglioramento dell’assistenza sanitaria. Ecco i solchi positivi e quelli negativi emersi dal report

Pubblicato il 31 mag 2024

Luigi Mischitelli

Legal & Data Protection Specialist at Fondazione IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza



Intelligenza artificiale in sanità: vantaggi e rischi secondo l'Ocse

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, entità internazionale di 38 stati che si occupa di politiche economiche (Ocse) ha
pubblicato un interessante documento in merito all’utilizzo dell’intelligenza artificiale in sanità, tracciandone i “solchi positivi”, rappresentati dai benefici e dalle opportunità, nonché “i solchi negativi”, ossia i sempre presenti rischi che attanagliano tale importante (e impattante) tecnologia.

Ecco cosa emerge dallo studio e com’è possibile sfruttare tutte le potenzialità dell’IA nell’healthcare.

AI Regulation: Balancing Risk and Opportunity

Intelligenza artificiale in sanità: vantaggi e rischi visti dall’Ocse

Il documento emesso dall’Ocse offre una panoramica completa dello scenario evolutivo dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario, descrivendo il potenziale rivoluzionario di tale onnipresente tecnologia nel miglioramento dell’assistenza sanitaria (globalmente nominata “healthcare”), ben bilanciato con i rischi e le sfide che ne derivano.

Dal report emerge che l’intelligenza artificiale possiede un enorme potenziale per trasformare il settore sanitario in molteplici aspetti.

Le potenzialità dell’IA nel settore sanitario

Per l’Ocse, l’intelligenza artificiale ha lo straordinario potenziale per portare a un miglioramento della salute dei pazienti, a un aumento della produttività degli operatori sanitari e, per finire, alla creazione di esperienze sanitarie “patient-based”, ossia incentrate sul paziente.

Per quanto riguarda il miglioramento della salute, l’intelligenza artificiale può analizzare grandi quantità di dati sanitari, identificando modelli e tendenze che sfuggono all’occhio umano. Ciò può portare a diagnosi più precise, trattamenti personalizzati e una migliore prevenzione delle malattie. Per quanto attiene l’aumento della produttività degli operatori sanitari, l’intelligenza artificiale può “automatizzare” le attività amministrative “ripetitive”, lasciando ai medici del tempo prezioso che può permettere loro di concentrarsi maggiormente sui propri pazienti.
Questo si traduce in una migliore qualità dell’assistenza sanitaria e una maggiore soddisfazione del paziente.

Infine, per ciò che riguarda le esperienze sanitarie incentrate sul paziente, l’intelligenza artificiale può personalizzare l’esperienza sanitaria, creando percorsi di cura adatti alle esigenze individuali. Per esempio, l’utilizzo di chatbot basati sull’intelligenza artificiale possono rispondere alle domande dei
pazienti, fornendo loro supporto emotivo e facilitando l’accesso alle informazioni
.

Tuttavia, non è tutto oro ciò che luccica. Infatti, rischi e sfide da considerare ve ne sono innumerevoli.

I rischi dell’IA in sanità

L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in sanità presenta alcuni rischi da non sottovalutare, che vanno dalla possibile presenza di algoritmi “distorti”, violazioni di sicurezza dei dati (data breach) e da potenziali problematiche
connesse ai posti di lavoro
.

In merito al primo problema, se non progettati e addestrati con attenzione, gli algoritmi di intelligenza artificiale possono essere soggetti a distorsioni, portando a discriminazioni di diversa natura. Parliamo dei cosiddetti “pregiudizi” (o “bias”) dell’intelligenza artificiale. Si pensi, per esempio, se un algoritmo utilizzato per l’ammissione in ospedale discriminasse pazienti appartenenti a determinati gruppi etnici.

Il secondo punto è, per noi europei, fortemente correlato al GDPR e all’AI Act, ossia il regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale, di “prossima uscita” nel territorio dell’Unione europea.

I sistemi di intelligenza artificiale memorizzano frequentemente grandi quantità di dati sanitari. Violazioni connesse a queste tipologie di dati, “particolari” (o sensibili), ai sensi del GDPR, potrebbero avere conseguenze gravi, con una quantità elevata di informazioni private che potrebbero essere utilizzate per scopi dannosi.

Il terzo punto riguarda la, sempre presente, spada di Damocle connessa al binomio intelligenza artificiale e perdita di posti di lavoro, con l’automazione di sempre più attività sanitarie che potrebbe causare disoccupazione nel settore sanitario globale.

Come promuovere l’uso responsabile dell’intelligenza artificiale in sanità

Il documento varato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico sottolinea la necessità di un quadro politico e di supervisione chiaro per garantire un utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale in sanità. Questo quadro, da un lato, dovrebbe affrontare i rischi sopra menzionati, ossia garantendo che i sistemi di intelligenza artificiale siano progettati, sviluppati e utilizzati in modo da minimizzare i rischi di discriminazione, violazioni della sicurezza dei dati e perdita di posti di lavoro.

Dall’altro lato, dovrebbe promuovere la trasparenza e la responsabilità, garantendo che i processi decisionali basati sull’intelligenza artificiale siano trasparenti e che gli operatori sanitari e i pazienti siano responsabili delle loro azioni.

Infine, dovrebbe favorire la collaborazione e la condivisione delle conoscenze,
facilitando la collaborazione tra ricercatori, sviluppatori, operatori sanitari e pazienti per promuovere lo sviluppo e l’utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale in sanità.

La questione etica

Oltre ai rischi e alle sfide, l’Ocse affronta i temi legati all’etica, alla privacy e all’autonomia dei pazienti. In merito all’etica, come abbiamo accennato, l’accesso “diseguale” all’intelligenza artificiale potrebbe esacerbare le disuguaglianze già esistenti in campo sanitario. I pazienti di aree remote o a basso reddito potrebbero non avere accesso alle ultime tecnologie di intelligenza artificiale disponibili sul mercato.

In merito alla privacy e alla protezione dei dati personali, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in sanità solleva importanti questioni che attengono a potenziali conflitti con le normative di settore (come GDPR e AI Act).
È fondamentale garantire che i dati sanitari dei pazienti siano raccolti, utilizzati e condivisi in modo sicuro e conforme alla normativa applicabile (per noi europei “si legge” sempre GDPR e normative nazionali correlate). In merito all’autonomia dei pazienti, infine, l’intelligenza artificiale non deve essere utilizzata per prendere decisioni sui pazienti senza il loro consenso informato o contro la loro volontà.

È fondamentale che i pazienti mantengano il controllo sulla propria salute e che le loro decisioni siano rispettate da ambo le parti (per esempio, nel rapporto medico-paziente).

Conclusioni

Come abbiamo potuto vedere, l’intelligenza artificiale possiede un potenziale straordinario per rivoluzionare il settore sanitario, migliorando l’assistenza, l’efficienza e l’esperienza del paziente in ambito sanitario.

Tuttavia, è fondamentale utilizzarla in modo responsabile, con un quadro politico e di supervisione adeguato che affronti i rischi e le sfide. Solo così potremo garantire che l’intelligenza artificiale sia utilizzata a beneficio di tutti, creando un sistema sanitario più equo, efficiente e centrato sul paziente.

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