scenari

Sanità digitale post-PNRR, cominciamo a costruirla ora: gli step per farcela



Indirizzo copiato

Il PNRR dovrebbe portare a una reale innovazione del settore sanitario italiano, ma non solo con l’innesto di tecnologie: per fare bene è fondamentale il coinvolgimento degli operatori sanitari. L’era post-PNRR presenta sfide e opportunità: ma vanno affrontate fin da ora

Pubblicato il 13 dic 2023

Beatrice Delfrate

Regione Friuli-Venezia Giulia Direzione centrale salute, politiche sociali e disabilità, Direttore del Servizio sistemi informativi e privacy



Le best practice nella sanità digitale

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta una svolta epocale per la digitalizzazione del settore sanitario italiano.

Questa transizione, tuttavia, non risiede esclusivamente nell’implementazione di nuove tecnologie, ma richiede soprattutto una profonda consapevolezza e partecipazione da parte degli operatori sanitari. Il loro coinvolgimento strategico è fondamentale per garantire un cambiamento effettivo e duraturo nel tempo.

Inoltre, l’era post-PNRR apre una serie di sfide e opportunità: da un lato la necessità di identificare possibili fonti di finanziamento per il futuro del settore; dall’altro, l’opportunità di creare un lavoro condiviso che porti a un ulteriore miglioramento dell’intero sistema sanitario nazionale.

Il PNRR e la rivoluzione digitale nel settore sanitario

L’evoluzione tecnologica, attraverso i progetti finanziati dal PNRR, sta portando le aziende sanitarie ad affrontare un momento particolarmente intenso di forte cambiamento non solo digitale, ma anche organizzativo e strutturale.

Tutti gli operatori sanitari, non solo ospedalieri ma anche territoriali e amministrativi, stanno subendo una repentina rivoluzione digitale, spesso non comunicata adeguatamente, nonostante siano state stanziate congrue risorse per la formazione del capitale umano e la comunicazione delle tecnologie a tutti gli utilizzatori.

Siamo a metà delle progettualità PNRR; fino ad ora si sono gettate le basi per uniformare tutta una serie di procedure a livello nazionale, che hanno portato alla definizione di numerose linee guida necessarie a definire la traiettoria da perseguire. Buona parte dei “percorsi” sono stati individuati ed ora le regioni si trovano ad affrontare parte degli avviamenti di progetti PNRR.

Per raggiungere i target definiti a livello nazionale ed europeo, è fondamentale che le attività indicate nei piani approvati a livello centrale vengano sviluppate e implementate; peraltro, non si parla solo di sviluppo di tecnologia, ma si deve riflettere sulla differente modalità di erogazione dei servizi e su chi dovrà utilizzare questi nuovi strumenti.

L’importanza della consapevolezza degli operatori sanitari per il successo della transizione digitale

Uno dei pilastri di questo cambiamento è quello di aumentare la consapevolezza da parte degli operatori sanitari; durante il periodo pandemico tutti ci siamo trovati ad utilizzare strumenti di comunicazione differenti da quelli in uso fino a quel momento, e solo alcuni di noi hanno incominciato a pensare che le nuove tecnologie potessero migliorare il modo di lavorare.

È importante far capire a chi opera nelle strutture sanitarie e territoriali che l’uso corretto di strumenti digitali può portare il vantaggio di avere tutta una serie di informazioni cliniche solitamente  difficili da reperire (i referti cartacei del paziente non contengono tutta la storia clinica dello stesso), magari strutturate e rappresentate graficamente per singolo parametro (la lettura di ogni referto cartaceo o digitale per reperire un singolo  dato è molto onerosa), e magari anche diversificate a seconda del professionista che alimenta il repository digitale.

Questa consapevolezza è fondamentale per il successo dell’implementazione delle riforme e degli investimenti PNRR previsti nel settore sanitario. Per consentire agli operatori di comprendere appieno le implicazioni delle nuove progettualità, questi devono essere coinvolti nel processo decisionale e nell’attuazione degli sviluppi.

Strategie per coinvolgere gli operatori sanitari nel cambiamento

Alcune considerazioni possono far riflettere sulla necessità di “portare a bordo” coloro che dovranno modificare il proprio modo di lavorare, al fine di ottenere strumenti accettati, condivisi e utilizzabili:

  • Comunicare: spiegare come i finanziamenti e le riforme previsti influenzeranno il sistema sanitario e quali benefici potranno derivarne; gli operatori sanitari devono essere informati su come vengono spesi i fondi e come vengono prese le decisioni;
  • Coinvolgere: gli operatori sanitari devono essere coinvolti nelle fasi di pianificazione e attuazione del PNRR. Le loro opinioni e conoscenze sul campo possono essere preziose per garantire che i progetti siano ben strutturati e rispondano alle esigenze reali del sistema sanitario;
  • Formare: la formazione sugli aspetti specifici del PNRR e sulle nuove iniziative può aiutare gli operatori sanitari a comprendere meglio come queste iniziative impatteranno sulle loro pratiche quotidiane;
  • Monitorare e Valutare: gli operatori sanitari devono essere coinvolti nel monitoraggio e nella valutazione dell’attuazione del PNRR nel settore sanitario. Questo li aiuterà a comprendere se gli obiettivi sono stati raggiunti anche con il loro contributo e se ci sono miglioramenti effettivi;
  • Partecipare Attivamente: gli operatori sanitari devono essere parte attiva nei processi di cambiamento dei sistemi informatici e contribuire con le loro esperienze e conoscenze per migliorare l’efficacia delle iniziative.

Il periodo post-PNRR: finanziamenti e prospettive future

Senza queste precondizioni si potrà anche raggiungere l’obiettivo minimo per ricevere le risorse PNRR, ma questo traguardo non porterà certamente ad un miglioramento nell’uso continuativo delle tecnologie; in caso contrario, potrà diventare un ulteriore aggravio per chi dovrà alimentare sistemi inadeguati e non facilmente utilizzabili.

Un altro punto di riflessione è quello di capire cosa succederà dopo il periodo di implementazione del PNRR. Come sappiamo Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è finanziato attraverso i fondi previsti dal Next Generation EU, che è il piano di ripresa economica dell’Unione Europea (UE) in risposta agli impatti economici della pandemia da COVID-19.

Questi fondi sono parte integrante del bilancio pluriennale dell’UE ma rimangono da chiarire:

  • quali risorse potranno essere utilizzate per proseguire non solo con le tecnologie che sono state attivate, ma anche con la formazione continua necessaria per non far decadere la consapevolezza di cui si parlava all’inizio dell’articolo?
  • quali finanziamenti potranno essere utilizzati per la parte di completamento di avviamenti, manutenzione ed evoluzioni delle infrastrutture implementate e integrate per consentire uno scambio di informazioni tra i diversi sistemi?
  • Quali finanziamenti per la formazione e comunicazione?

Sicuramente una revisione dei servizi, delle strutture sanitarie, che tiene conto di revisioni organizzative lean, potrebbe portare ad un recupero delle risorse economiche necessarie per proseguire parte del completamento dei progetti PNRR.

Possibili fonti di finanziamento per il futuro del settore sanitario

Ciò premesso, purtroppo tali fondi non potranno essere le uniche risorse a cui le imprese sanitarie dovranno attingere; s’ipotizza anche il ricorso ad altre fonti a livello centrale come ad esempio:

  • Entrate Fiscali: I governi generano entrate attraverso tasse e altre imposte. Le entrate fiscali sono una fonte primaria di finanziamento per le spese governative, inclusi i progetti di sviluppo.
  • Fondi Europei: oltre al Next Generation EU, ci sono altri programmi e fondi dell’UE a cui un Paese può accedere per affrontare le sfide economiche e sociali quali i fondi strutturali e di investimento, il Fondo Sociale Europeo, il Fondo di Coesione e altri.
  • Investimenti Privati: attraendo investimenti privati, il governo può collaborare con il settore privato per finanziare progetti infrastrutturali, sviluppo economico e altre iniziative.
  • Riforme Strutturali: migliorare l’efficienza dei settori pubblici, incoraggiare l’innovazione e promuovere un ambiente favorevole agli affari, possono contribuire a una crescita economica sostenibile, riducendo la dipendenza da finanziamenti esterni.

Conclusioni

Raggiungere gli obiettivi previsti dal PNRR non è solo obbligatorio per poter accedere ai finanziamenti, ma deve essere considerato come una nuova opportunità di lavoro condiviso a livello nazionale, con regole comuni e accettate da tutti gli utilizzatori del sistema sanitario; non bisogna considerarlo, quindi, come un punto di arrivo ma un percorso di uniformità nazionale da cui proseguire per aumentare a tutti i livelli la consapevolezza che la digitalizzazione sanitaria è un’opportunità di miglioramento e di condivisione tra i diversi professionisti del settore, la cui ricaduta porterà enormi e tangibili benefici all’intera collettività nazionale.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2