data driven

Sanità, Regione Lombardia, “questo è il senso della nostra riforma digitale”

La domanda di salute è il cuore della riforma del sistema socio-sanitario in Lombardia. I servizi sono ripensati a partire dal bisogno della persona con l’individuazione di modelli di cura fondati sull’appropriatezza rispetto alla domanda e non in relazione alla tipologia delle offerte esistenti

Pubblicato il 20 Nov 2017

Giovanni Daverio

Direttore Generale Welfare, Regione Lombardia

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Come raccogliere la sfida di ridurre le disuguaglianze di salute quando i sistemi di welfare tradizionale sono sottoposti a pressioni?

Come garantire un modello sanitario universalistico e promuovere la sua diffusione su scala globale, che fa dell’Italia – trainata dalla Lombardia –  secondo la recente classifica pubblicata da Bloomberg, il paese più in salute del mondo?

Le sfide della sanità digitale pongono al centro della decisione politica il tema della libertà e il dato fisiologico assume un ruolo determinante nel processo di consumo del bene salute.

Le informazioni sanitarie digitali servono ad assumere decisioni dentro un ampio compasso: orientare le politiche sanitarie e migliorare il servizio e la spesa alle scelte sulla salute sino alla stessa sopravvivenza dei pazienti in condizioni critiche.

L’universo delle informazioni sanitarie è destinato ad esplodere per la diagnostica in real time di apparati biomedicali (wearables and Iot) e la supervisione di sistemi critici come pompe insuliniche e pacemakers.

La riforma del sistema sociosanitario di Regione Lombardia vede uno dei suoi snodi principali proprio nell’attenzione alla domanda di salute, che è cambiata radicalmente e richiede una rivisitazione della rete d’offerta dei servizi di cura, investimenti sulla medicina diffusa per favorire il legame tra dimensione ospedaliera (già eccellente) e quella territoriale.

Il ciclo del dato – dato, informazione e quindi conoscenza – assume un ruolo centrale e determinante.

Ripensare l’articolazione della rete dei servizi a partire dal bisogno della persona significa, innanzitutto, individuare modelli di cura e presa in carico fondati sull’appropriatezza rispetto alla domanda di salute e non in relazione alla tipologia dei servizi esistenti.

Si mira a superare la logica “verticale” delle cure intese come la sommatoria di singoli atti diagnostici, terapeutici ed assistenziali a cui corrispondono un numero uguale di responsabilità per attuare un modello che accompagna la persona, la segue e indirizza secondo una logica di “responsabilità unica” di presa in carico rispetto ad una molteplicità di attività e servizi in cui tutti i soggetti della rete, incluso l’assistito, diventano parte attiva.

La legge regionale n. 23 del 2015 ha posto le basi – che potranno essere incrementate con la richiesta di maggiori forme e condizioni particolari in ordine alla propria specificità – per un ripensamento radicale del modello organizzativo, nella prospettiva della personalizzazione delle risposte e della differenziazione territoriale, che riflette la nuova articolazione aziendale, secondo il paradigma per cui territori diversi esprimono domande diverse, così come alla peculiarità di un bisogno o di categorie di bisogno, deve corrispondere un risposta differenziata, anche in termini di intensità nel lavoro di presa in carico e di facilitazione.

La significativa base informativa di cui dispone Regione Lombardia rispetto a tutte le altre Regioni d’Italia consente di effettuare un’analisi e una stratificazione della domanda di salute espressa e inespressa dalle persone sia su base storica, attraverso la banca dati del Sistema Informativo Socio Sanitario – SISS, che su base predittiva, integrando la banca dati regionale con informazioni non strutturate, ad esempio attraverso metodologie e strumenti di big data analytics.

L’infrastruttura organizzativa, che recepisce lo spostamento dell’asse di cura dall’ospedale al territorio e fa perno sul principio della continuità assistenziale, sarà plasmata sulla base dei bisogni – espressi (diagnosi e cura tradizionale) e non (attività di prevenzione) – delle persone e delle loro famiglie, anticipando sul piano organizzativo ciò che la scienza medica sta maturando nell’ambito della medicina personalizzata o della medicina di precisione (precision medicine).

È un processo di cura che si basa sulla conoscenza e sul significato dell’informazione, ricavata ed elaborata a partire dalla mole di dati sanitari e non in possesso di Regione Lombardia e che saranno ancor di più progressivamente strutturati nel fascicolo sanitario elettronico, già oggi disponibile in Lombardia per oltre 6 milioni di cittadini che possono consultare la loro storia clinica, unitamente agli operatori che li hanno in carico. A questo dedicheremo un prossimo articolo.

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Per confrontarsi sul tema dei nuovi modelli assistenziali, della risposta alla domanda di salute e, in particolare, della presa in carico del paziente cronico, venerdì 24 novembre si terrà a Milano (Palazzo Lombardia) FORUM PA Lombardia. La mattinata di lavori, organizzata da FPA e Regione Lombardia, vuole essere un momento di confronto tra le Regioni. Giovanni Daverio coordinerà la sessione dedicata a “Modelli assistenziali dei Territori a confronto“.

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