lo studio

Sanità territoriale integrata con il sistema di emergenza-urgenza: i vantaggi per SSN e pazienti

Integrare la sanità territoriale con il sistema dell’emergenza-urgenza permette di ridurre il carico degli interventi in emergenza, di fare maggiore prevenzione e di usare la medicina predittiva per individuare in anticipo i soggetti a rischio. Cosa ci dice uno studio condotto dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria

Pubblicato il 24 Gen 2023

Domenico Marino

Università Degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria

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Per capire la complessità della progettazione di un modello efficiente in grado di garantire il funzionamento di un sistema di intervento per l’emergenza-urgenza occorre fare riferimento al problema TSP, ovvero il Travelling Salesman Problem, meglio conosciuto come Problema del Viaggiatore di Commercio.

Il Problema del viaggiatore di commercio e l’ubicazione dei servizi di emergenza-urgenza

Questo è un classico esempio di problema di ottimizzazione complessa. Per quanto la sua formulazione possa essere semplice, fino a sembrare banale, la sua soluzione risulta essere di estrema complessità.

Può essere così definito: sia N un insieme di città e sia stato stabilito un metodo per calcolare la distanza fra le singole coppie di città. L’obiettivo è quello di trovare un percorso, o in generale una permutazione, P, di città tale che la lunghezza L del percorso fatto attraverso tutte le città per tornare alla prima sia minimizzata. Poiché sia il punto di partenza, sia la direzione sono casuali vi sono (N-1)!/2 percorsi possibili. I metodi euristici riescono solo ad esplorare una piccola parte dello spazio delle configurazioni se N è sufficientemente grande.

Per progettare il sistema di gestione dell’emergenza-urgenza occorre tenere conto di questi aspetti perché in generale la localizzazione dei centri di intervento deve essere programmata in posizioni che siano baricentriche, cioè che possano minimizzare le distanze e i percorsi in termini soprattutto di tempo, e che nello stesso tempo tengano conto della domanda potenziale, eventualmente differenziata per tipologia di intervento.

Lo studio che il gruppo da me diretto sta portando avanti presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria consiste nell’utilizzare modelli complessi di ottimizzazione dinamica per individuare la migliore localizzazione dei centri di erogazione dei servizi per l’emergenza-urgenza.

Questa prima analisi permette un dimensionamento della rete di intervento in relazione alle caratteristiche del territorio, all’accessibilità e ai tempi di percorrenza. Accanto a questo modello che si basa essenzialmente su dati di natura “geografica” occorre associare un modello che stimi la domanda di interventi e il carico complessivo sul sistema. Per questa seconda tipologia di analisi si sta addestrando una rete neurale a partire dai dati degli accessi al Pronto Soccorso per individuare in anticipo eventuali picchi di domanda sia dal punto di vista temporale, sia dal punto di vista spaziale.

Vantaggi e risparmi

In questo modo il sistema di emergenza urgenza può essere tarato per rispondere in maniera efficiente ed efficace a tutte le necessità, tenuto conto che per particolari patologie in fase acuta, quali le patologie cardiovascolari, poter intervenire in tempi rapidi non solo aumenta le probabilità di sopravvivenza, ma aumenta anche la probabilità di superare l’evento avverso senza conseguenze di lungo periodo. Garantire l’accesso a un reparto attrezzato per le procedure di emodinamica entro 120 minuti, permette alla quasi totalità dei pazienti colpiti da infarto di superare in tempi brevi e senza conseguenze di lungo periodo la fase acuta della malattia. Questo oltre all’indubbio benefico impatto sullo stato di salute individuale produce anche un risparmio in termini di minori costi di degenza e di minori costi per il sistema sanitario dovuti al minor numero di cronicità.

Integrazione della sanità territoriale con il sistema dell’emergenza-urgenza

Il modello che si sta studiando prevede poi la definizione di un modello di integrazione della sanità territoriale con il sistema dell’emergenza-urgenza con l’obiettivo di ridurre il carico degli interventi in emergenza con una maggiore prevenzione e con la possibilità di usare la medicina predittiva per individuare in anticipo i soggetti a rischio.

La telemedicina si va evolvendo in maniera molto rapida e si sta trasformando in sanità digitale e virtuale. I vantaggi di tale approccio sono immediatamente comprensibili. Molte persone si sottopongono annualmente ad un controllo periodico di routine. In questo controllo i medici fanno un’accurata anamnesi, ricostruiscono la storia familiare dei pazienti, controllano di norma la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, analizzano i risultati delle principali analisi che si possono effettuare con un prelievo ematico e discutono di eventuali ulteriori screening preventivi e consigliano abitudini di vita sane. Con la telemedicina tutto questo diventa molto più semplice e meno costoso. Usare gli strumenti della telemedicina per sviluppare un sistema di sanità virtuale e digitale può essere, quindi, una via per ottimizzare e rendere più efficiente la prassi delle visite mediche di routine.

I vantaggi

In primo luogo, perché si possono ridurre i costi degli spostamenti fisici dei pazienti e si può arrivare ad un sistema di monitoraggio del paziente personalizzato e continuo. Per completarsi e poter aumentare i benefici in termini di efficienza e di efficacia un sistema di emergenza-urgenza deve esser integrato con un moderno sistema di sanità territoriale in cui i medici del territorio non hanno bisogno di muoversi per fare le visite, ma utilizzando i dati del Fascicolo Sanitario elettronico e gli strumenti di tele monitoraggio possono avere a distanza un quadro chiaro della situazione intervenendo solo quando necessario e soprattutto prevenendo il più possibile il sorgere delle emergenze.

Una percentuale tra il settanta e l’ottanta 80% degli accessi al Pronto Soccorso è costituita da codici verdi e codici bianchi, ossia pazienti che non avrebbero avuto bisogno di un intervento in urgenza e che avrebbero potuto tranquillamente evitare l’accesso al Pronto Soccorso. La sanità territoriale dovrebbe allora essere strutturata con un infermiere di prossimità che presidia i territori con l’utilizzo di una centrale, mobile e/o fissa per il tele-monitoraggio dei pazienti con una disponibilità all’intervento continua e che gestisce anche una rete di tele-monitoraggio domestico dei pazienti cronici.

I dati di queste strutture di tele-monitoraggio vengono convogliati a degli hub in cui sono disponibili dei sanitari in grado di verificare in tempo reale le condizioni dei pazienti, anche utilizzando video-chiamate sanitarie, e valutare la necessità dell’attivazione della rete di emergenza urgenza. Questo nuovo modello organizzativo avrebbe il pregio di una maggiore efficienza ed efficacia, producendo anche il risultato di una riduzione dei costi della sanità nel medio e lungo periodo.

Conclusioni

Il monitoraggio dello stato di salute, la prevenzione di situazioni critiche e il supporto ad attività quotidiane rappresentano, quindi, un ambito applicativo emergente a livello sanitario, con particolare riferimento alle persone fragili, anziane e con patologie croniche che sono quelle che poi fanno lievitare i costi della Sanità.

Oggi abbiamo le tecnologie per costruire un sistema sanitario digitale, moderno ed efficiente. Non farlo condannerebbe tanti pazienti non solo ad avere un livello più basso di servizi sanitari, ma anche a dover sopportare sofferenze inutili e costi aggiuntivi per patologie che si sarebbero potute curare in maniera più efficace.

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