Connected health

Servizi per la sanità connessa, trend in crescita: vantaggi e potenziali rischi

La pandemia ha accelerato l’uso e la diffusione dei servizi di sanità digitale: dalla telemedicina ai dispositivi wearable, la tecnologia ha permesso un nuovo approccio alla gestione della malattia. I vantaggi sono importanti, ma non mancano le possibili ricadute negative

Pubblicato il 02 Mar 2022

Domenico Marino

Università Degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria

nuovo modello organizzativo One stop sta rivoluzionando l'Ospedale Maggiore di Bologna, grazie a una nuova area dedicata al percorso di assistenza per i pazienti con ictus

Considerando l’impegno delle Regioni per ridurre i costi e mantenere uno standard alto dei servizi sanitari, perseguire l’obiettivo dello sviluppo della sanità connessa non può che costituire un contributo alla profonda ristrutturazione del sistema sanità, alla sua razionalizzazione e ottimizzazione, migliorando l’efficienza complessiva e riducendone contemporaneamente i costi di gestione. Ma non mancano le potenziali ricadute negative.

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Le tendenze stimolate dalla pandemia

Per comprendere l’effetto della pandemia sull’utilizzo dei servizi di sanità digitale, basti pensare che a partire da luglio 2021, l’utilizzo della telemedicina è aumentato di parecchie decine di volte rispetto ai livelli pre-covid, consolidando un trend che si era già manifestato prima della pandemia. Inoltre, secondo il CDC, l’utilizzo della telemedicina è aumentato di oltre il 154% alla fine di marzo del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.

La medicina connessa si sta, quindi, evolvendo in maniera molto rapida e si sta trasformando in sanità digitale e virtuale. I vantaggi di tale approccio sono immediatamente comprensibili. Molte persone si sottopongono annualmente ad un controllo periodico di routine. In questo controllo i medici fanno un’accurata anamnesi, ricostruiscono la storia familiare dei pazienti, controllano di norma la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, analizzano i risultati delle principali analisi che si possono effettuare con un prelievo ematico e discutono di eventuali ulteriori screening preventivi e consigliano abitudini di vita sane. Il principale punto di forza di questo sistema è il rapporto fiduciario che sin instaura fra medico e paziente e l’acquisizione di dati base che possono essere utili al medico nel riconoscere e trattare determinate patologie che potrebbero presentare in futuro. Un beneficio importante per molti pazienti e clinici è la possibilità di sviluppare un rapporto di fiducia a cui ricorrere se e quando sorgono gravi problemi medici.

Un contributo alla sanità digitale anche dalle tecnologie per il fitness

Molte applicazioni di telemedicina stanno iniziando a utilizzare e comunicare con le applicazioni di fitness, per esempio, per raccogliere informazioni sul numero di passi e sulla frequenza cardiaca direttamente dai dispositivi di un individuo. Sono diventati popolarissimi gli strumenti per il fitness, come l’Apple Watch o Fitbit, che aiutano a monitorare i movimenti e la frequenza cardiaca. Seguendo questa scia molte le aziende tecnologiche stanno sperimentando dispositivi indossabili che diventano sempre più piccoli e che sono in grado di raccogliere dati sempre più accurati sulla nostra salute.

Lo sviluppo di questi dispositivi permetterà in futuro di ottenere una visione più completa dello stile di vita di una persona e, abbinato allo sviluppo del fascicolo sanitario elettronico individuale, potrà aiutare a creare un quadro più chiaro della sua salute attuale. In futuro lo scambio di dati sanitari non si dovrà limitare ai semplici dati, ma dovrà trasmettere anche le intuizioni critiche e le percezioni che derivano dalla visita.

L’intelligenza artificiale e il nuovo approccio alla gestione della malattia

L’intelligenza artificiale e, più in generale, la tecnologia stanno, quindi, cambiando l’approccio alla sanità e anche alla malattia. Un approccio tecnologico alla gestione della malattia può essere un valido aiuto per sviluppare nuove cure e per migliorare l’efficienza del sistema sanitario, anche e soprattutto quando viene messo sotto pressione. La soluzione proposta si basa sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione utilizzata come metodo di raccolta e scambio di informazioni sanitarie a distanza (un flusso continuo di informazioni inviate a una banca dati alla quale potranno accedere in maniera protetta lo staff clinico che assisterà il paziente o gli interessati che ne hanno titolo). La tecnologia applicata sarà in funzione della diagnosi precoce e terrà costantemente sotto controllo la situazione clinica e l’appropriatezza della cura (“compliance” destinata anche a evitare l’errato impiego di medicinali). Si tratterà, quindi, di dispositivi (collegati al sistema operativo) miniaturizzati e non invasivi per consentirne l’uso (in forme automatiche a domicilio) direttamente da parte del paziente, escludendo quindi il ricorso a laboratori o interventi di badanti/infermieri.

Le potenziali ricadute negative della Connected Health

Va, comunque, messo in evidenza che i sanitari hanno spesso lanciato dei warning in relazione potenziali ricadute negative della Connected Health. Infatti senza una interfaccia e una mediazione adeguate i dati potrebbero potenzialmente essere utilizzati per fare pessime (auto)-diagnosi male le malattie e trasformare le persone in ipocondriaci. L’epidemia di “Tamponite” (eccesivo uso dei test rapidi per il Covid), da un lato evidenzia una maggiore domanda per il monitoraggio della salute, ma con un risvolto negativo che è quello di accentuare paure e ridurre la sanità ad un pericoloso “fai da te” assistito dal “dottor Google”!

I vantaggi della sanità connessa

I vantaggi della Sanità connessa si estendono ai malati cronici la cui problematica sta diventando sempre più centrale e prioritaria. Infatti secondo l’OMS, tra le malattie croniche più comuni nel mondo, ad elevata incidenza di mortalità ci sono le malattie cardiovascolari (responsabili per 17,5 milioni di morti all’anno), il cancro (7,6 milioni), le malattie respiratorie croniche (4.1 milioni) e il diabete (1,1 milioni).Ad esempio, l’ipertensione non trattata, uno dei principali fattori di rischio (aterosclerosi nelle arterie coronarie, carotidi, arterie renali e degli arti inferiori) potrebbe essere tenuta sotto controllo da remoto con relativa semplicità. Secondo gli esperti dell’OMS nel 2000 circa 1 miliardo di persone soffrivano di ipertensione nel mondo (pari a oltre il 25% della popolazione mondiale di età superiore ai 20 anni).Secondo le stime, nel 2025 il numero delle persone con ipertensione dovrebbe arrivare a 1,5 miliardi di persone (quasi il 30% della popolazione).Se guardiamo ad esempio all’ipertensione, possiamo dedurre che essa è la causa di circa il 14% di tutti i decessi nel mondo ed è anche una delle cause più comuni di disabilità. È stato infatti dimostrato che la proporzione di pazienti con ipertensione aumenta con l’età della popolazione.

Una rete integrata ospedale-territorio-domicilio

La telemedicina, quindi, può rappresentare la frontiera per seguire tutti gli altri pazienti, rendendoli autonomi il più rapidamente possibile e agevolandone l’autogestione (autosufficienza nella propria casa, nel “quartiere” in cui si sono abituati a vivere). Si attiverebbe una rete integrata ospedale-territorio-domicilio, in cui dovrebbero interagire le varie figure professionali che sono già in campo (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, infermieri e podologi esperti, medici e chirurghi specialisti nei vari settori di competenza delle patologie interessate) e si potrebbe pensare alla discesa in campo di forze nuove utili (come i farmacisti esperti in tale settore), cui demandare altri compiti come la gestione degli appuntamenti con i professionisti prima menzionati, la preparazione di prodotti galenici ad hoc, la sensibilizzazione e l’educazione sanitaria di pazienti e caregivers. La sanità connessa ha, quindi, il potenziale non solo di ridurre il costo di un piano di cura, ma anche di migliorare il coinvolgimento del paziente e l’aderenza ad esso.

Inoltre, circa il 10% delle persone che a livello globale soffre di disturbi mentali hanno visto con la pandemia notevolmente peggiorare la propria situazione con un aumento della depressione e dell’ansia. Nel contempo in quasi tutti i paesi si è avuta la sostanziale interruzione dei servizi psichiatrici. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Sono stati chiusi i gruppi di sostegno e annullati gli appuntamenti con i sanitari proprio nel momento del maggior bisogno. Per continuare i trattamenti, molti terapeuti hanno utilizzato videochiamate sanitarie per sostenere i pazienti. Da qui è iniziato lo sviluppo della tele terapia e della tele psichiatria che, probabilmente, nei prossimi anni diventerà la forma di trattamento più diffusa e in grado di raggiungere un numero più elevato di potenziali utenti.

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