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Teatro e metaverso per un nuovo approccio all’autismo: il progetto “Facciamoli provare”



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Soluzioni tecnologiche all’avanguardia, come i puntatori oculari, il video modeling e i visori PICO4, possono offrire un approccio terapeutico innovativo per l’autismo. L’obiettivo è di migliorare la qualità della vita delle persone affette da autismo e di sensibilizzare la società sulla necessità di accoglierle con empatia e rispetto

Pubblicato il 17 mag 2024

Roberta Mochi

Capo Ufficio Stampa ASL Roma 1, Coordinatrice Tavolo nazionale Sanità Associazione PA Social



faccciamoli provare

In Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale per il monitoraggio dei Disturbi dello Spettro Autistico (DSA), 1 persona su 77 presenta un disturbo dello spettro autistico con una prevalenza maggiore nei maschi, che sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine. Più in generale circa 700 mila famiglie convivono con l’autismo. Solo nella ASL Roma 1, nell’ultimo anno (2022) hanno avuto un primo accesso ai TSMREE, 137 nuovi utenti.

Un minuto di salute: "Facciamoli Provare", la realtà virtuale come supporto per lo spettro autistico

Di cosa parliamo quando parliamo di autismo

L’autismo è una condizione caratterizzata da particolarità dello sviluppo della persona fin dalla prima infanzia, sia nell’area della comunicazione che in quella dell’interazione sociale, degli interessi e della sfera sensoriale. Le manifestazioni dell’autismo variano molto da persona a persona, da qui la definizione di “spettro” proprio per la grande distribuzione al suo interno.

La più nota al grande pubblico è sicuramente la sindrome di Asperger, a cui si sono ispirati protagonisti di serie tv come Sheldon Cooper di The Big Bang Theory o Temperance Brennan, l’antropologa forense di Bones, il Dottor Spencer Reid di Criminal Minds e ancora Shaun Murphy di The Good Doctor o il famosissimo Sherlock Holmes.

Molti registi si sono impegnati nel cercare di rappresentare l’autismo in modo realistico, descrivendo le difficoltà di integrazione nella società e con gli altri individui. L’autismo infatti si può associare a una compromissione intellettiva e del linguaggio parlato, determinando vari livelli di disabilità e necessità di supporto.

Le cause del disturbo e come si manifesta

Si tratta di un disturbo organico causato da una predisposizione genetica e da fattori di rischio ambientali. Queste due “cause” determinano un’alterazione dello sviluppo del cervello, che può avere diversi gradi di gravità. Per cui i sintomi dell’autismo tendono a essere non solo permanenti ma anche molto variabili: solo un intervento educativo adeguato consente di migliorare significativamente molte delle aree dello sviluppo dei soggetti con disturbo nello spettro autistico.

Come recentemente indicato dal principale sistema diagnostico DSM 5 (Diagnostic and Stastistical Manual of Mental disorder), il disturbo dello spettro autistico si manifesta quando si osserva: un deficit nell’area della comunicazione sociale, che comprende il deficit nella comunicazione (sia linguaggio verbale che non verbale) e il deficit sociale (capacità di interagire socialmente con gli altri); e un deficit di immaginazione, ovvero un repertorio ristretto di attività e interessi e comportamenti ripetitivi e stereotipati.

Altre manifestazioni cliniche che accompagnano l’autismo

Questi deficit sono molto spesso accompagnati da altre manifestazioni cliniche che interferiscono con la capacità di apprendere o la qualità di vita dei soggetti nello spettro autistico (ma anche delle persone che ruotano nella sfera della persona con autismo come la famiglia, gli insegnanti, etc.), come ad esempio: anomalie sensoriali (ipersensibilità o iposensibilità agli stimoli visivi, uditivi, olfattivi e tattili), anomala regolazione emotiva (incapacità di comprendere le proprie emozioni ma anche le emozioni degli altri generando stati di ansia e/o comportamenti inadeguati alla circostanza o comportamenti problema), anomalie dell’attenzione, difficoltà a pianificare e organizzare le proprie attività (quello che un soggetto con sviluppo normale riesce a fare con semplicità, come lavarsi le mani, per una persona autistica può essere complicato).

Una patologia che dura per tutta la vita, ma può migliorare se si interviene precocemente e in maniera adeguata.

Il ruolo del teatro nella terapia dell’autismo

ANGSA Lazio (Associazione Nazionale Genitori perSone con Autismo della Regione Lazio APS, costituita da genitori, familiari e tutori di persone nello spettro autistico) e ASL Roma 1 sono partite proprio da qui, convinte di poter implementare i percorsi di orientati a potenziare le abilità socio-comunicative e pragmatiche, il riconoscimento delle emozioni e le autonomie personali di minori con le caratteristiche dello spettro autistico, utilizzando le nuove tecnologie. Hanno immaginato un progetto di teatralizzazione, rivolto inizialmente a 15 ragazzi, di età compresa tra i 10 e i 15 anni, a sviluppo tipico e atipico, con profili di funzionamento diversi. Perché il teatro?

Perché oltre alla difficoltà nella comunicazione (verbale e non) e all’interazione con gli altri – abbastanza tipico ad es. lo sguardo “perso” e la tendenza a isolarsi – i soggetti con disturbo dello sprettro autisico hanno spesso comportamenti stereotipati e ripetitivi. L’impegno nella prova, anche simulata, è per loro un grande aiuto nella gestione di situazioni di vita che possono presentarsi inaspettate. Inoltre offre la possibilità di guardare alle esperienze di vita da un nuovo punto di vista, con lo scopo di favorire l’acquisizione di abilità verbali, creative e capacità di interazione. La ASL Roma 1 che ha attualmente in carico 1487 minori di spettro autistico, conoscendo bene il profilo di funzionamento e il contesto di riferimento dei ragazzi, aveva tutti gli elementi utili per l’individuazione dei candidati.

Per mettere in campo il progetto mancava solo la copertura economica. Il Comando Regionale Lazio della Guardia di Finanza e la Fondazione Mediolanum Onlus hanno organizzato una raccolta fondi che ha permesso al seme di questa idea di germogliare. Grazie a questi fondi sono stati acquistati puntatori oculari, stampanti, scanner in 3D e incisori laser e visori per entrare nel metaverso.

Il progetto “Facciamoli Provare”: una collaborazione multidisciplinare

Il progetto, dal titolo “Facciamoli provare” è stato presentato presso le corsie Sistine a Roma il 9 aprile e si basa su concetti semplici ma efficacissimi.

Intervenire in modo tempestivo per migliorare la vita dei ragazzi affetti da autismo attraverso i puntatori oculari, che sono comunicatori dinamici che utilizzano il tracciamento oculare e i supporti iconografici per superare il contatto oculare anomalo e sguardo laterale che sono tra i sintomi più comuni dello spettro autistico.

L’uso dei puntatori oculari nel trattamento dell’autismo

Lavorare sulle diverse aree di sviluppo dei soggetti con DSA. Per facilitare la relazione con il mondo esterno, lavorare sul rapporto del corpo con lo spazio, mettere in pratica tecniche per migliorare la comunicazione verbale e non verbale, rendere consapevoli i giovani delle difformità delle proprie percezioni rispetto alla realtà.

Video modeling: una nuova prospettiva terapeutica

Attività come il video modeling sono grado di facilitare acquisizioni significative in bambini, adolescenti, giovani e adulti con autismo. Si tratta di strumenti che riproducono materialmente i disegni dei ragazzi per avere un paragone concreto con lo stesso oggetto nella realtà. Nello specifico sono state acquistate stampante e scanner in 3D e incisore laser.

Visori PICO4 e programma Cerebrum: un training immersivo

A completare questo percorso di “abilitazione” ci sono i Visori PICO4 e il programma Cerebrum, che permettono un traning immersivo comportamentale funzionale che aiuta il soggetto autistico a gestire l’inaspettato e le situazioni sociali e il neurotipico – ovvero le famiglie – a comprendere le difficoltà vissute dal soggetto autistico.

Il progetto “Facciamoli Provare”, della durata di 1 anno, farà sperimentare ai ragazzi le situazioni più varie, dal superamento di fobie come vertigini o agorafobia.

Victor Hugo diceva che il teatro non è il paese della realtà ma è il paese del vero e per questi ragazzi adesso è il momento di mettersi alla prova: facciamoli provare.

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