Come di recente dimostrato dall’esperienza Covid-19, lo sviluppo della telemedicina ha rappresentato uno strumento importante nel contenimento della diffusione pandemica. Essa apre a interessanti scenari per il futuro del servizio sanitario nazionale e per il suo rapporto con il cittadino, specialmente nelle aree periferiche del Paese. Ma ci sono degli ostacoli da superare, tra cui: una certa difficoltà a utilizzare gli strumenti digitali, soprattutto tra le fasce più anziane della popolazione e la mancanza di collegamenti internet ad alta velocità, specialmente nelle zone rurali e periferiche.
Tali circostanze rappresentano una sfida per la diffusione della telemedicina tra la popolazione, ma anche un’opportunità per le farmacie di guadagnare una sempre maggiore centralità nell’assistenza sanitaria di prossimità supportando i pazienti nella fruizione di questi servizi.
La farmacia come “nodo” della rete sanitaria territoriale: benefici per i pazienti
Le farmacie, infatti, per la loro capillare distribuzione sul territorio, rappresentano la prima interfaccia del cittadino con il SSN, cui possono offrire importanti servizi di supporto alla salute: da quando è stato introdotto il modello della “farmacia dei servizi” molti passi avanti sono stati fatti in questa direzione, ma ancora molti ne possono essere compiuti grazie all’evoluzione tecnologica e ai nuovi strumenti digitali.
La cornice normativa e gli incentivi alle farmacie
Come ormai noto, le nuove Linee Guida nazionali sulla telemedicina, approvate dalla Conferenza Stato-Regioni ormai un anno fa, hanno espressamente previsto il coinvolgimento delle farmacie nella fornitura al pubblico dei servizi di telemedicina.
In particolare, le Linee guida precisano che, nel caso in cui “il paziente fosse in difficoltà a reperire presso il proprio domicilio gli strumenti informatici per la televisita”, verranno valutati “opportuni accordi che permettano di usufruire in modo conveniente di postazioni dedicate messe a disposizione da enti prossimi al domicilio dello stesso” tra cui le farmacie.
Al riguardo, il decreto-legge n. 137/2020 (convertito nella legge 176/2020) ha previsto che, al fine di favorire l’accesso a prestazioni di telemedicina da parte dei cittadini dei piccoli centri urbani, alle farmacie che operano nei comuni o centri abitati con meno di 3.000 abitanti è riconosciuto un contributo sotto forma di credito d’imposta nella misura del 50%, fino a un importo massimo di 3.000 euro per ciascun soggetto beneficiario e comunque nei limiti di spesa di 10,715 milioni di euro per l’anno 2021, delle spese per l’acquisto e il noleggio, nell’anno 2021, di apparecchiature necessarie per l’effettuazione di prestazioni di telemedicina.
Tale norma demandava a un decreto del Ministro della salute la definizione dei criteri e delle modalità di attuazione del contributo, sotto forma di credito d’imposta, con particolare riguardo agli investimenti che danno accesso al beneficio, alle procedure di concessione e di utilizzo del contributo, alla documentazione richiesta, alle condizioni di revoca e all’effettuazione dei controlli.
Il previsto decreto attuativo è stato adottato il 30 ottobre 2021 (e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 dicembre 2021). Tale decreto specifica che sono ammissibili all’agevolazione le spese sostenute nell’anno 2021 per l’acquisto e il noleggio di una lista di apparecchiature necessarie per l’effettuazione delle prestazioni di telemedicina, quali:
- dispositivi per la misurazione con modalità non invasiva della pressione arteriosa;
- dispositivi per la misurazione della capacità polmonare tramite auto-spirometria;
- dispositivi per la misurazione con modalità non invasiva della saturazione percentuale dell’ossigeno;
- dispositivi per il monitoraggio con modalità non invasive della pressione arteriosa e dell’attività cardiaca in collegamento funzionale con i centri di cardiologia accreditati dalle Regioni sulla base di specifici requisiti tecnici, professionali e strutturali;
- dispositivi per consentire l’effettuazione di elettrocardiogrammi con modalità di telecardiologia da effettuarsi in collegamento con centri di cardiologia accreditati dalle regioni sulla base di specifici requisiti tecnici, professionali e strutturali.
È inoltre specificato che:
- i farmacisti verificano il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa vigente sulla qualità e sicurezza dei dispositivi di telemedicina e sono responsabili del corretto funzionamento e della manutenzione dei dispositivi stessi;
- l’utilizzo dei dispositivi di telemedicina è consentito al personale sanitario e ai farmacisti adeguatamente formati.
I progetti sperimentali
Sono numerosi i progetti sperimentali intrapresi negli ultimi mesi che vedono il coinvolgimento delle farmacie nell’offerta dei servizi di telemedicina ai pazienti.
Per citarne solo alcuni a titolo esemplificativo e senza alcuna pretesa di esaustività, menzioniamo il progetto della Ulss 7 Pedemontana Veneta[1], che istituisce una rete di farmacie per fornire ai cittadini servizi di telemedicina. In particolare, le farmacie aderenti al progetto sono state dotate di dispositivi di intelligenza artificiale per le tele-visite: il paziente con un determinato disturbo potrà recarsi in farmacia e, con il supporto del farmacista, verrà utilizzata la macchina AI per ottenere le immagini e i dati che verranno inviati in tempo reale a un medico Ulss. Nell’ospedale Ulss 7 ci saranno quindi dei medici che nell’orario delle farmacie saranno disponibili a visitare il paziente e fare conseguentemente le diagnosi con emissione di ricetta.
Un altro progetto sperimentale è stato sviluppato in Toscana[2]: un accordo tra Regione e farmacie territoriali per monitorare le terapie farmacologiche nei pazienti cronici e fornire prestazioni di telemedicina. Anche in questo progetto si cerca dunque di affiancare la distribuzione del farmaco a quella di supporto professionale al cittadino.
Prospettive future
La telemedicina rappresenta un nuovo strumento attraverso cui la farmacia può affermare la propria centralità come fornitore di servizi sanitari di prossimità, favorendo l’accesso alla telemedicina e quindi, da ultimo, agevolando l’accesso all’assistenza sanitaria anche nei contesti più difficili.
Già in relazione alla gestione della pandemia, le farmacie hanno dimostrato di essere in grado di operare come fondamentale presidio locale per la fornitura di servizi sanitari essenziali per la diagnosi del Covid e la sua prevenzione. Come affermato in una sentenza del Consiglio di Stato del 4 gennaio 2021 n. 111: “si è consumata una profonda transizione del ruolo della farmacia da una più tradizionale attività di mera distribuzione di prodotti farmaceutici, verso un ruolo di erogazione di prestazioni e servizi (…). La Farmacia stessa è ormai un centro sociosanitario polifunzionale a servizio della comunità e punto di raccordo tra ospedale e territorio e front-office del Servizio sanitario nazionale”.
La telemedicina si pone quindi come la nuova sfida che le farmacie dovranno raccogliere, soprattutto nella fase post-emergenziale, per continuare a mantenere il ruolo che hanno guadagnato nel tempo e significativamente rafforzato negli ultimi mesi di pandemia.
*Si ringrazia Denise Moretti per aver contribuito alla realizzazione di questo articolo.
Note
- https://www.aulss7.veneto.it/telemedicina ↑
- https://www.toscana-notizie.it/-/telemedicina-e-terapie-farmacologiche-l-accordo-tra-regione-e-farmacie ↑