SCENARI

Terapie su misura e più efficaci, la Sicilia alla svolta Sanità digitale

Disponibilità dei dati, valorizzazione dei presidi territoriali, riorganizzazione dei processi: sono tre dei pilastri alla base delle strategie che puntano a un sistema adeguato alle mutate esigenze sociali. Ecco il panorama italiano e le occasioni da cogliere

Pubblicato il 20 Mag 2019

Salvatore Guastella

Dirigente responsabile del settore Formazione ASP Ragusa

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La Sanità nazionale si trova di fronte a una svolta indotta dalle mutate condizioni sociali (invecchiamento della popolazione) e dai conseguenti impatti economici.

Rinnovamento dei modelli organizzativi delle aziende, maggiore centralità dei presidi territoriali e nuovo disegno dei processi sono alla base della strategia che potrebbe portare l’Italia ad affrontare le sfide dei prossimi anni. Valorizzazione dei dati e adozione integrata dei nuovi strumenti tecnologici faranno da leva per una medicina personalizzata e più efficace. Ecco lo scenario del Paese e i passi da intraprendere.

Il sistema sanitario e, più in generale i servizi alle persone, richiedono una sempre maggiore diffusione delle informazioni sanitarie in formato digitale. È consolidata la visione che cerca di coniugare, nel modo più ampio, il libero movimento dei dati con il rispetto della loro riservatezza e sicurezza. Questo concetto, oltre a rappresentare una delle libertà fondamentali dell’Europa, è alla base di sicuri benefici sia per i singoli cittadini che per la collettività.

Da questo approccio è legittimo attendersi una significativa evoluzione in termini di prevenzione, di medicina personalizzata, di modelli sempre più proattivi di assistenza sanitaria, utilizzando in forma integrata e multidisciplinare le tecnologie abilitanti nell’erogazione dei servizi sanitari.

Questo nuovo paradigma è indotto, inoltre, dall’evoluzione dei fattori legati all’invecchiamento della popolazione e alla sostenibilità della spesa sanitaria. A fronte di una spesa sostanzialmente stabile, la speranza di vita aumenta e con essa l’invecchiamento della popolazione assistita che richiederà un prevedibile incremento di attività di supporto/sostegno e con esse le risorse economiche. Se aggiungiamo l’auspicio di un miglioramento del livello di qualità dei servizi prestati globalmente, non c’è altra strada che usare la leva della innovazione tecnologica digitale.

La best practice Sicilia

Il Piano strategico per la Salute della Regione Siciliana va in questa direzione. La delibera della Giunta n. 116 del 6 marzo 2018 intende promuovere l’innovazione e individua nel digitale una soluzione in grado di generare valore all’interno del sistema Sicilia, producendo vantaggi generalizzati.

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L’obiettivo è quello di semplificare l’accesso dei pazienti alle cure, indirizzandoli al presidio più appropriato e, nello stesso tempo, supportare le persone nella gestione della propria salute, dal momento che le nuove tecnologie dell’informazione rendono possibile l’accesso ai servizi anche attraverso nuovi e innovativi canali, accompagnandoli lungo tutto il percorso di cura. Sulla base delle specifiche progettualità previste dal piano, si pensi a come, con l’interazione digitale, diventi possibile:

Rendere più facile l’accesso dei pazienti alle cure urgenti, bypassando il ricorso al Pronto Soccorso o al medico di base, strutturando efficacemente il Portale del cittadino.

Semplificare e migliorare il processo di prenotazione online (SovraCUP).Rendere disponibili le informazioni mediche dei pazienti al sistema sanitario opportunamente abilitato, ovunque il paziente si trovi attraverso la Cartella clinica elettronica e Fascicolo sanitario elettronico.

Puntare sull’utilizzo di app per aiutare le persone a gestire la propria salute, soprattutto per i malati cronici (Telemedicina e cronicità)

Un processo non semplice ma che deve fondarsi anche su un rinnovamento di natura organizzativa. Vanno ripensati i modelli organizzativi delle aziende sanitarie valorizzando i presidi territoriali e ridisegnati i processi (si pensi ancora una volta alla presa in carico dei pazienti cronici).

Inoltre, oggi, l’intelligenza elaborativa e predittiva permette di orientarci verso una medicina che consenta cure personalizzate, più efficaci e, se possibile, senza sprechi.

Le leve economiche del cambiamento

Un ruolo fondamentale è svolto dalla formazione per potenziare le competenze degli operatori medico sanitari, in una visione di LLL (Life Long Learning) e di apprendimento collaborativo.

Le parole chiave diventano, dunque, valorizzare la rete e lo scambio di informazioni, condividendo le esperienze; approccio multidisciplinare al paziente; qualificazione della spesa.

Le leve per innescare l’innovazione sono rappresentate dagli stanziamenti, pure previsti nel programma di investimenti dell’Agenda Digitale, e dall’approccio integrato e coordinato tra gli stakeholder sanitari.

Non ultimo è il contributo digitale nella dimensione della ricerca. La capacità di raccogliere, aggregare e analizzare i dati generati dal sistema informativo sanitario non è solo fondamentale per raggiungere gli obiettivi dell’assistenza sanitaria, ma è anche legata alle più ampie strategie di ricerca sulle scienze della vita.

Big data e open data acceleratori di innovazione

Con il fenomeno dei Big Data, una raccolta di dati estesa in termini di volume, velocità e varietà che richiedono tecnologie e metodi analitici specifici per l’estrazione di valore o conoscenza, si rivoluziona e si estende la capacità di analisi dei contesti (non solo sanitari): dal “percepire e reagire” al “prevedere ed agire”. Per chi ha la capacità di raccogliere ed elaborare le enormi fonti informative (nell’ordine dei PetaByte, un milione di GigaByte!) è, oggi, possibile passare da un modello predittivo ad una assistenza sanitaria preventiva, ma anche a una medicina personalizzata fatta di riduzione del tempo di valutazione o di produzione e somministrazione individualizzata del farmaco.

Se è indubbio che il rinnovamento organizzativo si fonda sulla disponibilità dell’informazione corretta ed aggiornata, l’adozione di una interoperabilità sempre più spinta ne è fattore abilitante. Questo, oltre ai vantaggi aziendali, permetterà di alimentare il patrimonio dei cosiddetti Open Data. Una dimensione culturale e operativa foriera di nuove informazioni e modelli, ottenuti partendo dall’incrocio di flussi informativi apparentemente distinti e stimolando la genialità e l’interesse di ricercatori e imprese. Oltre che nostro.

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