Che delusione il documento sulla campagna vaccinale anti-SARS-CoV-2/COVID-19, a firma del Ministero della Salute, Presidenza del Consiglio dei ministri, Istituto Superiore di Sanità, Agenas, AIFA.
A leggere si capisce che è “solo” un piano strategico. Delusi in particolare gli esperti che si aspettavano un piano operativo. In particolare in merito al sistema informativo sanitario necessario a reggere il tutto.
La sensazione, anche leggendo l’intervista al generale Luciano Portolano, comandante del Centro Operativo Interforze che ha la responsabilità delle FFAA nella campagna vaccinale, è che in realtà il piano operativo sia ancora in corso di definizione. Rispetto ad altri paesi, come Regno Unito e Svizzera, siamo in ritardo malgrado le affermazioni rassicuranti dei vertici delle istituzioni che forse confondono un piano strategico con un piano operativo.
È dall’inizio della pandemia che si parla della possibilità di avere, finalmente, dei vaccini per immunizzarci contro il Covid-19. Con il passare del tempo questa prospettiva è diventata via via più realistica, con la conclusione delle fasi sperimentali e l’inizio dei percorsi di autorizzazione da parte degli enti regolatori.
Non è mia intenzione fare polemica o recriminare su ciò che poteva esser fatto ma, al contrario, provare a dare un modesto contributo sugli aspetti che bisognerebbe considerare per la progettazione e la realizzazione del sistema informativo a cui è dedicato il capitolo 5 del piano strategico.
Il sistema informativo nazionale per la campagna vaccini
Vediamo cosa descrive il piano: “Per la realizzazione delle attività del piano si sta predisponendo un sistema informativo efficiente ed interfacciabile con i diversi sistemi regionali e nazionali, per poter ottimizzare tutti i processi organizzativi e gestionali a partire dalle forniture, fino alla programmazione e gestione delle sedute vaccinali.
Inoltre, dovranno essere garantite funzionalità omogenee su tutto il territorio nazionale, in particolare relativamente al sistema di chiamata attiva/prenotazione, alla registrazione e certificazione della vaccinazione, al sistema di recall, al calcolo puntuale (real time) delle coperture vaccinali e all’integrazione con i sistemi regionali e nazionali di vaccinovigilanza e sorveglianza epidemiologica.
Sarà quindi necessario implementare le risorse informative di cui dispone attualmente il sistema sanitario nazionale, anche attraverso la predisposizione di nuove piattaforme progettate ad hoc. In particolare, gli elementi necessari da integrare riguardano le modalità di gestione della relazione con i cittadini dal momento della chiamata attiva/prenotazione fino alla fase di somministrazione e sorveglianza, nonché il supporto alla catena logistica nella distribuzione dall’hub nazionale fino ai punti di somministrazione, con la tracciabilità e gestione in tempo reale della merce durante le singole fasi. Verrà infine implementata una piattaforma di reporting capace di tracciare e rendicontare tutte le attività che verranno realizzate.”
Il testo, per la verità, non è molto chiaro. In particolare, non si comprende quali aree e funzioni saranno coperte con piattaforme ad hoc e quali invece dai sistemi attualmente esistenti a livello regionale e nazionale.
I sistemi regionali
Come di consueto la situazione dei sistemi logistici e vaccinali è fortemente disomogenea tra le regioni e, in qualche caso, persino tra le stesse aziende sanitarie locali della stessa regione. Nonostante l’istituzione dell’Anagrafe Nazionale Vaccini, non tutte le regioni possiedono un’anagrafe vaccinale degna di questo nome.
Bisogna poi ricordare che l’Anagrafe Nazionale Vaccini raccoglie i dati regionali attraverso flussi (debiti) informativi, all’interno del NSIS e non si poggia sul Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Solo alcune regioni inseriscono il certificato vaccinale all’interno di quest’ultimo. Che dire poi sulla gestione e il controllo delle giacenze dei vaccini presso le strutture sanitarie, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta? In molti casi è eseguita a posteriori, sulla base di flussi informativi, quando va bene. La gestione della logistica dei vaccini è scarsamente informatizzata ed è spesso circoscritta al carico – scarico dai magazzini centrali.
La soluzione nazionale per il sistema informativo vaccini
Considerando la situazione esistente e la complessità di realizzare, in tempi brevi, una federazione di sistemi in grado di interoperare tra loro, è probabile che la soluzione prescelta sia di sviluppare una piattaforma ad hoc che poi si cercherà di integrare con i sistemi regionali e nazionali. Il commissario straordinario, Domenico Arcuri, ha annunciato che saranno Poste italiane ed Eni a realizzare il sistema informativo.
Prima di entrare nel dettaglio sulle possibili criticità che questa scelta comporta, vediamo di definire quali sono le funzioni che, in base agli obiettivi citati nel piano strategico, devono essere realizzate.
A livello logistico bisogna:
- gestire e tracciare tutti i processi che riguardano l’arrivo dei vaccini nell’hub nazionale, individuato nella base area di Pratica di Mare,
- il loro stoccaggio,
- la gestione delle richieste di approvvigionamento da parte dei centri vaccinali, anche in funzione delle prenotazioni esistenti,
- la spedizione dei vaccini a questi,
- la loro ricezione
- e infine la somministrazione ai cittadini.
Nulla di trascendentale ma neanche così banale e scontato in sanità, dove le aziende sanitarie che gestiscono lo scarico di farmaci o presidi ai pazienti in real-time sono ancora una rarità.
Efficacia dei vaccini
Software a parte serviranno periferiche idonee (lettori bar code, dispositivi mobili, etc..) e personale formato.
Quali priorità? Come saranno organizzate le sedute vaccinali?
Il piano parla di chiamata attiva e di prenotazioni. Il primo termine lascia pensare a una campagna basata su inviti anche in considerazione del fatto che la disponibilità dei vaccini non sarà immediata ma distribuita in almeno sei mesi. I primi ad essere vaccinati saranno gli operatori sanitari poi, a seguire, altre categorie di cittadini. Al momento non sembra essere stata presa una decisione definitiva sui criteri di priorità anche perché non è noto se i primi vaccini che saranno disponibili, oltre ad immunizzare i vaccinati, saranno anche in grado di “sterilizzarli”, ossia evitare che possano infettare altre persone. In questo secondo caso potrebbe essere opportuno vaccinare prima le persone attive, in caso negativo bisogna dare priorità prima alle persone fragili – anziani e pazienti cronici.
Qualora i criteri di priorità non siano solo demografici, diventa essenziale disporre di un’anagrafica estesa che permetta di eseguire una profilazione sulla popolazione e, a partire da questa, predisporre la campagna di inviti. Questa anagrafica non esiste a livello nazionale mentre è presente, parzialmente, solo in alcune regioni relativamente ai soli dati sanitari. Se ad esempio si volesse impostare una strategia vaccinale che tenga conto, oltre che dell’età o delle condizioni cliniche, anche ad esempio del lavoro delle persone, bisognerebbe incrociare dati di diverse anagrafiche, alcune delle quali non sono disponibili né a livello regionale, né nazionale, per riuscire a collegare tutte le informazioni necessarie.
Inviti e prenotazioni
Nella progettazione delle modalità di invito, prenotazione e richiamo dei pazienti, bisognerà pensare a soluzioni che siano inclusive di tutta la popolazione. Non è pensabile, come sta avvenendo in tante iniziative recenti (vedi bonus mobilità, cash back), al solo uso di SPID o di app per ricevere o accedere a questi servizi.
Bisognerà quindi pensare a una strategia multicanale e a infrastrutture adeguate per capacità e dimensionamento. La recente esperienza del collasso del sistema SPID di Poste italiane nel day click del bonus mobilità deve far riflettere attentamente su questo tema.
Qualora non dovesse essere possibile operare per inviti sarà allora necessario individuare dei meccanismi per regolare l’accesso alle prenotazioni e fare in modo che questo sia conforme ai criteri di priorità. Facile a farsi nel caso dell’età, più complicato in altri casi.
Comunicazione con il paziente
Qualora si vogliano utilizzare la posta elettronica o gli SMS per la comunicazione con i cittadini sarà necessario raccogliere questi dati dal momento che le anagrafiche disponibili non contengono, se non in misura molto marginale, queste informazioni. Anche in questo caso però valgono le considerazioni fatte sopra in termini di “digital divide”.
Somministrazione e certificazione
La registrazione della somministrazione dovrà includere, oltre all’operatore e ai dati del paziente, il vaccino adoperato, il lotto e magari un codice univoco. Sarebbe anche utile registrare alcune informazioni anamnestiche a fini epidemiologici e di farmacovigilanza.
La produzione di un certificato digitale richiederebbe la firma digitale del documento e magari la sua stampa presso il centro vaccinale. Se come sembra saranno impiegati, come vaccinatori, oltre ai medici del SSN, altri medici, infermieri e personale sanitario, la disponibilità della firma digitale potrebbe costituire un problema. Per poter alimentare il Fascicolo Sanitario Elettronico sarebbe poi necessaria la sua codifica in formato HL7 CDA 2 o 3.
Richiamo
Si può pensare, per semplificare il processo, di prenotare contemporaneamente sia la prima somministrazione, sia il richiamo. Bisogna però prevedere la gestione delle eccezioni: necessità di spostare le sedute per carenza di vaccini o di personale oppure contattare i cittadini che non si presentano. La somministrazione delle vaccinazioni può sembrare un processo tutto sommato semplice e lineare ma sappiamo, dall’esperienza, che non sempre è così.
Controllo delle coperture vaccinali
A prescindere dalle modalità organizzative, il controllo delle coperture vaccinali richiede una base dati anagrafica ben strutturata e profilata. Realizzare un sistema di sorveglianza e di monitoraggio non è particolarmente complesso ma neanche facile: servono esperienza e competenza per fare un’analisi accurata.
Integrazione con i sistemi regionali e nazionali
È sicuramente l’aspetto più critico, complesso e impegnativo da realizzare. L’elevata eterogeneità, il grande numero di sistemi, l’ampio insieme di processi, rendono l’integrazione difficile. È l’attività che richiede più tempo e iI coinvolgimento di molte risorse.
L’integrazione con i sistemi regionali è tuttavia necessaria per evitare di realizzare un’isola informativa. La disponibilità delle informazioni relative alle vaccinazioni è essenziale nell’ambito di una gestione Covid-19 da parte dei servizi di prevenzione delle aziende sanitarie locali.
Altrettanto indispensabile sarebbe poi l’integrazione con l’Anagrafe Vaccinale Nazionale. Poiché questa viene alimentata mediante flussi informativi, è un’operazione che potrebbe anche essere realizzata anche non nell’immediato.
Saremo in tempo per la grande campagna vaccini?
Mancano, secondo i tempi che sono stati forniti, circa cinquanta giorni all’inizio della campagna vaccinale, con in mezzo Natale e Capodanno.
Alcuni aspetti non sono stati ancora definiti e questo non aiuta il completamento dell’analisi che, per un sistema di questo tipo, richiede tempo per esaminare tutti i processi e i casi d’uso. C’è poi il tempo necessario per lo sviluppo che, immagino, Poste italiane ed Eni potranno affidare a loro fornitori o, magari, ad aziende esperte del settore.
Il rischio di arrivare lunghi, per quanto riguarda il sistema informativo, è concreto. Tutto dipenderà anche da quali funzioni saranno sviluppate, quante integrazioni realizzate.