L’innovazione digitale sta trasformando il panorama educativo, con l’introduzione di nuovi strumenti tecnologici nelle aule e la nascita della scuola digitale. Tuttavia, non si tratta solo di integrare la tecnologia nell’insegnamento, ma anche di comprendere e affrontare le sfide e le opportunità che il digitale porta con sé.
Fondamentale diventa allora l’importanza dell’apprendimento emotivo, un elemento chiave per preparare i giovani a navigare in un mondo sempre più interconnesso.
Questa nuova era richiede un equilibrio tra coinvolgimento tecnologico e la necessità di disconnessione, tra competenze digitali e competenze emotive.
E in questo scenario complesso e dinamico, le famiglie svolgono un ruolo cruciale nella formazione digitale ed emotiva dei giovani.
L’importanza delle competenze digitali nell’educazione odierna
L’ultimo rapporto di Save the Children ha dimostrato che il 78,3% di bambini tra gli 11 e i 13 anni utilizza internet tutti i giorni e lo fa soprattutto attraverso lo smartphone. Continua poi ad abbassarsi l’età in cui si possiede o utilizza uno smartphone, ma nella mappa europea sulle competenze digitali dei 16-19enni l’Italia si posiziona in quartultima posizione.
Il digitale, dai social media alla creazione di communities, può costituire un elemento di apertura al mondo, ma può anche dar vita a diverse problematiche qualora non si conoscesse come gestirlo al meglio. Un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità* afferma che il 17% delle ragazze (che arrivano al 20% tra le 15enni, quindi una su cinque) e il 10% dei ragazzi fanno un uso problematico dei social media con conseguenze negative sul loro benessere fisico e psicologico.
Competenze quindi che la Scuola si è avviata per offrire.
Nella pagina istituzionale dedicata al Piano nazionale per la scuola digitale (PNSD), si legge che sono stati investiti per la transizione digitale della scuola italiana, in 5 anni, circa 1,9 miliardi di euro. 93,4% le classi che connesse ad internet – dati dell’Osservatorio scuola digitale 2020 e l’81.3% delle scuole hanno ambienti di apprendimento innovativi.
Innovazione senza consapevolezza però rischiano di non essere sufficienti.
Oggi, in un mondo che ogni giorno mette a dura prova il nostro benessere mentale a causa degli svariati impulsi a cui siamo sottoposti, non è solo la sfera degli adulti a essere in difficoltà a gestire le proprie emozioni e di conseguenza il proprio benessere, ma anche i bambini e i giovani adolescenti riscontrano grandi difficoltà nel mantenere un equilibrio psico fisico.
La Scuola può ovviare alla scarsa conoscenza delle proprie emozioni, del proprio io e di come poter affrontare le difficoltà senza soccombere ad esse, ma come possiamo imparare tutto questo se non ci viene insegnato?
Gestione dello stress e apprendimento emotivo: due facce della stessa medaglia
Viviamo in un mondo dove il digitale si intreccia indissolubilmente con ogni aspetto della nostra esistenza, per questa ragione l’integrazione delle competenze digitali fondamentali, come la cybersicurezza, il benessere digitale, e l’uso consapevole e responsabile degli strumenti tecnologici, nell’educazione scolastica diventa cruciale. Spesso, quando gli studenti si trovano in difficoltà e il loro rendimento scolastico cala, percepiscono la scuola e l’apprendimento come fonti di ansia, che si traduce in una riduzione dell’autoefficacia, della motivazione, dell’impegno e del legame con l’istituto. Questo scenario evidenzia l’urgente necessità di un cambio di paradigma educativo.
Fornendo agli studenti gli strumenti adeguati, non solo aumentiamo la loro responsabilità personale e il loro senso di appartenenza, ma stimoliamo anche una preoccupazione intrinseca per la propria istruzione.
Uno studente educato a riconoscere e gestire le proprie emozioni, e quindi dotato di competenze per il benessere digitale, è meglio equipaggiato per affrontare lo stress, riducendo il rischio di depressione.
Al contrario, ignorare l’importanza di educare alla competenza digitale è paragonabile a lasciare che futuri automobilisti si avventurino sulle “strade” del domani senza una patente. Siamo chiamati a educare gli adulti del futuro in tutti i campi possibili e la lacuna formativa in termini di apprendimento emotivo non rappresenta un rischio solo per l’individuo ma minaccia la sicurezza e il benessere della società nel suo complesso.
Gli strumenti per un’apprendimento emotivo efficace
Solo dotando gli studenti di tali abilità digitali essenziali, possiamo assicurare che diventino non solo (futuri) professionisti competenti e persone di valore, ma anche cittadini consapevoli e responsabili, capaci di muoversi con sicurezza ed etica nel complesso panorama del futuro.
Serve introdurre l’apprendimento emotivo nelle scuole (dall’asilo nido all’università) perché in un mondo sempre più diversificato e interconnesso, la classe diventa un crocevia essenziale dove gli studenti si incontrano e confrontano per la prima volta con realtà diverse dalla propria: culture, credenze e abilità uniche si intrecciano, creando un’opportunità imperdibile per apprendimento e crescita.
Si è iniziato a lavorarci ma, dal mio punto di vista, le varie iniziative nelle scuole, come incontri su cyber bullismo, razzismo e altri temi, sono utili, ma serve una prospettiva di lungo termine, in quanto non affondano le radici nel vero ‘software’ di noi stessi: l’apprendimento emotivo rappresenta la vera rivoluzione. In questo contesto, vari programmi come l’Apprendimento Sociale ed Emotivo (SEL) sono già attivi e assumono un ruolo chiave, fungendo da ponte verso la comprensione e l’accettazione della diversità. Attraverso il SEL, gli studenti imparano a navigare nel proprio mondo interiore e a estendere la mano verso quello degli altri, coltivando empatia, consapevolezza di sé e competenze interpersonali che sono più preziose oggi che mai. L’importanza di queste competenze va oltre la pura acquisizione di conoscenza; si tratta di formare individui capaci di empatia, decisioni responsabili e costruzione di comunità inclusive.
In Italia, come nel resto del mondo, stiamo assistendo a un risveglio verso il bisogno di un’educazione che valorizzi l’essere umano nella sua interezza, mettendo al centro l’intelligenza emotiva, sociale ed etica come pilastri per un futuro più giusto e comprensivo.
Impatto dell’apprendimento emotivo sui risultati accademici
L’apprendimento emotivo si rivela vantaggioso sia per bambini che per adulti, migliorando l’autoconsapevolezza, i risultati accademici e i comportamenti positivi, sia dentro che fuori dall’aula, proprio su questo sta lavorando “l’Associazione educazione emotiva e sociale” la cui Presidente è Constance Miller che permette, a chi ha avuto modo di sperimentarlo, un’esperienza molto arricchente.
Dal punto di vista accademico, secondo un’analisi su casi di studio che avevano coinvolto oltre 270 mila studenti, la partecipazione a programmi Sel dimostrò il miglioramento dell’11% il rendimento scolastico degli alunni, oltre a una frequenza scolastica migliore. A livello individuale, è stato dimostrato che le competenze acquisite tramite il SEL aiutano gli studenti a gestire meglio lo stress emotivo, a risolvere problemi e a resistere alla pressione dei coetanei di impegnarsi in comportamenti dannosi. Gli studenti dotati degli strumenti per affrontare questioni personali sono, quindi, meglio preparati a gestire le pressioni della vita adulta
La sfida è grande, ma il cammino verso un’educazione che abbracci pienamente la complessità umana è già iniziato, e le possibilità di crescita e miglioramento sono infinite e grazie alla scuola e all’istruzione si potrebbero fare immensi passi avanti.
Non a caso, una delle componenti fondamentali dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite è l’istruzione di qualità, garantita a tutti in maniera inclusiva ed equa.
Il ruolo delle tecnologie digitali nell’istruzione di qualità
Uno degli strumenti che si è rivelato fondamentale per raggiungere tale obiettivo prefissato sono proprio le tecnologie digitali.
Di contro, la crescente preoccupazione per l’eccessivo tempo che bambini e adolescenti trascorrono davanti agli schermi, con la conseguente diminuzione delle interazioni umane, rappresenta una sfida attuale e complessa. Per armonizzare l’introduzione delle nuove tecnologie nell’educazione scolastica con un utilizzo consapevole, diventa cruciale adottare un approccio equilibrato e critico verso i media digitali. Questo comporta, da una parte, l’incorporazione delle tecnologie digitali nel curriculum educativo per esaltare le loro capacità didattiche e interattive, utilizzando, ad esempio, un software educativo, delle piattaforme di e-learning e strumenti di realtà aumentata per rendere l’apprendimento più stimolante e su misura. Dall’altra, è fondamentale istruire gli studenti ad un utilizzo consapevole e responsabile di queste tecnologie, guidandoli nel riconoscere i rischi associati all’uso eccessivo e acritico degli schermi, quali dipendenza, isolamento sociale e impatti negativi sulla salute fisica e mentale.
La sfida della disconnessione in un mondo sempre connesso
Non dobbiamo mai dimenticare l’importanza della disconnessione al fine di mantenere un giusto equilibrio nella vita dei ragazzi, per questo promuovere momenti di disconnessione, attività didattiche che incoraggiano l’interazione diretta e l’esplorazione attiva del mondo reale, attività fisica, attività nella natura nonché insegnare tecniche per una gestione equilibrata del tempo online sono azioni chiave per assicurare che le tecnologie digitali arricchiscono l’educazione senza sostituire il valore delle relazioni umane e dell’attività fisica.
Il ruolo cruciale di genitori e insegnanti nell’educazione digitale ed emotiva
Il coinvolgimento delle famiglie in questo processo educativo è altresì essenziale per creare un ambiente supportivo anche al di fuori dell’ambiente scolastico, permettendo così a bambini e adolescenti di sviluppare un rapporto più equilibrato e consapevole con la tecnologia.
In sintesi, per accompagnare i giovani di oggi nel costruire un rapporto sano con il digitale serve il supporto del sistema scolastico ma anche della famiglia, genitori e insegnanti devono collaborare nella crescita emotiva e digitale dei ragazzi per raggiungere risultati significativi. Educando fin dalla prima infanzia, stiamo piantando i semi per un futuro migliore e per una società in grado di fiorire appieno.
*L’indagine ha coinvolto un campione rappresentativo in tutte le Regioni di giovani di 11, 13, 15 e, per la prima volta quest’anno, di 17 anni. Per un totale di oltre 89.000 ragazzi e ragazze, più di 6.000 classi e più di 1800 istituti scolastici.