Approvato dal Parlamento lo scorso 20 dicembre, nel periodo dal 23 gennaio fino al 10 febbraio 2024, le famiglie degli alunni che frequentano le classi terze medie avranno la possibilità di scegliere di iscriversi per il prossimo anno scolastico al nuovo indirizzo del Liceo del “Made in Italy”.
Alle scuole secondarie di secondo grado che già offrono i percorsi del Liceo delle Scienze umane, opzione economico sociale (Les), è giunta la circolare che regolamenta l’avvio di questo nuovo percorso (Legge n. 206 del 27 dicembre 2023).
Gli obiettivi del Liceo del Made in Italy
L’intento del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è quello di istituire il nuovo Liceo del Made in Italy in sostituzione dell’indirizzo economico-sociale, in quanto nasce come “una parte qualificante del percorso di valorizzazione, promozione e tutela delle eccellenze italiane: fornirà agli studenti la possibilità di approfondire gli scenari storici, geografici, artistici e culturali dello sviluppo industriale e del tessuto produttivo del nostro Paese, ma anche di proiettarsi nel futuro con una solida formazione di base soprattutto nei campi economico, giuridico e tecnologico: questo mix virtuoso si inserisce nella grande riforma della scuola secondaria superiore, che si propone di avvicinare l’istruzione al mondo dell’imprenditoria nazionale e quindi del lavoro, riducendo la distanza fra le competenze richieste dai settori produttivi e quelle fornite dalla scuola”.
Focus sulle STEM
L’attenzione delle discipline previste nel biennio è rivolta verso le materie STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics), quelle economico-giuridiche, le lingue straniere e la storia dell’arte, con l’obiettivo di favorire la connessione della scuola al mondo imprenditoriale attraverso un dialogo costante tra tradizione e innovazione, che costituirà, anche, il canale principe per la valorizzazione della completezza della preparazione dei futuri talenti chiamati a mettere in luce le già note qualità della nostra filiera del made in Italy.
Tempi troppo stretti e niente fondi aggiuntivi, scuole in difficoltà
La mappa italiana delle scuole che si sono candidate entro il 15 gennaio 2024 per dare avvio al nuovo percorso del Liceo del Made in Italy, rivela, tuttavia, una certa indecisione di queste ultime dovuta, da un lato, alle tempistiche troppo strette necessarie per avviare il processo di discussione e programmazione con gli stakeholder e dare impulso all’organizzazione delle classi prime, dall’altro, alla mancanza del piano didattico del triennio, ossatura di ogni indirizzo di studio.
L’assenza del quadro degli insegnamenti del secondo biennio e dell’ultimo anno non ha consentito all’organo collegiale delle scuole di maturare la delibera propedeutica alla presentazione della candidatura al nuovo percorso scolastico. Anche per quest’ultimo aspetto, entro il mese di aprile 2024, dovrà essere approvato uno specifico regolamento, su indicazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, in cui sarà definito il quadro orario generale degli insegnamenti, i risultati di apprendimento che gli allievi dovranno raggiungere al termine del quinquennio “nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali previste dalla legislazione vigente”.
Ne deriva l’assenza di nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato poiché il progetto non implica né incrementi di organico né del personale docente, né del personale scolastico né di dirigenti scolastici. Infatti, rimane invariato il fabbisogno di docenti e di personale scolastico”.
Dunque, l’istituzione del Liceo del Made in Italy dovrà avvenire senza spesa aggiuntiva a carico dello Stato, perché le classi del nuovo indirizzo saranno attivate con gli organici del personale già presenti e in assenza di ulteriori costi per la finanza pubblica.
Allo stato attuale, non sono molte le scuole che hanno deciso di attivare il nuovo indirizzo, le potenziali interessate, con ogni probabilità, rimanderanno la decisione in attesa di capire che cosa saranno chiamate a insegnare, con quali strumenti e con quali docenti, in pratica quando le tempistiche e il metodo saranno esplicitati dal momento che il ciclo operativo della scuola prevede tempi e incontri collegiali di confronto e progressiva acquisizione di delibere.
La mappatura dei Licei del Made in Italy
Facendo una media nazionale risultano essere sei le scuole a regione aderenti alle nuove sezioni del Liceo del Made in Italy per un totale di soli 120 licei su poco meno di 500, comprensivi delle scuole paritarie, che avrebbero potuto presentare la richiesta in quanto al loro interno è presente la sezione economico-sociale. Sui 120 licei, di fatto, soltanto 92 di essi potranno partire con questa nuovo istituto perché la Regione Campania non ha autorizzato 22 istituzioni scolastiche che ne avevano chiesto l’avvio e perché altri 6 istituti non erano in possesso dei requisiti richiesti.
Le famiglie dei ragazzi interessati all’iscrizione alla classe prima trovano la mappatura dei Licei del Made in Italy sulla piattaforma unica, infrastruttura del Ministero dell’Istruzione e del Merito ideata “per raccogliere strumenti e risorse utili per gli studenti e le famiglie” con la missione di “offrire un mondo di servizi digitali per accompagnare ragazze e ragazzi nel percorso di crescita, per aiutarli a fare scelte consapevoli e a coltivare e far emergere i loro talenti.”
La convivenza tra liceo del Made in Italy e Les
Per testare le potenzialità e gli effetti del nuovo indirizzo di studio a medio e lungo termine, bisognerà comprendere quante classi delle attuali 3.000 presenti nel percorso dell’economico-sociale saranno effettivamente attivate e con quale grado di convivenza rispetto a queste ultime, quale grado di salvaguardia dell’identità e della finalità del Les sarà garantito atteso che non vi è quasi nessuna differenza tra le due opzioni di studio nei quadri del biennio.
A tenere in scacco il successo del percorso della nuova opzione potrebbe, infine, essere la presenza delle eccellenti scuole in tutto il territorio nazionale che già valorizzano la filiera del Made in Italy come gli istituti tecnici e professionali agrari, gli agroalimentari e i vitivinicoli, la filiera degli istituti tecnici del sistema moda, dell’agroindustria e della meccatronica e la ricca offerta formativa specializzata dei licei artistici che spaziano dalle arti figurative, al design della ceramica, al design dei metalli e oreficeria, al design industriale, alla grafica e molto altro ancora.
Conclusioni
Più che nuovi percorsi di studio il nostro Paese ha sempre più bisogno di professionisti da inserire nel mondo del lavoro in possesso di precise competenze tecniche e manageriali capaci di integrarsi e di valorizzare le differenze tra la filiera nazionale e regionale guidate dalla nuova generazione di artigiani e piccole imprese ad alta specializzazione tecnologica chiamati a fornire prodotti personalizzati e innovativi.