L’istruzione superiore sta rapidamente abbracciando l’IA generativa, spostando il dibattito dall’adottare questi strumenti a come implementarli in modo significativo. Le nuove linee guida dell’Università di Torino sull’intelligenza artificiale, ad esempio, incoraggiano l’utilizzo consapevole delle tecnologie AI come supporto all’apprendimento, richiedendo trasparenza nell’impiego.
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IA nell’istruzione superiore
Da quando ChatGPT è entrato in scena, i docenti, le aziende e le istituzioni accademiche hanno affrontato una sfida complessa: sviluppare strategie per integrare i grandi modelli linguistici (LLMs) per responsabilizzare gli studenti pur mantenendo l’integrità accademica. La comprensione dei modi in cui gli studenti interagiscono con questa nuova tecnologia è cruciale, poiché non solo trasforma i metodi di insegnamento, ma l’intera esperienza educativa. La posta in gioco è preparare gli studenti per un futuro potenziato dall’IA, in equilibrio tra competenza tecnica e competenze umane essenziali.
Nel panorama mondiale numerose sono le ricerche che mostrano come il mondo accademico si stia muovendo verso questa direzione, nella consapevolezza che gli studenti universitari stanno esplorando questi nuovi strumenti in modi diversi, da quelli che dedicano sforzi significativi alla padronanza della tecnologia a quelli che esprimono riserve sul suo ruolo nel loro apprendimento. Il loro feedback rivela intuizioni sul ruolo attuale e potenziale dell’IA nell’istruzione, evidenziando l’interazione tra le abilità cognitive umane e le capacità dell’IA e quanto sia essenziale per promuovere una forza lavoro pronta per il futuro.
Ricerche globali sull’intelligenza artificiale nell’istruzione superiore
La National Association of Colleges and Employers, Fondata nel 1956, un’associazione professionale che collega oltre 17.000 professionisti dei servizi di carriera del college negli Stati Uniti, che si occupa del reclutamento di giovani talenti e professionisti delle relazioni universitarie ha da poco reso noti i risultati di un’indagine. La ricerca mostra come la padronanza di strumenti AI come ChatGPT può migliorare la produttività e fornire agli studenti un vantaggio rispetto a colleghi meno esperti in tecnologia.
L‘università di Torino pioniera nell’adozione dell’intelligenza artificiale
L’Ateneo di Torino esce allo scoperto tra i primi in Italia e dichiara la propria linea di condotta rispetto all’uso dell’Intelligenza Artificiale: da fine febbraio 2025 l’ateneo ha distribuito 600 licenze, esaurite in pochissimo tempo.
L‘Università piemontese ha siglato accordi con OpenAI e Microsoft per l’uso di ChatGPT e Copilot, scegliendo la strada di contratti a pagamento con i colossi statunitensi per tutelare le università e i ricercatori che lavorano su idee e progetti in fase di sviluppo.
Si tratta di un primo importante passo in Italia per porre all’attenzione del mondo dell’istruzione la necessità di fare chiarezza e dare indicazioni chiare e necessarie.
Le linee guida per l’intelligenza artificiale dell’Università di Torino
Nelle Linee Guida Interne dell’università del capoluogo piemontese, che si sono ispirate a numerosi documenti internazionali, rese note circa un anno fa, si legge che vietarne l’uso non è consigliato, anche perché sarebbe difficile verificarne il rispetto, non essendoci al momento applicazioni, nemmeno quelle basate su IA, capaci di identificare con certezza testi, immagini o altri contenuti generati da strumenti digitali.
Le Linee Guida permettono l’uso di applicazioni basate sull’intelligenza artificiale come supporto all’insegnamento e all’apprendimento e la necessità di fornire le giuste competenze agli studenti nell’impiego efficace ed etico di questi strumenti per prepararli adeguatamente all’utilizzo durante i loro studi e alle sfide che incontreranno nel mondo del lavoro. Il documento, primo del genere in Italia, si sviluppa in 11 punti, ribadendo che per la complessità intrinseca ai sistemi di IA Generativa il loro uso richiede piena consapevolezza degli strumenti e deve avvenire nel rispetto dei principi previsti dalle disposizioni normative attualmente vigenti, tenuto conto che tali disposizioni sono in costante evoluzione.
L’Università degli Studi di Torino invita all’uso delle applicazioni basate sull’intelligenza artificiale come supporto all’insegnamento e all’apprendimento, lasciando ai docenti la facoltà di limitarne l’impiego delle applicazioni basate su AI se ritengono che queste non siano coerenti con le finalità dell’insegnamento e/o impediscano il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. Ai docenti si chiede di fornire istruzioni chiare sulle limitazioni specificando, eventualmente, quali attività sono ammesse e quali no.
La richiesta è che l’uso dell’intelligenza artificiale sia dichiarato, da docenti, studenti, amministrativi. Sono questi i primi passi ed è previsto un monitoraggio, che sin dalle prossime settimane dovrà restituire un feedback, necessario per stabilire come procedere.
Innovazioni didattiche con intelligenza artificiale nell’università
L’Ateneo torinese è tra quelli che hanno promosso da tempo corsi sull’AI e in particolare si è messo in luce il Dipartimento di Studi Umanistici, dove il corso di laurea in Scienze della Comunicazione, che è attualmente il più frequentato del dipartimento, introdurrà un laboratorio sull’AI per la comunicazione, che offrirà l’opportunità di approfondire la formazione delle future generazioni, che si affideranno all’AI sia durante il percorso di studi, sia successivamente durante la vita lavorativa. Il laboratorio sarà diviso in due parti: una più teorica, dedicata all’analisi dei meccanismi dell’Intelligenza artificiale, e una pratica, focalizzata su attività come l’analisi del target, le analytics, il brainstorming e l’utilizzo di strumenti per la produzione di video, audio e podcast.
Questo potrà portare dei grandi e importanti cambiamenti, per esempio il concetto di redazione e stesura della tesi di laurea sarà ripensato, valutando nuove regole alla luce dell’avvento dell’AI.