commissione europea

Che cos’è DigCompEdu, per le competenze digitali di docenti e educatori

DigCompEdu (Digital Competence Framework for Educators) è la sigla utilizzata dal gruppo di lavoro della Commissione Europea, che ha proposto anche una consultazione pubblica sulla prima bozza di lavoro. Ecco una breve analisi

Pubblicato il 23 Giu 2017

Antonio Fini

dirigente scolastico

Tante le cose fatte, ma anche alcune aree da migliorare.

In un recentissimo articolo apparso su questo sito, la collega Silvia Mazzoni elencava cinque punti “programmatici” per lo sviluppo del PNSD.

Tra essi, al quarto posto, si trova il curricolo: “pianificare e supportare il lavoro dei docenti rivolto alla declinazione completa e articolata delle competenze digitali”.

In effetti, la definizione di un framework comune per le competenze digitali è una delle azioni del PNSD stesso (#14) per la quale era prevista l’istituzione di un tavolo tecnico già per il dicembre 2015.

Nel frattempo, tuttavia, il dibattito internazionale e soprattutto europeo sul tema si è arricchito di una proposta specifica per i docenti: il framework DigComp, pensato come modello delle competenze digitali del “cittadino europeo”, a sua volta citato dal PNSD come importante fonte di ispirazione proprio dell’azione #14 (ma qui si rischia il corto-circuito!), è ora corredato anche di una versione “educational”, rivolta agli insegnanti.

DigCompEdu (Digital Competence Framework for Educators) è la sigla utilizzata dal gruppo di lavoro della Commissione Europea, che ha proposto anche una consultazione pubblica sulla prima bozza di lavoro, peraltro già ben strutturata.

Considerando l’attuale offerta di formazione sulle competenze digitali, a partire proprio dalle iniziative del PNSD, attuate tramite PON/FSE, ma anche in riferimento alla formazione “di ambito”, realizzata in attuazione del Piano Triennale di Formazione dei docenti, il DigCompEdu può costituire un punto di riferimento per la progettazione di efficaci percorsi formativi dedicati ai docenti.

Vediamolo in dettaglio: il framework si rivolge a insegnanti di tutti gli ordini e gradi di istruzione (inclusa l’Università e l’educazione degli adulti) e in modo ancora più generale, a chiunque operi in ambito educativo, anche in contesti non formali.

È basato ovviamente sul precedente lavoro relativo al framework DigComp, ormai maturo e giunto alla seconda versione.

È anche prevista la realizzazione di un tool per l’autovalutazione.

DigCompEdu, nella formulazione attuale, propone sei aree, ognuna articolata in diverse competenze, per un totale di 23. Sono anche previsti sei livelli di acquisizione delle competenze, identificati con le combinazioni di lettere e numeri (da A1 a C2) già utilizzate con successo nel framework europeo delle lingue.

L’area 1 riguarda l’ambiente professionale (1. Professional Engagement) e include 5 competenze che riguardano:

  • la creazione, la gestione, il mantenimento e lo sviluppo di sistemi per l’amministrazione delle classi e degli studenti (1.1. Data Management);
  • le modalità e l’uso delle tecnologie per la comunicazione istituzionale e didattica (1.2 Organisational communication);
  • l’uso degli ambienti virtuali per la collaborazione e la condivisione di pratiche e in particolare la partecipazione a reti di sviluppo professionale (1.3 Professional collaboration);
  • la capacità di riflettere sull’uso delle tecnologie nelle proprie pratiche didattiche (1.4 Reflective practice);
  • le pratiche relative alla formazione continua e allo sviluppo professionale (1.5 Digital Continuous Professional Development) attraverso risorse e strumenti digitali.

L’area 2 è focalizzata sulle risorse e i contenuti digitali (2. Digital Resources), con le seguenti tre competenze:

  • la ricerca, selezione e valutazione di risorse digitali per la didattica, con attenzione particolare al rispetto delle regole relative a diritti d’autore e accessibilità (2.1 Selecting digital resources);
  • l’organizzazione, la condivisione e la pubblicazione consapevole di risorse, con l’uso di licenze aperte, nella prospettiva delle risorse educative aperte (OER) (2.2 Organising, sharing and publishing digital resources);
  • la creazione e la manipolazione di contenuti digitali, specificamente progettati per la didattica (2.3 Creating and modifying digital resources).

La terza area riguarda gli aspetti pedagogici e didattici connessi all’uso delle tecnologie e viceversa (3. Digital Pedagogy). Quest’area include quattro competenze:

  • la capacità di “orchestrazione” delle tecnologie all’interno dell’insegnamento (3.1 Instruction);
  • l’uso dei tool digitali per interazione tra docente e studente (3.2 Teacher-learner interaction);
  • la capacità di stimolare e supportare attività collaborative tra gli studenti (3.3 Learner collaboration);
  • l’uso delle tecnologie per sostenere attività di auto-formazione (3.4 Self-directed learning).

L’area 4 è relativa alla valutazione attraverso le tecnologie digitali (4. Digital Assessment) e include tre competenze:

  • l’uso di strumenti digitali per la valutazione formativa e sommativa (4.1 Assessment formats);
  • le competenze relative alla metodologia della ricerca didattica attraverso la raccolta e l’analisi di dati per valutare l’efficacia degli interventi didattici (4.2 Analysing evidence);
  • l’uso delle tecnologie digitali per fornire feedback agli studenti, per adattare e individualizzare l’insegnamento (4.3 Feedback and Planning).

L’area 5 è dedicata alla personalizzazione e individualizzazione, nell’ottica del potenziamento dell’autoefficacia (5. Digital empowerment), con le tre competenze relative:

  • accessibilità e inclusione, due temi di grande importanza per consentire la massima fruibilità delle risorse digitali, per tutti (5.1 Accessibility and inclusion);
  • l’uso delle tecnologie per facilitare differenziazione, personalizzazione e individualizzazione del processo di apprendimento (5.2 Differentiation and personalisation);
  • l’utilizzo dei tool digitali per il coinvolgimento attivo degli studenti nella didattica delle diverse discipline (5.2 Actively engaging learners).

Infine, l’area 6 si occupa dello sviluppo della competenza digitale degli studenti (6. Facilitating learners’ digital competence). In quest’area sono previste 5 competenze:

  • le prime tre riprendono i principali ambiti connessi al costrutto di competenza digitale, anche in relazione al modello DigComp. Si tratta quindi di information literacy (6.1 Information and media literacy), di comunicazione e collaborazione digitale (6.2 Digital communication & collaboration), di creazione dei contenuti (6.3 Digital content creation);
  • si introduce in modo esplicito l’argomento del “benessere”, ovvero la capacità di “vivere le tecnologie” in modo sostenibile, dal punto di vista personale e sociale (6.4 Wellbeing);
  • Problem solving (6.5 Digital problem solving).

In conclusione, si può notare come il DigCompEdu presenti aspetti decisamente innovativi (ad esempio l’attenzione alle tecniche di ricerca educative e al benessere digitale) rispetto ai modelli più orientati sulle abilità tecnologiche. Molto interessante anche la prospettiva duplice della competenza digitale “per il docente”, intesa come strumento per lo sviluppo professionale e la formazione continua dell’insegnante e “per lo studente”, nell’ottica della responsabilità in carico alla scuola (transitivamente trasferita ad ogni singolo insegnante) relativa allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti, intese in modo ormai inequivocabile come competenze di base e di cittadinanza.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati