la scuola che verrà

Riforma Valditara, come cambierà l’istruzione tecnica e professionale



Indirizzo copiato

Dalla meccatronica all’informatica, all’Italia serviranno da qui al 2027 almeno 508 mila addetti, con il 48% di questi che sarà di difficile reperimento. La riforma Valditara mira a trasformare questi numeri allarmanti in una grande opportunità. Vediamo le novità contenute nel disegno di legge

Pubblicato il 27 set 2023

Giuseppe Lanese

Consigliere nazionale PA Social e Coord. Tavolo Nazionale Scuola, Membro Osservatorio Nazionale sulla Comunicazione Digitale, vicedirettore di Datamagazine.it



Scuola digitale

L’istruzione tecnica e professionale italiana cambia volto grazie al disegno di legge approvato lo scorso 18 settembre dal Consiglio dei ministri. L’obiettivo è fornire agli studenti “una formazione che valorizzi i talenti e le potenzialità di ognuno e sia spendibile nel mondo del lavoro, garantendo competitività al nostro sistema produttivo”, ha affermato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Secondo i dati Unioncamere Excelsior, l’Italia è il secondo paese manifatturiero in Europa. Dalla meccatronica all’informatica, infatti, serviranno da qui al 2027 almeno 508 mila addetti, con il 48% di questi che sarà di difficile reperimento, come calcola Confindustria.

A settembre 2023 questo dato ha già raggiunto quota 48% (+ 5 punti rispetto al 43% di un anno fa, nel 2019 era il 33%). La riforma, ha aggiunto Valditara, ha “l’obiettivo di trasformare questi numeri allarmanti in una grande opportunità per i nostri giovani”. Vediamo quali sono le novità contenute nel disegno di legge.

filiera formativa tecnologico-professionale

È prevista la costituzione (a partire dall’anno scolastico 2024/2025) di una vera e propria “filiera formativa tecnologico-professionale costituita dai percorsi sperimentali del secondo ciclo di istruzione, dai percorsi formativi degli ITS (Istituti Tecnologici Superiori) Academy, dai percorsi di istruzione e formazione professionale e da quelli di istruzione e formazione tecnica superiore. Anche le Regioni, si legge nel testo, potranno aderire alla filiera.

I nuovi campus

La riforma prevede anche la creazione di un’unica offerta di istruzione e formazione attraverso la costituzione di reti (Campus), tra gli Uffici scolastici regionali e le Regioni (che si occupano di formazione professionale), a cui potranno aderire le scuole secondarie di secondo grado, le università, gli istituti dell’Alta formazione artistica e musicale e anche altri soggetti pubblici o privati.

Formazione di quattro anni

Tra le novità della riforma, agli studenti viene offerta la possibilità di completare il percorso di studi tecnico-professionali in quattro anni. Gli stessi studenti in possesso di un diploma professionale conseguito dopo un percorso di durata almeno quadriennale potranno iscriversi direttamente ai percorsi ITS Academy (previsti altri due anni di formazione), a seguito di validazione INVALSI. Mentre per gli studenti in possesso del diploma professionale conseguito a conclusione di un percorso di durata quadriennale, è stata stabilita la possibilità di sostenere l’esame di Stato senza esame preliminare.

Innovazione nella didattica

Per quanto riguarda i contenuti didattici e formativi dei nuovi percorsi di formazione tecnica e professionale, sono previsti il rafforzamento delle materie di base come italiano e matematica e sale anche la qualità dell’apprendistato e dell’alternanza scuola-lavoro (previste più ore nel triennio). Gli istituti arricchiranno l’offerta didattica e i laboratori anche attraverso il coinvolgimento di esperti provenienti dal mondo produttivo e professionale. La nuova filiera avrà, inoltre, un taglio “internazionale”: previsti più scambi con l’estero, visite, stage e soggiorni di studio.

Cambiano le regole sulla valutazione

Il nuovo decreto legislativo, infine, dà il via libera ad un cambiamento di regole nella valutazione del comportamento degli studenti. Alle secondarie di primo grado torna il voto in condotta, mentre alle superiori, in caso di sei al comportamento, lo studente dovrà recuperare il debito formativo (con meno di sei non si è ammessi all’esame di stato). “La riforma del voto in condotta responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti”, ha commentato il ministro Valditara.

Anche l’ANP (Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola) si è detta favorevole a questa norma “in quanto il sempre più frequente riproporsi di spiacevoli episodi di indisciplina degli studenti ha reso opportuno un maggior rigore. Diamo atto al Ministro di avere voluto introdurre misure ragionevoli ed equilibrate, manifestamente volte al recupero degli studenti attraverso la riflessione sulle infrazioni commesse e le loro conseguenze, più che a una logica meramente punitiva. Riteniamo necessario, però, evidenziare – ha aggiunto l’ANP – la necessità di avviare una costante opera di aggiornamento del personale docente per metterlo in grado di gestire al meglio le classi, specie in realtà caratterizzate da condizioni sociali difficili come quelle assurte alla ribalta della cronaca negli ultimi tempi”.

Mentre per quanto riguarda l’aspetto normativo generale, per l’associazione l’impianto del disegno di legge “realizza un efficace interscambio fra il mondo scolastico e quello del lavoro, favorendo la circolazione delle relative esperienze e preparando le studentesse e gli studenti al passaggio dalla scuola al lavoro. Indubbi gli effetti benefici anche in chiave orientativa – ha spiegato l’ANP – specie se nell’applicare le nuove norme si vorranno introdurre forme semplificate di passaggio fra i vari percorsi tecnici e professionali. L’impianto, inoltre, esalta l’autonomia delle istituzioni scolastiche alle quali saranno forniti incisivi strumenti per sostenere l’innovazione didattica e metodologica”.

La sinergia tra i nuovi percorsi e le ITS Academy

Altro aspetto molto importante di questa riforma che va evidenziato è quello legato alla sinergia tra i nuovi percorsi di istruzione tecnica e professionale e gli Istituti Tecnici Superiori che la legge n. 99 del 15 luglio 2022 ha trasformato in Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy). Sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore. Sono espressione di una strategia fondata sulla connessione delle politiche d’istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali, spiegano dal ministero dell’Istruzione e del Merito. I percorsi di formazione degli ITS toccano vari ambiti come: l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, le nuove tecnologie della vita, le nuove tecnologie per il made in Italy (dall’agroalimentare, alla moda, ai servizi per le imprese). Ma ci sono anche percorsi ITS che si occupano di tecnologie innovative per i beni e le attività culturali/turismo e di tecnologie della informazione e della comunicazione.

Ogni anno l’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa (INDIRE), su incarico del Ministero dell’Istruzione e del merito, elabora il monitoraggio dei corsi di formazione terziaria professionalizzante realizzati dagli I.T.S. Academy, effettuato ad un anno dal conseguimento del diploma.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2