la guida

Come scegliere una scuola innovativa per i propri figli: i criteri

La scelta della scuola cui iscrivere i propri figli viene spesso effettuata facendo riferimento alle informazioni ottenute durante gli open day. Segnaliamo alcuni criteri per individuare scuole e docenti innovativi e caratterizzare in tale senso il percorso scolastico dei propri figli

Pubblicato il 29 Ott 2019

Fulvio Oscar Benussi

Docente di diritto ed economia, Liceo Carlo Tenca di Milano e socio AIDR

scuola

Oltre ai docenti e ai dirigenti scolastici anche i genitori hanno la possibilità, con le loro scelte, di contribuire all’innovazione della Scuola. In questo articolo proveremo pertanto a indicare alcuni criteri utili all’individuazione di scuole e docenti innovativi per permettere ai genitori, scegliendo, di potere caratterizzare in tale senso il percorso scolastico dei propri figli. Proporremo, inoltre, alcuni esempi sul ruolo che i genitori possono avere nel favorire lo sviluppo dell’innovazione nella scuola frequentata dai propri figli.

Indicatori utili a individuare  scuole e docenti che svolgono una didattica innovativa

La scelta della scuola e, nella secondaria di secondo grado, anche dell’indirizzo cui iscrivere i propri figli, viene spesso effettuata facendo riferimento alle informazioni ottenute durante gli open day che le scuole propongono nei mesi precedenti la scadenza fissata per l’iscrizione di bambini e ragazzi.

Per permettere una scelta più ponderata, nel seguito segnaleremo alcuni indicatori utili a comparare le diverse istituzioni scolastiche[1]. Segnaliamo che gli indicatori che proporremo sono relativi soprattutto alla scuola secondaria di secondo grado, nella quale l’autore di questo articolo ha un’esperienza pluridecennale. Alcuni indicatori possono comunque essere utilizzati anche per valutare l’offerta formativa delle scuole primarie e secondarie di primo grado[2].

Per effettuare confronti fondati circa l’offerta formativa che le diverse scuole propongono suggeriamo di verificare la presenza (oppure l’assenza) di tali indicatori nei siti web istituzionali delle scuole prese in esame.

Nei siti web scolastici si possono trovare informazioni sui Piani di lavoro dei singoli docenti e sui progetti che la scuola svolgerà che sono parte del Piano Triennale dell’Offerta Formativa, PTOF, integrati dai progetti inseriti annualmente nel Piano dell’Offerta Formativa, POF.

La tabella 1 illustra le tipologie di innovazione cui gli item, presenti nei piani di lavoro o nei progetti PTOF, possono essere relazionati.

Le voci, evidenziate in rosso, che suggeriamo di cercare nei documenti on line delle scuole, presuppongono la presenza di percorsi formativi innovativi.

Tabella 1

Item che se presenti nei Progetti PTOF (POF) oppure nei Piani di lavoro degli insegnanti possono essere considerati indicatori di innovatività della scuola e/o dei singoli docentiTipologia di innovazione cui gli item presenti nei piani di lavoro o nei progetti PTOF (POF) possono essere relazionati, acquisizione o applicazione di competenze relative a:
didattica costruttivista,

co-costruzione della conoscenza

Può prevedere lo svolgimento di attività on line

soft skills (OCSE): “Sapere portare nuove idee/soluzioni”, “sapere imparare”, “sapere lavorare produttivamente in gruppo”
metacognizione, riorganizzazione dei significati di ciò che si imparasoft skills (OCSE): “sapere imparare”
lavori di gruppo, team group

Può prevedere lo svolgimento di attività on line con network collaborativi

soft skills (OCSE): “Sapere portare nuove idee/soluzioni”, “essere disponibili a mettere in discussione le proprie idee”, “sapere coordinare attività”, “sapere mobilitare/valorizzare le capacità di altri”, “sapere esporre con chiarezza il proprio punto di vista”, “sapere lavorare produttivamente in gruppo”
didattica per competenze

Può prevedere lo svolgimento di attività on line

soft skills (OCSE): “sapere imparare”
T.I.C. acronimo di Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione

ICT acronimo di Information and Communications technology

Le relative attività didattiche si svolgono on line

soft skills (OCSE): “sapere imparare” (nel caso di apprendimento autonomo da tutorial – supervisionato dall’insegnante), “essere capace di scrivere rapporti e documenti” (nel caso di attività svolte con tale obiettivo), “sapere utilizzare il computer e internet”

Approfondimento di item tratti dal framework DigiComp 2.1

gestione dei conflittisoft skills (OCSE): “sapere negoziare”, “essere disponibili a mettere in discussione le proprie idee”
mediazionesoft skills (OCSE): “sapere negoziare”, “essere disponibili a mettere in discussione le proprie idee”
Didattica interculturalesoft skills (OCSE): “sapere negoziare”, “essere disponibili a mettere in discussione le proprie idee”
negoziazionesoft skills (OCSE): “Sapere portare nuove idee/soluzioni”, “essere disponibili a mettere in discussione le proprie idee”, “sapere esporre con chiarezza il proprio punto di vista”
compiti di realtà

Può prevedere lo svolgimento di attività on line

soft skills (OCSE): “Sapere portare nuove idee/soluzioni”, “essere disponibili a mettere in discussione le proprie idee”, “sapere imparare”

Approfondimento di item tratti dal framework DigiComp 2.1

E.A.S. acronimo di Episodi di Apprendimento Situato

Può prevedere lo svolgimento di attività on line

soft skills (OCSE): , “sapere imparare”
classe capovolta, flipped  classroom, flipped lesson, blended learning

Le relative attività didattiche si svolgono on line (anche a casa)

soft skills (OCSE): , “sapere imparare”, , “sapere utilizzare il computer e internet”

Approfondimento di item tratti dal framework DigiComp 2.1

questioni socialmente vive

Può prevedere lo svolgimento di attività on line

soft skills (OCSE): , “sapere imparare”
didattica laboratoriale

Le relative attività didattiche si svolgono on line

soft skills (OCSE): , “sapere imparare”, “essere capace di scrivere rapporti e documenti” (nel caso di attività svolte con tale obiettivo), , “sapere utilizzare il computer e internet”

Approfondimento di item tratti dal framework DigiComp 2.1

metodologie didattiche attivesoft skills (OCSE): “essere capace di gestire efficientemente il tempo”, “essere disponibili a mettere in discussione le proprie idee”
esercitazioni esperienzialisoft skills (OCSE): “essere capace di gestire efficientemente il tempo”, “essere disponibili a mettere in discussione le proprie idee”
giochi di ruolosoft skills (OCSE): “essere capace di gestire efficientemente il tempo”, “essere disponibili a mettere in discussione le proprie idee”, “sapere cogliere le opportunità”
simulazionisoft skills (OCSE): “essere capace di gestire efficientemente il tempo”, “essere disponibili a mettere in discussione le proprie idee”, “sapere cogliere le opportunità”
Ricerca in Internet (approfondimenti possibili: Ricerca avanzata, operatori booleani, scalettamento dei dati, ricerca per termini antagonisti, ecc.)

Le relative attività didattiche si svolgono on line

soft skills (OCSE): , “sapere utilizzare il computer e internet”

Approfondimento di item tratti dal framework DigiComp 2.1

Verifica dell’attendibilità delle fonti in Internet

Le relative attività didattiche si svolgono on line

soft skills (OCSE): , “sapere utilizzare il computer e internet”

Approfondimento di item tratti dal framework DigiComp 2.1

mobilità studentesca internazionale
parlare in pubblico, public speaking

Può prevedere lo svolgimento di attività on line per la preparazione della presentazione elettronica

soft skills (OCSE): “sapere presentare proposte/idee in pubblico”

Approfondimento di item tratti dal framework DigiComp 2.1

Problem solving

Può prevedere lo svolgimento di attività on line

soft skills (OCSE): “Sapere portare nuove idee/soluzioni”, “essere disponibili a mettere in discussione le proprie idee”
problem finding (literacy)

Può prevedere lo svolgimento di attività on line

Debate

Può prevedere lo svolgimento di attività on line per individuazione e reperimento argomenti a supporto della propria tesi

soft skills (OCSE): “sapere presentare proposte/idee in pubblico”, “padroneggiare il proprio ambito di competenza”
media education

Le relative attività didattiche si svolgono anche on line

soft skills (OCSE): , “sapere utilizzare il computer e internet”

Approfondimento di item tratti dal framework DigiComp 2.1

role playing
brainstorming
cooperative learning

Può prevedere lo svolgimento di attività on line

soft skills (OCSE): “Sapere portare nuove idee/soluzioni”, “essere disponibili a mettere in discussione le proprie idee”, “sapere coordinare attività”, “sapere mobilitare/valorizzare le capacità di altri”, “sapere esporre con chiarezza il proprio punto di vista”, “sapere lavorare produttivamente in gruppo”
fact checking

Le relative attività didattiche si svolgono on line

soft skills (OCSE): “sapere utilizzare il computer e internet”, “essere capace di scrivere rapporti e documenti” (le competenze di fact checking possono consentire la verifica e l’individuazione delle fonti attendibili da cui trarre idee e contenuti per la stesura di rapporti e documenti),

Approfondimento di item tratti dal framework DigiComp 2.1

data journalism, numeracy

Le relative attività didattiche si svolgono on line

soft skills (OCSE): “sapere utilizzare il computer e internet”, “essere capace di scrivere rapporti e documenti” (L’acquisizione di tale capacità può essere perseguita partendo dal fare acquisire allo studente le competenze necessarie alla lettura e comprensione di rapporti e documenti comprensivi di tabelle e infografiche

Approfondimento di item tratti dal framework DigiComp 2.1

Smascheramento di fake news

Le relative attività didattiche si svolgono on line

soft skills (OCSE): , “sapere utilizzare il computer e internet”

Approfondimento di item tratti dal framework DigiComp 2.1

Competenze digitali previste dal framework DigComp 2.1

Le relative attività didattiche si svolgono on line

Approfondimento degli item tratti dal framework DigiComp 2.1
Problem solving in un contesto digitale e di pensiero computazionale

Le relative attività didattiche si svolgono on line

Nuovo Framework OCSE-PISA 2021

Approfondimento di item tratti dal framework DigiComp 2.1

Nel realizzare la tabella 1 abbiamo fatto riferimento alle competenze digitali da promuovere secondo il framework DigiComp 2.1[3] e alle soft skill indicate nel documento OCSE sull’innovazione nell’educazione. Abbiamo inserito perciò le voci, che, a nostro avviso, possono essere considerate indicatori di innovazione delle scuole riportandole nella prima colonna e indicato nella seconda colonna a quali obiettivi possono mirare in termini di acquisizione di competenze da parte dei ragazzi[4].

Specifichiamo che il documento OCSE sull’innovazione nell’educazione[5], nella figura 1.6 a pag. 23, elenca le competenze (skill) indispensabili nelle attività innovative. Ecco l’elenco delle competenze: Sapere portare nuove idee/soluzioni, essere disponibili a mettere in discussione le proprie idee, sapere presentare proposte/idee in pubblico, sapere cogliere le opportunità, possedere competenze di pensiero analitico, sapere coordinare attività, sapere imparare, sapere mobilitare/valorizzare le capacità di altri, sapere esporre con chiarezza il proprio punto di vista, padroneggiare il proprio ambito di competenza, essere capace di scrivere rapporti e documenti, sapere parlare e scrivere in una lingua straniera, sapere utilizzare il computer e internet, sapere lavorare produttivamente in gruppo, essere capace di gestire efficientemente il tempo, essere produttivi anche sotto stress, sapere negoziare, essere competente anche in campi diversi dal proprio, sapere affermare la propria autorità.

Altre riflessioni utili per scegliere

Segnaliamo che quanto presente nei Progetti, relativamente all’innovatività della scuola, spesso riguarda attività extracurricolari. In questi casi la formazione proposta potrebbe essere gestita da soggetti esterni (imprese, associazioni, onlus, ecc.). Invece quanto indicato nei Piani di lavoro[6], relativamente alle innovazioni praticate dai singoli insegnanti, riguarda attività didattiche curricolari svolte nell’orario ordinario e quindi gestite direttamente dai docenti della scuola. Quest’ultima modalità implica una diversa percezione da parte degli alunni e degli studenti del “senso” delle attività svolte e una diversa, e ben maggiore, incidenza nella loro formazione.

“[…] Le pratiche pedagogiche degli insegnanti e le strategie di insegnamento con le TIC[7] determinano in gran parte la misura in cui il loro uso in classe produrrà un miglioramento del rendimento cognitivo degli studenti.”[8]. Non basta quindi la disponibilità di attrezzature TIC per garantire che gli studenti ottengano un miglioramento sul versante cognitivo, se queste non sono supportate da adeguate pratiche pedagogiche. Ovviamente qui non si fa riferimento al mero insegnamento di strumenti e, o applicazioni informatiche. La capacità degli insegnanti emerge come prioritaria per il successo dell’innovazione quando le TIC vengono integrate come strumenti didattici a supporto dell’insegnamento di altre discipline. Le innovazioni indicate nella tabella 1, pertanto, hanno una significatività se inserite a supporto e integrazione della didattica disciplinare relativa alla materia cui vengono collegate. Ad esempio, una sperimentazione che proponga agli studenti esercitazioni con attività di problem finding[9] avrà come conseguenza il potenziamento dell’attenzione degli studenti che si sforzeranno di raggiungere una precisa comprensione delle consegne del docente al fine di concentrarsi esclusivamente sullo svolgimento di quanto assegnato, tralasciando di svolgere compiti non richiesti[10].

Un elemento organizzativo, a nostro avviso di grande rilevanza per la scuola secondaria, può essere rilevato nell’orario scolastico pubblicato nel sito web. Occorre, in questo caso, verificare la presenza di lezioni della durata di due ore consecutive anziché suddivise in lezioni della durata di solo un’ora. Molte delle attività innovative quali didattica laboratoriale, metodologie didattiche attive, ecc. necessitano, infatti, per potere essere proposte ai ragazzi, di uno spazio temporale più ampio di una singola ora di lezione.

Quale può essere il ruolo dei genitori nello sviluppo dell’innovazione a scuola?

John Paul Kotter, professore emerito di Leadership presso la Harvard Business School, considerando il mondo delle imprese, ha individuato vari motivi per cui nelle organizzazioni gli individui contrastano le azioni tese al cambiamento organizzativo[11] .

Al primo posto Kotter colloca il desiderio di non perdere qualcosa cui si tiene in modo particolare. Ad esso segue una interpretazione errata del cambiamento sul piano delle rappresentazioni personali cui fa eco l’idea che il cambiamento è privo di senso. Ma c’è di più: queste situazioni, secondo l’autore, coniugandosi con l’ansia che comporta gestire situazioni gravate da incertezza, generano contrarietà verso qualsivoglia iniziativa tesa all’innovazione[12].
A scuola, solitamente, il parere dei genitori esprime contrarietà e/o contesta l’operato di quegli insegnanti giudicati non all’altezza del loro compito. Quasi mai accade che i genitori commentino, e soprattutto scrivano, per esprimere apprezzamento per l’attività svolta dai docenti. A nostro parere l’opinione proattiva dei genitori a favore dell’attività di uno o più insegnanti impegnati in percorsi di innovazione potrebbe sostenerla rendendo esplicito che, per l’utenza del servizio scolastico, il cambiamento realizzato: “è dotato di senso”.

Questo, insieme ai percorsi di formazione promossi dal MIUR e all’attività di e-leadership che si auspica praticata dal dirigente scolastico e dal docente animatore digitale, potrebbe fare la differenza nel sostenere i docenti innovatori e “suggerire la strada verso l’innovazione e il cambiamento” agli altri docenti.

I genitori dovrebbero cominciare a superare l’habitus di riporre attenzione quasi esclusivamente all’esito scolastico (i voti) dei figli. Pensiamo sia auspicabile che i genitori dedichino attenzione anche a “cosa” i figli imparano a scuola in termini di contenuti e soprattutto in termini di abilità e competenze acquisite.

Pure le metodologie didattiche che gli insegnanti scelgono dovrebbero, a nostro avviso, essere seguite in quanto significativamente legate al processo di apprendimento dei ragazzi. Le informazioni indispensabili per conoscere il percorso seguito dai figli, oltre che dalla attenta lettura del registro elettronico, potranno essere raccolte dai racconti dei ragazzi stessi ed essere approfondite in occasione delle riunioni dei Consigli di classe aperti alla componente genitori. E’ proprio in queste occasioni che l’opinione proattiva, espressa a favore dell’attività di uno o più insegnanti impegnati in percorsi di innovazione, potrebbe sostenerla rendendo esplicito che, per i genitori, il cambiamento realizzato è importante e significativo.

*L’autore è socio dell’Associazione Italian Digital Revolution | ________________________________________________________________

  1. Un servizio di comparazione tra le scuole che può essere consultato on line indica nella home page che il sito permette di “Scoprire quali scuole della zona dove si abita danno una marcia in più per l’università e il mondo del lavoro per potere scegliere quella più giusta per il proprio caso”: https://eduscopio.it/
  2. Una conferma della rilevanza degli indicatori qui proposti può essere rinvenuta nel sito delle Avanguardie educative promosso da: INDIRE (Istituto Nazionale documentazione innovazione ricerca educativa) http://www.indire.it/progetto/avanguardie-educative/Per approfondire suggeriamo di leggere soprattutto il Manifesto delle Avanguardie educative: http://innovazione.indire.it/avanguardieeducative/il-manifesto
  3. https://www.agid.gov.it/sites/default/files/repository_files/digcomp2-1_ita.pdf
  4. L’elenco proposto non è esaustivo di tutti i possibili percorsi innovativi seguiti dalle scuole, ma può essere un seppure imperfetto strumento di comparazione tra le scuole e i docenti. Segnaliamo inoltre che non sono stati inseriti nell’elenco item relativi a indirizzi specialistici di scuole tecniche e professionali
  5. OECD (2016), Innovating Education and Educating for Innovation: The Power of Digital Technologies and skills, OECD Pubblishing, Paris https://www.oecd-ilibrary.org/education/innovating-education-and-educating-for-innovation_9789264265097-en
  6. Nei Piani di lavoro, inseriti nel sito della scuola nei primi mesi dell’anno scolastico, i singoli insegnanti indicano cosa prevedono di proporre nelle classi loro assegnate relativamente alle discipline che insegnano.
  7. T.I.C. è l’acronimo di: Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione
  8. A. Lorenceau, C. Marec, T. Mostafa, Upgrading the ICT questionnaire items in PISA 2021, OECD 2019, OECD Education Working Paper No. 202 § 3.3.1 pag. 27. Il documento può essere visionato e scaricato al link:
    https://www.oecd-ilibrary.org/education/upgrading-the-ict-questionnaire-items-in-pisa-2021_d0f94dc7-en
  9. Il problem finding è un processo prettamente cognitivo, che inizia nel momento in cui ci si ferma a pensare che possa esserci una criticità che ostacola il perseguimento di un obiettivo. Comprendere tale criticità implica un importante sforzo del pensiero, per questo le teorie sul problem finding appartengono per lo più all’ambito delle scienze cognitive. E’ importante notare che c’è una relazione positiva tra la qualità della soluzione che viene raggiunta e la capacità di problem finding: più è precisa è l’individuazione del problema, più sarà di qualità la soluzione trovata.
  10. Una simile attività potrebbe perciò essere utile anche nel contrastare il cosiddetto analfabetismo funzionale https://www.agendadigitale.eu/scuola-digitale/analfabetismo-funzionale-innovare-la-scuola-per-combatterlo-i-passi-necessari/
  11. J.P. Kotter, The Leadership Factor, Free Press, Hardcover, 1988
  12. Uno degli esiti della ricercAzione svolta dal gruppo lo abbiamo illustrato nell’articolo: Come cambia la scuola con la media education, dove si relaziona su esperienza che collega la media education all’analisi di “questioni socialmente vive”, https://www.leadershipmanagementmagazine.com/articoli/la-resistenza-al-cambiamento-e-il-ruolo-del-leader/.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati