Cresce in Italia il numero di scuole secondarie che vietano tassativamente l’uso degli smartphone in classe, appellandosi alla Direttiva Ministeriale 104 del 30 novembre del 2007[1].
Tuttavia, si legge chiaramente nel Rapporto “La Buona Scuola, facciamo crescere il Paese” (2014) e nel Piano Nazionale Scuola Digitale[2] che le indicazioni contenute nella Direttiva del 2007, in presenza del mutamento sociale, dell’ingresso massiccio delle tecnologie nella vita quotidiana, lavorativa e privata, vadano ripensate: la scuola, infatti, per tenersi al passo dovrebbe mutare alcuni comportamenti e acquisire un nuovo modo di pensare al digitale. Per esempio, nella declinazione dell’Azione#6 “Politiche attive per il BYOD” si legge “La scuola digitale, in collaborazione con le famiglie e gli enti locali, deve aprirsi al cosiddetto BYOD (Bring Your Own Device), ossia a politiche per cui l’utilizzo di dispositivi elettronici personali durante le attività didattiche sia possibile ed efficientemente integrato”[3].
Come stanno realmente le cose? Qual è il rapporto tra i più giovani e l’uso degli smartphone, in particolare qual è il ruolo dei social media?
Proviamo a trarre alcuni spunti dalle indagini svolte in questi anni in alcune scuole medie degli Stati Uniti, dove l’attenzione al cyberbullismo, all’identità digitale, all’impatto delle impronte digitali e all’uso di social media non appropriati sono argomenti che stanno guadagnando attenzione nelle scuole dal livello K 9 al K-12, ovvero scuole secondarie in Italia. Poiché da tempo, anche considerando gli effetti acceleranti della pandemia, un numero sempre maggiore di scuole e distretti scolastici negli Stati Uniti sta implementando le iniziative 1-1 e BYOD (Bring Your Own Device), l’attenzione a questi temi sta diventando sempre più importante.
Gli anni della scuola media
Chiunque ripensi agli anni della scuola media ha memorie legate a momenti ed emozioni che spesso rimandano all’imbarazzo, ai conflitti, ai cambiamenti nelle amicizie e le prese in giro. Questo avviene poiché i cambiamenti nel sistema limbico del cervello fanno sì che gli adolescenti provino ogni emozione in modo più forte e pertanto i ricordi di questo periodo sono così chiari, nel bene e nel male. Questa fase dello sviluppo cerebrale è anche quella in cui i traumi e le cattive abitudini possono diventare profondamente radicati e anche quello in cui un cervello così carico di emozioni è anche molto ricettivo alle esperienze positive, come lo sviluppo di un interesse profondo per un hobby, la sensazione di aver realizzato qualcosa di significativo, la gioia delle amicizie, l’influenza di un mentore o l’emozione di esibirsi in una band.
“L’accensione delle passioni è davvero una parte fondamentale di questa finestra temporale”, dice Ron Dahl, professore dell’UC Berkeley e fondatore del Center for Developing Adolescent[4] dell’UCLA. “È un periodo di esplorazione dell’apprendimento, di acquisizione di nuove conoscenze e abilità, di abitudini, di formazione dell’individuo, di sviluppo dell’identità, di motivazioni intrinseche”. In questo quadro, anagrafico ed emotivo, come si collocano l’uso e l’accesso ai social media?
Accesso agli smartphone e a internet
Fino a non molti anni fa, i telefoni cellulari erano dispositivi costosi per telefonare o inviare messaggi e raramente erano nelle mani di persone di età inferiore ai 16 anni. Era possibile che i bambini potessero accedere a Internet tramite un computer di famiglia facilmente controllabile dai genitori. Da anni ormai, già all’età di undici anni, i giovani possono contare su un facile accesso agli smartphone, che, come è noto, possono essere utilizzati non solo per telefonare o mandare messaggi, ma anche per giocare e accedere a Internet, compreso un numero di siti di social media in rapida espansione. Poiché funzionano praticamente ovunque e non richiedono nemmeno il wi-fi, per i genitori e gli adulti delle scuole è difficile monitorare l’uso dei cellulari.
Gli smartphone – e Internet, più in generale – aprono ai giovani un mondo eccitante, attraente e ricco di informazioni, ma anche aiutano gli adolescenti a imparare e permettono loro di entrare in contatto con amici o familiari che non possono vedere tutti i giorni. Possono anche portare a esperienze indesiderate, come l’isolamento sociale o il bullismo, e a problemi psicologici come la depressione o la dipendenza da Internet.
L’accesso ai social negli anni delle medie
Come fanno gli studenti delle scuole medie a iniziare a usare i social media? Come si instaurano buone abitudini nell’uso dei media? I genitori o i coetanei sono i più influenti nel guidare l’uso dei social media da parte dei giovani? Quali strategie utilizzano i genitori o gli adulti della scuola per controllare le interazioni dei giovani su Internet o sui siti di social network? Sono queste alcune delle domande che sono state poste ad un campione di 593 studenti[5], intervistati rispetto alle loro preoccupazioni relative ai social media. Tra i risultati più significativi emerge che il 17% ha iniziato a usare i social media all’età di nove anni o meno, il 40% ha accettato richieste di amicizia da persone che non conosce e il 40% ha riferito che i genitori non controllano il loro uso dei social media. Inoltre, gli studenti delle scuole medie hanno dichiarato di utilizzare i social media più spesso per entrare in contatto con i loro amici, condividere foto e scoprire cosa fanno gli altri. Hanno indicato Instagram (27%), SnapChat (25%) e YouTube (25%) come i siti di social media più utilizzati. Questi studenti sono preoccupati per i social media a causa di post inappropriati, hacking, sentimenti feriti, mancanza di privacy, immagini inappropriate, bullismo, negatività e stalker.
Le app preferite dai ragazzi 11-14
Se si considerano le 3 applicazioni preferite dai ragazzi e le ragazze tra gli 11 e i 14 per i social media e ci si accorge subito di quanto sia cambiato il panorama dei social media negli ultimi tempi. Facebook ha chiaramente perso il suo dominio. È entrato nella lista delle “top 3” solo per un terzo dei partecipanti allo studio. Alcune applicazioni che erano popolari qualche anno fa (Vine, MySpace) non sono state menzionate affatto. La cosa più sorprendente è la netta differenza tra le classifiche delle App preferite dai ragazzi e dalle ragazze. Instagram si è classificato al secondo posto per entrambi i sessi; Snapchat si è classificato al primo posto tra le ragazze, ma solo al quinto tra i ragazzi. L’applicazione di social media preferita dai ragazzi, YouTube, si è classificata al settimo posto nella lista per le ragazze. Facebook e un servizio di messaggistica (ad esempio, iMessage) si sono classificati rispettivamente al terzo e al quarto posto tra le ragazze e nell’ordine inverso tra i ragazzi. Un quarto dei ragazzi ha scelto un’applicazione di gioco come social media preferito, ma ognuno ha scelto un gioco diverso.
Diversi social per scopi diversi
È emerso che gli adolescenti utilizzano diversi social media per scopi diversi o per entrare in contatto con persone diverse: un’applicazione può essere la migliore per comunicare con i membri della famiglia, un’altra per scoprire cosa succede dopo la scuola o nel fine settimana, un’altra per determinare ciò che è cool o accettabile tra i coetanei, un’altra ancora per mostrare la propria identità agli altri. Se a questo si aggiunge la tendenza dei giovani a cambiare la loro fedeltà ai vari social media, si capisce la difficoltà degli adulti a tenere sotto controllo l’uso dei social media.
In generale, la tendenza è lasciare che solo i membri della famiglia, le persone che si conoscono o i ragazzi della loro età siano amici o follower sui loro siti di social media. Spesso, tuttavia, sono seguiti i siti Instagram, YouTube o Twitter di persone famose.
La gestione dell’uso dei social media alle medie nelle scuole nordamericane
La maggior parte delle scuole medie ha regole piuttosto chiare sull’uso del cellulare, ma non sempre le regole vengono seguite in modo rigoroso, sia dagli insegnanti che dagli studenti. Le scuole possono bloccare alcuni siti web (compresi alcuni social media), ma con un numero crescente di studenti che hanno telefoni e piani cellulari propri, è difficile che questi sforzi abbiano successo. Le scuole tendono quindi a limitare i tempi e i luoghi in cui gli studenti possono utilizzare i propri dispositivi. Diversi studenti hanno parlato della “regola del conteggio”: se si viene sorpresi una volta con il cellulare spento in classe, si riceve un giusto avvertimento, se si viene “beccati” due volte, il telefono passa all’insegnante per tutte le lezioni del giorno. Una terza volta, il telefono finisce in ufficio finché un genitore non viene a recuperarlo (probabilmente insieme a una ramanzina allo studente mentre torna a casa). La regola è spesso estesa agli iPad o ai tablet se lo studente li usa per connettersi ai social media. La maggior parte degli studenti rispetta le regole, cercando di usare il telefono solo a pranzo o in altri momenti liberi a scuola. Non vogliono rischiare di vedersi sottrarre il telefono dagli insegnanti o dai genitori. Alcuni insegnanti fanno rispettare rigorosamente le regole, ma altri sono più permissivi, consentono infatti l’uso del telefono se c’è del tempo libero alla fine della lezione. Molti studenti “sbirciano di nascosto” quando pensano che nessuno li stia guardando, anche durante prove e test, per cercare risposte. L’uso dei device e il “cheating2 è stato già in parte esplorato su queste pagine.[6]
Lo stato dell’arte nel 2022
Il Pew Research Center[7], facendo riferimento ad un’indagine svolta nel 2014 -15, sugli adolescenti americani di età compresa tra i 13 e i 17 anni, ha svolto un nuovo sondaggio su 1.316 adolescenti dal 14 aprile al 4 maggio 2022. Quasi tutti gli adolescenti nel 2022 hanno accesso a uno smartphone, rispetto al 73% del 2014-15.
Lo studio ha rilevato che TikTok ha avuto un’impennata di popolarità dal suo debutto in Nord America diversi anni fa ed è ora una delle principali piattaforme di social media per gli adolescenti tra quelle considerate in questo sondaggio. Circa il 67% degli adolescenti dichiara di utilizzare sempre TikTok, mentre il 16% di tutti gli adolescenti afferma di utilizzarlo quasi costantemente. Nel frattempo, la percentuale di adolescenti che dichiarano di utilizzare Facebook, una piattaforma di social media dominante tra gli adolescenti nel sondaggio del 2014-15 del Centro, è crollata dal 71% di allora al 32% di oggi.
YouTube è in cima al panorama online degli adolescenti del 2022 tra le piattaforme prese in considerazione dal nuovo sondaggio del Centro, poiché è utilizzato dal 95% degli adolescenti. TikTok è il prossimo nella lista delle piattaforme su cui è stata posta la domanda in questo sondaggio (67%), seguito da Instagram e Snapchat, entrambi utilizzati da circa sei adolescenti su dieci. Dopo queste piattaforme troviamo Facebook con il 32% e quote minori che utilizzano Twitter, Twitch, WhatsApp, Reddit e Tumblr.
I cambiamenti nel panorama dei social media dal 2014-15 vanno oltre l’ascesa di TikTok e la caduta di Facebook. Da allora, una quota crescente di adolescenti dichiara di utilizzare Instagram e Snapchat. Al contrario, Twitter e Tumblr hanno visto diminuire le quote di adolescenti che dichiarano di utilizzare le loro piattaforme. Inoltre, due delle piattaforme monitorate dal Centro nel precedente sondaggio, Vine e Google+, non esistono più.
Questo studio analizza anche la frequenza con cui gli adolescenti utilizzano ciascuna delle cinque principali piattaforme online: YouTube, TikTok, Instagram, Snapchat e Facebook. Il 35% degli adolescenti dichiara di utilizzare almeno una di esse “quasi costantemente.
Note
- Dall’elenco dei doveri generali enunciati dall’articolo 3 del D.P.R. n. 249/1998 si evince la sussistenza di un dovere specifico, per ciascuno studente, di non utilizzare il telefono cellulare, o altri dispositivi elettronici, durante lo svolgimento delle attività didattiche, considerato che il discente ha il dovere: – di assolvere assiduamente agli impegni di studio anche durante gli orari di lezione (comma 1); – di tenere comportamenti rispettosi degli altri (comma 2), nonché corretti e coerenti con i principi di cui all’art. 1 (comma 3); – di osservare le disposizioni organizzative dettate dai regolamenti di istituto (comma 4). La violazione di tale dovere comporta, quindi, l’irrogazione delle sanzioni disciplinari appositamente individuate da ciascuna istituzione scolastica, nell’ambito della sua autonomia, in sede di regolamentazione di istituto ↑
- comma 56 della Legge 13 luglio 2015, n. 107/2015 (c.d. “La Buona Scuola”) ↑
- https://www.istruzione.it/scuola_digitale/allegati/Materiali/pnsd-layout-30.10-WEB.pdf ↑
- http://dahl-lab.berkeley.edu/ ↑
- F. Martin, C. Wang, (2018), Middle School Students’ Social Media Use,↑
- https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/copiare-a-scuola-ai-tempi-del-digitale-il-business-miliardario-delle-tecnologie-di-cheating/ ↑
- https://www.pewresearch.org/internet/2022/08/10/teens-social-media-and-technology-2022/ ↑