Syllabus EPICT

Curricolo digitale per il docente: come organizzare, condividere e comunicare i contenuti

La terza tappa di un viaggio per conoscere le competenze digitali richieste ai docenti, seguendo moduli del Syllabus EPICT,“parametrati” sulle aree di competenza DigCompEdu. Focus sulla scrittura digitale, le presentazioni e la comunicazione con immagini

Pubblicato il 28 Mar 2019

Angela Maria Sugliano

EPICT Italia, ELKM-DIBRIS, DISFOR Università di Genova

scuola

Raggiunte le prime due tappe del cammino verso la piena competenza di uso pedagogico delle tecnologie digitali il docente affronta il primo momento di vera produttività da parte dei suoi studenti.

I contenuti che la classe ha sviluppato con la discussione collettiva alla LIM, che ogni studente ha rintracciato in rete dalle ricerche personali e libere (i ragazzi della secondaria di I e II grado) o dentro a un set verificato di risorse web fornito dal docente (i bambini della primaria), che ogni studente ha “catturato” con il proprio smartphone o tablet nel suo scandagliare la realtà che lo circonda secondo gli input dati dal docente, questi contenuti ora devono essere organizzati ed elaborati per essere condivisi e comunicati. Siamo nel momento in cui “si scrive la ricerca”, si crea la presentazione, si decidono le immagini che potranno appoggiare il pensiero che ogni studente vuole comunicare nei suoi elaborati.

Ricordiamo che nel nostro viaggio ci stiamo facendo guidare dal Syllabus della Certificazione Pedagogica Europea sulle Tecnologia Digitali (EPICT ) per proporre una ipotesi di curricolo digitale per i docenti.

La figura 1 – che rappresenta graficamente il “piano del viaggio” – riporta i titoli dei Moduli della Certificazione EPICT che si incontrano lungo il cammino verso ogni tappa. Con sfondo azzurro sono indicati i Moduli relativi alle competenze attuabili per prime, nella maggior parte delle classi e per i docenti di ogni disciplina; i moduli con sfondo giallo descrivono competenze specifiche o trasversali a tutte le competenze del docente innovativo. Gli altri moduli descrivono quelle competenze da mettere in campo in base alle caratteristiche specifiche dei contesti e alle capacità/esigenze/interessi specifici dei docenti. Oggi siamo alla terza tappa!

Figura 1. Le competenze digitali del docente descritte secondo i Moduli della Certificazione EPICT

Scrittura digitale – Editor di testi

Lo scrivere digitale è fra le attività digitali più diffuse nella Scuola: scrivono i docenti per redigere documenti organizzativi e didattici, scrivono gli studenti per dare una forma unitaria alle proprie ricerche, ai propri pensieri. I docenti scrivendo testi fruibili con immediatezza da colleghi, genitori e studenti, mettono in atto competenze … che trasferiranno ai propri studenti.

Sono le competenze descritte dal Modulo EPICT Scrivere digitale [Editor di Testi]

Progettare il testo digitale

Le idee, gli elementi della ricerca sono stati già individuati: ora sono tutti scritti su un foglio, o archiviati nei preferiti, e, da una serie di “concetti”, devono diventare un “componimento”. E’ il momento di organizzare i contenuti e pensare al “taglio” che gli si vuole dare.

Si faranno schemi (anche digitali!) che rappresentano il diagramma dei contenuti; e l’articolazione (che sarà per forza gerarchica – non stiamo scrivendo un ipertesto) trova la sua corrispondenza nella scelta dello stile dei titoli (Titolo 1,Ttitolo 2,…) all’interno di un editor di testi. La definizione degli stili non serve solo a fare l’indice automatico; la definizione degli stili indica al lettore (che legge l’indice) la struttura logica del contenuto che leggerà. E questo è un elemento di educazione all’elaborazione di concetti molto importante da proporre agli studenti: è la competenza di comunicazione nella madre lingua, ma anche di consapevolezza ed espressione culturale (DM 742/2017).

Scrivere il testo digitale

Ci rivolgiamo a te, lettore di questo articolo. L’organizzazione che trovi in questo testo che stai leggendo, segue le buone regole di composizione di un testo digitale: la divisione in paragrafi, l’uso di titoletti in grassetto, l’attenzione a creare paragrafi che siano omogenei e completi e separati da uno spazio a indicare che “si è detto tutto quanto si intendeva rispetto all’argomento del titoletto”. Sono solo alcuni degli espedienti che il docente suggerisce allo studente per scrivere un testo che sia ordinato, davvero significativo e immediatamente fruibile per chi legge: chi legge non deve essere obbligato a prendere un foglio e fare uno schema dei contenuti per orientarsi in un testo: chi legge ha il diritto di fruire di un testo fluido e ben organizzato.

Il docente oggi allena gli studenti anche alla scrittura collaborativa: tutti gli autori scrivono sullo stesso foglio, eliminando i problemi di condivisione dei file e di gestione delle revisioni. Scrivere collaborativamente significa anche imparare a mettere note, commenti per confrontarsi con i co-autori.

Nuove prospettive si aprono con al processo di scrittura nell’era digitale: l’uso di app per la dettatura digitale. Nei film di fantascienza è prassi (chi si ricorda del “Diario del Capitano: data astrale…” che il Capitano dell’Enterprise in Star Trek detta ogni sera al suo computer?), con i sistemi di dettatura dei messaggi nelle auto ci stiamo abituando, ma ci sono regole che aiutano a strutturare un testo da “scrivere” per mezzo di una applicazione speach to text.

Revisionare il testo digitale

Abbiamo scritto, rivediamo il testo. Possiamo farne una copia per non perdere traccia delle modifiche, e qui metteremo in atto la capacità di gestione delle revisioni; potremmo usare applicazioni online per verificare la leggibilità del testo; se revisioniamo il testo di un pari, dovremo non solo usare al meglio gli strumenti di revisione, ma usare anche tecniche comunicative adeguate: non si tratta solo di avere abilità nell’uso delle funzioni di revisione, ma di competenza comunicativa! In una nota non si può scrivere: “ma cosa hai scritto?????”: il feedback attento ed empatico sarà lo strumento per la vera collaborazione, per aumentare la produttività e per evitare i conflitti.

Comunicare ed esprimersi – Presentazioni digitali

Il docente sa che una presentazione (il “powerpoint”) non è un ebook, non è un report di testo, ma è uno strumento per accompagnare un relatore che davanti a un pubblico presenta un contenuto. Il docente insegna agli studenti a sintetizzare sulle diapositive le loro idee in forma verbale e grafica; insegna ad usare la presentazione come un partner durante la relazione con cui interagirà con competenza comunicativa e capacità espressiva.

Sono le competenze descritte dal Modulo EPICT Comunicare ed Esprimersi [Presentazioni digitali]

Progettare una presentazione

Come per il testo scritto con editor di testo, i contenuti che scorreranno di diapositiva in diapositiva, devono essere stati organizzati secondo un percorso logico che il fruitore dovrà percepire con opportuni espedienti: la prima slide (dopo quella con il titolo e il nome del relatore) dovrà contenere una sintesi dei contenuti che si va ad illustrare; i titoli potranno dare ulteriori indicazioni sul percorso che il relatore sta seguendo, i “breadcrumb” cioè menu gerarchici all’interno delle slide potranno indicare “a che punto siamo” della presentazione…

Realizzare la presentazione

Lo sappiamo tutti, ma la tentazione di riempire la diapositiva di informazioni è sempre in agguato. Le diapositive devono contenere poco testo, la dimensione dei caratteri deve essere opportuna per una visualizzazione piacevole e immediata, la grafica non deve eccedere il contenuto. Il docente guiderà gli studenti ad acquisire autonomia nella scelta dell’impaginazione della presentazione.

E oggi esistono moltissimi strumenti che permettono di realizzare presentazioni ipermediali, fruibili in rete e con un appeal degno di esperti grafici: oggi al “fare un powerpoint” si è affiancata una nuova espressione molto usuale fra i docenti esperti di tecnologia: “fare un prezi”: chi non l’ha mai sentita? E l’insegnante dovrà ancora di più insistere con gli studenti nel contenere gli espedienti grafici e multimediali tenendo a mente gli obiettivi comunicativi.

Esporre i contenuti

Quando si parla in pubblico c’è sempre un tempo da rispettare: bisogna essere incisivi, non bisogna divagare e perdere secondi preziosi in cerca “della parola giusta” che non ci viene alle labbra. L’unica soluzione è quella di prepararsi. Come? Un espediente può essere quello di usare la pagina delle note (sotto la diapositiva) per appuntare il testo che pronunceremo a voce durante la presentazione. Potremo stampare la diapositiva con le sue note e usarla durante il discorso come traccia; o usare gli strumenti di presentazione che consentono di visualizzare (solo per il relatore) le note, inserire frecce, sottolineature.

Il docente spiega e agisce lui stesso queste buone pratiche, e il risultato – presentazione dopo presentazione – sono studenti sicuri di sé quando parlano ed espongono: un utilissimo e richiestissimo soft skill per il mondo del lavoro nonché competenza di comunicazione in madrelingua, sociali e civiche e di spirito di iniziativa.

Comunicare con le immagini – Grafica digitale

Oggi siamo nella società dell’immagine: il rappresentare noi stessi e quanto viviamo con immagini (profili, storie,…) è diventato un elemento fondamentale per la definizione dell’identità; catturare l’attenzione di un qualsiasi pubblico con una sola immagine è un must vista l’indigestione di messaggi che ogni giorno viviamo. L’immagine correda un testo, ma è un elemento che può essere fruito anche da solo. Le immagini sono espressione di autorialità e questa va rispettata e tutelata.

Possiamo allargare il campo al mondo della rappresentazione grafica: mappe, schemi, diagrammi, infografiche: tutti espedienti comunicativi a cui il docente di oggi può formare i propri studenti non solo in ottica disciplinare, ma soprattutto educativa.

Sono le competenze descritte dal Modulo EPICT Apprendere in mobilità [Tablet e BYOD]

Trovare e valutare le immagini

Siamo nel campo della “media education”. Ogni medium ha un suo specifico, ogni immagine è portatrice di significato. Come occorre una abilità specifica per cercare contenuti testuali sul web, occorre una abilità specifica per trovare le immagini e comprenderne il messaggio di cui sono portatrici: devono essere immagini coerenti non solo con il nostro obiettivo comunicativo, ma anche con la destinazione d’uso. Quest’ultimo elemento ci porta alla questione di riconoscimento del copyright (o copyleft) correlato alle immagini presenti sul web.

Editare le immagini digitali

Non si tratta solo di avere l’abilità di usare uno strumento di editing: a livello pedagogico il docente guida gli studenti a modificare le immagini per raggiungere lo specifico obiettivo comunicativo e gestire al meglio la comunicazione non verbale che sottende la comunicazione grafica; guida gli studenti a riflettere sulle questioni di gestione dell’identità in rete (quante immagini nei social ci fanno/ non fanno onore?). E poi il docente torna più prosaico: le immagini digitali vanno condivise e il loro “peso” in byte ha la sua rilevanza: per quali destinazioni d’uso editiamo/realizziamo le nostre immagini? La risposta alla domanda guida a scegliere le estensioni e caratteristiche ottimali per essere fluidi nella condivisione di grafica e foto.

Produrre rappresentazioni grafiche

Per immagini intendiamo le fotografie in primis, ma anche tutto il mondo della grafica. Il docente stesso utilizza la grafica per sintetizzare i contenuti delle sue lezioni (mappe e schemi), gli studenti per studiare, esporre, realizzare artefatti digitali esito di attività didattiche (brochure, infografiche). E le applicazioni web disponibili oggi anche in modo gratuito permettono di realizzare immagini aumentate e ipermediali che guidano i fruitori a “entrare” nelle immagini creando percorsi di apprendimento ipermediali coinvolgenti e densi di molti risvolti comunicativi e pedagogici.

Riferimento ai Framework Internazionali

Per completare e concludere, mappiamo le competenze descritte nel presente articolo sul Framework DigCompEdu.

Le competenze del docente capace di usare gli strumenti digitali per produrre testi, immagini, presentazioni digitali e per guidare gli studenti a fare lo stesso, afferiscono principalmente alle seguenti macro-aree del framework DigCompEdu:

  • Professional Engagement, se si considerano le produzioni che i docenti condividono con il dirigente (le programmazioni), l’amministrazione (la lista dei libri), i colleghi in collegio docenti (presentazione di progetti,…)
  • Digital Resources, se si considerano i materiali didattici testuali, grafici, presentazioni che i docenti realizzano per i propri studenti;
  • Assessment, se si considerano le consegne che i docenti scrivono e poi consegnano agli studenti come vademecum per la realizzazione dei compiti; o i questionari/test che i docenti possono scrivere e stampare per le sessioni di valutazione.
  • Empowering Learners, se si considera la motivazione e creatività che si induce negli studenti quando possono dar sfogo alla propria creatività grazie alle potenzialità alle app per produrre risorse digitali;
  • Facilitating Learners’ Digital Competence, se si considerano tutte le abilità specifiche che acquisiscono gli studenti imparando a scrivere digitale, creare presentazioni, cercare, scegliere ed editare immagini.

Livello di competenza: livello A1. Riprendiamo quanto già inserito negli articoli delle “tappe” precedenti. Se consideriamo la progressione di competenza suggerita dal Framework DigCompEdu (figura 2), potremmo dire che la lettura di questo articolo sugli strumenti per la creazione di risorse digitali, può condurre al livello di consapevolezza (awareness) A1 del framework europeo.

I livelli successivi sono raggiungibili con il personale approfondimento e formazioni mirate. Ma la pietra d’angolo è stata posta.

Figura 2 – Livelli di competenza digitale secondo il Framework DigCompEdu

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