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DAD: cos’è, come funziona, piattaforme e novità 2022

Cos’è, quando è nata, come funziona la didattica a distanza (dad), le piattaforme più comuni, le metodologie didattiche, le nuove regole covid

Pubblicato il 18 Mar 2022

Josephine Condemi

Giornalista

DAD-didattica-a-distanza-e-learning

La DAD, didattica a distanza, in Italia è diventata il simbolo della digitalizzazione “forzata” dell’apprendimento nella scuola pubblica a causa della pandemia e i conseguenti disagi. Ma è davvero così recente?

Vediamo nel dettaglio cosa è, quando è nata, come funziona, le modalità di didattica che abilita e le ultime novità 2022.

Cos’è la DAD (didattica a distanza)

La DAD (Dad o DaD) è l’acronimo di “didattica a distanza”: l’insegnamento che avviene senza la condivisione della presenza fisica in aula e con la mediazione dello schermo di un dispositivo connesso a Internet (pc, tablet o smartphone).

È usata come contrario di “didattica in presenza”, la modalità tradizionale che prevede la condivisione dello spazio fisico tra docenti e discenti e un contatto visivo non mediato da schermi. Si differenzia dalla DDI – Didattica Digitale Integrata, perché non integra le lezioni in presenza fisica ma le sostituisce.

Dad e covid a Scuola, ecco le nuove regole su quarantene, tamponi

La DAD può essere sincrona o asincrona: nel primo caso, la “telepresenza” è assicurata dalla connessione nello stesso momento di docenti e discenti allo stesso spazio digitale deputato alla didattica (tipicamente, una piattaforma); nel secondo, i tempi dell’insegnamento sono differenti da quelli dell’apprendimento. Ovvero, materiali e video vengono caricati e fruiti da insegnanti e studenti in tempi diversi.

Quando è nata la DAD

La DAD è nata con i corsi per corrispondenza. Ovvero, quando una o più persone hanno manifestato l’esigenza di apprendere e acquisire una formazione specifica al di fuori dalle aule scolastiche o universitarie, perché impossibilitate a frequentarle, e quando le tecnologie capaci di “far viaggiare” i contenuti oltre la sincronia di tempo e di luogo sono state pronte.

La DAD è quindi l’ultimo capitolo della FAD – Formazione a Distanza, che è iniziata a metà Ottocento con lo sviluppo dei trasporti e dei servizi postali: il primo corso per corrispondenza postale (FAD di prima generazione) di cui è rimasta traccia fu organizzato in Gran Bretagna da Isaac Pitman, l’inventore della stenografia.

Corsi tecnico-commerciali, universitari si sono diffusi in Europa e negli Stati Uniti: nel 1890, l’International Correspondence School in Pennsylvania ha erogato corsi di formazione professionale a distanza a centinaia di operai che avrebbero dovuto usare le mine nella costruzione delle linee ferroviarie e superare l’esame di sicurezza.

Anche i media “di massa”, la radio e la televisione, sono stati utilizzati per programmi di alfabetizzazione e didattica a distanza (FAD di seconda generazione): in Italia, come non ricordare il maestro Alberto Manzi e il programma televisivo “Non è mai troppo tardi”, che dal 1960 al 1968 insegnarono a leggere e scrivere con lezioni in diretta tv a migliaia di persone.

Dagli anni ’80, prima le videocassette e poi i personal computer sono stati utilizzati per la FAD di terza generazione, che il World Wide Web ha trasformato in e-learning, l’apprendimento interattivo attraverso reti informatiche.

Come funziona la didattica a distanza

La didattica a distanza non funziona come la didattica tradizionale: se la dimensione spazio-temporale del processo di apprendimento cambia, anche gli approcci di insegnamento sono chiamati a cambiare.

Un punto fermo della didattica generale è che non possa esistere apprendimento senza coinvolgimento emotivo e cognitivo: la sfida in DAD diventa quindi quella di stimolarli anche senza la compresenza nello spazio fisico e con il contatto visivo mediato dallo schermo.

Nella DAD in modalità asincrona, i materiali didattici vengono caricati e fruiti da insegnanti e studenti in tempi diversi. Dai corsi per corrispondenza alle piattaforme e-learning di autoapprendimento, i contenuti sono già tutti programmati e caricati in piattaforma, e lo studente approfondisce, esegue i test e procede nel percorso secondo i propri tempi.

Nella DAD in modalità sincrona, insegnanti e studenti sono connessi ad Internet nello stesso spazio digitale nello stesso momento.

Trasferire la lezione frontale tradizionale in modalità videoconferenza sincrona può essere però particolarmente improduttivo sia per gli studenti che per gli insegnanti: la soglia di concentrazione davanti ad una esposizione frontale mediata da schermo è molto più bassa, la comunicazione non verbale risulta alterata, si manifesta quella che è stata chiamata “Zoom fatigue”, ovvero l’affaticamento da videoconferenza.

Diversificare gli strumenti, anche durante la videoconferenza sincrona, può dare risultati più soddisfacenti così come segmentare le lezioni in micromateriali e microtask per ricevere feedback immediati su cui progettare il materiale e la lezione successiva.

In DAD la mutata dimensione spazio-temporale cambia il rapporto tradizionale tra docenti e discenti a favore di una maggiore orizzontalità: la cattedra non c’è più, l’autorevolezza deriva dall’essere educatore-tutor, che programma, spiega, monitora, mantiene la calma, coordina situazioni di apprendimento che “tirano fuori” dagli studenti competenze e capacità. Viceversa, gli studenti sono chiamati a sviluppare una maggiore autonomia, a condividere le conoscenze nell’utilizzo delle risorse digitali e, nei casi migliori, a co-progettare il percorso di apprendimento.

Tipi di DAD

Le modalità di DAD possono essere distinte in base alla tecnologia o in base alla didattica.

In base alla tecnologia, si distinguono le modalità di videoconferenza, videoregistrazione e audioconferenza: con la videoconferenza si ha l’accesso sincrono tra studenti e insegnanti ad una piattaforma digitale; con la videoregistrazione le lezioni sono preregistrate e inviate in modalità asincrona; con l’audioconferenza il collegamento diretto sincrono riguarda solo l’audio e non il video.

La DAD abilita diverse metodologie didattiche:

  • la didattica cooperativa (cooperative learning), ovvero il lavoro di gruppo per un obiettivo comune;
  • la didattica laboratoriale, che porta lo studente a realizzare un prodotto fisico o un elaborato (laboratori di lettura e scrittura creativa);
  • la didattica per scenari, in cui dato lo scenario-unità didattica, l’argomento viene sviluppato attraverso attività da fare in gruppo, in cui ciascuno studente si assegna il proprio compito con produzione di elaborati grafici;
  • il digital storytelling, ovvero l’utilizzo delle risorse digitali per raccontare una storia e migliorare le proprie abilità comunicative;
  • la flipped classroom, la “classe capovolta” in cui sono gli studenti a condurre la lezione con il materiale dell’insegnante;
  • la Jigsaw classroom, la “classe puzzle” in cui diversi gruppi sono chiamati a cercare informazioni su un argomento e a unire le fonti in un unico testo;
  • la peer education, “l’educazione tra pari” in cui sono gli studenti ad avviare attività di apprendimento e condividere tra loro le conoscenze.

Piattaforme per la didattica a distanza

Tra le più comuni piattaforme per la DAD troviamo:

  • Classmill
  • Docety
  • Edmodo
  • G-Suite for education
  • IO+ Giunti Scuola
  • Moodle
  • MyEdu
  • Office 365 Education
  • Redooc
  • Schoology
  • Socloo
  • WeSchool
  • Zoom
  • ZTE – Zanichelli

La DAD durante l’emergenza Covid

In Italia, il DPCM dell’11 marzo 2020 ha reso obbligatoria l’attivazione della DAD in tutte le scuole a causa dell’emergenza Covid19: in pochi giorni, l’intero sistema di istruzione ministeriale è stato chiamato a “convertirsi” alla DAD.

Una metamorfosi brusca e tutt’altro che indolore: ai problemi relativi al digital divide, quindi alla qualità della connessione, al funzionamento delle infrastrutture, al possesso e alla qualità dei dispositivi di accesso alle lezioni, si sono presti affiancati quelli derivati da una non sempre adeguata formazione delle organizzazioni scolastiche al digitale e all’impatto del digitale sulla didattica.

Dinamiche intrecciate ed esasperate dal difficilissimo carico emotivo del contesto pandemico e dalla condizione di isolamento domestico vissuta da tutti i cittadini (insegnanti, studenti, famiglie) per evitare la diffusione del contagio.

Da marzo 2020 e fino alla fine dell’anno scolastico, l’unica modalità di didattica per la scuola pubblica italiana è stata quindi la DAD: il più grande cambiamento vissuto dalla scuola pubblica dai tempi del Dopoguerra.

L’anno scolastico 2020/2021 si è aperto con la DAD e l’intento di favorire una transizione verso la DDI, naufragato subito dopo le festività natalizie e il successivo aumento dei contagi nell’ondata di febbraio: molte regioni hanno continuato quindi con la didattica a distanza.

Il 16 aprile 2021 il presidente del Consiglio Draghi ha annunciato in conferenza stampa il ripristino delle lezioni in presenza almeno al 60% per le scuole di ogni ordine e grado a partire dal 26 aprile: da allora, le scuole hanno proseguito l’anno scolastico in modalità DDI- Didattica Digitale Integrata. La DAD, infatti, scatta comunque se nella classe, o nelle classi, si riscontrano positività al virus.

DAD scuola 2022, regole covid

Il decreto varato dal Consiglio dei Ministri il 2 febbraio 2022, in vigore da lunedì 7 febbraio al 31 marzo, riscrive le regole su DAD e quarantena nelle scuole.

Scuola dell’infanzia

Per la scuola dell’infanzia (0-5 anni), la DAD scatterà solo al quinto caso positivo al Covid19, con una quarantena di cinque giorni, e non più dieci. Il quinto caso dovrà essere riscontrato entro cinque giorni dal quarto.

Fino a quattro casi, l’attività didattica si svolgerà in presenza, con l’obbligo di mascherine FFP2 da parte dei docenti per dieci giorni dall’accertamento dell’ultima positività. Bambini e docenti con sintomi dovranno sottoporsi a tampone, anche “autosomministrato”, e in caso di negatività basterà l’autocertificazione per rientrare in classe.

Scuola primaria

Nella scuola primaria (6-10 anni), il nuovo decreto prevede la didattica in presenza con l’autosorveglianza fino a quattro casi positivi in classe o nella sezione. Previsto l’obbligo di FFP2 per i docenti e gli alunni maggiori di 6 anni per i dieci giorni successivi all’accertamento dell’ultimo caso. I sintomatici hanno l’obbligo del tampone anche “autosomministrato” e con esito negativo possono rientrare a scuola con autocertificazione.

Al quinto caso di positività, riscontrato entro cinque giorni dal precedente, scatta la DAD e la quarantena di cinque giorni solo per i non vaccinati e i vaccinati/guariti da più di 120 giorni. La quarantena finirà con esito negativo del tampone rapido o molecolare. Il rientro in classe prevede l’obbligo di FFP2 per i successivi cinque giorni.

Scuole medie e superiori

Per le scuole medie e superiori, al secondo caso riscontrato entro cinque giorni dal primo, entrano in DAD e quarantena per cinque giorni i non vaccinati e i vaccinati/guariti da più di 120 giorni.

La quarantena finisce con tampone negativo e autocertificazione: il rientro in classe prevede l’obbligo di mascherina FFP2 per 5 giorni.

Per gli altri, prosegue la didattica in presenza con l’obbligo di autosorveglianza, mascherine FFP2 per dieci giorni dall’ultimo caso e obbligo di tamponi in presenza di sintomi.

Decreto gennaio 2022 

Fino al 7 febbraio per la gestione del contagio da Covid19 il sistema scolastico ha fatto riferimento alla circolare ministeriale congiunta del Ministero dell’Istruzione e del Ministero della Salute dell’8 gennaio 2022.

Per la scuola dell’infanzia, se nella sezione o nella classe si riscontra un caso positivo al Covid19, le attività didattiche sono sospese per 10 giorni e i bambini vengono messi in quarantena per lo stesso periodo con test di uscita (tampone negativo). Il personale che ha svolto servizio per più di 4 ore, anche non continuative, nelle 48 ore precedenti l’insorgenza del caso, viene considerato contatto stretto ad alto rischio.

Nelle scuole primarie, con un solo caso positivo in classe la didattica resta in presenza con obbligo di doppio tampone, uno immediato e uno dopo cinque giorni. Al personale che ha svolto servizio per più di 4 ore, anche se non continuative, nelle 48 ore precedenti l’insorgenza del caso, si applica autosorveglianza con raccomandazione dei tamponi.

Se uno dei tamponi dà esito positivo e/o si riscontra un’altra positività, scattano DAD e quarantena con test di uscita per 10 giorni.

Nelle scuole medie e superiori, con un solo caso si applica l’autosorveglianza, con obbligo FFP2 ma senza tamponi e divieto di consumo pasti a scuola senza distanza di due metri. Con due casi positivi, la classe entra in Didattica Digitale Integrata: i non vaccinati in DAD, quarantena per dieci giorni e test di uscita, i vaccinati in autosorveglianza e in presenza con obbligo FFP2 e divieto consumo pasti entro la distanza interpersonale di due metri.

Dad, regole dal primo al 30 aprile 2022

Un decreto marzo aggiorna queste regole. Dal primo aprile la didattica a distanza c’è solo per alunni certificati come contagiati e quindi in isolamento. Per tornare a scuola richiesto certificazione di test rapido o molecolare con esito negativo.

Per i contatti del contagiato previsti solo dieci giorni di mascherine fpp2 con obbligo tampone (anche auto-somministrato) se sintomatici. L’esito negativo è attestato in questo caso anche con con semplice auto certificazione dopo test rapido o molecolare.

Dal primo maggio non è previsto al momento alcun obbligo Dad.

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