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Didattica a distanza: le risorse in campo e il nodo della valutazione

Le scuole italiane, nella maggior parte dei casi, si sono attivate con l’utilizzo di strumenti a loro disposizione per attuare la DAD, approfondendone (o iniziando ad approfondirne) l’utilizzo, in modalità sincrona o asincrona. Vediamo perché non può essere identica a quella fatta in presenza e i problemi della valutazione

Pubblicato il 20 Apr 2020

Nicoletta Vitali

Dirigente Scolastico IC Eugenio Donadoni di Sarnico (BG)

Education concept

È passato poco più di un mese dall’inizio dell’emergenza sanitaria del Coronavirus e sembra trascorso un intero semestre. Di passi, le scuole ne hanno fatti molti, all’inizio un po’ titubanti, in seguito più spediti e sicuri. Di correre non se ne parla, perché il terreno è ancora molle e a tratti scivoloso. A che punto siamo?

Tra sospensione delle attività didattiche e chiusura delle scuole, abbiamo potuto continuare il nostro servizio essenziale nella modalità DAD, didattica a distanza, attivandoci con risorse interne, cioè docenti più preparati nella conduzione di lezioni con dispositivi informatici (tablet e piattaforme dedicate), che hanno svolto il ruolo di tutor a distanza per i colleghi meno “attrezzati”. I dirigenti scolastici hanno sollecitato gli insegnanti ad approfondire e consolidare la loro formazione sulle applicazioni ad uso didattiche più comuni, utili alla realizzazione della didattica a distanza.

Scuole dell’infanzia e primaria

Gli alunni delle scuole dell’infanzia e della primaria sono stati raggiunti dalle loro maestre attraverso strumenti semplici, già conosciuti e utilizzati dalle famiglie, come la bacheca del Registro elettronico o la comunicazione tramite email, ai cellulari dei genitori. Per la scuola Primaria, agli strumenti utilizzati per la scuola dell’Infanzia si sono aggiunti, se possibile, i tablet o i pc dei genitori, per la proposta di piccole attività ludico-espressive, per la lettura di fiabe animate tramite video registrati, e molto altro ancora, ma le maestre sono all’altezza della situazione. Non è facile fare didattica a distanza, in questo ordine di scuola: occorrono fantasia, creatività, intelligenza emotiva e competenze digitali adeguate, per predisporre attività che non somiglino alle ordinarie lezioni in classe. Gli esempi di attività sono stati preparati dalle insegnanti dell’Infanzia e della Primaria dell’Ic Nereto-Sant’Omero-Torano Nuovo (TE).

Scuole secondarie di primo grado

Le scuole secondarie di primo grado sono qualche passo più avanti, nelle competenze digitali: le lezioni sono spesso già condotte su tablet, utilizzando applicazioni didattiche digitali efficaci e creative, che stimolano la motivazione ad apprendere e la personalizzazione dell’insegnamento. Esempi efficaci della didattica digitale si possono reperire sui siti delle istituzioni scolastiche. La DAD, in questi contesti, è possibile realizzarla con soddisfacenti risultati, in genere. Spesso, gli alunni dimostrano una dimestichezza con le tecnologie della comunicazione superiore a quella dei loro docenti: il compito più arduo, per gli insegnanti, è farli transitare dalla pratica superficiale della comunicazione dei social a quella dell’utilizzo razionale delle risorse digitali per un compito autentico, per la costruzione di unità di apprendimento interattive, per la personalizzazione del percorso di apprendimento, per acquisire le competenze attese alla fine del primo ciclo di studi, per l’orientamento, per l’integrazione e l’inclusione. In questo esempio, dell’IC di Nereto-Sant’Omero-Torano nuovo, un esercizio di tecnologia.

Secondarie di secondo grado

Le secondarie di secondo grado sono il livello più avanzato di padronanza delle competenze e nella strutturazione di ambienti di apprendimento digitali. In queste realtà, i docenti e gli allievi possiedono un alto livello di padronanza dell’utilizzo del digitale nella didattica. Per queste scuole, la DAD non costituisce un problema, ma un’opportunità ulteriore di potenziare l’utilizzo del digitale per favorire il pieno possesso delle competenze attese dal loro indirizzo di studi. Presento un esempio di attività, svolta dal Liceo Scientifico Amaldi di Alzano Lombardo (BG), una scuola nel cuore di una zona, la Bassa Val Seriana, nota per essere uno degli epicentri dell’emergenza Coronavirus. Anche in questi tragici frangenti, la Scuola ha onorevolmente lavorato per continuare a fornire il servizio essenziale dovuto alla sua cittadinanza.

Con il trascorrere delle settimane, si cerca di tutelare al massimo il rapporto umano e educativo, fatto di cura e attenzione per i nostri piccoli alunni e per i loro genitori, sempre più affaticati per le difficoltà e le responsabilità che devono sostenere in questo funesto periodo. Si ritiene prioritario l’aspetto relazionale, in questa fase, per contenere le preoccupazioni e i disagi psicologici di adulti e ragazzi. In particolar modo, si comprende la fatica sostenuta dalle famiglie di alunni disabili, raggiunti dalla scuola attraverso contatti di supporto necessari ma non sufficienti, data la complessità della gestione a distanza dei singoli casi e la chiusura dei centri diurni per le disabilità gravi. Molte scuole hanno attivato a supporto delle famiglie e dei docenti uno sportello di ascolto per la comunità scolastica, gestito da figure professionali esterne alla scuola ma che con l’istituzione hanno in essere contratti per il servizio di Sportello di ascolto, non espletato a seguito della sospensione delle attività didattiche, da fine febbraio.

Le scuole italiane, nella maggior parte dei casi, si sono attivate con l’utilizzo di strumenti a loro disposizione per attuare la DAD, approfondendone (o iniziando ad approfondirne) l’utilizzo, in modalità sincrona o asincrona:

MAPPA CREATA DA ROBERTO SCONOCCHINI

Un passaggio fondamentale, con il trascorrere delle settimane, è stato il darsi un’organizzazione comune per dotare la scuola di linee guida DAD (esempi dal sito dell’ICCS di Maleo – Lodi, prima zona rossa, tra le più colpite dalla virulenza del coronavirus; per le scuole secondarie, il regolamento DAD del Liceo Legnani di Saronno -Varese) per l’implementazione e la gestione della DAD, con l’intento di creare una modalità di lavoro comparabile tra i diversi ordini di scuola. La collaborazione tra i dirigenti, attraverso gruppi di autoaiuto (es. gruppo di Facebook dei dirigenti scolastici italiani), le scuole polo di Avanguardie Educative INDIRE, i quotidiani webinar veicolati da piattaforme digitali direttamente gestite o consigliate dal Ministero dell’istruzione, con la condivisione di documentazione utile, ci ha permesso di personalizzare l’organizzazione della DAD in relazione al contesto specifico di ogni singola scuola, mantenendo comuni linee generali di gestione.

L’esempio riportato dell’Istituto Comprensivo Completo Statale di Maleo, in provincia di Lodi, è la testimonianza dell’impegno delle scuole a non fermarsi, lavorando anche in situazioni di gravità estrema, grazie all’incondizionata disponibilità dei colleghi di tutto il Paese.

La valutazione della attività didattiche a distanza

Questa collaborazione a supporto delle azioni comuni da condividere, che attraversa le scuole di tutte le regioni italiane, continua senza sosta concentrando il suo costruttivo confronto sul fronte delle modalità di valutazione delle attività didattiche realizzate.

La conduzione della DAD non può essere identica a quella fatta in presenza: la “scuola di mattoni” non è la “scuola virtuale” o smart school. I motivi per cui la DAD non può essere paragonata alla didattica a scuola sono molteplici, tra cui:

  • La presenza fisica a scuola, per l’interazione tra docente e alunni ha un impatto notevolmente diverso rispetto alla presenza virtuale, sia dal punto di vista relazionale che operativo;
  • La concentrazione, la motivazione, le modalità di interazione, la comunicazione, l’inclusione sono più difficili nella didattica a distanza, tendendo ad affievolirsi e a disperdersi notevolmente;
  • In classe, tutti sono coinvolti, mentre a distanza alcuni restano esclusi: per indolenza; per mancanza di strumenti tecnologici adatti o in numero adeguato (se hanno più figli frequentanti e se utilizzano il pc per lo smart working); per mancanza di stimoli da parte dei familiari, se sono impegnati nelle attività lavorative esentate dalla chiusura imposta dai Decreti della Presidenza del Consiglio, oppure se la situazione familiare è grave per la presenza di malati, non solo per coronavirus, o di persone disabili; per difficoltà di comprensione (disabili, alunni NAI);
  • Qualsiasi relazione umana, a distanza, è difficile da gestire efficacemente, a maggior ragione l’apprendimento, che deve avvenire con una comunicazione efficace, sintetica, veicolata da immagini, da sollecitazioni verbali dirette a tenere focalizzata la concentrazione sull’oggetto del messaggio. La distrazione causata da un ambiente domestico abitato, che non è luogo di apprendimento formale, può interferire con la comprensione;
  • L’interferenza di cose o persone presenti in loco può invalidare il tentativo di valutare le risposte e le prestazioni dell’alunno, rendendo difficile la valutazione ad opera del docente;
  • Il discente potrebbe utilizzare altri strumenti, o testi, per leggere le eventuali risposte ai quesiti posti.

La necessità di valutare la DAD, per chi non la usa nella pratica, sia esso docente o alunno, può creare un disagio e uno stress notevole, falsando i risultati attesi.

Il problema è comune a moltissimi docenti e la sua risoluzione è particolarmente complicata se il docente non possiede le competenze necessarie. Il fenomeno è comune ad una grande parte del corpo docente, nella nostra scuola. Con tutti gli sforzi possibili che si possono mettere in campo per formarsi attraverso le risorse adeguate, disponibili anche in rete, occorre aver già attuato la valutazione in modo regolare per padroneggiare quella della lezione o attività virtuale. Come fare?

Siamo in attesa di una risposta dal Ministero dell’Istruzione: il rischio di disperdersi in migliaia di tentativi di valutazione differenti per ogni ordine di scuola va scongiurato con l’adozione di principi e criteri generali, comuni a tutte le scuole.

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