L’esperienza

Didattica a distanza nei piccoli comuni montani: così abbiamo vinto la sfida

Ascoltare le esigenze di famiglie con situazioni diverse, allineare gli insegnanti all’uso delle tecnologie, affrontare i problemi degli alunni con sostegno, ristabilire in modo rispettoso le relazioni interrotte. Sono molte le sfide per un IC formato da piccole scuole sparse sul territorio. Ecco come sono state affrontate

Pubblicato il 21 Apr 2020

Nadia Mainetti

insegnante di scuola primaria, Animatore Digitale, formatrice del Centro Studi Impara Digitale

piano scuola 4.0

L’istituto dove presto servizio, F. Gervasoni di Valnegra (BG), si trova in Alta Valle Brembana. Quattordici sedi dei tre ordini, infanzia – primaria – secondaria di primo grado, con utenti provenienti da 20 comuni montani. Il territorio presenta una conformazione geografica costituita da piccoli centri e da realtà formate da frazioni distanti. Le scuole sono piccole sparse su un territorio molto ampio. Nella maggior parte sono presenti Device, LIM, tablet e chi più chi meno tra i docenti ha da sempre cercato di utilizzare il digitale a supporto della didattica.

La rete per ristabilire una relazione interrotta

La situazione attuale ci ha profondamente interrogato, come credo tutti, obbligandoci ad una seria riflessione sulle normative e le richieste che da più parti ci venivano fatte. Inizialmente, quando dopo le vacanze di carnevale abbiamo avuto un primo step di chiusura della scuola abbiamo raggiunto i bambini attraverso piccoli messaggi, semplici attività da svolgere in attesa di incontrarci a breve.

La situazione che si è creata successivamente ci ha “costretto” come docenti, ad ulteriori riflessioni. Innanzi tutto, ad ascoltare le famiglie per comprendere in quale modo, ma in un assoluto rispetto ed in punta di piedi, potevamo costruire una alleanza collaborativa per far entrare la scuola nelle loro case.

Ci siamo accorti che anche tra noi docenti non eravamo allineati dal punto di vista dell’utilizzo della tecnologia: qualcuno più, qualcuno meno … Detto questo abbiamo cercato di condividere e mettere a disposizione competenze e conoscenze possedute per offrire un supporto alla didattica ma anche per incontrare i bambini e le bambine delle nostre classi.

Ci siamo resi conti della grande incertezza che respirano, della necessità prima di tutto di doverli incoraggiare ad esprimere emozioni e paure. Insomma, prioritario era ristabilire una relazione interrotta di cui non è visibile il tempo del ritorno alla normalità.

L’avvio della didattica a distanza, tra errori e successi

Per le sei scuole primarie del nostro Istituto inizialmente non abbiamo potuto adottare soluzioni univoche perché non arriva la fibra, la connessione presenta ancora problemi, alcune famiglie hanno a disposizione unicamente un cellulare, altre con più figli, possiedono un unico device e possono usarlo solo in fasce orarie pomeridiane, non tutti gli alunni avevano un account creato su piattaforma protetta…

In un primo momento ci siamo avvalsi di piattaforme free che non richiedevano la registrazione con account perché l’urgenza di ricompattare il gruppo classe era fortemente sentita dagli insegnanti, ma anche, dagli stessi genitori con molteplici richieste in questo senso.

Abbiamo sperimentato diverse soluzioni, in accordo con le famiglie, cercando un equilibrio che permettesse a tutti di partecipare. Tra errori e successi siamo riusciti a raggiungere i nostri bambini e bambine, dialogare e presentare contenuti didattici. Oggi la nostra attività didattica si svolge secondo queste modalità:

  • Ogni alunno della scuola primaria è stato dotato di un account in una piattaforma protetta.
  • I bambini delle classi prima e seconda ricevono brevi videolezioni di spiegazione delle attività che vengono condivise attraverso una classe virtuale. Vengono calendarizzati appuntamenti settimanali con i docenti per rispondere a domande, scambiarsi notizie e permettere ai bambini di ritrovarsi con i compagni. Alle videoconferenze sono presenti i genitori e vengono organizzate in orari concordati con le famiglie. Riteniamo infatti importante che in questa fascia di età i bambini non vengano lasciati soli davanti ad un device.
  • Per le classi terza, quarta e quinta è stata implementata una classe virtuale nella quale le insegnanti postano contenuti disciplinari che una volta svolti vengono restituiti dagli alunni. Attraverso videoconferenze si incontrano i bambini e si approfondiscono, chiariscono i diversi contenuti disciplinari. Questi momenti sono estremamente importanti perché è “fare scuola” da casa. Le dinamiche relazionali messe in campo fanno sì che il gruppo ritrovi la propria identità.
  • In momenti dedicati, le insegnanti di sostegno incontrano i bambini più fragili per affiancarli nelle attività proposte nelle videoconferenze e aiutarli con indicazioni aggiuntive nello svolgimento del lavoro assegnato.
  • Il registro elettronico ci consente di raggiungere ogni famiglia

La classe virtuale dispone di uno spazio che viene usato come chat dai bambini; emoziona vedere i messaggi che si scambiano: cercano di sapere cosa fa il compagno di banco, come trascorre il tempo … è un “tam tam” per ritrovarsi, io lo definisco “il richiamo della foresta”.

Credo che il giorno in cui rientreranno a scuola forse saranno più consapevoli del valore e dell’importanza del compagno di classe, forse avranno imparato l’importanza dell’altro che a scuola trascorre del tempo e fa parte dello stesso mondo.

Un’alleanza tra docenti e famiglie

Nei nostri paesi della bergamasca le famiglie hanno avuto lutti o svolgono attività in strutture sanitarie; sono paesi piccoli e ci si conosce tutti. La perdita di un familiare, di un amico è la perdita di tutta la comunità. I nostri bambini sono parte di queste famiglie e come insegnanti non possiamo ignorare il loro vissuto e le domande inespresse. La rete ci ha offerto un’opportunità di entrare nelle case, incontrarli e portare la scuola da loro in una dimensione nuova ma rispettosa. La rete ha permesso ai genitori di sostenersi imparando a gestire ambienti e piattaforme non note. La rete ha dato la possibilità a noi insegnanti di ripensare il nostro lavoro strutturando attività inclusive e capaci di dare agli alunni la possibilità di essere autonomi e protagonisti.

I problemi non mancano e le criticità a cui accennavo prima ci sono e si fanno sentire, trovare un equilibrio tra ciò che si dovrebbe fare e ciò che si riesce realmente a fare implica lavoro di squadra, alleanza tra docenti e famiglie, grande rispetto per il ruolo di ciascuno e per ciò che ognuno vive in questo momento. A volte implica anche sopperire a problemi tecnici. La modalità nuova, l’e-learning cerca di garantire continuità del processo di apprendimento aiutando i bambini e le bambine a sviluppare autonomia e responsabilità ed è una sfida continua che ci costringe ad uscire dai nostri schemi tradizionali per entrare in dimensioni per molti aspetti sconosciute. Lasciamo le sicurezze date dall’esperienza, da ciò che abbiamo sempre fatto per proiettarci in una sfida nuova augurandoci che il ritorno sui banchi di scuola ci aiuti a ridare senso ed unicità alle esperienze vissute.

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