competenze e lavoro

Digital Mismatch: colmarlo col dialogo fra la scuola e le imprese

Nel settore ICT la domanda è maggiore dell’offerta e si riscontra quotidianamente la difficoltà di trovare talenti con le competenze adeguate. Ma quali sono le ragioni per cui in Italia esiste un tale gap? E quale la strada per uscirne?

Pubblicato il 17 Apr 2023

Diego D’Angelo

co-CEO di Fiven

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Il digital mismatch sul mercato del lavoro italiano è un fenomeno consolidato, come confermano i dati dell’indagine del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, secondo cui la difficoltà delle aziende nel reperire personale dotato di competenze digitali di base varia dal 34,9% al 37,8%. Il range percentuale cresce ulteriormente, attestandosi fra il 36% al 40,3%, se si considera la richiesta di capacità matematico-informatiche riconducibili ai profili STEM, o di competenze in ottica di transizione 4.0 (dal 37% al 40,9%).

Oggi, nel settore ICT la domanda è maggiore dell’offerta si riscontra quotidianamente la difficoltà di trovare talenti che lavorino, nel nostro caso, allo sviluppo e test di software e alla programmazione e release di app e soluzioni digitali. Ma quali sono le ragioni per cui in Italia esiste un tale gap? E quale la strada per uscirne?

Competenze digitali: colmare il divario tra domanda e offerta con la didattica orientativa

Il disallineamento fra i percorsi di studio e le competenze richieste dal mercato del lavoro

Occorre fare più considerazioni, concentrandosi in primis sul disallineamento in essere fra i percorsi di studio in ambito digitale e le competenze richieste dal mercato del lavoro, più accentuato sulla scuola secondaria e meno presente nel mondo universitario.

Gli atenei che offrono percorsi di studio di tipo scientifico e tecnologico sono infatti più propensi e abituati a realizzare progetti di ricerca in partenariato con le aziende private. Seppur ci siano margini di miglioramento per creare maggiori punti di contatto fra aziende e università, le collaborazioni finalizzate a progetti di ricerca specifici permettono agli atenei di monitorare quali sono le necessità delle imprese e al tempo stesso agli studenti di sperimentare, personalmente, quali sono le mansioni e i campi di applicazione di ruoli professionali di cui spesso si ignorano caratteristiche e specifiche.

Gli Istituti superiori, invece, sono molto distanti dalle logiche del mondo del lavoro in ambito digitale, pur esistendo i PCTO, ovvero i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento che rappresentano l’evoluzione della tradizionale alternanza scuola-lavoro e permettono agli studenti di svolgere un periodo in azienda già dal terzo anno di scuola secondaria. La sensazione è, infatti, che spesso i giovani vengano avviati verso questo tipo di attività, senza disporre delle conoscenze base utili a beneficiare realmente di un periodo di inserimento in un’azienda ICT. Dal nostro punto di vista, sarebbe preferibile creare maggiori punti di contatto fra le aziende e le scuole prima del periodo di inserimento, per far raccontare direttamente dai manager e dagli insegnanti in che modo l’applicazione delle materie studiate a scuola possa sfociare in opportunità lavorative stimolanti e, soprattutto, spiegare con maggior attenzione quali sono i ruoli professionali più richiesti attualmente dal mercato, come gli sviluppatori di tecnologie Java e .Net, gli esperti in CRM o le figure che si occupano di Usabilità, Frontend, Cyber e Cloud.

L’importanza dell’orientamento

Una conoscenza chiara dei ruoli professionali e un’accurata visibilità dei trend di sviluppo del mercato del lavoro sono fattori imprescindibili per orientare le scelte di studio dei ragazzi che, in Italia, scelgono di specializzarsi sempre meno nelle materie STEM, con una media solo del 6,7% di laureati in queste materie, rispetto a quella del 13% registrata a livello europeo.

L’alternanza di workshop e progetti pratici alle lezioni teoriche, fin dalla scuola secondaria, potrebbe indubbiamente contribuire a un maggior allineamento delle competenze, oltre che far toccare con mano agli studenti l’applicazione delle conoscenze apprese.

Un’Academy per contribuire alla specializzazione

Per supplire allo scollamento fra le competenze acquisite durante gli anni accademici e quelle necessarie all’inserimento nel mondo del lavoro, abbiamo lanciato un’Academy per contribuire alla specializzazione delle giovani risorse nelle materie digital-tech e colmare il divario tra domanda e offerta in ambito digitale.

L’Academy prevede oltre 20 corsi, ma i più richiesti e diffusi sono i programmi per la formazione in .Net, Java Full Stack Developer, DevOps, SAP, SalesForce, Quality Assurance Expert. I corsi si rivolgono alla nuova generazione di professionisti digitali, e quindi neodiplomati o neolaureati in ambito STEM, ma rappresentano un’opportunità anche per il reskilling di lavoratori con una preparazione umanistica che necessitano di acquisire nuove conoscenze e competenze in ambito digitale, tema particolarmente sentito al giorno d’oggi con gli incentivi per la transizione digitale messi a disposizione delle aziende.

Abbiamo pensato all’Academy come un luogo aperto a tutti, dipendenti interni ma anche, e soprattutto, a neodiplomati e neolaureati esterni che desiderano prepararsi per l’inserimento professionale. Il progetto rappresenta il risultato della nostra strategia di crescita e, grazie all’acquisizione della scuola di alta formazione Skill Factory completata a novembre 2022, mette a disposizione corsi gratuiti per gli studenti che trovano impiego presso le tante aziende partner con cui l’Academy è convenzionata.

Attualmente, i percorsi di formazione e accompagnamento al lavoro di Skill Factory permettono di inserire 200 giovani nel mondo professionale, contribuendo a colmare il grande divario fra domanda e offerta che contraddistingue il nostro settore. Grazie all’acquisizione e al rafforzamento del progetto di Academy,puntiamo ora a raddoppiare il numero delle persone formate, raggiungendo così 400 nuovi professionisti all’anno tra Java Full Stack Developers, Devops, Quality Assurance Tester e SAP SuccessFactors Integration Consultant. Tutte figure estremamente difficili da reperire per le aziende IT.

Conclusioni

L’operazione riflette il nostro interesse verso i percorsi di formazione, sia per l’azienda che per il singolo individuo, sempre più strategici per rimanere competitivi e al passo con l’evoluzione del mercato del lavoro e la volontà di investire in percorsi di apprendimento e professionalizzazione, formulati con strumenti capaci di superare i limiti della formazione tradizionale. In quest’ottica, il nostro piano di sviluppo prevede, negli anni, di rendere Skill Factory una Virtual University Enterprise, in grado di certificare i partecipanti secondo metodologie riconosciute a livello internazionale, con un’attenzione anche per i professionisti più adulti che vogliono riqualificarsi e arricchire il proprio bagaglio di competenze.

Negli ultimi anni abbiamo formato tanti giovani, prima nelle Academy e poi on the job, generando diversi posti di lavoro per giovani talenti. Un circolo faticoso, ma estremamente virtuoso, in cui crediamo fortemente per la creazione dei professionisti digitali del domani.

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