Più che rompersi la testa sul digitale “si” o digitale “no” a scuola, sarebbe meglio spostare, e in tutta fretta, l’attenzione sul digitale “SE”: se c’è un orizzonte di senso; se crea opportunità di crescita; se aggiunge valore; se crea condivisione.
E a proposito di condivisione, per farvi meglio capire cosa intendo voglio condividere una mia esperienza.
Nel mese di marzo con i miei alunni – ma non solo – abbiamo scritto davvero tante parole in rete, partecipando ad un gioco di social reading dedicato alle discipline STEM.
Mi piace pensare che siano proprio quelle parole a raccontarmi come persona, ma soprattutto come insegnante e che in mezzo a tutti quei caratteri ci siano valori, passioni e speranze con cui ogni giorno entro a scuola, da vent’anni. Insomma parole che raccontano una certa idea di mondo, per dirla con Baricco.
Ma cominciamo dall’inizio.
Si è ciò che si comunica. Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano. Dal Manifesto della Comunicazione Non Ostile |
Buoni propositi (digitali)
Lo avevo anche messo tra i propositi della mia agenda di maestra e animatrice digitale: organizzare nel mese di marzo un gioco di social reading con il metodo di TwLetteratura, scegliendo un bel libro che parlasse della vita di donne straordinarie, che hanno fatto della scienza la loro passione. Storie ad alto potenziale di entusiasmo, che potessero contagiare tutti, in particolare le studentesse, attivando l’interesse per le STEM, discipline che in Italia risentono ancora del gender gap.
Il proposito è diventato realtà con #RagazzeTw, il progetto ideato per i miei alunni e la mia scuola, ma che non è rimasto circoscritto esclusivamente lì: sono state infatti più di cento le classi in tutta Italia che hanno giocato con noi, rispondendo alla call pubblicata sul sito di TwLetteratura, dove sono state indicate tutte le regole per partecipare ad un gioco di lettura aumentata: si sceglie un libro, nel nostro caso “Ragazze con i numeri” di V. De Marchi e R. Fulci; si stabiliscono un calendario di lettura e un hashtag da utilizzare; si legge e si commenta il testo su Twitter o sull’App dedicata Betwyll.
Gioco di lettura (aumentata)
Il 4 marzo abbiamo inaugurato il gioco leggendo la vita di Valentina Tereshkova, la prima cosmonauta della storia, seguita dopo una settimana da Jane Goodall, la primatologa che ha vissuto con gli scimpanzé; poi è stato il turno di Maria Sibylla Merian, l’artista che disegnò e studiò, da un capo all’altro del mondo, gli insetti. La lettura della vita della nostra amata Rita Levi Montalcini, ha poi concluso il gioco.
Con l’hastag #RagazzeTw sono stati scritti e pubblicati centinaia di micro testi in forma di tweet: commenti, riflessioni, ma anche poesie, per non parlare delle tantissime foto e dei disegni allegati. Ma ciò che colpisce di più sono stati, per quantità ma soprattutto per qualità, gli scambi di domande/risposte tra i giovani lettori e le protagoniste della storia: a dar voce a queste ultime -sempre in tweet – il lavoro certosino di quattro classi che hanno segretamente animato gli account di @TereshkovaTw, @GoodallTw, @MerianTw e @MontalciniTw.
Si è innescato così un turbinio incredibile di pensieri, idee e passioni in 280 caratteri, o anche meno: se volete averne un’idea, provate a scorrere la cronologia dei tweet condivisi durante il gioco… io stessa non sono riuscita ad arrivare alla fine!
Special guest (social)
Ma c’è di più. Nel nostro progetto sono stati coinvolti alcuni professionisti che si occupano di un ambito attinente a quello di ciascuna delle protagoniste del libro. In qualità di special guest, hanno interagito con i tweet dei ragazzi: per Tereshkova, Paolo Attivissimo, giornalista, cacciatore di bufale e autore di una pubblicazione dedicata allo sbarco sulla Luna. Per Goodall, Giorgio Vallortigara, neuroscienziato e direttore del Laboratorio di cognizione animale e neuroscienze all’Università di Trento. Claudia Flandoli, illustratrice con un debole per i temi scientifici, ha seguito i tweet dedicati a Merian, insieme a Giulia Sagramola, illustratrice del libro in gioco. Infine Roberta Villa, medico, giornalista e divulgatrice, ha partecipato alla settimana dedicata alla Montalcini.
Grazie a loro si è innescato un intreccio triangolare di rimandi tra lettori, protagoniste del libro e professionisti di oggi, che ha reso #RagazzeTw un’esperienza di lettura più stimolante, perché giocata su diversi livelli narrativi.
Una certa idea di scuola (in 5 tweet)
Tra i tanti incantevoli tweet condivisi in rete dai miei alunni, ne ho scelti, con fatica, cinque. Sono quelli che mi sembra possano meglio raccontare una certa idea di mondo, e quindi di scuola, che vede nel digitale – nel nostro caso, in un gioco di social reading – un’occasione per creare belle occasioni di crescita.
- Questo tweet è stato scritto, e disegnato, nella settimana del gioco dedicata a Merian, la studiosa degli insetti: raccoglie un breve scambio di messaggi tra la mia alunna Elena e le due illustratrici. L’ho scelto perché mette in luce un’opportunità preziosa: ricevere un’ulteriore conferma delle proprie capacità, che per una volta non arriva da genitore o da un insegnante, ma da professionisti, con uno sguardo più oggettivo.
– Cara @MerianTw,
ho provato a disegnare come te! Elena, 10 anni
Risposta da C.Flandoli – Ma quanto è simpatico quel bruco? Brava Elena!
C’è un futuro nel lettering qui!
Da G.Sagramola – Mi piace anche un sacco la “M” con i fiori che spuntano sopra!
- Ho scelto questo tweet perché è un caso, commovente, di identificazione. Veronica ha messo in gioco le sue emozioni, grazie ad un cortocircuito tra la sua storia personale e quella della Montalcini, quando nel libro si racconta del rammarico per non aver fatto in tempo a dire: “Papà, hai visto? Alla fine sono riuscita a laurearmi in medicina!”
– Cara @MontalciniTw,
sei una donna unica e forse so cosa hai provato quando è morto tuo padre e avresti voluto dirgli quella cosa… Perché mio padre è morto quando avevo sei anni, e adesso vorrei dirgli tante cose belle.
Veronica, 10 anni
Risposta da MontalciniTw: – Cara Veronica, sì, ci sono alcune cose che avrei voluto dire a mio padre… adesso loro vivono nei nostri pensieri.
- Questo tweet è carico di quello che in inglese viene definito “empowerment” e l‘ho scelto perché ci suggerisce come un gioco di social reading possa contribuire a rafforzare la consapevolezza in sé e il senso di autoefficacia:
– Cara @MontalciniTw,
mi hai fatto pensare a mia mamma quando mi ha detto “Ti hanno preso all’agonistica di nuoto!”. E sarei felice se tra un po’ di tempo potessi ascoltare: “Sig.ra Valeria, lei è stata ammessa alle olimpiadi!”
Valeria, 10 anni
Risposta da MontaliciniTw: – Credi nel tuo sogno, Valeria!
- L’obiettivo di #RagazzeTw è stato quello di ispirare le studentesse alla meraviglia delle STEM…non potevo quindi dimenticare il tweet di Maria Chiara, nel quale manda un messaggio diretto (e anche un po’ minaccioso!) alla prima astronauta della storia:
– Cara @TereshkovaTw,
ho letto che se ci fosse un’opportunità per andare su Marte tu ci andresti subito.
Ti voglio dire una cosa.
Mi spiace, ma sarò io la prima terrestre ad andare sul Pianeta Rosso!
Maria Chiara
- Voglio concludere con uno scambio di tweet speciale, perché per una volta non coinvolge gli alunni, ma i “grandi”: si tratta della mamma di Sara, una mia alunna, e il giornalista Paolo Attivissimo, che ha partecipato, splendidamente, al progetto. L’ho scelto perché può provare che un gioco in rete può essere un’occasione di crescita non solo per i ragazzi e gli insegnanti coinvolti, ma per tutti… basta volersi mettere in gioco, appunto!
Mamma di Sara: – Cara @TereshkovaTw ho letto che tra i tuoi “primati” c’è quello di essere stata la prima madre (di una bambina peraltro!) ad essere stata nello spazio ! Che consigli daresti a noi genitori (di bambine) perché possiamo riuscire al meglio e seguire le loro passioni? Grazie!
Risposta di @TereshkovaTw:- Cara mamma Sandra, (…) giro la tua domanda alle madrine e ai padrini del nostro gioco… vediamo cosa consigliano loro!
Risposta di Paolo Attivissimo:-
- Far studiare l’inglese: è la porta a mille conoscenze.
- Non permettere mai a qualcuno di dire a tua figlia “ma queste non son cose da donne”.
- Fai in modo che la loro passione possa diventare un lavoro.
- Dona loro due cose: radici e ali.