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Divario di genere nelle STEM: dati e iniziative per un futuro più inclusivo



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La Settimana Nazionale STEM 2025 evidenzia il divario di genere nelle lauree STEM: 37% uomini, 16.8% donne. Differenze territoriali e stereotipi culturali ostacolano l’uguaglianza. Coinvolgimento femminile è essenziale per progresso tecnologico ed economico

Pubblicato il 27 feb 2025

Carmelina Maurizio

Università degli Studi di Torino



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Si è da poco conclusa la Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche. Per la seconda volta in Italia, con una ricca serie di iniziative a livello nazionale, l’iniziativa è stata indetta dalla Legge 187 del 24 novembre 2023[1] “al fine di sensibilizzare e di stimolare l’interesse, la scelta e l’apprendimento di tali discipline”.


Il divario di genere nelle lauree STEM

I dati Istati relativi al 2023 dicono che il 25,0% dei giovani (25-34) ha una laurea nelle aree Stem (acronimo formato dall’iniziale inglese di quattro diverse discipline: Science, Technology, Engineering e Mathematics.).

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La quota sale al 37,0% tra gli uomini (+2,5 punti percentuale rispetto al 2022) e scende al 16,8% tra le donne (quota stabile rispetto al 2022), evidenziando un marcato divario di genere. Le differenze territoriali per i laureati in discipline Stem sono evidenti per la componente maschile: la quota varia dal 27,5% del Mezzogiorno al 41,4% del Nord.

Performance accademiche delle donne nelle STEM

Altro dato rilevante è che le donne laureate in discipline STEM hanno un voto di laurea leggermente superiore rispetto a quello degli uomini (107,3 contro 106,4) e riescono a concludere il corso di laurea in misura maggiore (50% contro 48%).

E, inoltre, se si guarda ai diplomati e alle diplomate, secondo il rapporto 2024 di Almalaurea tra quelli del 2023 il 41,5% delle ragazze alla scuola media inferiore ottiene un voto d’esame superiore o uguale a 9 (percentuale pari al 28,3% tra i ragazzi).

L’effetto Matilda e il riconoscimento delle donne nella scienza

Se si va indietro di qualche decennio, ci si ritrova nel 1993, quando la storica della scienza Margaret W. Rossiter aveva ben sintetizzato con l’ormai celebre “Matilda Effect il “peso” attribuito alle donne nei comparti della scienza, della tecnica e della matematica.

Con l’”Effetto Matilda” Rossiter sottolineava come il contributo dato dalle donne alla ricerca tecnica e scientifica fosse costantemente sminuito. Questo avveniva o attribuendo i risultati del lavoro femminile ai colleghi uomini, o “snobbando” le ricerche delle scienziate, citate in misura nettamente inferiore rispetto a quelle degli scienziati.

Divario di genere a livello globale

La situazione è grave e ancora più seria a livello globale, secondo quanto affermato dalle Nazioni unite, per cui il divario di genere nei settori Stem persiste in tutto il mondo. L’11 febbraio di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, istituita nel 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proprio per accendere dei riflettori sul rapporto tra genere femminile e discipline dell’area Stem.

L’impatto nel mondo del lavoro

L’effetto e l’impatto nel mondo del lavoro a sfavore delle ragazze e delle donne a livello nazionale, spesso vittime di stereotipi e stigma culturali, che non favoriscono il loro accesso alle discipline formative dell’area Stem, è costante: tra i laureati Stem di età compresa fra 25 e 64 anni, lo svantaggio delle donne rispetto agli uomini è molto ampio.

In particolare, questo avviene nei settori dell’informatica, dell’ingegneria e dell’architettura, dove il divario nel tasso di occupazione femminile e maschile è del 9,3%. Secondo i dati Invalsi, oggi in Italia già dopo i primi due anni di scuola le bambine ottengono risultati in matematica inferiori in media di 9 punti rispetto ai coetanei maschi; lo svantaggio sale a 11 punti alla fine della scuola primaria e rimane fino alla scuola secondaria di secondo grado, dove scende a 7 punti.

Disparità educative e occupazionali

Il divario di genere si rileva in maniera più significativa per bambine e ragazze che vivono in povertà educativa, come rileva un’indagine di Save the Children.

Secondo il Rapporto Almalaurea 2024, il tasso di occupazione per le lauree STEM, a cinque anni dal titolo di secondo livello, era pari all’88,3% e le figure professioni legate all’area STEM risultano anche meglio remunerate.

Quando intraprendono la strada di Ingegneria industriale e dell’informazione (un percorso ancora oggi a prevalenza maschile), le differenze tra donne e uomini si attenuano pur confermando lo svantaggio della componente femminile: nel tasso di occupazione (94,5%per le laureate e 95,9%per i laureati) così come nelle retribuzioni.

Disparità nei settori specifici

Anche per chi ha conseguito la laurea nel gruppo Architettura e ingegneria civile permangono differenze di genere a sfavore delle donne, sia nel tasso di occupazione (pari al 90,5%rispetto al 94,4%degli uomini) sia nei livelli retributivi.

Nell’ambito medico-sanitario e farmaceutico le donne risultano ancora una volta penalizzate, in termini occupazionali e retributivi e la situazione non cambia neanche quando scelgono un percorso Economico. Anche nel gruppo Educazione e Formazione il tasso di occupazione è sempre a sfavore della componente femminile e pari all’86,2% per le donne e al 90,3% per gli uomini.

Importanza della parità di genere nelle discipline STEM

Il gender gap riscontrato nelle discipline Stem non è una questione solo “femminile” o di genere e a evidenziarlo è la stessa Commissione Europea che sottolinea come le discipline scientifiche e matematiche sono “fondamentali per guidare la doppia transizione verso un’economia verde e digitale, in un momento di rapida innovazione tecnologica”.

Il maggior coinvolgimento delle donne nei settori tecnologici e scientifici può non solo rendere più egualitario il progresso in questi ambiti, ma anche contribuire molto a non replicare nell’ambito del digitale le disparità esistenti nel reale. In questo senso, nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, le donne che contribuiscono al suo sviluppo e alla sua diffusione sono poche e questo potrebbe condizionare lo sviluppo di tutti i sistemi di AI, che rischiano di avere dei pregiudizi legati al genere.

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