Mai come negli ultimi anni nel dibattito sul mondo della scuola il tema dell’innovazione tecnologica è stato così centrale. Dal Piano Nazionale Scuola Digitale emerge con forza come il digitale sia strumento abilitante, connettore e volano di cambiamento sia delle attività orientate all’apprendimento, sia dell’amministrazione e della gestione delle istituzioni scolastiche. In questo senso il PNSD considera la digitalizzazione dei processi organizzativi e gestionali della scuola un processo strategico per il funzionamento della scuola digitale: l’efficienza in termini di risparmio di tempo e risorse non può che avere un impatto migliorativo su tutta la comunità scolastica. Partendo da questo spunto, nel corso del 2016, l’Osservatorio eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano ha stretto una collaborazione con ANP al fine di rilevare tramite una survey diretta a tutte le scuole del Paese il livello di digitalizzazione dei processi organizzativi e gestionali interni alla scuola. I principali risultati sono stati presentati durante un convegno pubblico lo scorso 9 marzo, che ha visto l’attiva partecipazione della Ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli e la presentazione dei risultati di una seconda ricerca, realizzata da Link Campus University con il supporto dell’Università degli Studi Roma Tre, sempre con la collaborazione di ANP, volta ad indagare l’utilizzo delle tecnologie nella didattica.
La ricerca dell’Osservatorio eGovernment è stata realizzata nei mesi di gennaio – inizio marzo 2017. Il questionario è stato veicolato a tutte le Istituzioni Scolastiche Autonome, con una redemption del 7%. L’indagine rileva come nel 75% del campione dei rispondenti la digitalizzazione dei processi organizzativi e gestionali abbia raggiunto già un buon livello (circa l’80% dei 17 processi indagati risulta gestito tramite software gestionale). Bisogna però porre attenzione a quella piccola parte di scuole ancora completamente non digitali, che dichiarano di utilizzare prevalentemente la carta e rischiano di rimanere escluse dal processo di innovazione e cambiamento. Emerge quindi una spaccatura che divide le scuole che hanno sufficienti competenze e risorse per introdurre innovazioni digitali e quelle che invece non sono in grado di adottare strumenti informatici adeguati per gestire in modo efficiente i propri processi interni. In questo senso, uno degli aspetti più interessanti dell’indagine riguarda la relazione tra competenze del personale amministrativo e il livello di digitalizzazione: le competenze del personale sono il fattore chiave per abilitare la digitalizzazione dei processi. Infatti la percentuale di scuole che afferma di non avere le competenze interne necessarie a introdurre e attuare la digitalizzazione dei processi è in qualche modo inversamente proporzionale al livello di digitalizzazione complessivo dei processi scolastici. (qui i risultati della ricerca)
È pertanto quanto mai auspicabile iniziare a ragionare circa la necessità di acquisire competenze che non siano solamente tecniche ma che consentano e abilitino i DS a governare un processo di innovazione. Proprio come sta avvenendo per gli enti locali, infatti, occorrerebbe passare dal “progetto di innovazione”, vissuto come evento straordinario, ad un vero e proprio “processo di innovazione”, strutturato quindi in sintonia con le altre attività caratteristiche della scuola. Strutturare meccanismi di community per mettere a sistema conoscenze e competenze è da questo punto di vista quanto mai importante, da qui l’auspicio di una sempre maggiore apertura della scuola verso l’esterno (con un maggiore dialogo, ad esempio, tra la scuola e il sistema dell’offerta) e di un avvicinamento della stessa al mondo dell’Università perché questa possa supportare i Dirigenti Scolastici nello sviluppo di competenze manageriali e di e-leadership, per una corretta gestione dell’”eGovernment della scuola”.