Da oltre 15 anni in Italia si usa l’espressione “scuola digitale“: è diventata parte del titolo di un programma del Miur (PNSD), un canale tematico di agendadigitale.eu, il nome di una piattaforma di formazione ecc. È un’espressione passepartout, forse generica, un po’ approssimata, ma abbastanza efficace per indicare una scuola con attività che si sviluppano in ambienti fisici e virtuali, con strumenti analogici e digitali.
Nel Piano nazionale scuola digitale si spiegava che “La ‘scuola digitale’ non è un’altra scuola. È, più concretamente, la sfida dell’innovazione della scuola“. E la scuola digitale, poi chiamata anche “Scuola 4.0“, è diventata una sfida centrale anche negli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Ecco perché mi stupisce la totale assenza dell’espressione “scuola digitale” nei programmi elettorali delle principali coalizioni, dopo che il tema è stato centrale nel dibattito politico e sociale per tutto il tempo della pandemia, nel passaggio dalla didattica a distanza (DAD) alla didattica digitale integrata (DDI).
Piano Scuola 4.0, sarà la volta buona per innovare la didattica? Punti di forza e problemi
La scuola digitale grande assente dai programmi dei partiti
Per chi non ha abbastanza tempo e pazienza per affrontare la lettura integrale dei programmi, suggerisco uno sguardo veloce a un paio di infografiche: una basata su concetti e “nuvole di parole”, l’altra su temi e priorità. Entrambe permettono di visualizzare in pochi minuti come manchi ogni riferimento non solo alla scuola digitale, ma anche ai principali temi di riferimento (sfide della formazione personalizzata, nuovi ambienti di apprendimento, competenze digitali e trasversali ecc.).
Mentre riflessioni più articolate sono presenti nelle pagine di Agenda digitale sia come analisi che come commenti.
Per chi ha invece una mentalità da ricercatore, suggerisco di esplorare un prezioso lavoro in progress realizzato da Slow News con Pintpoint. Hanno creato l’archivio collaborativo Elezioni 2022 con i programmi e altri contenuti pubblici disponibili sul sito https://dait.interno.gov.it. Si possono effettuare varie ricerche, per termini esatti, nomi di persone, organizzazioni, luoghi. Provate a cercare “scuola digitale” o “scuola 4.0” per trovare zero occorrenze, e poi proseguite con i temi che vi stanno più cuore.
Non ho familiarità con le strategie politiche, sono una professionista che da oltre vent’anni lavora con le scuole per arricchirne l’offerta formativa con le nuove tecnologie, che considero un potente acceleratore sociale per combattere ogni forma di disuguaglianza e dare a tutti, a partire dai più giovani, strumenti concreti per crescere e partecipare allo sviluppo del Paese.
Una visione di scuola digitake
Mi sono chiesta: cosa posso fare, a pochi giorni dal voto, per approfondire il dibattito sulla scuola? E come rilanciare la sfida della scuola digitale, tenendo comunque presente che deve essere parte di un disegno più ampio di innovazione del sistema di istruzione?
Ho provato a sintetizzare una visione di scuola digitale in pochi punti:
- oggi la scuola è chiamata a mettere al centro lo sviluppo della persona per attrezzare ragazze e ragazzi al complesso viaggio della vita nel XXI secolo, educare alla formazione permanente, curare lo sviluppo delle competenze di cittadinanza attiva (competenza globale) e senza contrapposizione tra istruzione e educazione.
- Saper leggere, comprendere, elaborare informazioni e calcoli, interagire e risolvere problemi anche attraverso l’uso delle tecnologie sono da tempo abilità di base indispensabili per agire a scuola, nel mondo del lavoro e nelle scelte della vita quotidiana.
- L’apprendimento è un processo multidimensionale dove è centrale il processo di coinvolgimento per accrescere in ciascuno le possibilità di controllare attivamente la propria vita. Sono sempre più rilevanti le dimensioni non formale o informale, che possono essere rinforzate anche con attività di microlearning.
- Le nuove tecnologie aiutano a coniugare la scuola di qualità con la massima inclusione e permettono una didattica personalizzata anche sui bisogni educativi speciali.
- Per usare in modo consapevole le nuove tecnologie è indispensabile un buon livello di alfabetizzazione funzionale.
- Per insegnare con le nuove tecnologie è necessaria una preparazione specifica dei docenti per rendere la didattica più coinvolgente e migliorare i risultati dell’apprendimento.
- La didattica digitale, che non è la didattica a distanza, integra la didattica in presenza, non la sostituisce.
- Gli ambienti digitali, grazie a metodologie che valorizzano la dimensione esperienziale, immersiva e trasformativa dell’apprendimento, consentono di approfondire conoscenze, sviluppare competenze, misurarsi su valori fondamentali e rinforzare gli aspetti caratteriali positivi (modello di Educazione per la vita).
- Gli strumenti digitali facilitano l’apprendimento semi autonomo e autonomo e permettono di potenziare la formazione continua, sempre più necessaria viste le numerose transizioni che la vita adulta impone ai lavoratori.
- È importante integrare le tecnologie ad alta intensità di dati (cloud, AI, cybersecurity ecc.) nel curricolo scolastico, per rinforzare la cultura scientifica, perché il paese ha bisogno con urgenza di nuove conoscenze e competenze.
- Vanno promosse e valorizzate le risorse didattiche aperte, create dai docenti, dagli studenti, dai gruppi di lavoro, perché possono essere liberamente fruite e condivise, in modo da mettere a sistema in tempi ragionevoli le migliori esperienze di innovazione incrementale.
- La scuola digitale deve essere parte di un ecosistema formativo perché nessun soggetto, nessuna agenzia formativa da sola, è in grado oggi di affrontare la sfida della trasformazione digitale nell’istruzione. In particolare, non si può prescindere dall’animazione di forti alleanze territoriali e dal ruolo della comunità educante.
- Soprattutto in un contesto educativo la sfida della transizione digitale non può prescindere dai principi dello sviluppo sostenibile integrale.