eTwinning nelle scuole italiane è una presenza sempre più invasiva, potente e dirompente, anche se ancora in alcune zone non perfettamente conosciuta. Non si tratta di “progettificio”, come in molti potrebbero pensare, ma di “un pezzo” di didattica curricolare che diventa internazionale, che si confronta su come altre scuole, in altri paesi, trattino lo stesso argomento, scoprendo nuove strategie, nuovi percorsi, nuove conoscenze e nuove realtà, ma anche nuove lingue, culture, abitudini, modi di essere, in un processo realmente cooperativo.
Proviamo perciò a scoprirne le potenzialità.
Cos’è la piattaforma eTwinning
Parte di Erasmus+, gestita in Italia da Indire, 739.766 insegnanti coinvolti nei Paesi europei e non (per adesso Armenia, Azerbaijan, Georgia, Moldavia, Tunisia, Ucraina, Giordania, Libano), nata come piattaforma per la creazione di gemellaggi elettronici e, quindi, come opportunità di creare una virtuale grande piazza di incontro, scambio, condivisione di conoscenze e buone pratiche, da tempo ha ampliato il proprio raggio di azione a 360 gradi, occupandosi anche di supporto e accompagnamento delle azioni sugli alunni, preoccupandosi di preparare, tecnicamente e pedagogicamente, gli insegnanti e i Dirigenti ad affrontare le sfide di una scuola che non vuole essere autoreferenziale ed esclusiva, ma vuole aprirsi al mondo ed essere parte attiva del suo cambiamento. Un luogo di incontro online, ma circoscritto, sicuro, controllato e protetto: ad esso hanno accesso solo insegnanti, e Dirigenti e gli alunni vi prendono parte grazie alla loro mediazione.
La Piattaforma eTwinning ha una doppia anima:
- Progetti delle scuole
- Sviluppo professionale per docenti, dirigenti, bibliotecari, docenti in formazione.
Progetti delle scuole
Un altro “progettificio”, potranno pensare coloro che non conoscono eTwinning, altre “cose” da fare di pomeriggio, staccate dal quotidiano, altro carico di lavoro extra per alunni e docenti.
Invece no.
La caratteristica peculiare di un progetto eTwinning , quella che lo rende vincente, efficace, coinvolgente, entusiasmante per gli alunni, è proprio che esso debba essere, preferibilmente, “un pezzo” di didattica curricolare che diventa internazionale, in cui il lavoro dei singoli, come in un enorme puzzle interattivo, ha come scopo la realizzazione di un prodotto comune, di cui tutti sono egualmente responsabili. Gli argomenti possono essere i più disparati, così come le discipline coinvolte, ma tutti attingono a reali e concreti bisogni formativi degli alunni.
Con i Progetti eTwinning si mette in atto l’ultimo step del Ciclo SAMR (Sostituzione, Aumento, Modifica Ridefinizione) di Ruben Puentedura[1]: le tecnologie consentono, infatti, una totale ridefinizione del compito di apprendimento, che supera i confini spazio-temporali della lezione frontale, ponendo in essere un lavoro realmente cooperativo online e offline, sincronico e diacronico, tramite forum chat, wiki, videoincontri, app per ogni funzione, pagine co-costruite e così via, insomma, attività che, senza le tecnologie, non sarebbero state neppure immaginabili. Veramente gli alunni, come si proclama in tutti i corsi di aggiornamento e in tutti i PTOF d’Italia (spesso solo a parole), sono artefici della loro crescita personale, sociale, culturale e cognitiva, partecipi in prima persona, agenti del loro stesso cambiamento.
Ma vediamo in che modo i progetti eTwinning possono aiutare gli alunni a sviluppare le competenze che la nuova raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 maggio 2018 definisce “combinazione dinamica” di conoscenze, abilità, atteggiamenti, proprio a voler sottolineare la loro peculiarità olistica e comprensiva.
Non si può certo pensare che la competenza alfabetica funzionale e quella multilinguistica si possano sviluppare solo con le interrogazioni e i compiti in classe; in eTwinning gli alunni vanno oltre: si presentano, presentano la propria scuola, le proprie attività, i propri lavori; si confrontano su loghi, tematiche, ma anche su idee, opinioni, conoscenze; in una parola comunicano, producono (e non solo riproducono) lingue. Nella loro lingua, nella lingua scelta come medium, nella lingua dei partner, di cui hanno l’opportunità di imparare le basi proprio grazie ai progetti. Possono preparare quiz, trivia, cacce al tesoro, liste, segnali, cartelli, definizioni, indicazioni. Il testo, scritto e parlato, diventa significativo perché necessario allo scambio, alla reciproca conoscenza. E la conoscenza aiuta nella comprensione, nel superamento degli ostacoli, dei pregiudizi, degli stereotipi, avvicinandoci all’altro che avrà, nel comunicare, le stesse nostre incertezze , insicurezze, fragilità. Grazie alle tecnologie possono realizzare videoconferenze o videoclip, crearsi avatar che li rappresentino o incarnino le loro fantasie, possono partecipare ad una webradio internazionale, curare una pubblicazione multimediale a più mani e così via.
La competenza digitale degli alunni migliora non perché seguano lezioni su come si usi una particolare App, ma perché sono invitati a provarne molte, diverse secondo il loro scopo comunicativo, sperimentano quelle suggerite dai partner, sono invogliati a cercarne di altre. Realtà virtuale e realtà aumentata diventano il naturale arricchimento di attività che già svolgevano in classe, come preparare una brochure sulla loro città, o su un personaggio storico, o sui temi della sostenibilità, per “entrare” dentro la conoscenza e diffonderla in modo interattivo. La “e” di eTwinning sta proprio per “electronic”, a sottolineare come le tecnologie siano alla base di questi scambi proficui e significativi, perché l’apprendimento cooperativo trova nella rete il suo terreno di gioco più congeniale, annullando i confini dello spazio e del tempo, permettendo ad ognuno di apportare il proprio contributo alla riuscita del lavoro di tutti, nei tempi e nei modi che gli sono più congeniali.
Coinvolti in un effettivo PBL (Project Based Learning) gli alunni si mettono in gioco e sviluppano le competenze sociale ed interpersonale, imparano ad imparare dagli errori, dall’assumersi responsabilità, dal rispettare le consegne e i tempi, dal darsi ruoli e rispettarli. Possono imparare anche a creare un progetto dal suo inizio, dalla sua ideazione, a gestirlo, a documentarlo, a valutarlo, a disseminarlo come buona pratica, tutto grazie alle tecnologie che riconquistano il ruolo che compete loro, nel dibattito pedagogico attuale: quello di mezzo, e non fine, dell’educazione .
Presentare agli altri la mia realtà, la mia cultura mi costringe a conoscerla in prima persona, e spesso, i Progetti eTwinning sono un modo sorprendente, di conoscere la propria storia, il proprio territorio, le proprie abitudini, la propria cultura intesa in tutti i suoi aspetti, per poterli confrontare con quelli dei partner, in uno scambio che non può fare a meno di arricchire tutti i partecipanti. Sorprendente, perché non si sa mai la ricerca a cosa possa portare, e spesso si riscoprono tradizioni, storie, personaggi dimenticati, ma che fanno parte del luogo in cui viviamo, sia esso il quartiere, la città, la regione o la nazione.
Quale modo migliore per imparare, ad esempio, la geografia, che sfruttare un progetto eTwinning per cercare informazioni sul proprio territorio – che spesso gli alunni non conoscono – e su quello dei partner? Creare mappe interattive, linee del tempo, foto animate, ricostruire scene storiche o artistiche o letterarie con le App fa in modo che gli alunni imparino perché motivati, e sviluppino anche abilità logiche e di pensiero critico, nel momento in cui, in pari, tra loro e con i partner, correggano e migliorino reciprocamente i lavori, in una peer review che arricchisce l’apprendimento perché ti costringe non a essere giudicato, ma considerato, verificato, e ad accettare il punto di vista degli altri.
Gli alunni possono collaborare, tramite la piattaforma eTwinning, per creare app innovative, che rispondano ad un’esigenza comune, e ciò insegna loro a sviluppare un piano strategico per l’imprenditorialità, che non è altro che l’evoluzione complessa e virtuosa della progettualità, di cui abbiamo già parlato. Anche qui la tecnologia viene in aiuto, con tutti gli strumenti che può offrire per mettersi in gioco, lavorare e farsi conoscere sul web.
Non dimentichiamo poi l’aspetto, per nulla secondario, dell’inclusione: molte app aiutano i docenti e gli alunni in questo senso, permettendo veramente a tutti di partecipare al progetto, nessuno escluso, perché il lavoro è del gruppo, e non del singolo, anche se il contributo del singolo è determinante.
Per molti ragazzi tagliati fuori dagli scambi di Erasmus + per i motivi più disparati, soprattutto per quelli provenienti da ambienti culturalmente ed economicamente deprivati o disagiati, per i quali viaggiare resta un miraggio, spesso è difficile confrontarsi con ciò che c’è fuori dal loro vissuto quotidiano, pensare che possano esserci altre realtà, con altre culture, lingue e tradizioni, che non siano da considerare il nemico, l’usurpatore, il diverso. Il considerare se stessi, la propria cultura, la propria lingua al centro dell’universo, per ignoranza (nel senso di non conoscenza) porta alla non accettazione dell’altro, al suo rifiuto, alla sua denigrazione, alla sua ghettizzazione. eTwinning aiuta a “relativizzare” le certezze culturali, a conoscere l’altro, anche fisicamente, attraverso i videoincontri, le presentazioni, e a capire che il mondo non è solo il nostro, quello che viviamo, ma che siamo solo una sfumatura tra tante, tutte giuste e tutte necessarie. La competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturale si sviluppa anche così.
A proposito delle tematiche su cui creare un Progetto eTwinning, oltre a quelle comuni che fanno parte dell’ordinaria pianificazione didattica, le scuole possono attingere all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma di azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel 2015 dai governi dei Paesi membri dell’ONU , una risorsa importante per trovare tematiche trasversali alle discipline e le superino, perché esse siano veramente patrimonio , sfida e obiettivo di tutti i partner. Salute e benessere, parità di genere, consumo responsabile, vita sott’acqua, vita sulla terra, ridurre le disuguaglianze ecc. Già molti progetti si sono occupati di questi temi, aiutando i ragazzi, se non a trovare e proporre soluzioni, almeno ad interrogarsi con i loro partner e a confrontarsi sui diversi scenari del viaggio (possibile, con l’impegno di tutti) verso lo sviluppo sostenibile.
Sviluppo professionale del personale
Che i docenti imparino da e con gli alunni è ormai accertato; di sicuro, questo non è sufficiente allo sviluppo professionale.
Per accompagnare e supportare la riuscita dei Progetti, eTwinning si propone anche come piattaforma che offre innumerevoli opportunità di aggiornamento, formazione e informazione e, facendo fede a quella “e” del nome, anche per lo sviluppo professionale si utilizzano le tecnologie per fare in modo che gli insegnanti siano supportati da Gruppi virtuali, che possano seguire webinars, tutorials, videoconferenze, oltre a partecipare ad incontri, seminari e conferenze tematiche in Italia e all’estero, in presenza.
I Learning Events sono una particolare modalità di formazione, molto apprezzata dai docenti, perché consente di coniugare teoria e pratica, di seguire un incontro online, di provare in classe i suggerimenti e le risorse proposti e di confrontarsi e riflettere con i colleghi dei vari paesi, trovando supporto, guida, accompagnamento. Un tipo di formazione intensiva, che ha il vantaggio di far sperimentare realmente e provare di persona l’efficacia delle strategie suggerite.
Altre risorse, articoli, interviste, su tecnologie e non solo, presentazioni delle opportunità di Erasmus+, vengono offerte da School Education Gateway che, attraverso la Teacher Academy, eroga interessanti corsi online in inglese, di più settimane, basati su un percorso simile a quello dei Learning Events, fatto di ascolto/visione di video, sperimentazione di buone pratiche, adattamento delle stesse alla propria realtà, peer review e confronto con i colleghi degli altri paesi.
In sintesi: riflessione, confronto, scambio, conoscenza, competenza, multiculturalità, consapevolezza. molte sono le parole-chiave di eTwinning che, attraverso l’uso delle tecnologie ottiene anche il risultato di migliorare l’autostima degli alunni che si sentono in grado di partecipare attivamente nel gruppo, di creare una motivazione per lavorare, di rendere significativo il tempo scuola.
Un virtuoso esempio di scuola
La panacea per tutti i mali della scuola europea e oltre, visto che, con eTwinning+ è possibile creare gemellaggi con scuole che non fanno parte dell’Unione? No, ma di certo un virtuoso esempio di scuola, di quella che piace a noi e ai nostri ragazzi: la scuola dei Progetti significativi– non progettificio di scatole vuote – in cui la tecnologia recupera il suo compito: servire, e non essere subita.
Se gli insegnanti non sono aperti al mondo, non potranno esserlo gli alunni: con eTwinning ci si può provare insieme.