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Filiera formativa tecnologico-professionale: le opportunità per studenti e imprese



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Nell’anno scolastico 2024-2025 si inaugura la “catena formativa tecnico-professionale”. Un percorso di studi ridimensionato da cinque a quattro anni, seguito da un biennio di specializzazione presso gli ITS. Il progetto mira a rispondere alle esigenze del settore produttivo nazionale e alle esigenze formative, culturali e professionali delle giovani generazioni

Pubblicato il 11 gen 2024

Rossella Rizzatto

Dirigente Scolastico Liceo Artistico "G. Sello" di Udine Coordinatore I.T.S. Academy Istituto Tecnico Superiore Legno e Arredo navale e nautico – Sostenibilità del prodotto, eco design di Udine



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Nel mese di settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che istituisce, a decorrere dall’anno scolastico 2024-2025, la “filiera formativa tecnologico-professionale” costituita dai percorsi sperimentali del secondo ciclo di istruzione, dai percorsi formativi degli ITS Academy, dai percorsi di istruzione e formazione professionale e da quelli di istruzione e formazione tecnica superiore”.

Una nuova filiera concentrata sulla centralità dello studente

La nuova filiera unitaria, alla quale potranno aderire anche le Regioni, prevede la creazione di un’unica offerta di istruzione e formazione, anche mediante la possibilità di costituire le reti, i cosiddetti campus, cioè una comunità composta da scuole, centri di formazione professionale e ITS Academy, concentrate sulla centralità dello studente, tramite l’istituzione di percorsi d’istruzione personalizzati e flessibili a cui potranno aderire, oltre alle istituzioni formative sopra citate, le Istituzioni Scolastiche secondarie di secondo grado, le Università, gli istituti AFAM e anche altri soggetti pubblici o privati: all’interno delle reti sono assicurati passaggi orizzontali e verticali tra i percorsi. Di particolare rilievo, la possibilità di completare il percorso degli studi in quattro anni, anziché in cinque, consentendo l’iscrizione agli Istituti Tecnologici Superiori, previa validazione degli Invalsi. Il Ministro Valditara ha dichiarato che attraverso questo provvedimento  “l’istruzione tecnica e professionale diventa finalmente un canale di serie A in stretta connessione con i processi di riforma degli ITS Academy al fine di far ottenere agli allievi il più alto livello possibile dei titoli terziari e post terziari: specializzazioni per le tecnologie applicative, lauree, dottorati in apprendistato duale di terzo livello.  

Nel mese di novembre il Disegno di legge, che è approdato in Commissione Cultura del Senato per l’esame e per le audizioni, si pone “nel rispetto delle competenze costituzionali poste in capo allo Stato e alle Regioni in materia di istruzione e formazione, intende realizzare un’integrazione tra gli interventi statali relativi al sistema educativo e di istruzione e gli interventi regionali sul sistema educativo dell’istruzione e formazione professionale ”ed “è espressamente correlata con la finalità di rispondere alle esigenze educative, culturali e professionali delle giovani generazioni, nonché alle esigenze del settore produttivo nazionale secondo gli obiettivi del Piano nazionale Industria 4.0”.

Le novità del provvedimento

Si è quindi di fronte a un percorso di sperimentazione di studio ridotto da cinque a quattro anni, che consentirà il prosieguo del biennio di specializzazione tecnica presso gli ITS, che coinvolgerà in prima battuta al massimo il 30 per cento delle scuole distribuito in ambito regionale. I percorsi saranno integrati dalla progettazione PCTO già dal secondo anno con almeno 400 ore totali e con docenti provenienti anche dal mondo produttivo e professionale per potenziarne l’insegnamento.

Forte è la spinta agli apprendimenti della lingua straniera, alla valorizzazione degli accordi di partenariato e verso i contratti di apprendistato che consentono di conseguire un titolo di studio mentre si sta lavorando, di fatto, la vera integrazione tra la formazione e il mondo del lavoro e, soprattutto la capacità del sistema di formazione di intercettare le esigenze dei fabbisogni del settore lavorativo considerando che le aziende continuano a faticare nel reperire il personale sia esso  specializzato, sia tecnico o professionista nelle attività commerciali.

Si tratta, quindi, di un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani e, nel caso dell’apprendistato di alta formazione e ricerca, un contratto funzionale all’inserimento lavorativo degli allievi frequentanti gli ITS Academy.

Confindustria e sindacati divisi sul provvedimento

Mentre Confindustria plaude al provvedimento varato dal Consiglio dei Ministri in quanto si fa un passo in avanti nel contrasto del mismatch tra fabbisogno delle imprese e offerta formativa – Unioncamere Excelsior certificano che quasi metà dei posti messi a disposizione dalle imprese non vengono coperti, in media 500mila ogni mese – con la creazione di partnership strutturali tra la scuola e l’impresa integrata dalla formazione congiunta di i tutor aziendali e scolastici e con la possibilità che in aula ci siano docenti provenienti dal mondo del lavoro, il mondo sindacale rimane attendista o totalmente contrario.

Perplessi, nel primo caso, dall’introduzione nel sistema di Istruzione del secondo grado di nuove figure di docenti presenti negli ITS Academy, non contrattualizzate e senza regole che garantiscano la qualità di insegnamento, talmente contrari da definire “un disastro annunciato” perché l’istituzione del doppio canale declassa e riduce di fatto il sistema in  “un percorso specifico e accorciato per coloro che non sono destinati all’università, promuovendo una nuova sperimentazione, con meno tempo scuola, senza aver prima valutato gli effetti dei licei quadriennali”, confondendo l’istruzione con l’addestramento professionale al servizio delle aziende.

Resta il fatto che il mismatch più volte rappresentato ha una portata e degli effetti enormi a livello economico e sociale. Nonostante le recenti statistiche europee nel nostro Paese il tasso di posti vacanti è in linea con la media degli altri Paesi dell’Unione Europea, il problema resta costantemente evidenziato dalle imprese che non riescono a trovare i candidati giusti per le assunzioni che hanno programmato e questo riguarda sia le figure professionali a elevata specializzazione, come gli ingegneri, chimici, sia gli altri profili specializzati, come gli operai, i cuochi, e quelli non specializzati quali gli operai per l’edilizia.

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