riforme a costo zero

Fondi PNRR per rifare i siti delle scuole: un’altra occasione che rischia di andare in fumo



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Ci sono concreti fattori, come il calo demografico e il consistente dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche che, se non governati con oculatezza, potrebbero ben presto tradurre in fumo gli investimenti dei fondi del PNRR su siti web, su ambienti digitali e innovativi di apprendimento delle Istituzioni Scolastiche. Il punto

Pubblicato il 1 ago 2023

Mirella Sale

Docente MIUR, Formatore PNSD PON e Formatore



Scuola digitale

Nei primi giorni del mese di giugno sono stati erogati alle Istituzioni Scolastiche che ne avevano fatto richiesta i fondi stanziati dal Governo per il rifacimento dei siti web istituzionali.

Tale stanziamento è parte di un più ampio programma di investimenti finalizzato alla digitalizzazione dell’intera PA, PA Digitale 2026.

All’accesso a tale finanziamento si sono candidate circa 6.800 Istituzioni Scolastiche al fine di aderire ad un modello standard di sito web istituzionale, di migliorare il servizio offerto a studenti, personale docente, personale ATA e genitori, di creare un punto di accesso semplice e accessibile per utenti e personale, di erogare informazioni aggiornate provenienti da fonte certa, istituzionale e riconoscibile.

Questa misura finanziaria coinvolge con le medesime finalità anche Enti Locali, Regioni e Autonomie: è senz’altro positivo che tale azione sinergica avvenga in modo contestuale, considerate le notevoli e frequenti interazioni e relazioni che le Istituzioni Scolastiche conducono con gli Enti Locali, in particolare i Comuni, nell’esercizio delle proprie funzioni.

Ad un anno dalla pubblicazione dei primi Avvisi, 233 Istituzioni Scolastiche hanno già completato il rifacimento del loro sito Internet e hanno potuto ricevere le risorse del Dipartimento, per un totale di oltre 1,7 milioni di euro, come previsto dalla Misura 1.4.1 del PNRR (M1C1).[1]

Le finalità dell’operazione

La finalità principale di questa operazione è garantire la trasparenza dell’azione amministrativa: mediante i nuovi siti le Istituzioni Scolastiche e i Comuni coinvolti, infatti, consentono il monitoraggio delle azioni intraprese con i fondi del PNRR. Gli Open Data[2] generati sono consultabili dalla pagina di Open Data di PA Digitale 2026 con l’obiettivo di aumentare la quantità e la qualità delle informazioni pubbliche disponibili sui fondi del PNRR dedicati alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e gestiti dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Nella pagina di Open Data di PA Digitale 2026 è possibile reperire ulteriori informazioni in merito alle misure adottate da Istituzioni Scolastiche ed Enti locali grazie ai fondi PNRR su digitalizzazione, innovazione e sicurezza.

Sono in tutto 6 i miliardi messi a disposizione di cui circa 2 sono stati destinati alle PA locali.

Gli Open Data fanno riferimento agli avvisi pubblicati su PA digitale 2026 in merito ad abilitazione e facilitazione migrazione al Cloud, inclusione nella Piattaforma Digitale Nazionale Dati, user experience del cittadino nell’utilizzo dei servizi pubblici, adozione dei sistemi pagoPA e app IO, adozione dell’identità digitale (SPID/CIE), attivazione della piattaforma notifiche digitali.

Lo human centered design per i nuovi siti delle Istituzioni Scolastiche

I nuovi siti delle Istituzioni Scolastiche sono stati realizzati grazie al progetto Designers Italia[3] che ha tenuto conto del modello human centered design[4] in tutte le fasi dello sviluppo. Si tratta di un modello di antropocentrico, centrato principalmente sulle necessità delle persone, su fattori ergonomici e di usabilità.

Questo modello si basa su una particolare metodologia di sviluppo di ricerca-azione partecipativa tra fruitori e utenti, costantemente coinvolti in tutte le fasi della progettazione: si parte da azioni di brainstorming svolte nelle comunità di riferimento, si passa poi ad una modellazione, ad una prototipazione e infine ad una implementazione personalizzata degli spazi della comunità al fine di costruire una positiva e condivisa user experience.

I modelli di riferimento

La creazione dei siti è stata accompagnata anche dalla pubblicazione di una serie di modelli guida[5] cui fare riferimento, dedicati in particolare agli Istituti Scolastici: aderendo alle linee guida nazionali e facendo proprie le migliori pratiche di progettazione digitale, viene anticipata l’adozione di indicazioni europee[6].

I problemi delle riforme a costo zero

Nel selezionare questa tipologia standard di sito il Ministro Valditara ha dichiarato l’intento di voler ridurre costi e tempi di sviluppo dell’offerta digitale da parte delle Istituzioni Scolastiche di primo e secondo grado per permettere così a Dirigenti scolastici e docenti di concentrare le proprie migliori risorse su contenuti e didattica[7].

Nella realtà concreta dei fatti però, tale impulso, sia pur necessario e urgente (è sempre tutto urgente nella scuola, sic!) si è tradotto in ulteriore carico di lavoro a titolo gratuito per i team di docenti e per le segreterie didattiche.

La contrattazione integrativa d’Istituto è, a questo punto dell’anno scolastico, già stata ampiamente conclusa e definita e pertanto non sono disponibili ulteriori fondi da corrispondere al personale per successivi incarichi aggiuntivi e addizionali.

È veramente difficile chiedere al personale sforzi aggiuntivi in assenza completa di alcun riconoscimento economico.

Ancora una volta si assiste da una parte alla creazione di benefici miglioramenti e, contestualmente, dall’altra non se ne consente uno stabile, contestuale e concreto sviluppo a causa della politica delle riforme a costo zero che affligge la scuola da molto tempo.

Un cambiamento epocale che rischia di essere vanificato

Governi di ogni schieramento e colore politico hanno sostenuto per decenni sistematiche politiche di tagli di risorse finanziarie e umane ma certo, ora più che mai, non è possibile lesinare sulle risorse necessarie da destinare ai compensi per il personale tutto della scuola soprattutto quando ad essere coinvolti in questo epocale cambiamento di transizione digitale sono proprio le categorie di personale maggiormente sottopagate come docenti e ATA precari, DSGA facenti funzione e altre tipologie contrattuali di personale che sono fondamentali per la gestione ordinaria di un’Istituzione Scolastica e ancor più per quella straordinaria della realizzazione di quanto previsto dal PNRR e per tutto quanto ad esso verrà correlato.

I più volte annunciati imminenti drammatico calo demografico e consistente dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche, se non governati con oculatezza, potrebbero ben presto tradurre in fumo gli investimenti dei fondi del PNRR su siti web, su ambienti digitali e innovativi di apprendimento delle Istituzioni Scolastiche: gli inopinati accorpamenti di Istituzioni Scolastiche e la rapidissima obsolescenza delle dotazioni digitali stesse non costituiscono certo orizzonti e prospettive di lungo termine.

Non sembra avere molto senso investire in acquisti di siti e dotazioni tecnologiche in Istituti che verranno a breve chiusi o accorpati per mancanza di iscritti.

La situazione del personale pendolare

Non da ultimo è doveroso un riferimento alla particolare situazione del personale pendolare (Dirigenti Scolastici e DSGA inclusi) che risiede a centinaia di chilometri dal luogo di lavoro: dare certezza e stabilità a tutto il personale e alle rispettive famiglie è un dovere etico analogico fondamentale per un’amministrazione, centrale o periferica, che deve necessariamente precedere qualsiasi altro tipo di adempimento digitale: garantire il wellbeing[8] e il wellness del lavoratore oltre a costituire obbligo di legge (Dlgs 81/2008 e ss.mm.) permette migliore conciliazione di tempi e modalità della vita familiare e personale, migliore gestione dei tempi di cura e di riposo, migliore rispetto del gender equality, migliore clima lavorativo, migliore implementazione di efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa: in pratica la concreta attuazione di una strategia di responsabilità sociale.

Conclusioni

Occorrono dunque con urgenza l’individuazione di un comune orizzonte etico di riferimento, di un repentino cambio di passo e di una programmazione di lungo termine in merito all’utilizzo degli importanti investimenti del PNRR per i quali si prevedono successivi tempi lunghissimi di restituzione.

Note


[1] Grazie al PNRR già online i nuovi siti internet delle Istituzioni Scolastiche italiane, di cui al link:https://innovazione.gov.it/notizie/articoli/grazie-al-pnrr-gia-online-i-nuovi-siti-internet-delle-Istituzioni Scolastiche-italiane/

[2] Open Data, Pa Digitale 2026, di cui al link: https://padigitale2026.gov.it/opendata/

[3] Designers Italia, di cui al link: https://designers.italia.it/progetto/

[4] Human Centered Design, di cui al link: https://it.wikipedia.org/wiki/Human-centered_design

[5] Modelli Istituzioni Scolastiche, di cui al link: https://designers.italia.it/modelli/Istituzioni Scolastiche/

[6] Commissione Europea, Direzione generale delle Reti di comunicazione, dei contenuti e delle tecnologie, EGovernment benchmark – Method paper 2020-2023, Publications Office, 2021, https://data.europa.eu/doi/10.2759/640293

[7] PA digitale, erogato oltre un milione di euro alle istituzioni scolastiche per lo sviluppo dei siti internet, 9 giugno 2023, di cui al link: https://assets.innovazione.gov.it/1686301169-cs-Istituzioni Scolastiche.pdf

[8]WELLBEING AZIENDALE: L’OBIETTIVO DELLE AZIENDE NEL 2023, di cui al link:

https://www.dynaset.sm/wellbeing-aziendale-lobiettivo-delle-aziende-nel-2023/ , 27 gennaio 2023

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