Tempo di PNRR per tutte le scuole italiane. Il 28 febbraio è scaduto il termine per l’adesione e per la proposta da parte delle Istituzioni Scolastiche di progetti di massima da inserire in Scuola Futura, la piattaforma dedicata,[1] creata per l’occasione dal Ministero per l’Istruzione e il Merito. Innumerevoli sono le proposte progettuali e formative finora inserite dagli Istituti scolastici italiani destinate a studenti della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado.
Le progettazioni inserite vertono in merito ai più disparati ambiti: dalla robotica, al coding, dalla stampa 3D all’utilizzo di software per la creazione e la gestione di web radio, dalla creazione di redazioni di giornali virtuali alla implementazione di ambienti immersivi con o senza visori per la sperimentazione di progetti didattici educativi nel metaverso (il cosiddetto eduverso)[2] in cui realtà virtuale e realtà aumentata coesistono e si compenetrano.
Per la prima volta, inoltre, viene richiesta alle Istituzioni Scolastiche non solo una lista di materiali, software, dotazioni tecnologiche, devices e arredi per la creazione di ambienti didattici innovativi ma anche (e soprattutto) una progettazione legata ad un cambiamento metodologico sostanziale ne che deve costituire l’ossatura e l’innervatura.
Tale progettazione impegna profondamente le Istituzioni Scolastiche innanzitutto in una necessaria ricognizione dell’esistente delle proprie dotazioni tecnologiche e soprattutto delle proprie necessità formative specifiche: non si tratta quindi di acquisti di materiale didattico ma di ripensare in chiave ologrammatica, crossmediale e metamediale l’intero sistema metodologico di insegnamento.
Le proposte formative in ambito metodologico
Numerose sono le proposte formative in ambito metodologico che è possibile individuare sia su piattaforme formative pubbliche, come S.O.F.I.A.[3] che gestite da privati: un mondo veramente affascinante e coinvolgente in cui la tecnica e le nuove tecnologie svolgono un ruolo preponderante, in cui l’aspetto umano resta comunque al centro valorizzando, ancora, come sempre più necessario, l’aspetto fondante della mediazione e della relazione umana nel processo di apprendimento.
È infatti in velocissima evoluzione l’avvento di software interattivi di recentissima generazione guidati dall’Intelligenza artificiale quali ChatGPT[4] e altre sue derivazioni ancora più recenti quali ad esempio AI CoPilot[5] che promettono di semplificare ulteriormente le interazioni tra esseri umani arrivando a prevederne le scelte e precompilarne le interazioni scritte in risposta ad una maggiore e sempre crescente richiesta di efficienza: l’essere umano viene ad essere progressivamente marginalizzato e svuotato di importanza e di peculiarità a favore della perfezione di esecuzione e della velocità promessa dall’interazione con l’Intelligenza Artificiale (IA).
Alcune riflessioni sembrano doverose a questo punto.
La prima e quella maggiormente evidente è l’equivalenza valoriale proposta tra perfezione dell’esecuzione di compiti dall’IA e valore assoluto di bontà, di bello e di bene.
Peculiarità dell’agire umano è l’apprendimento mediante errori e progressive soluzioni individuate ad essi conseguenti: questo richiede tempi e luoghi adeguati alla capacità umana di apprendimento e consolidamento delle informazioni e degli apprendimenti.
Lentezze e imperfezioni che caratterizzano ontologicamente l’uomo e che si contrappongono in modo dicotomico alla visione di crescente velocità, efficienza e perfezione nell’esecuzione di ogni azione.
Velocità che azzera riflessione, metacognizione, intuizione, pensiero critico e creatività.
Il valore dell’errore nell’apprendimento
Il valore dell’errore nell’apprendimento è essenziale e la conseguente metariflessione sulle possibili soluzioni è fondamentale per la determinazione dell’autostima e di un equilibrato sviluppo affettivo, cognitivo, etico, valoriale, comportamentale.
La ricerca spasmodica della velocità di esecuzione e della perfezione indicano anche un’enorme paura del silenzio e del vuoto: l’horror vacui [6] tecnologico tende subito a colmare ogni varco di tempo e di spazio senza lasciare spazio all’immaginazione e alla creatività.
La genesi pacata della creatività produce serenità mentre la creazione non moderata dai giusti ritmi genera dipendenza, sfida con la tecnologia, depressione, creatività non gratificante[7].
La creatività e il senso del bello richiedono contemplazione, silenzio, vuoto, meditazione, oblio, infinito, senso dello zero individuale e senso di proporzione e di proposizione continue del sé, rispetto del creato: dal confronto tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande emergono arte, letteratura, musica.
I pericoli insiti nell’uso (e nell’abuso) delle nuove tecnologie
La velocità di calcolo e di esecuzione dell’Intelligenza Artificiale crea un falso senso di onnipotenza e una concreta dipendenza perché l’essere umano tende ad adeguarsi alle soluzioni ottenute nel modo più comodo e veloce e ad adagiarsi sul concetto di perfezione di quanto realizzato della tecnica, ponendo così le basi per una progressiva incapacità e di un’acritica gestione autonoma della ricerca di soluzioni.
Le conseguenti pericolose derive e assiomi del tipo: “è vero perché l’ho trovato su internet”; “è perfetto dunque è giusto, bello, buono, vero” e le necessarie azioni di debunking[8] dimostrano l’urgenza di un necessario e continuo addestrarsi e addestrare.
Di questi e di altri pericoli insiti nell’uso (e nell’abuso) delle nuove tecnologie parlava già Umberto Eco nel gennaio del 2014 in un suo articolo dal titolo “Caro nipotino mio”[9], quando preconizzava la necessità di imparare il maggior numero possibile di informazioni a memoria per non perdere questa peculiare facoltà umana in un perpetuo allenamento, nel costante rinforzo e nella continua gratificazione.
Perdere memoria e curiosità significa diventare “diversamente umani”. Perché Internet non può sostituirsi alla conoscenza né il computer al nostro cervello.
Come educarsi ed educare quindi all’uso delle nuove tecnologie?
L’importanza della formazione continua per i docenti e per tutto il personale scolastico
Una delle soluzioni percorribili, non la sola certamente, potrebbe essere senz’altro una formazione continua per i docenti per mantenere un alto livello di qualità nell’insegnamento e nell’apprendimento, implementarne le competenze e le conoscenze di nuove metodologie e di tecnologie educative (Framework DigComp, DigCompEdu, DigComp 2.2).
È indispensabile però che gli insegnanti vengano valutati in chiave meritocratica e conseguentemente motivati con migliori retribuzioni.
Non bisogna dimenticare inoltre il ruolo importantissimo svolto anche da altro personale della scuola in aggiunta ai docenti e ai Dirigenti Scolastici: i DSGA -Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi, il personale ATA di segreteria, i collaboratori scolastici, i tecnici informatici …. personale che di solito, difficilmente, viene anche solo nominato in articoli che parlino di istruzione e niente affatto valorizzato ma che contribuisce fattivamente e proattivamente in modo assolutamente indispensabile e sostanziale alla concreta realizzazione di tutte le attività didattiche che si svolgono in una scuola. L’attività formativa visibile condotta dai docenti con gli studenti si basa anche sull’incredibile lavoro invisibile e costante di questa altra parte importantissima di personale interno alla scuola, spesso anch’esso precario, sottopagato e mai ancora, adeguatamente, valorizzato[10].
La digitalizzazione dei processi a scuola contribuisce senz’altro a semplificarne gli adempimenti burocratici e migliorare ad implementare le metodologie di insegnamento e apprendimento.
Il fattore umano è la parte più importante dell’insegnamento
Nel preparare i futuri cittadini ad affrontare le sfide che il futuro porrà loro di fronte è necessario però non perdere di vista che è il fattore umano la parte più importante dell’insegnamento: amiamo una disciplina piuttosto che un’altra perché è il modo di essere dell’insegnante che ci colpisce e che ci attrae. Un docente insegna ciò che è molto più di ciò che sa: il saper essere è prioritario rispetto alla conoscenza e alla competenza. Il saper essere[11] prevede un processo di consapevolezza evolutiva con sbagli e soluzioni, cadute e recuperi, autenticità e partecipazione proattiva nel percorso che caratterizza ogni insegnamento e ogni apprendimento. In due parole: occorre recuperare i valori della lentezza e dell’errore.
Proprio gli stessi errori e le stesse lentezze da cui rifugge l’Intelligenza Artificiale con la sua ricerca spasmodica di perfezione, di estrema velocità efficiente, di estremizzazione della performance, di eliminazione del silenzio e del vuoto e di paura della noia[12] fino ad una vera e propria oziofobia[13]
Introdurre nuove dotazioni tecnologiche all’interno delle Istituzioni Scolastiche utilizzando la massiccia iniezione di fondi europei connessi al PNRR pone quindi in discussione dalle fondamenta l’intera struttura ontologica del sistema insegnamento/apprendimento. Non è tanto l’introduzione di nuove dotazioni tecnologiche all’avanguardia, di ambienti immersivi di apprendimento, di stampanti 3D, di robot, di software per la creazione di artefatti di qualsiasi tipo analogico e/o digitale, ma quanto il fatto che essi vengano introdotti e installati in un patrimonio edilizio scolastico composto per lo più da edifici costruiti tra la fine dell’ottocento e gli anni 70/80, spesso non sottoposti ad adeguata manutenzione per strutturale, storica e drastica carenza di fondi a tal fine destinati.
L’impatto dell’innovazione in arrivo
Inoltre, per la prima volta (dall’introduzione della L.59/97, del Dlgs 275/99 e della L 3/2001 art. 117 c.3), l’autonomia scolastica in progettazione, ricerca, sviluppo e sperimentazione viene superata completamente da un Decreto Ministeriale 218/2022[14] e dal Piano Scuola 4.0[15] che indicano in modo cogente sia l’acquisto di dotazioni tecnologiche che un contestuale un cambio metodologico di insegnamento che, per alcuni costituzionalisti[16], sembrerebbe forse anche ledere i diritti costituzionalmente garantiti alla libertà di insegnamento dei docenti e all’autonomia scolastica per gli Istituti.
L’impatto di tale innovazione in arrivo, anche solamente ad uno sguardo superficiale, è fortemente dicotomico: tradizione e modernità, innovazione e conservazione si confrontano e coesistono nel medesimo ambiente di apprendimento e nel medesimo tessuto sociale ed economico.
Un’integrazione normativa fortemente necessaria ad indirizzare la formazione dei docenti è, al momento, completamente assente.
I problemi dell’attuale formazione dei docenti
La attuale formazione dei docenti ha caratteristiche assolutamente poliedriche e afferisce agli ambiti più disparati: negli ultimi decenni infatti la formazione si è trasformata da fortemente raccomandata, a collegata a progressioni di carriera mai ottenute, a obbligatoria ma non troppo (diviene infatti obbligatoria solo se deliberata dal collegio dei docenti), è strutturale ma non strutturata e gli ambiti di approfondimento sono delegati completamente alla libera scelta dei docenti (fatta salva la formazione obbligatoria sulla sicurezza, Dlgs 81/2018).
Mai è stato indicato da nessun governo un particolare ambito di formazione/aggiornamento da privilegiare nel tempo ed è quindi possibile rilevare dai fascicoli personali e/o dai cv presentati dai docenti (in particolari occasioni di selezione interna in qualità di esperti) attestati relativi ai percorsi formativi più vari: corsi di scacchi, di sci, di vela, accanto a corsi di informatica, di normativa scolastica, di primo soccorso, di valutazione, di individuazione di BES, di supporto alla dislessia, di contrasto al cyberbullismo, di educazione civica, e molto molto altro. Difficilmente è possibile individuare in un cv un percorso di formazione uniforme e lineare nel medesimo ambito di insegnamento o nella classe di concorso di riferimento.
Ma ciò che potrebbe, all’apparenza, sembrare ostativo ad un’efficiente attività di insegnamento, al contrario, cela in sé la sua inestimabile ricchezza: è proprio quell’infinita varietà di provenienza, di formazione, di metodologie, di approcci, di emozioni e di relazioni che rende ricco il processo di apprendimento/insegnamento e l’infinità variabilità creativa che contraddistingue i percorsi formativi del nostro paese.
Laddove la tecnica, la velocità e l’efficienza potrebbero sembrare il giusto percorso per ottimizzare e rendere migliore e maggiormente efficace il processo educativo/formativo emergono invece l’insostituibile trasversalità della relazione, della mediazione e della personalizzazione autentica, creativa, emozionale, imprevedibile, insostituibile del contatto umano.
L’intelligenza artificiale imita l’uomo ma l’uomo è in grado di fare molto molto altro, di creare, a immagine e somiglianza di Dio.
La tecnica è strumento per l’uomo, non l’uomo deve essere strumento per la tecnica.
Sarebbe bene che le molteplici possibilità finora espresse dall’AI potessero essere delimitate in quadro etico/valoriale inclusivo, un’algor-etica[17], non discriminante[18], non predittiva[19] e non ostativa allo sviluppo umano, per tutti e, in particolare, per gli studenti, indipendentemente dalla loro origine, condizione socioeconomica o bisogni educativi speciali: le diverse esigenze e abilità degli studenti richiedono al sistema scolastico cura, accoglienza, adattamento, individualizzazione e personalizzazione umane.
Formazione e sinergie tra docenti, studenti, famiglie e enti locali
Le nuove tecnologie, durante il periodo del lockdown, hanno mostrato come possa essere possibile migliorare e implementare la collaborazione tra insegnanti, studenti e famiglie, hanno mostrato nuove possibilità metodologiche e comunicative e hanno permesso di non interrompere la relazione affettivo -relazionale alla base del processo di insegnamento/apprendimento.
Hanno però anche mostrato come sia facilmente possibile cadere in dipendenze e depressioni (hikikomori[20]): il numero degli studenti e adulti con sintomi di depressione, di disturbi comportamentali nella socializzazione è decisamente aumentato e nell’anno scolastico in corso in moltissime scuole si è resa sempre più necessaria e indispensabile la collaborazione con lo psicologo d’Istituto[21] per venire incontro alle crescenti istanze di sostegno e aiuto psicologico da parte di studenti e famiglie.
Sarebbe di fondamentale importanza implementare percorsi di formazione e di incontro per docenti, studenti, famiglie e enti locali per migliorarne la collaborazione e l’interazione sinergica anche mediante la stipula di patti educativi territoriali[22] e di comunità[23].
Nella necessaria interazione tra famiglia, scuola e società, la corretta ed equilibrata crescita di un individuo dipende dalla combinazione di una molteplicità di fattori: il principale dei quali è la fiducia.
L’essere fiduciosi e l’avere fiducia nello scambio relazionale tra famiglie e istituzione scolastica rivestono un ruolo fondamentale nel fornire ai giovani gli strumenti necessari per crescere e svilupparsi in modo sano ed equilibrato: laddove le famiglie non riescono a fidarsi e ad affidarsi agli interventi formativi proposti dalle scuole spesso si consolidano purtroppo moltissimi problemi affettivi, cognitivi e relazionali.
Il lockdown ha purtroppo lasciato i suoi segni devastanti non solo nei rapporti scuola-famiglia ma anche all’interno delle relazioni familiari: perdite di lavoro, problemi economici, problemi di salute, lutti, dipendenze, separazioni sono stati rilevati in numero crescente.
In generale ci si fida meno gli uni degli altri, forse effetto del distanziamento sociale e dell’uso protratto delle mascherine anche oltre il termine previsto dallo stato di emergenza.
Ci si guarda meno, negli occhi e nell’anima, e si guarda molto, forse troppo, il cellulare.
La fiducia nelle Istituzioni è in calo[24].
Ogni istituzione scolastica, nell’esercizio della propria autonomia, riveste quindi un compito fondamentale di raccordo tra diverse istanze e costituisce un vero e proprio centro di gravità permanente intorno al quale si coagulano, si raccordano e convergono richieste provenienti con fiducia da studenti, famiglie, società civile.
Selezione e scelta di programmi educativi e didattici, di metodologie, di progetti, di regolamenti, di partecipazione a progetti nazionali ed europei, di costituzione di reti di scuole, di collaborazioni con università ed enti di ricerca e molto molto altro competono in via esclusiva ai collegi dei docenti delle singole istituzioni scolastiche mentre le risorse del PNRR non sono infinite, non costituiscono dotazione permanente e costante a regime, appaiono vincolate a determinati obiettivi generali e ad un cambiamento di metodologie non meglio definite, dando quasi per scontato che in ogni caso quelle in atto non siano di per sé abbastanza efficaci.
Si tratta di una progettazione che ha già in sé un orizzonte temporale limitato.
Le dotazioni tecnologiche già esistenti subiscono, infatti, una rapida obsolescenza, richiedono manutenzione costante e continuo aggiornamento anche per poter garantire privacy e sicurezza (cybersecurity).
Nel giro di breve tempo anche quelle che verranno acquistate con i fondi del PNRR saranno superate e diverranno nuovamente non adeguate alle sopravvenute necessità formative mentre il debito creato per rendere disponibili questi fondi straordinari durerà per almeno una generazione.
Conclusioni
E’ necessario pertanto fare uso di questi fondi con oculatezza, vision e prospettiva cercando di ottimizzarne la spinta propulsiva soprattutto formando, in tempi brevi, su questioni fondamentali algor-etiche e normative strettamente connesse all’uso delle nuove tecnologie (quali GDPR, tutela della privacy, tutela dei dati personali, uso delle licenze creative commons, diritti d’autore, diritti d’immagine, cybersecurity e molto molto altro) il maggior numero possibile di persone -studenti e personale-, autentica ricchezza immateriale di ogni singola istituzione scolastica.
[1] PNRR, sito, di cui al link: https://pnrr.istruzione.it
[2] EFT TOSCANA, Percorso formativo, Eduverso: quando il Metaverso diventa Educativo
[3] S.O.F.I.A., sito, di cui al link: https://sofia.istruzione.it
[4] OPEN AI, sito, di cui al link: https://openai.com/blog/chatgpt
[5] RYAN CUNNINGHAM, Announcing a next-generation AI Copilot in Microsoft Power Apps that will transform low-code development, POWER APPS Microsoft.com, 16 marzo 2023, di cui al link: https://powerapps.microsoft.com/it-it/blog/announcing-a-next-generation-ai-copilot-in-microsoft-power-apps-that-will-transform-low-code-development/
[6] WIKIPEDIA, significato “horror vacui”, di cui al link: https://it.wikipedia.org/wiki/Horror_vacui
[7] ANNAMARIA TESTA, La creatività negletta nel paese che fu il più creativo al mondo, 25 Ago 2013, di cui al link: https://www.giannellachannel.info/la-creativita-negletta-nel-paese-che-fu-il-piu-creativo-al-mondo/
[8] Enciclopedia TRECCANI, significato di debunking, di cui al link: https://www.treccani.it/vocabolario/debunking_%28Neologismi%29/
[9] UMBERTO ECO, Caro nipotino mio, Espresso – Repubblica, 3 gennaio 2014, di cui al link: https://espresso.repubblica.it/visioni/2014/01/03/news/umberto-eco-caro-nipote-studia-a-memoria-1.147715
[10] ALESSANDRO GIULIANI, 1° maggio, Valditara ricorda la passione dei docenti e Ata ma domina la protesta: a scuola troppi lavoratori precari e malpagati, 1 maggio 2023, Tecnica della Scuola, di cui al link: https://www.tecnicadellascuola.it/1-maggio-valditara-ricorda-la-passione-dei-docenti-e-ata-ma-domina-la-protesta-a-scuola-troppi-lavoratori-precari-e-malpagati
[11] EDITH CRESSON, Libro bianco. Insegnare e apprendere verso la società conoscitiva, di cui al link: https://www.indire.it/db/docsrv/PDF/Libro%20Bianco.pdf
[12] ANNA OLIVERIO FERRARIS, Per combattere la noia aiutiamo i ragazzi a sviluppare i propri talenti, 29 gennaio 2023, di cui al link: https://www.repubblica.it/salute/2023/01/29/news/oliverio_ferraris_noia_ragazzi-383838007/
[13] IMMA FERNÁNDEZ, Rafael Santandreu: “Tenemos una nueva enfermedad: la ociofobia”, El Periodico.com, 21 aprile 2017, di cui al link: https://www.elperiodico.com/es/sociedad/20170421/rafael-santandreu-nueva-enfermedad-ociofobia-5987280
[14] DECRETO MINISTERIALE n 218/2022, di cui al link: https://pnrr.istruzione.it/avviso/scuole-4-0-scuole-innovative-e-laboratori/
[15] PIANO SCUOLA 4.0., di cui al link: https://pnrr.istruzione.it/wp-content/uploads/2022/07/PIANO_SCUOLA_4.0_VERSIONE_GRAFICA.pdf
[16] GIULIANO SCARSELLI, Il Piano Scuola 4.0., una rivoluzione che i giuristi non possono ignorare, Giustizia insieme.it, 22 marzo 2023,
[17]ACCADEMIA DELLA CRUSCA, significato di “algor-etica”, di cui al link: https://accademiadellacrusca.it/it/parole-nuove/algoretica/18479
[18] DAVIDE GIRIBALDI, Intelligenza artificiale, tutti i pregiudizi (bias) che la rendono pericolosa, Agenda Digitale Europea, 26 febbraio 2019, di cui al link: https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/intelligenza-artificiale-tutti-i-pregiudizi-bias-che-la-rendono-pericolosa/
[19] IVAN FERRERO, Intelligenza artificiale nell’apprendimento: le sfide per docenti e ragazzi, Agenda Digitale Europea, 30 marzo 2023, di cui al link:
[20] HIKIKOMORI ITALIA | ASSOCIAZIONE NAZIONALE, sito al link: https://www.hikikomoriitalia.it
[21]GIOVANNI RODRIQUEZ, Camera. Istituire la figura dello psicologo scolastico negli istituti di ogni ordine e grado. Arriva il disegno di legge di Forza Italia, Quotidiano Sanità, 10 febbraio 2023, di cui al link: https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=111010
[22] INDIRE, PATTI EDUCATIVI TERRITORIALI, di cui al link: https://piccolescuole.indire.it/iniziative/osservatorio-patti-educativi-territoriali/
[23] INVALSI OPEN, PATTI EDUCATIVI DI COMUNITA’, di cui al link: https://www.invalsiopen.it/patti-educativi-comunita/
[24] ISTAT, Lockdown e perdita di fiducia, aprile 2023,di cui al link:https://www.istat.it/it/files//2023/04/6.pdf