Innovazione, creatività, tecnologia, sostenibilità ambientale.
Sono questi i principali ingredienti che nutrono alcuni dei percorsi di (ex) Alternanza Scuola Lavoro esplorati nel corso dell’indagine condotta da Indire nell’ambito del progetto “Modelli Innovativi di Alternanza Scuola Lavoro”, per il Programma Operativo Nazionale PON per la Scuola 2014-2020.
Tra i banchi e i laboratori di scuola dell’ITIS Pininfarina di Moncalieri (TO), dalle idee e dalle mani degli studenti, con il supporto dei docenti e di alcuni partner esterni, nascono diversi progetti e prototipi innovativi, frutto di contaminazioni disciplinari e del potenziale offerto dalla tecnologia.
Nelle tre esperienze di seguito presentate, la tecnologia è un tema centrale che accomuna i vari percorsi di raccordo scuola-lavoro e che si lega alla cultura ambientale con lo scopo di fornire risposte a problemi di diversa natura che impattano sul nostro ecosistema.
A partire da questa cornice, e dagli stimoli forniti dalla rete territoriale locale, oltre che dalle opportunità offerte agli studenti nell’ambito di contest e programmi formativi nazionali, nascono un pozzo d’acqua potabile destinato ai Paesi in Via di Sviluppo; un mezzo di deambulazione a comando automatico ottenuto esclusivamente con materiali di riciclo e un sistema automatizzato di gestione dell’energia elettrica di uno dei piani dell’edificio scolastico.
Partnership territoriali e iniziative nazionali
La scuola nel tempo ricerca una serie di progettualità di ampio respiro con l’obiettivo – dichiarato dal Dirigente scolastico – di «prendere le distanze dal mero addestramento tecnico degli studenti, e creare per loro opportunità di crescita personale e professionale».
Già negli anni precedenti all’approvazione della legge 107/2015 che regola l’ex Alternanza Scuola Lavoro, l’Istituto Pininfarina coglie le opportunità derivanti dal tessuto produttivo locale per stringere alleanze sul territorio che si dimostrano vantaggiose per lo sviluppo di competenze favorevoli al futuro inserimento lavorativo degli studenti. Il sostegno delle aziende e, più in generale, dei diversi soggetti esterni che ruotano attorno all’Istituto, si dimostra proficuo anche per ulteriori aspetti: la curvatura del curricolo nella direzione del mutato mercato del lavoro, l’attrezzatura tecnologica e strumentale donata o rilasciata in comodato d’uso alla scuola, nonché il necessario supporto formativo nell’utilizzo dei macchinari.
Allo stesso tempo, il Laboratorio Territoriale per l’Occupabilità di cui l’Istituto è capofila, si auspica di diventare per le aziende luogo di sperimentazione e occasione per lavorare su macchinari dall’alto profilo tecnologico; dispositivi di ultimissima generazione di cui le stesse aziende talvolta sono prive («ci sono degli oscilloscopi, strumenti che anch’io, che insegno da 35 anni, li devo studiare. Sono strumentazioni d’avanguardia che non si usano per fare didattica […] spesso neanche in azienda sono presenti» – docente 5).
Sul versante scolastico, e nell’ambito dei progetti esplorati, il Laboratorio Territoriale si configura come uno spazio a favore dello sviluppo di competenze nell’ambito della Manifattura 4.0, nonché luogo di incubazione di idee e progetti formativi nell’area della meccanica, dell’informatica e dell’elettronica.
Un deambulatore “speciale”
Rendere un mezzo di deambulazione un prodotto innovativo è la sfida alla quale hanno risposto gli studenti della classe terza dell’indirizzo “Meccatronica, Meccatronica ed Energia”.
Ad offrire un contributo significativo, sin dalla genesi delle attività, è in particolare un referente di un’azienda del territorio, ex studente d’Istituto che si propone di tornare a scuola – stavolta da imprenditore – per accompagnare i ragazzi verso la conoscenza dei meccanismi che regolano la vita all’interno di un’azienda e illustrare loro le principali innovazioni del settore, spingendoli ad osservare con sguardo analitico le principali trasformazioni in corso nel mondo industriale.
Da qui l’idea dichiarata dagli studenti di «azzardare a fare qualcosa di più innovativo, qualcosa con un elemento in più» (M.), che fosse anche maggiormente appetibile sul mercato, considerata la fase, tra le altre, di commercializzazione simulata del prodotto.
Dalla narrazione dell’esperienza emerge la definizione particolareggiata delle diverse attività a cui ciascun gruppo di studenti partecipa: dalla definizione operativa del prodotto, che comprende il disegno e la progettazione delle componenti del mezzo, allo studio, l’analisi e la ricerca di mercato dei particolari costruttivi del mezzo e relativi costi dei materiali, alle attività di assemblaggio e comunicazione del lavoro finale.
In relazione al lavoro di gruppo, uno degli elementi rilevati nel corso dell’indagine riguarda proprio l’aspetto della collaborazione e la sua funzione nel favorire maggiore consapevolezza di sé, l’emergere di attitudini personali, limiti ed interessi.
Il progetto diviene, inoltre, un’occasione per stimolare la creatività degli studenti e veicolare loro il significato valoriale e culturale della sostenibilità ambientale, come cittadini e futuri lavoratori. In questo scenario si inserisce la scelta di utilizzare solo materiali di recupero per la realizzazione del deambulatore e l’emergere di una maggiore consapevolezza sul tema: «adesso se dovessimo fare un progetto la prima cosa sarebbe pensare all’ambiente» (L.).
PininGreen: per un consumo “intelligente”
La tematica ambientale guida anche l’esperienza degli studenti delle classi IV e V degli indirizzi di studio “Elettronica ed Elettrotecnica”; “Informatica e Telecomunicazioni”; “Meccanica, Meccatronica ed Energia” che, in risposta all’ottavo Concorso Nazionale Green Technologies Award verso Impresa 4.0 e “Scuole Sostenibili” indetto da Schneider Electric Spa[1], accolgono con entusiasmo la sfida di realizzare un progetto di efficientamento energetico di un’ala del loro edificio scolastico.
La competizione nazionale, incentrata su “un utilizzo dell’energia sicuro, affidabile, efficiente, sostenibile e interconnesso in ambito industriale, civile e scolastico”[2] ha lo scopo di diffondere la cultura della sostenibilità ambientale tra le future generazioni, rendendole consapevoli che l’utilizzo efficiente e sostenibile dell’energia, insieme allo sviluppo della digitalizzazione, è essenziale per la crescita del Paese. Il concorso mira, inoltre, a stimolare gli studenti a coltivare i propri talenti, sviluppare la propria creatività progettuale e acquisire quelle conoscenze e competenze tecniche che consentiranno loro, nell’immediato futuro, un più facile e rapido inserimento nel mondo produttivo. La competizione si pone anche l’obiettivo di consentire agli studenti lo sviluppo di soft skills orientate al lavoro di gruppo, alla capacità di comunicazione, all’integrazione di più contributi e competenze. In questa direzione si rileva la scelta da parte dei docenti tutor di creare team di lavoro eterogenei composti da studenti delle varie specializzazioni coinvolte, al fine di favorire una proficua contaminazione di ruoli e competenze, e realizzare una collaborazione stimolante, come emerge dalle dichiarazioni di uno studente: «c’è stato indicato [N.d.A. dagli insegnanti] di non andare insieme, cioè noi energetici siamo stati divisi, gli informatici anche» (F.). I docenti intervistati affrontano il tema dell’interdisciplinarità quale valore aggiunto del raccordo scuola-lavoro, ed elemento favorevole alla sua riuscita («la possibilità di lavorare insieme con le diverse specializzazione ha il vantaggio di offrire una maggiore apertura mentale e capire che il problema può essere visto da tanti punti di vista» – docente 3). Pongono l’accento anche sulla contaminazione tra docenti di più dipartimenti: «in questa scuola, c’erano proprio delle barriere tra tutte le specializzazioni insomma, adesso da diversi anni che stanno nascendo dei gruppi di lavoro proprio interdisciplinari, tra discipline e anche tra specializzazioni ci sono insegnanti con cui collaboriamo tantissimo» (docente 2); «è su questo che bisogna lavorare, sull’interdisciplinarietà degli insegnanti. È un aspetto che, secondo me, potrebbe portare ulteriore valore aggiunto all’Alternanza Scuola Lavoro» (docente 4).
Il percorso analizzato si compone, infatti, di una serie di attività appannaggio di ambiti disciplinari differenti, che necessitano di un mix di competenze specialistiche, anche per l’uso sofisticato di apparecchiature digitali e software di gestione dati. Come rilevato da uno studente, per la conduzione del lavoro sono stati utilizzati «computer con programmi che sono presenti raramente nelle scuole, perché conoscendo ragazzi di altre scuole sappiamo che non tutti ce l’hanno» (F.). Un aspetto che ritorna spesso nei casi analizzati a livello nazionale, e che rimanda al più ampio tema della dotazione laboratoriale e degli spazi attrezzati tecnologicamente, che riflettono la capacità delle scuole di competere per finanziamenti o di capitalizzare le relazioni con soggetti esterni.
Nello specifico del progetto “Piningreen” le attività svolte dagli studenti riguardano la rilevazione dei livelli di temperatura e di illuminazione elettrica dei locali della scuola, al fine di individuare i maggiori fattori che determinano dispendio di energia e adottare una soluzione che favorisce il risparmio.
Nel condurre i lavori i ragazzi si servono di termometri e luxmetri e di un software proprietario dell’azienda Sheneider che consente di ricostruire un modello 3D dell’edificio e ad ottenere un prospetto dei consumi e delle dispersioni del plesso scolastico, riconoscendo le principali parti da efficientare. Azioni e strumenti che spingono gli studenti ad affrontare le principali innovazioni nello specifico settore professionale della domotica e dell’automazione.
Il progetto ottiene il “Premio “Comunicazione” per la migliore presentazione e si classifica al terzo posto della competizione, ricevendo il “Premio Speciale della Giuria”, per aver svolto il lavoro in modo «esemplare e a regola d’arte, nel metodo, nella visione e nella correttezza di esecuzione»[3].
Dove c’è acqua c’è vita. Un progetto al servizio della solidarietà
Dal Laboratorio Territoriale di Moncalieri (TO) al Kenya. Questo è il viaggio che il prototipo di pozzo di acqua potabile, realizzato da 32 studenti di tre indirizzi di studio differenti, si auspica di compiere.
Il percorso nasce dall’iniziativa congiunta tra la Onlus Imagine To Help[4] e l’istituto Pininfarina, e si pone l’obiettivo di «avvicinare gli studenti al mondo della solidarietà sociale proiettandoli in una dimensione internazionale di cooperazione allo sviluppo» (partner 1, Onlus), oltre che favorire l’emergere di competenze tecnico-specialistiche altamente qualificate.
Nelle intenzioni dichiarate dal referente della Onlus, la collaborazione con la scuola consentirebbe di risolvere un problema relativo all’istallazione di pompe con controllo da remoto, poiché «quando si lavora nei Paesi in Via di Sviluppo la cosa più difficile è proprio fare il controllo e la manutenzione successiva sugli impianti» (partner 1, Onlus). Da qui la richiesta all’Istituto di radunare le competenze degli studenti delle varie specializzazioni per arrivare alla creazione di un prototipo di pozzo 4.0.
I docenti intervistati concordano su quanto sia efficace partire da un problema reale per generare coinvolgimento tra i ragazzi e avvicinarli a questioni di natura sociale, culturale, ambientale. Per alcuni di loro, occasioni di raccordo scuola lavoro come questa si dimostrano esempi concreti ed efficaci sui quali invitare gli studenti a riflettere e a lavorare: «è più difficile riuscire a trasmettere certi problemi nel corso della lezione curriculare, mentre il fatto di dover operare su un caso concreto, di dover anche scoprire quali metodologie applicare e magari anche proporre delle soluzioni per delle situazioni, si riesce a ottenere di più […] alcuni danno il meglio di sé» (docente 2). Parallelamente, gli studenti raccontano dei temi ai quali si sono approcciati e con quale spirito «abbiamo discusso di problemi che ci sono e di un modo per risolverli. Sappiamo che in Africa ci sono problemi di malnutrizione, scarsità d’acqua, malattie, e quello che abbiamo fatto noi è trovare una soluzione a quei problemi» (L.); «ci ha condotto [N.d.A. il progetto] a una prese di coscienza di questi fatti» (P.) Scorgono dall’esperienza la centralità del loro ruolo, comprendendone la rilevanza e mostrando talvolta stupore nel sentirsi coinvolti come protagonisti delle attività loro affidate («le aziende, siamo noi che stiamo veramente applicando quello che abbiamo studiato, quindi abbiamo un ruolo abbastanza sostanzioso, quello che non pensavo potesse accadere» – M.).
In particolare, il pozzo realizzato deve presentare alcune caratteristiche: una stazione di pompaggio dell’acqua alimentata da pannelli fotovoltaici, un sistema di analisi delle acque in manuale e remoto, un impianto di potabilizzazione dell’acqua mediante un sistema di filtraggio, un serbatoio di accumulo acqua e controllo dell’intero sistema in remoto tramite PLC.
Il gruppo coinvolto è suddiviso tra Indirizzo Meccanica, Meccatronica ed Energia per la scelta dei sistemi di pompaggio e pannelli solari, Indirizzo chimica, materiali e biotecnologie per la depurazione, il trattamento acque e formazione alla popolazione che farà uso del pozzo, Indirizzo informatica e telecomunicazioni per la creazione di App, sito Internet e attività di marketing e gestionali a della strumentazione, Indirizzo Elettronica ed Elettrotecnica per il sistema di monitoraggio del pozzo in remoto.
Il progetto è stato premiato nel corso della fiera A&T Automation & Testing, nella categoria scuole superiori del Premio Innovazione 4.0 in ambito industriale.
Conclusioni
Uno degli aspetti più significativi che caratterizza le esperienze qui presentate, e complessivamente la gran parte di quelle esplorate a livello nazionale, risiede – oltre che nell’opportunità di fornire agli studenti nuove conoscenze e competenze – nella diffusione di valori, attitudini e comportamenti in grado di contribuire a generare una crescita umana, culturale e professionale che vada in contro ad un modello di società aperta, innovativa, democratica e solidale.
Nei casi analizzati, avvicinare il mondo della scuola a quello del lavoro, significa consentire ai ragazzi di “scoprire” cosa succede attorno a loro, di appropriarsi di strumenti per governare le trasformazioni in atto nel mondo produttivo, di cogliere le rapide evoluzioni che investono la società contemporanea («magari un domani faranno un altro progetto nella scuola e nel caso fosse un motore a scoppio, lo sostituiremo con un motore elettrico» – D.). Un percorso di “scoperta”, anche di se stessi e delle proprie attitudini («questa esperienza di Alternanza mi ha aiutato perché so di essere in grado di poter portare avanti e finire un progetto» – C.), che si riflette in maniera più o meno evidente anche sulle loro scelte di vita e, dunque sulla costruzione del loro futuro («prima di questa esperienza ero orientato su altro […] poi specialmente in quest’anno, quando abbiamo iniziato la nuova materia di gestione progetto, mi sono accorto che mi trovavo a mio agio e che mi piaceva quello che facevo» – S.).
- Gruppo industriale specializzato nella gestione dell’energia e dell’automazione, che, attraverso programmi formativi riconosciuti dal MIUR e rivolti alle scuole, sostiene queste ultime nell’aggiornamento tecnologico dei docenti e degli studenti e nello svolgimento di attività che consentono di avvicinare il mondo della scuola a quello della professione ↑
- Tratto dal Regolamento di concorso GREEN TECHNOLOGIES AWARD, verso Impresa 4.0 e “Scuole Sostenibili” di Schneider Electric Spa ↑
- Commento della giuria di Concorso. Fonte: https://www.facebook.com/SchneiderElectricIT/ ↑
- IMAGinE TO HELP è un’Associazione senza scopo di lucro che ha lo scopo di promuovere e gestire progetti di sviluppo sanitario e socio-sanitario nei Paesi in Via di Sviluppo https://www.imaginetohelp.com/ ↑