l’intervento

Grieco (Indire): “Così la scuola può ripensare sé stessa col PNRR”



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Col PNRR, la scuola non ha più il problema di dove trovare i finanziamenti, ma ha l’onere di renderli efficaci ed efficienti con azioni concrete che abbiano respiro di medio e lungo periodo. In quest’ottica, la ricerca INDIRE vuole fornire alcune chiavi di lettura a questo cambiamento

Pubblicato il 19 giu 2023

Cristina Grieco

Presidente di Indire



scuola3

Flessibilità e attenzione alle nuove esigenze delle studentesse e degli studenti. Sono le due chiavi di lettura del contesto scolastico attuale, un contesto sempre meno immobile, meno standardizzato, che richiede oggi più che mai il buon uso di tutti gli strumenti tecnologici e le pratiche innovative di cui disponiamo.

La transizione del mondo della scuola

Il mondo della scuola sta attraversando un momento di transizione. Una transizione che se fino a qualche anno fa rimaneva più nascosta, meno protagonista della scena, oggi non può fare a meno di esplicitarsi in tutte le sue molteplici sfaccettature. La pandemia e la conseguente necessità di proteggere i propri cari rimanendo a casa per molti mesi, ha costretto studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, famiglie e istituzioni a rivedere radicalmente il proprio modo di concepire l’organizzazione della scuola e della didattica. Dalla didattica a distanza al ripensamento degli spazi all’interno degli istituti fino alla messa in luce di disuguaglianze sociali finora rimaste celate.

La fine dell’emergenza ha portato a un lento e graduale ritorno alla “normalità” della presenza in classe, ma la realtà ci ha raccontato che ormai molte dinamiche erano state in qualche modo scardinate e messe in discussione.

Il cambiamento obbligato ha portato con sé molte conseguenze ed evidenziato alcune difficoltà strutturali del nostro sistema scolastico.

Focus sulla formazione

Oggi stiamo vivendo una nuova fase nella quale tutti gli attori coinvolti, dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, agli Uffici Scolastici Regionali, le istituzioni del territorio fino alle scuole sono tornati a puntare sulla formazione, a tutti i livelli, e sull’orientamento degli studenti rispetto alle proprie scelte scolastiche e professionali.

Abbiamo potuto avere contezza di questa rinnovata partecipazione durante l’ultima edizione di Fiera Didacta Italia, una manifestazione a cui l’INDIRE è particolarmente legata in quanto è partner scientifico.

Quest’anno, la richiesta di formazione da parte dei docenti e dei dirigenti scolastici, è stata molto più alta delle attese con un sold out dei seminari e dei workshop in programma, raggiunto in poco meno di un mese. I visitatori sono triplicati rispetto all’edizione 2022, con un forte ampliamento della community digitale che nel secondo giorno di fiera ha toccato i 9.000 follower e ha fatto registrare un aumento del 350% delle visite sui canali ufficiali.

Il rapporto tra scuola e tecnologie

Questo desiderio di confronto, apertura e dibattito ha coinvolto tutti i livelli della scuola. Tra i temi più discussi, anche nel corso della Fiera, è senza dubbio il rapporto con le tecnologie, sia in relazione al loro utilizzo in una didattica integrata sia rispetto alla loro pervasività anche nella vita quotidiana degli alunni e delle famiglie.

L’uso di strumenti tecnologici, in classe e a casa, può rappresentare un fattore di miglioramento sia nella gestione delle attività didattiche, sia nell’apprendimento delle studentesse e degli studenti che trova nuovi modi di espressione. Ma, se gli interventi non sono ben progettati, possono rappresentare un ostacolo o un elemento di esclusione e non di inclusione. Inserire la tecnologia in un contesto scolastico non può non tener conto, infatti, del fattore umano e ambientale. Ecco allora la necessaria attenzione alle esigenze specifiche dettate dai diversi contesti. Un’attenzione che non può più sottrarsi alla responsabilità di saper sfruttare al meglio strumenti innovativi.

Perché parlare di modelli innovativi a scuola significa prima di tutto riferirsi a un linguaggio nuovo, affrontare le sfide con un nuovo modo di guardare il mondo, adattarsi alle esigenze degli studenti con una maggiore flessibilità. Vuol dire anche relazionarsi con i ragazzi di oggi e con tutte le loro diversità, con le loro vite, le loro richieste, il loro nuovo modo di apprendere.

La svolta del PNRR

C’è da dire che in questa fase le scuole stanno ricevendo molti fondi dal PNRR. Questa rappresenta certamente un’occasione importante che obbliga tutti gli attori presenti nel settore scuola ad affrontare una nuova sfida che non riguarda più il problema dell’acquisto di nuove tecnologie, ma il loro utilizzo. La prova che siamo chiamati a superare, dunque, non è più dove trovare i finanziamenti, ma come renderli efficaci ed efficienti con azioni concrete che abbiano respiro di medio e lungo periodo.

In quest’ottica, la ricerca che portiamo avanti come INDIRE vuole fornire alcune chiavi di lettura a questo cambiamento, facendo leva su un’attività di studio, analisi e accompagnamento del sistema scolastico avviata ben prima dell’arrivo della pandemia.

I versanti presi in considerazione riguardano gli ambiti disciplinari, le metodologie, gli spazi e il tempo di fare scuola. L’idea è quella di “tesaurizzare” quanto già realizzato negli anni, mettendo a disposizione degli istituti scolastici un kit, una vera e propria cassetta degli attrezzi, per utilizzare in modo sempre più efficace le nuove tecnologie e, ove possibile, ripensare il modello scolastico. Si tratta indubbiamente di uno sforzo che potrebbe avere un grande impatto, ad esempio, nelle scuole più piccole, nei territori più svantaggiati e nelle realtà che ne hanno maggiore necessità.

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