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Intelligenza artificiale a scuola, così si sostiene la trasformazione inclusiva del Paese

Inserire nella didattica lo studio dell’Intelligenza Artificiale significa fornire alle nuove generazioni strumenti utili a garantire loro una vita migliore e aiutare la scuola a fare cultura digitale per sostenere la trasformazione inclusiva del paese. Ecco chi già lo fa e cosa si muove in Italia

Pubblicato il 30 Mar 2020

Mirta Michilli

direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale

scuola e digitale

Acquisire e interpretare dati, ragionare sulle conoscenze apprese, formulare decisioni sulle migliori azioni da svolgere per raggiungere l’obiettivo. Sono le tre azioni svolte da una famiglia di tecniche capace di rivoluzionare la vita umana, il rapporto tra persone, lavoro e società, e l’intera economia mondiale.

Parliamo dell’intelligenza artificiale e delle sue enormi potenzialità che richiedono, in tempi brevi, una strategia da parte di tutti i paesi industrializzati, per incrementare la produttività del lavoro e consentire progressi verso uno sviluppo sostenibile. Opportunità senza precedenti perché l’intelligenza artificiale è già ovunque e l’Italia, al pari di altri paesi, sta ponendo le basi di un nuovo ecosistema, seppure con più fatica rispetto alle grandi economie. La competizione è forte e si gioca, anche e soprattutto, sul piano della formazione delle nuove generazioni, i professionisti del futuro. E allora, in piena quarta rivoluzione, è impensabile discutere di intelligenza artificiale senza parlare di scuola.

Intelligenza artificiale protagonista del programma didattico in Finlandia e Cina

La scuola ha tra i suoi compiti quello di aiutare i giovani a sviluppare le competenze necessarie per trovare il proprio posto nel mondo del lavoro. Ma qual è il modo migliore per farlo? Quali percorsi di studio proporre ai giovani? Sicuramente l’approfondimento di conoscenze specifiche deve essere affiancato da strumenti utili per sviluppare le competenze di saper fare. Intelligenza artificiale, dunque, non solo per migliorarne i livelli di apprendimento, grazie all’ausilio di strumenti innovativi, ma protagonista del programma didattico, come tecnologia da approfondire per conoscerne meglio il funzionamento, compresi i rischi, e le molteplici applicazioni.

Il primo paese che ha deciso di puntare sull’intelligenza artificiale per potenziare la propria economia è la Finlandia. Il Dipartimento di informatica dell’Università di Helsinki, con il supporto della società di consulenza Reaktor, ha messo a punto il “Progetto 1 per cento” con l’obiettivo di formare 55mila cittadini alla conoscenza di base dell’AI. Parte del programma coinvolge bambini e preadolescenti (9-14 anni). Attività interattive permettono a studenti di scuole medie di comprendere come realizzare algoritmi per il miglioramento di processi che influenzano la vita quotidiana delle persone. Anche la Cina ha portato l’intelligenza artificiale nella scuola: a partire dal 2019 i ragazzi tra gli 11 e i 18 anni studiano tutto ciò che concerne machine learning, algoritmi e possibili applicazioni e implicazioni dell’AI. Inserita nei programmi scolastici delle scuole di primo e secondo grado, equivalente di secondarie nel nostro paese, la nuova tecnologia vuole ridefinire l’educazione del XXI secolo.Passi importanti hanno fatto anche gli Stati Uniti.

Cosa si muove in Italia

E in Italia? Al fianco di Microsoft la Fondazione Mondo Digitale lavora al progetto “Ambizione Italia per la scuola”, il programma nazionale per sostenere 250mila studenti e 20mila docenti nella formazione delle competenze digitali, con focus sull’intelligenza artificiale, tra le tecnologie abilitanti che contribuiscono alla crescita dell’economia italiana creando occupazione e nuovi profili professionali. La scuola gioca un ruolo cruciale, per questo occorre accelerare la formazione di studenti e docenti, con percorsi di approfondimento, soprattutto nelle aree con meno risorse disponibili.

Il piano formativo creato insieme a Microsoft consente l’acquisizione di quelle capacità funzionali e trasversali richieste dai lavori del futuro, sviluppare coscienza critica e attenzione all’etica. Niente formule matematiche o complessi algoritmi per familiarizzare con esempi di applicazioni di intelligenza artificiale e scoprire in che modo stanno rivoluzionando il modo di apprendere, vivere e lavorare. L’offerta formativa prevede sessioni in presenza, calibrate sull’età dei destinatari, e un corso online in quatto moduli. In 37 hub presenti in tutta Italia [vedi mappa] abbiamo organizzato laboratori dedicati a studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado per sperimentare potenzialità e opportunità offerte dalle nuove tecnologie ed esplorare nuovi profili professionali [vedi Schede delle professioni ICT]. Stiamo coinvolgendo giovani dai 10 ai 18 anni e docenti, avvicinandoli alla definizione di intelligenza artificiale, ma non solo. La proposta formativa mette in luce le differenze rispetto alla programmazione tradizionale, mostra esempi di uso di AI, il suo funzionamento e la sua costruzione, fugando dubbi, rispondendo a curiosità e mettendo alla prova con esercitazioni pratiche. L’azione è stata resa possibile grazie a una rete di 50 giovani formatori, selezionati sul territorio nazionale. Il programma ha permesso, inoltre, di dare vita al primo laboratorio online sull’intelligenza artificiale per le scuole italiane. Quattro unità disponibili gratuitamente e illustrate da una simpatica mascotte, Arin, che spiega come apprende un’intelligenza artificiale attraverso appassionanti esercitazioni pratiche. Un open badge certifica le competenze acquisite; a questo si affianca l’attestato di partecipazione per chi frequenta il corso in presenza.

Partire dai più giovani, dunque, per avvicinare l’intera popolazione all’intelligenza artificiale, è questa la scelta strategica per gestirne l’impatto con pensiero critico e consapevolezza. Inserire nella didattica lo studio dell’IA significa fornire alle nuove generazioni strumenti utili a garantire loro una vita migliore e aiutare la scuola a fare cultura digitale per sostenere la trasformazione inclusiva del paese.

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