Il mercato del lavoro italiano è penalizzato dalla mancata corrispondenza tra domanda e offerta di lavori ad alta specializzazione tecnica: a una sostenuta domanda di lavoratori tecnologicamente specializzati da parte delle imprese non corrisponde cioè un’offerta adeguata di tecnici in grado di soddisfarla.
Appare dunque paradossale che in una situazione, come quella italiana, in cui il tasso di giovani disoccupati e inattivi è tra i più alti d’Europa, il sistema formativo (scuola e università) non sia in grado di formare tecnici appetibili per le imprese.
Il mettere mano a una riforma globale di questo sistema deve essere apparso un compito troppo gravoso per i governi che si sono succeduti e allora, per porre rimedio a questa situazione, è stata scelta un’altra strada.
Una legge, varata di recente, istituisce il Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore, di cui sono parte integrante gli Istituti Tecnologici Superiori, brevemente indicati come ITS Academy (sic!), che inglobano anche gli attuali ITS (Istituti Tecnici Superiori).
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La legge indica due esigenze principali a cui tale sistema deve rispondere:
- promuovere l’occupazione, specialmente giovanile,
- contribuire allo sviluppo e alla competitività di un’economia basata sulla conoscenza.
Gli obiettivi del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore
Per soddisfare queste esigenze, il Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore mira a potenziare e ampliare la formazione professionalizzante di tecnici superiori con elevate competenze tecnologiche e tecnico-professionali, allo scopo di sostenere misure per lo sviluppo.
Questi tecnici saranno in grado di soddisfare i fabbisogni formativi riguardanti la transizione ecologica, i trasporti, la mobilità e la logistica, la transizione digitale, le nuove tecnologie per il made in Italy, l’alto artigianato artistico, le nuove tecnologie della vita, i servizi alle imprese e agli enti senza fine di lucro, le tecnologie per i beni e le attività artistiche e culturali e per il turismo, le tecnologie dell’informazione, della comunicazione e dei dati, l’edilizia.
Programmazione regionale: formazione legata a un’offerta reale
Una programmazione regionale indicherà quali sono le aree di intervento di un ITS Academy e il numero delle persone da formare, il cui requisito di accesso è un diploma di scuola secondaria di secondo grado o un diploma quadriennale di istruzione e formazione professionale unitamente a un certificato di specializzazione tecnica superiore.
Questo della programmazione regionale è un aspetto molto interessante perché lega la formazione a un’offerta lavorativa realmente esistente, gettando le basi per la creazione di un sistema di reclutamento realmente efficace, in grado di sostituire o integrare quelli esistenti.
Come è fatto un ITS Academy
Ma come è fatto un ITS Academy? Ciascun ITS Academy è caratterizzato dal riferimento a una, o più di una, delle seguenti aree tecnologiche:
- efficienza energetica;
- mobilità sostenibile;
- nuove tecnologie della vita;
- nuove tecnologie per il made in Italy;
- tecnologie innovative per i beni e le attività culturali;
- tecnologie della informazione e della comunicazione.
Il percorso formativo si articola in due livelli
- Un percorso dalla durata di quattro semestri, con almeno 1.800 ore di formazione, corrispondenti al quinto livello del Quadro europeo delle qualifiche per l’ap-apprendimento permanente;
- Un percorso dalla durata di sei semestri, con almeno 3.000 ore di formazione, corrispondenti al sesto livello del citato Quadro europeo, attivabile per figure professionali che richiedano un elevato numero di ore di tirocinio,
La legge istitutiva stabilisce che “questi percorsi siano progettati in modo da assicurare un’offerta rispondente a fabbisogni formativi differenziati secondo criteri di flessibilità e modularità, per consentire la realizzazione di un’offerta formativa personalizzata per giovani e adulti in età lavorativa, con il riconoscimento dei crediti formativi e dei crediti di esperienza già acquisiti, anche ai fini della determinazione della durata del percorso individuale;”. Sembrerebbe quindi che il percorso sia personalizzabile in base alle caratteristiche dei corsisti.
Ciascun semestre comprende ore di attività teorica, pratica e di laboratorio. Sono previsti stage aziendali e tirocini formativi obbligatori almeno per il 35 per cento della durata del monte orario complessivo. Le scansioni temporali dei percorsi formativi sono definite tenendo conto di quelle dell’anno accademico.
“Il percorso si articola in moduli intesi come insieme di competenze, autonomamente significativo, riconoscibile dal mondo del lavoro come componente di specifiche professionalità e identificabile quale risultato atteso del percorso formativo”, indica ancora il Ministero dell’istruzione.
La conduzione scientifica dei percorsi formativi
La conduzione scientifica di ciascun percorso formativo è affidata a un coordinatore tecnico-scientifico o a un comitato di progetto e i docenti, a contratto, sono selezionati tra “soggetti provenienti dal mondo del lavoro, compresi gli enti di ricerca privati, e aventi una specifica esperienza professionale, maturata per almeno cinque anni, in settori produttivi correlabili all’area tecnologica di riferimento dell’ITS Academy, nonché tra esperti che operano nei settori dell’arte, dello spettacolo o dei mestieri artigianali. È da notare che l’attività formativa è svolta per almeno il 60 per cento del monte orario complessivo dai docenti provenienti dal mondo del lavoro”.
Al termine del percorso formativo, con modalità indicate dalla legge, viene rilasciato un diploma, spendibile anche in ambito universitario.
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I rischi della mancanza di competenze in learning design
In questa impostazione un ruolo rilevante dovrà essere giocato dalla capacità di progettazione dei percorsi da parte di coloro a cui questa è demandata. La legge non menziona il fatto che nel gruppo di progetto dei percorsi e dei moduli sia presente un esperto in learning design, ma sembra dare per scontato, come da tradizione, che chi conosce la materia sia anche un bravo docente, il che ovviamente non è detto. Come non è detto che questi abbia capacità di progettazione di moduli o percorsi formativi. Il rischio è di avere docenti con scarse capacità di insegnamento, o peggio, un coordinatore tecnico scientifico senza la minima idea di learning design, elearning e knowledge management. Ciò è una grave mancanza anche in considerazione del ruolo che l’elearning può giocare nel determinare l’efficacia dell’intero sistema. La mancanza di competenze specifiche in questo settore potrebbe portare a scelte dilettantistiche non all’altezza dei compiti tecnologicamente avanzati rivendicati per questo sistema.
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Il regime giuridico degli ITS Academy
Riguardo al regime giuridico, gli ITS Academy si costituiscono come fondazioni i cui soggetti fondatori sono:
- un istituto di istruzione secondaria superiore, statale o paritario;
- una struttura formativa accreditata dalla regione;
- una o più imprese, gruppi, consorzi e reti di imprese del settore produttivo relativo all’ITS Academy;
- un’università, un dipartimento universitario o un altro organismo appartenente al sistema universitario della ricerca scientifica e tecnologica ovvero un ente di ricerca, pubblico o privato.
Tutti i soggetti fondatori contribuiscono alla costituzione del patrimonio della fondazione ITS Academy, anche attraverso risorse strutturali e strumentali.
La legge istitutiva prevede anche misure nazionali per la costituzione di reti di ITS Academy e per il coordinamento dell’intero sistema, in modo tale che sia costituita una comunità di pratica tra tutti i soggetti coinvolti nel sistema. Ciò è molto positivo perché non solo permette orientamento e coordinamento centrale, ma anche scambio di buone pratiche che arricchiscono il repertorio comune del sistema.
Il coordinamento dell’intero sistema è affidato al Ministero dell’istruzione, presso cui è istituito il Comitato nazionale ITS Academy per l’istruzione tecnologica superiore, con compiti di consulenza e proposta, di consultazione delle associazioni di rappresentanza delle imprese, delle organizzazioni datoriali e sindacali, degli studenti e delle fondazioni.
Conclusioni
Questa, dunque, una descrizione sommaria del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore pensato per superare le inadeguatezze della scuola e dell’Università nella formazione di tecnici altamente specializzati richiesti non solo dalle imprese ma dalla società della conoscenza.
In conclusione, vorrei indicare alcuni aspetti, secondo me, molto positivi. Ho già ricordato il fatto che la formazione è legata a un mercato del lavoro reale e non immaginario, sottolineando l’importanza della programmazione territoriale da parte non solo delle amministrazioni locali, ma anche del mondo delle imprese e delle organizzazioni dei lavoratori. Ma ci sono aspetti impalpabili più importanti.
La scuola può essere svincolata dall’ossessione di formare i lavoratori del futuro, compito demandato a un Sistema terziario di istruzione superiore, non più solo tecnologico.
La finalità di una scuola nuova, non solo dovrà essere quella di fornire a tutti quelle capacità necessarie per vivere nella società attuale, ma dovrà essere quella di fare emergere e coltivare le diverse capacità e i diversi talenti di ragazzi e ragazze, in modo che ognuno possa scegliere il modello di vita che più lo soddisfi. E in ciò consiste quelle che Amartya Sen chiama capabilities, considerate l’indice di felicità di un individuo e di una nazione.
Per quanto riguarda l’Università, svincolata da immaginarie richieste del mondo del lavoro, potrà concentrare maggiori energie sulla ricerca e sull’innovazione, prendendo ad esempio esperienze come quella del Sistema nazionale dell’Innovazione Finlandese illustrata in figura.
Concludendo, il Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore potrebbe essere il primo passo per ripensare l’intero sistema formativo-educativo italiano.
I futuri decisori vorranno e sapranno cogliere questa opportunità?