Il 2020, anche grazie alla spinta che la diffusione del Covid-19 ha inevitabilmente dato alle modalità di lezione a distanza, sarà certamente ricordato come l’anno del boom dell’elearning. La pandemia ha infatti reso necessaria un’evoluzione verso soluzioni digitali che prima erano considerate marginali, tanto nel lavoro quando nella formazione scolastica.
L’eLearning, però, aveva già avviato il suo percorso di sempre maggiore diffusione. Disponendo semplicemente di un device e di una connessione internet, la formazione negli anni è diventata “tascabile”: che sia dal divano di casa, in metropolitana oppure seduti in un parco, il materiale multimediale è sempre a disposizione. Gli strumenti tecnologici permettono inoltre di tenere traccia dei progressi effettuati nel tempo, grazie anche a test di valutazione dell’apprendimento. Le app hanno rivoluzionato la nostra vita e con questa anche tutto il mondo dell’educazione.
Insomma, la strada era già segnata e il Covid ha accelerato un processo già avviato. Ma quanto è complicata la transizione dai sistemi di insegnamento tradizionali a quelli digitali? Un esempio rappresentativo può essere quello della scuola di lingue Berlitz, la più antica del mondo. Nata nel 1878 negli Stati Uniti, oggi la scuola conta più di 500 sedi in oltre 70 Paesi.
La domanda è: come fa una scuola nata nell’Ottocento a adattarsi alle esigenze del mondo in continua evoluzione del XXI secolo, conciliando storia e tradizione con la tecnologia?
eLessons e CyberTeachers
Il mondo è cambiato molto dal 1878, ma la passione per il viaggio e la scoperta di nuove lingue e culture è sempre la stessa. Ecco allora che sono i metodi di insegnamento a doversi adattare ai ritmi della vita moderna, alla necessità di flessibilità e al poco tempo a disposizione.
L’e-learning permette di avere una formazione completa con la comodità di poter adattare le lezioni alla propria disponibilità, studiare dove si vuole e procedere con il proprio ritmo. Berlitz, ad esempio, dal 2003 mette a disposizione degli studenti una piattaforma dedicata che permette di gestire in completa autonomia l’esperienza di apprendimento della lingua, tracciando i propri progressi. Il portale è naturalmente anche mobile friendly, permettendone così l’utilizzo in qualsiasi luogo e situazione.
La crescita dell’e-learning di Berlitz nel 2020 è stata esponenziale. Confrontando i dati YTD ad agosto, si è passati da un 23% di studenti che sceglievano l’eLearning nel 2019 ad un 66% nel 2020: due terzi delle persone prediligono oggi questo sistema di apprendimento. Il numero di ore di lezione in e-learning, nello stesso periodo preso in considerazione, sono passate da 11.500 a 18.500.
In questo scenario, i tutor non potevano che diventare “cyber”, anche se in carne e ossa al di là dello schermo. Berlitz ha infatti creato due figure capaci di aiutare lo studente nel percorso di apprendimento: i CyberTeachers, per un programma di apprendimento personalizzato con un tutor a disposizione via email, e i CyberTeachers Live, il programma CyberTeachers con un coach live via chat personale o pubblica e Live Classroom. In Italia Berlitz conta al momento 1.659 CyberTeachers.
Il programma è personalizzato con eLesson che consentono di mettere in pratica fin da subito la lingua studiata. Il focus è su contesti reali, attraverso dialoghi interattivi e attività di scrittura/lettura, in scenari professionali autentici. Il corso è sempre interattivo: i Live Coach sono a disposizione degli studenti per aiutarli durante il loro percorso di apprendimento.
L’insegnamento con il metodo Berlitz nelle Virtual Classroom
Un altro nodo importante è stato il passaggio dalle lezioni in presenza a quelle da remoto. Il metodo Berlitz, nato nell’Ottocento, è tuttora il modo più efficace per imparare una lingua e continua ad essere utilizzato, con poche variazioni, oggi. Gli elementi chiave sono l’immersione (l’insegnante parla solamente nella lingua di destinazione, che viene presentata nel contesto di situazioni di vita reale con particolare attenzione alla grammatica e al vocabolario); l’orientamento del risultato (ogni lezione è basata su obiettivi di apprendimento specifici, metodo che consente di poter utilizzare immediatamente la nuova lingua in situazioni reali); la pratica e l’esercitazione (per assorbire al meglio la nuova lingua ogni lezione prevede simulazioni reali di ciò che viene imparato).
Come molte grandi scoperte, questo metodo è nato dal caso, da circostanze particolari e da una mente creativa. Mentre insegnava a Providence, nel Rhode Island, Maximilian Berlitz, il fondatore della scuola, assunse come suo assistente Joly, un giovane francese che parlava solo la sua lingua madre. Lontano dalla scuola per una malattia, Berlitz affidò la classe a Joly e una volta tornato si rese conto che, costretti ad imparare da un insegnante che parlava solamente francese, l’apprendimento degli studenti aveva subito un’accelerazione.
Un metodo nato 150 anni fa ma tutt’ora il più efficace, che ha trovato il suo spazio anche nell’era digitale. Tramite le Berlitz Virtual Classroom, gli studenti possono scegliere se studiare da soli o in piccole classi, in lezioni tenute da remoto da un insegnante in orari prestabiliti. L’insegnamento è quello tradizionale, ma le aule sono virtuali.
Le possibilità aperte dalla rivoluzione digitale sono tantissime, in parte ancora inesplorate. La formazione personale e professionale ormai non può prescindere dall’utilizzo di strumenti e metodologie innovativi. Anche metodi di insegnamento antichi e tradizionali come quello inventato da Berlitz sono stati capaci di stare al passo con i tempi, aggiornandosi continuamente e rendendo sempre più facile e comodo imparare una nuova lingua.